Mondo: il guerriero scalzo

23 Novembre 2015

Haile Gebrselassie all'ultima passerella in Etiopia. I cross in Europa e gli NCAA di Louisville. Tutte le notizie dell'atletica internazionale.

di Marco Buccellato

Sotto il sole di Addis Abeba il 24enne Tamirat Tola ha vinto la 15ª edizione della Great Ethiopian Run, una delle più grandi corse su strada del continente africano con circa 40.000 iscritti. Tola, sesto ai mondiali di cross di Qingzhen, con un primato di 2:06:17 nella maratona stabilito l'anno scorso nell'esordio sui 42 km a Dubai, ha vinto con discreto margine (6") sul 20enne Bonsa Dida (a sua volta 14° ai mondiali di cross) e di 11" su Adugna Tekele Bikila. Ben più ampio il margine inflitto dalla vincitrice della gara femminile, Mamitu Daska, alla seconda classificata, quasi un minuto.

Il lungo arrivederci di Gebre

Aveva già salutato in maggio. Farlo davanti al suo pubblico è stato tentazione e soprattutto bisogno. Un bisogno di correre troppo grande per Haile Gebrselassie, che ha vestito il doppio ruolo: starter d'eccezione, poi runner nella non competitiva. E' stata la corsa d'addio in Etiopia, ha tenuto a precisare il vincitore di ben undici medaglie d'oro nell'arcobaleno Olimpiadi-Mondiali su pista e strada-Mondiali indoor. Questo distinguo lascia pensare che non sia ancora finita, che la necessità di correre sarà più forte degli annunci. Magari niente più classifiche, solamente il gusto di esserci e festeggiare ancora, stavolta condividendo con la massa e non con l'élite la dote ricevuta dalla vita. La passerella di ieri è stata conclusa a piedi scalzi, omaggiato dalla presenza di altri grandi di ieri (Sileshi Sihine) e di oggi e domani (Tirunesh e Genzebe Dibaba).

Cross, Toroitich in Spagna

Battuto la scorsa settimana da Merga a Burgos, l'ugandese Timothy Toroitich si è imposto nel 22° Cross Internazionale di Soria, bissando il successo del 2014 di 6" sull'eritreo Kifle. A distanza di sei anni Linet Masai è tornata sul prato spagnolo vincendo nuovamente. Per la campionessa del mondo sui 10000 a Berlino è stata la prima gara della stagione, dopo il ritiro sui 10000 ai Trials iridati etiopi. Negli altri cross del ricco fine settimana sul suolo europeo, segnaliamo l'ennesimo titolo irlandese, il quindicesimo, di Fionnuala McCormack-Britton. Tra gli uomini un asterisco sul secondo classificato, John Coghlan, figlio del grande Eamonn, irish star di alcuni decenni fa.

Ai campionati dei Balcani in Croazia, turchi e turche fanno quasi cappotto, vincendo cinque dei sei titoli a squadre, lasciando alla Romania l'oro femminile senior.

NCAA: Cheserek lascia il segno, Aouani a tre minuti

Il 21enne kenyano Edward Cheserek si è laureato per la terza volta consecutiva campione universitario statunitense di cross, impresa mai riuscita in passato in tre campionati di fila. Nomi cone Rono, Prefontaine e Lindgren, una icona tutta americana già nella carriera high school, vinsero tre titoli ma non consecutivi. Cheserek ha davanti ancora un anno di attività NCAA prima di abbracciare la seconda parte della carriera, e può ambire al quarto titolo. I NCAA Championships di prima divisione, disputati a Louisville, in Kentucky, hanno eletto il logico favorito che ha inflitto 25" al secondo classificato.

L'azzurro Under 23 Iliass Aouani, presente a titolo individuale dopo l'ottimo percorso con la Lamar University texana, ha chiuso in 185ª posizione a circa tre minuti dal vincitore. 254 partenti, tutti al traguardo men che due ritirati. Cheserek non è bastato all'Oregon per vincere il campionato a squadre, dove si è registrato lo storico successo di Syracuse, tornata a vincere dopo sei decenni e mezzo. Completano il podio il Colorado e Stanford. Molly Seidel (Notre Dame) ha vinto il titolo femminile a dispetto dei pronostici, che indicavano in Allie Ostrander, seconda a 5", la favorita. Titolo a squadre al New Mexico grazie a un quarto e quinto posto. Seconde la ragazze in gara per Colorado (come tra i maschi), terzo l'Oregon.

Tanui non basta

Paul Tanui è stato l'ovvio miglior frazionista nell'Ekiden giapponese da Fukuoka a Kita-Kyushu. Il kenyano ha coperto il suo step di 9,2 chilometri 30" più veloce del connazionale Thuku, ma non è bastato per portare alla vittoria il suo team (Kyudenko), giunto terzo a quasi cinque minuti dal team vincitore Asahi Kasei, i cui atleti hanno primeggiato in quattro delle sette frazioni (grazie a Ken Nakamura).

Ibargüen a Cali

Appendice in pista con i Giochi Nazionali dello Sport colombiano a Cali. L'iridata di salto triplo Caterine Ibargüen ha gareggiato nel lungo e nell'alto, vincendo entrambi i titoli con 6,66 (appena ventoso) e 1,78.

Alcuni discreti risultati per un appuntamento molto sentito dai migliori atleti nazionali. Nella velocità 10.11 ventoso di Palomeque e 20.38 di Valoyes. Ostacoli bassi col record nazionale di Rivas (49.90). Nei concorsi, ancora Ibargüen, ma è il giavellottista Arley che sfiora di 40 centimetri il proprio record nazionale con 80,67.              

Atleti dell'anno

Ashton Eaton e Allyson Felix sono gli atleti dell'anno in USA: saranno premiati con i Jesse Owens Awards a Houston tra due settimane. Nei Balcani il premio non poteva andare che a Ivana Spanovic e Amel Tuka. La lunghista serba ha vinto il bronzo mondiale di Pechino con la miglior misura dal 2004 per una terza classificata. Il bosniaco a guida tecnica italiana è esploso sugli 800 metri, portando a casa a sua volta il bronzo iridato. In Croazia l'atleta dell'anno è Sandra Perkovic, che ha vinto la Diamond Race di specialità nel disco e ha rimesso in piedi in extremis una gara difficile a Pechino, mettendosi l'argento al collo. Nella cerimonia è stata premiata direttamente da Blanka Vlasic. In Germania premiati i podisti dell'anno. Scontati i vincitori Arne Gabius, primatista nazionale di maratona, e Gesa Felicitas Krause, bronzo a Pechino sui 3000 siepi, ora in attesa del primo figlio.

Lutto, scompare Linda Haglund

Sabato a Stoccolma è scomparsa a 59 anni l'ex-velocista svedese Linda Haglund, campionessa europea indoor sui 60 metri nel 1976 e dodici volte campionessa svedese sull'arco 100-200 metri. I primati nazionali (11.16 e 22.82) portano ancora la sua firma. Fu argento continentale indoor nel 1978, anno in cui fu seconda anche agli Europei all'aperto. Quarta sui 100 ai Giochi di Mosca nel 1980, un anno dopo vinse la distanza breve al meeting di Berlino lasciandosi alle spalle Evelyn Ashford e Jarmila Kratochvilova. Dopo il ritiro si trasferì negli USA, divenne allenatrice ma anche pittrice, attrice e concorrente televisiva nel programma svedese Let's Dance. La sua scomparsa arriva a meno di un mese da quella di Houston McTear, lo sprinter statunitense cui la Haglund è stata a lungo legata.

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