Mondo: incroci a Cinque Cerchi

18 Aprile 2016

Van Niekerk, Merritt e James, trio delle meraviglie. Un giorno da leonessa per Caster Semenya. Boston ancora stregata per i kenyani.

di Marco Buccellato

L'atletica del sole, quella che affila le unghie in prospettiva Rio, apre i battenti di una nuova annata da ricordare. Giusto perciò riprendere la navigazione, con l'orizzonte "cinque cerchi" a vista di nostromo, con i protagonisti della più bella gara del mondiale di Pechino, i 400 metri uomini. I tre occupanti di quel magnifico podio, Wayde van Niekerk, LaShawn Merritt e Kirani James, si sono ritrovati a gareggiare in poche ore, chi lontano migliaia di miglia, chi sfiorandosi a bordo pista. Il mix di risultati ha propotto ancora segnali esplosivi.

Van Niekerk-Merritt-James, neverending story

Il sudafricano Wayde Van Niekerk, oro a Pechino in 43"48, ha lasciato il segno anche nel preludio di primavera, correndo i 100 in 9"98 e divenendo l'unico terrestre a vantare il completo abbattimento dei "muri" della velocità. Meno di 10" sui 100, meno di 20" sui 200, meno di 44" sui 400. Due giorni fa ha vinto il titolo nazionale dei 400 metri in 44"98 lasciando intuire, per la condotta di corsa negli ultimi 120 metri, una condizione super che potrebbe portarlo ben presto ai livelli raggiunti nella finale mondiale. Non meno impressionante l'azione di LaShawn Merritt: nel Chris Brown Invitational di Nassau ha tolto due decimi al personale sui 200, vecchio di nove anni, correndo praticamente su un tapis roulant nel rettilineo, in 19"78, quindicesima prestazione all-time, una gemma cronometrica per chi, come lui, ha fatto dei 400 il terreno di caccia che gli ha fruttato, da Osaka 2007 a Pechino 2015, ben sei medaglie, tre d'oro e tre d'argento. Il terzo uomo, il grenadino James, vincitore dell'ultima Olimpiade a 20 anni, ha sciorinato 44"36 nel primo 400 stagionale con la consueta facilità di corsa, il busto sempre un po' avanti rispetto ai colleghi di specialità, lasciando tutti sul posto tra i 200 e l'ingresso in rettilineo. Se questo è l'inizio delle schermaglie (primo scontro diretto Merritt-James sabato prossimo), benvenuti in un altro annus memorablis.

Le MtSAC Relays

Spostato l'evento per quest'anno al Cerritos College di Norwalk, spettacolo e sorprese non sono mancate, come la sconfitta di Andre De Grasse sui 100 metri, battuto dall'americano Webb (9"90 ventoso contro 10"04), il quale si è concesso anche un grande 200 (19"91 con vento legale). Nel vasto programma della manifestazione, val la pena segnalare il 10"95 di Jenna Prandini sui 100, la cui eco risuona anche del nome di Hannah Cunliffe, una 20enne già quarta ai mondiali allivevi di Donetsk, enormemente cresciuta nell'inverno al coperto, scesa a un clamoroso 10"99 (precedente personale: 11"58!), bissato sui 200 con 22"71 (aveva 23"44).

Non è il solo "breakthrough" clamoroso: l'altro oggetto misterioso Abdullah Mohammed, classe 1997, saudita, è apparso dal nulla al mondiale indoor di Portland e giunto alle semifinali dei 60. A Norwalk è sceso a 10"04 (record nazionale senior e primato d'Asia junior) a ridosso del record mondiale under 20 di Trayvon Bromell. Dopo Portland aveva corso all'esordio all'aperto in 10"12 con vento appena oltre il consentito. Sui 200 è sceso a 20"29, con vento un po' generoso. Limiti precedenti: 10"49 e 21"08, ottenuti ai Giochi del Golfo di sei mesi fa.

Come per la Cunliffe, le cifre stupiscono.

Sono invece cifre "di famiglia" quelle di Cindy Ofili, britannica di adozione, capace di 12"66 sui 100 ostacoli, quasi ai livelli di bravura della più famosa sorella, Tiffany Porter, che l'ha preceduta di qualche anno nel passaggio dalla bandiera a stelle e strisce a quella dell'Union Jack. E ancora, il superman del decathlon Ashton Eaton, 8,09 nel lungo (ventoso, con 8,01 regolare) e 13"48 sui 110 hs, dove il canadese Cabral ha portato il mondiale stagionale a 13"35, due centesimi meglio di quanto fatto, poche ore prima, dal sudafricano Alkana a Stellenbosch (13"37). Esordio outdoor da 1,93 per la giovanissima campionessa mondiale indoor di salto in alto Vashti Cunningham. Altro: il messicano Herrera ha vinto un'altra serie dei 200 col record nazionale fissato a 20"17.

Decollo: le stelle in pista

Nassau ha proiettato in cima alle graduatorie anche Christian Taylor (17,11 nel triplo) e Johnny Dutch (48"36 sui 400hs) ma soprattutto le velociste Bowie (22"26) e Shaunae Miller (magnifico 49"69, a due centesimi dal personale), che ha trascinato Quanera Hayes sotto i 50" (49"91). Il vento ha guastato parte della festa di Justin Gatlin (9"90 con 2,3) e di Queen Harrison (12"64 con 2,6). Da Kingston il ritorno sotto i 10 secondi di Yohan Blake, 9"95, il suo crono più veloce degli ultimi anni.

Onda UK

Tra i tanti risultati del weekend, segnaliamo le ottime cose britanniche in USA e Caraibi: Zharnel Hughes è sceso a 10"10 a Kingston, Nethaneel Mitchell-Blake a 10"09 a Austin, Greg Rutherford ha messo il sigillo da 8,30 a Long Beach. Sul fronte ragazze, imperioso uno-due di Desiree Henry, 11"06 e 22"98 in California, laddove anche Akela Jones, gioiello di Barbados, ha saltato 1,95 in alto nell'eptathlon vinto con 6.307 punti, punteggio che eguaglia il mondiale stagionale della cubana Rodriguez. Altre cose dalle ultime ore: 4,80 nell'asta dell'argento mondiale indoor Sandi Morris in Kansas, 21,34 di Ryan Crouser nel peso in Texas, conferma della forma di Walter Dix a Tallahasse in 10"06. Qui, ancora un appunto per il giovanissimo Tyrese Cooper (classe 2000), che dopo il 20"68 di due mesi fa ha corso in 20"46 con vento di poco superiore alla norma.

Semenya superstar

La sudafricana oro a Berlino e argento a Daegu e Londra sugli 800 ha avuto il suo "giorno dei giorni" ai campionati nazionali di Stellenbosch, infilando tre vittorie in un pomeriggio, in due casi con tempi "spaziali", vista la vicinanza temporale delle fatiche: 50"74 sui 400 all'ora di pranzo, 1'58"45 sugli 800 un'ora dopo, 4'10"91 sui 1500 metri dopo altre tre ore. Non si ricorda una cosa simile e a tali livelli cronometrici. Da Stellenbosch anche il 67,62 del discobolo Hogan e la sorpresa della sconfitta di Simbine sui 100 ad opera di Bruintjies (10"17). Altro sugli scudi, il lunghista Samaai (8,34) che rivedremo prossimamente in Diamond League con il record nazionale di Mokoena (8,50) nel mirino. Anche per la Semenya c'è la Diamond League nel taccuino: Doha, poi Rabat.

Dall'Africa anche il primo meeting kenyano di una certa rilevanza, con Asbel Kiprop già a 1'44"6 sugli 800 e il debutto del campione del mondo di lancio del giavellotto Julius Yego (78,86, esordirà in Europa a Ostrava). L'altro iridato Nicholas Bett (400 hs) ha aperto in 49"6.

Boston: maledizione kenyana, trionfo etiope

Continua il digiuno dei kenyani nella classica del Massachusetts: non vincono la corsa uomini dal 2012 (con Wesley Korir, oggi quarto). Nell'edizione numero 120 conclusa poco fa, si è avverato il trionfo dell'Etiopia, che ha realizzato il primo uno-due nella storia della corsa e addirittura una tripletta nella corsa maschile. I vincitori sono la 29enne Atsede Baysa (2h29'19", all'esordio a Boston dopo due vittorie a Chicago in carriera) e Hayle Lemi Berhanu (2h12'45" con 1h06'45" a metà gara), un 22enne che con quella di oggi vanta cinque vittorie su sette maratone disputate in tre stagioni. Per inciso, laddove ha perso (in gennaio a Dubai) ha corso in uno straordinario 2h04'33". Lemi ha piegato la resistenza del due volte campione uscente Desisa, giunto secondo in 2h13'32" e co-autore di un podio tutto etiope (terzo Yemane Tsegay in 2h14'02"). La Baysa ha stroncato prima la kenyana Joyce Chepkirui (giunta terza al traguardo in 2h30'50"), poi ha fulminato l'altra etiope Tirfi Tsegaye (seconda in 2h30'03") con un 5 km ad alti giri dal 35° al 40° km in 16'43". A metà gara erano tutte assieme in 1h15'32". Quarantotto ore prima, la vittoria sui 5 km da parte di un altro etiope, Dejen Gebremeskel, mentre tra le donne si è imposta l'attuale numero uno del mezzofondo prolungato USA Molly Huddle.

Anche Amburgo è etiope: Melkamu-record, Abera-bis

E'arrivato il record della corsa, non per mano di Meseret Hailu (suo obiettivo dichiarato) ma dall'altra etiope Meselech Melkamu, che si è imposta con un gran tempo nonostante i fastidi provocati dal vento, 2h21'54", abbassando sensibilmente il limite precedente di 2h24'12". La Melkamu vanta 2h21'01" ottenuto anche in quel caso in Germania, a Francoforte, quattro anni fa. La Hailu, vincitrice un anno fa e ieri seconda in 2h26'26", ha preceduto la semisconociuta 30enne tedesca Anja Scherl, scesa a 2h27'50" con un progresso di circa nove minuti. La corsa maschile è stata vinta in 2h06'58" da Tesfaye Abera, ottavo un anno fa, leader mondiale 2016 grazie al 2h04'24" segnato in gennaio a Dubai. Ha preceduto il kenyano Philemon Rono (2h07'20"). Apprensione per l'etiope Yekeber Bayabel vittima di un collasso quando era in quarta posizione al 35° chilometro, ricoverato in ospedale.

Londra, il meglio del mondo

Domenica la classica lungo il Tamigi, con un altro cast favoloso comprendente il miglior maratoneta del momento, Eliud Kipchoge (primo l'anno scorso), i due ultimi primatisti del mondo Dennis Kimetto e Wilson Kipsang, e ancora Stanley Biwott, Kenenisa Bekele, Tilahun Regassa, l'eritreo campione del mondo Ghirmay Ghebreslassie, l'esordiente Bedan karoki. Tra le donne, la vincitrice uscente Tigist Tufa e le altre etiopi Mare Dibaba (iridata a Pechino), Feyse Tadese e Aselefech Mergia a raccogliere la sfida delle kenyane Mary Keitany, Florence Kiplagat, Jemima Sumgong e Priscah Jeptoo. Out per infortunio una delle favorite, Gladys Cherono.

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