Mondo: esordio-Bolt, Boston è kenyana

16 Aprile 2012

La pioggia per l'esordio di Bolt e Blake, Boston kenyana senza exploits. L'Africa domina le maratone

di Marco Buccellato

Boston, edizione "umana"

Dopo l'incredibile corsa dell'anno scorso, condotta e chiusa su ritmi e tempi "marziani" dai kenyani, la 116° edizione della maratona di Boston è tornata a una dimensione decisamente meno esagerata con la gara di oggi. Ancora firme kenyane per il doppio successo maschile e femminile, ma le prestazioni sono state condizionate dal vento e soprattutto dal temuto caldo previsto dai bollettini meteo delle ultime 48 ore.

Il vincitore maschile è Wesley Korir, un habitué delle 42 km sul suolo statunitense, già due volte primo a Los Angeles, forte di un più prestigioso (nel contrappeso dei valori tra le maratone) secondo posto in ottobre a Chicago in 2h06'15", dove perse da Moses Mosop, terzo ieri a Rotterdam e secondo a Boston un anno fa. Geoffrey Mutai, il più veloce di sempre in 2h03'02" nella passata edizione, oggi è stato costretto al ritiro per crampi dopo il 30° chilometro ed è a rischio di esclusione dal team olimpico. Al traguardo il tempo non rende giustizia alla recente tradizione bostoniana: 2h12'40". A ventisei secondi l'altro kenyano Levi Matebo, a lungo protagonista, terzo Bernard Kipyego in 2h13'13".

Un-due-tre firmato Kenya anche nella corsa femminile, vinta in 2h31'50" da Sharon Cherop (bronzo mondiale a Daegu e terza sempre a Boston la scorsa stagione), alla prima affermazione in una maratona-top, dopo la vittoria seppur importante e condita da un crono di 2h22'43" a Toronto due stagioni fa. Quest'anno aveva gareggiato prestissimo, nell'eccezionale (per i tempi) maratona di Dubai, dove aveva chiuso settima in 2h22'39". A due secondi dalla vincitrice, l'altra kenyana Jemima Jelagat Sumgong, staccata la terza classificata Georgina Rono (2h33'09").

Parigi: doppio primato della corsa

Il kenyano Stanley Kipleting Biwott ha vinto l'edizione numero trentasei della maratona della capitale francese nel crono-record di 2h05'12", dopo essersi imposto in marzo, sempre a Parigi, nella mezza maratona internazionale in 59'44". Su livelli di eccellenza anche i due etiopi che hanno completato il podio parigino, Raji Assefa Worku (2h06'24", secondo a Mumbai in gennaio e per la prima volta sotto le due ore e dieci) e Sisay Jisa, un debuttante di 30 anni dal passato privo di riscontri di rilievo, che ha esordito in un esplosivo 2h06'27". Da segnalare il quarto posto del 19enne kenyano Eric Ndiema (2h06'37"), un atleta che l'anno scorso ad Amsterdam stabilì la miglior prestazione mondiale junior sui 42 km in 2h06'27" (dopo aver colto il secondo posto alla Stramilano). A seguire, un tris etiope alla seconda maratona stagionale: il 27enne Balcha in 2h07'38" (in gennaio, in Israele, chiuse tre secondi più veloce), Eshetu Wondimu Tsige (2h07'54", ma già a 2h07'30" a Dubai) e Debebe Tolossa (2h08'18", secondo a Houston in gennaio in 2h07'41").

Tirfi Tsegaye Beyene (Etiopia pure lei, terza nella Roma-Ostia di quest'anno) ha stabilito il primato della corsa anche nella 42km femminile in 2h21'39", migliorando di un minuto il personale vecchio di due stagioni. Festa in casa turca per il secondo posto e il record nazionale di Sultan Haydar (2h25'07"), una delle tante podiste nate in Etiopia che hanno cambiato nazionalità. Etiopi a tutti gli effetti, invece, la terza classificata Makda Harun Baji (2h26'46", seconda a Venezia) la quarta, Goitetom Haftu Tesema (2h27'28", seconda a Roma nel 2011) e la quinta Legesse (2h28'18"), della quale si ricorda un quarto posto a Padova tre anni orsono. Nota a margine: il leader mondiale stagionale di mezza maratona, l'etiope Atsedu Tsegay, che aveva programmato il debutto sui 42 km proprio a Parigi, ha rinunciato per preparare la stagione in pista, alla ricerca del posto in squadra, in prospettiva olimpica. sui diecimila metri.

Vienna: Sugut-record

Nuovo successo nella capitale austriaca a distanza di due anni per Henry Sugut, che in 2h06'58" ha migliorato il primato della corsa e la miglior prestazione sul suolo austriaco. L'etiope Fate Geletu Tola ha invece confermato l'affermazione colta la scorsa stagione nella gara delle donne in 2h26'21", andando vicina al successo-fotocopia chiudendo in 2h26'39". Nella mezza maratona, successi ampiamente previsti per il 39enne Haile Gebrselassie (1h00'52", tornerà in pista per il meeting di Hengelo), e Paula Radcliffe (1h12'03", reduce da una bronchite), entrambi festeggiatissimi e ricevuti dal Presidente della Repubblica Fischer alla viglia della gara. I migliori tra i piazzati nella gara principale: Gilbert Yegon (2h07'38"), il vincitore della scorsa stagione John Kiprotich Chemisto (2h07'44"), Gilbert Kirwa (2h08'09") e William Kibor tra gli uomini (2h08'32"), Olga Glok (Russia, 2h27'18") e la namibiana Johannes (2h27'90", primato nazionale) tra le donne.

Le altre maratone del fine settimana

Successi maschili tutti africani nelle altre 42km disputate domenica: a Nagano (Giappone) primato locale per Francis Kibiwott Larabal in 2h09'05" (assai più veloce in 2h07'32" a Tiberiade in gennaio). Sotto il precedente standard anche Silas Sang (2h09'10"), poi ancora Kenya con Moses Kangogo Kibet (2h10'53") e uno sprazzo d'Europa con Aleksey Sokolov (Russia, 2h10'53").

Nella britannica Brighton 2h12'01" del kenyano Some su Ondoro (2h12'10"), e successo bielorusso di Sviatlana Kouhan che ha distrutto il precedente limite della corsa in 2h29'36" e migliorato il personale. Doppio appuntamento in Polonia: a Lodz vincono l'etiope Tola Bane in 2h11'29" e la polacca Gortel (2h36'02"), a Debno si impongono il kenyano David Kiprono Metto in 2h12'53" e la bielorussa Mazurenok in 2h33'56" (per il gentile contributo si ringrazia Zbigniew Jonik).

Bolt con le gomme da pioggia, Blake 9"90

Nella quinta edizione dell'University of Technology Classic di Kingston (il meeting di apertura della stagione giamaicana) Usain Bolt ha corso la frazione conclusiva della 4x100 portando al successo il quartetto del Racers Lions Track Club in uno sfavillante 37"82. Curiosità senza valore accademico: dovrebbe trattarsi del "record del mondo" su pista bagnata. Compagni di Bolt nella performance, Mario Forsythe, il campione del mondo dei 100 metri Yohan Blake, il 21enne Roach. I tre erano già stati componenti della formazione che in febbraio si era espressa in 38"48, con pista asciutta. Bolt ha ricevuto il testimone in contemporanea ad Asafa Powell (il suo MPV schierava il britannico Chambers, Michael Frater e Nesta Carter, vincitore dei 200 in 20"48), poi battuto con facilità e, a dire il vero, senza grande opposizione da parte dell'ex-primatista del mondo (al traguardo in 38"27, badando soprattutto a non farsi male). Il quartetto padrone di casa (UTech) ha chiuso in 38"99, terzo.

Yohan Blake ha vinto la serie migliore dei 100 metri in 9"90, mondiale stagionale nonché miglior risultato mai realizzato a metà aprile, precedendo Harvey (10"10), Sheldon Mitchell e Oshane Bailey (10"18 per entrambi). Interessante, in una serie minore, il successo del 17enne Skeen in 10"33, un atleta di cui abbiamo già parlato in passato. I Bolt-programmi: Il Kingston Invitational il 5 maggio (con distanza da decidere), poi i 100 metri a Ostrava, Roma e Oslo. Prima di Londra sarà anche a Montecarlo, dove correrà i 200.

USA, arriva l'artiglieria pesante: Jeter 22"31

Nel Rafer Johnson/Jackie Joyner-Kersee Invitational di Westwood (Los Angeles) debutto individuale "caldo" per la campionessa mondiale dei 100 metri Carmelita Jeter, che ha fermato i cronometri (sui 200) in 22"31, record mondiale stagionale, e piccola delusione con la 4x100, dove non è riuscita a chiudere meglio che seconda (mondiale stagionale di 42"65 per un quartetto All-Stars comprendente Allyson Felix). Rientro in grande stile anche per l'ostacolista Michelle Perry (due titoli mondiali all'attivo), che dopo due anni e mezzo di inattività ha segnato un promettente 12"75 su Joanna Hayes (12"96), olimpionica ad Atene, che era fuori addirittura da quattro anni.

7,04 di Brittney Reese

La lunghista campionessa del mondo all'aperto e indoor ha ancora la forma smagliante mostrata in occasione del titolo iridato conquistato oltre un mese fa a Istanbul. Nell'apertura "outdoor" di Oxford, nel suo Mississippi, la Reese ha rimesso in sesto negli ultimi due salti una gara iniziata con quattro delusioni (tre nulli e un 6,35), portandosi prima a 6,90 poi al conclusivo 7,04, doppio mondiale stagionale. Anche in questo caso, come per Blake, non esistono precedenti così "lunghi" in questa fase della stagione. Menzione per un atleta poco conosciuto, ma che si sta facendo largo in fretta: è il 19enne sudafricano Anaso Jobodwana, inattivo nel 2011, un atleta al primo anno di College che nel giro di 5 gare ha tolto un secondo netto al personale sui 200, scendendo a 20"32 proprio a Oxford. La stessa misura della Reese (7,04) è stata ottenuta domenica in Florida anche dalla francese Lesueur, ma con quasi quattro metri di vento a favore.

Nelson mette Hoffa al tappeto

In Georgia si è consumato il primo scontro diretto tra i colossi del peso. Tra tanti lanci nulli, l'ex-campione del mondo Adam Nelson ha trovato il 21,54 che ha lasciato a un altro ex-iridato, Reese Hoffa, il dispiacere della sconfitta, pur se con un lancio quasi uguale di 21,49. Attraverso i più diffusi social network, sia Nelson che il suo agente Doyle hanno parlato di lanci lunghissimi nel riscaldamento e, in gara, di un nullo di pedana corrispondente a una gran misura.

Gli altri risultati del fine settimana USA

A Coral Gables 10"09 del giamaicano Ashmeade nei 100 (secondo Bledman, di Trinidad, in 10"12). Il 21enne americano Harry Adams non impressiona granché (10"29) ma fa faville nei 200, dove in 20"10 toglie oltre mezzo secondo al personale trascinando con sé il quattrocentista di Bahamas Pinder (20"23). Vento esagerato e superiore ai sette metri al secondo per l'ostacolista Osaghae, cronometrato in 13"20 in Texas. Molti meeting del weekend sono stati disturbati da un vento particolarmente intenso, non sempre favorevole, anche con punte di 9 metri al secondo, piccole bufere. In uno di questi meeting (a Austin), Jeremy Wariner ha trovato condizioni non favorevoli chiudendo il secondo 400 metri di stagione in un interlocutorio 46"43, tempo chiaramente "figlio" delle avversità ambientali.

Dritto verso la linea del traguardo puntava invece il vento sostenuto (quasi sei metri) che soffiava alle spalle di Alexandria Anderson, cronometrata in 10"88.

Lanci: in evidenza diverse martelliste, come Gwendolyn Berry (71,95 in Ohio) e la slovacca Martina Hrasnova in Georgia (69,69). Anche dall'Europa arrivano buone misure: la svedese Andersson ha centrato il record nazionale con 70,33, la giovane slovena Spiler ha realizzato la stessa impresa con un lancio di 69,26. Ancora USA: menzione per il discobolo indiano Vikas Gowda, che pochi giorni fa in Oklahoma ha portato il record nazionale a 66,28, il lancio più lungo di inizio stagione al mondo, confermando 48 ore dopo la buona vena con un 64,50 sulla stessa pedana. In Texas Jason Young ha lanciato a 65,28. Giavellotto: il campione universitario Glover si è migliorato fino a 81,31. Notizia "rosa": la sprinter Marshevet Hooker (10"86 di personale nei cento metri e oro a Berlino con la 4x100) è in attesa di un figlio e salterà la stagione olimpica.

Campionati del Sud Africa

Alcuni buoni risultati da Port Elizabeth, pur senza i benefici dell'altitudine: lo sprinter Magakwe ha vinto due titoli in 10"11 e 20"59, Mulaudzi ha rispettato il pronostico vincendo gli 800 metri in 1'45"78. Mondiale stagionale sui 10000 metri di Steve Mokoka (27'40"73) e per il decatleta Coertzen (8.244 punti, primato nazionale). Sui 400 ostacoli Fredericks (48"91) ha nettamente sconfitto Van Zyl (secondo in un pesante 51 netti). Nel lungo Mokoena perde dall'emergente Visser (8,13 contro 8,21) in una gara con troppo vento per tutti. Nel peso titolo per il lanciatore di origini italiane Orazio Cremona (19,68). Al femminile pochi risultati di interesse: tra questi, il titolo per la Semenya sugli 800 in 2'02"68. Cercherà il minimo olimpico venerdì a Pretoria. Chiusura con Oscar Pistorius, solo settimo nella finale dei 400 metri in 47"28.

Campionati australiani

Edizione numero 90: senza la stella Sally Pearson e altri atleti di livello internazionale sono stati assegnati i titoli nazionali a Melbourne. Discreti i lanci, con titoli all'ex-iridata del disco Samuels (62,34) alla giavellottista Mickle (61,70), al discobolo Harradine (63,58). Nella marcia successo di Jared Tallent (5000 in 19'08"83). Over-8.000 punti per il decatleta Newdick (8.057). In pista, 45"54 per lo junior Solomon nei 400, al secondo titolo assoluto.

Asia: parte la stagione in Cina

Primo passo del Grand Prix nazionale in Cina: a Zhaoqing non sono mancati i buoni risultati, soprattutto nei settore concorsi. Dong Bin e Cao Shuo hanno dato vita a un'altra avvincente gara di triplo, planando rispettivamente a 17,38 e 17,35. La giavellottista Liu Huihui ha migliorato il record nazionale e asiatico fino a 64,95. Nel peso, 19,08 di Gong Lijiao. Nel disco, la campionessa del mondo Li Yanfeng (64.90) ha lasciato a un metro (63,87) l'altra finalista iridata Tan Jian.

Marcia: Rio Maior e i giapponesi

Nel "Grande Premio" di Rio Maior (IAAF Race Walking Challenge, molto vento e pioggia a sprazzi) vittorie dello slovacco Matej Toth in 1h20'25" davanti ai messicani Eder Sanchez (1h20'48") e Isaac Palma (1h21'13"). La spagnola Pascual ha vinto la 20km femminile in 1h31'03" sulle lusitane Cabecinha (1h32'08") e Henriques (1h31'31"). Campionati nazionali in Giappone: titolo sui 50 km a Yuki Yamazaki in un ottimo 3h41'47" su Tanii (3h43'56") e Morioka (3h45'22"). Titoli francesi: sui 20 km primeggiano Bertrand Moulinet in 1h21'42" e l'ex-polacca Sylvia Korzeniowska (1h34'11"). Sulla distanza dei 35 km il successo è di Hervé Davaux in 2h39'36".

Previews: Walnut

Dopo il debutto in 22"31 sui 200, Carmelita Jeter è attesa ai MtSAC Relays di Walnut, nel prossimo fine settimana. Iscritto, nella velocità maschile, Walter Dix, alle prese col rientrante Mike Rodgers (fine della sospensione). Ci sarà anche Wariner, alla ricerca di un test migliore di quelli sostenuti negli ultimi 10 giorni.

Londra

Domenica la classica delle classiche: assente annunciato poche ore fa, l'etiope Markos Geneti (2h04'54" a Dubai in gennaio). Nella top-class etiope restano della partita Tsegaye Kebede, Bazu Worku, Feyisa Lilesa, e Abreham Cherkos. Domani la conferenza stampa con Emmanuel Mutai e Mary Keitany, gli straordinari vincitori dell'ultima edizione in 2h04'40" e 2h19'19". Al via anche il primatista del mondo Patrick Makau, il due volte campione mondiale Abel Kirui, Martin Lel, Wilson Kipsang, Vincent Kipruto, Zersenay Tadese, Jaouad Gharib, Marilson Gomes dos Santos. Tra le donne, a contendere la vittoria alla Keitany si candidano Florence e Edna Kiplagat, Priscah Jeptoo, Irina Mikitenko e Ejegayehu Dibaba.
 



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