Mondo: a Londra arriva ''la Regina''

30 Luglio 2012

I temi e i protagonisti delle attesissime gare di Londra, a tre giorni dal debutto dell'atletica nella trentesima Olimpiade dell'era moderna

di FIDAL

Londra: le cifre, i temi, i nomi

L'edizione 2012 si annuncia da primato. Nelle gare di atletica sono attesi oltre 2.150 atleti, un record rispetto a Sydney 2000, quando 2.137 atleti presero parte alle competizioni. Gli eventi più "affollati" in assoluto saranno le due maratone (ben oltre i 100 partecipanti sia in quella maschile che in quella femminile); tra le altre gare, quelle con più iscritti sono i 100 metri (circa 80 uomini e 80 donne). Il team più numeroso è quello statunitense, con 124 unità (Angelo Taylor e la discobola Aretha Thurmond sono i due capitani), seguito dai russi (104), e dagli ucraini (78). Una unità in meno per tedeschi e britannici.

Bolt & Blake, il mondo si ferma

Velocità: la doppia sconfitta di Usain Bolt ai Trials per opera di Yohan Blake ha rimescolato le carte dei pronostici. Nessuno dice più "come" vincerà Bolt, ma ci si chiede "se" vincerà. Tuttavia, le quote dei bookmakers lo danno ancora per favorito su entrambe le distanze. Doppia sfida Bolt-Blake su 100 e 200, dunque, con Asafa Powell e gli americani in agguato sulla distanza breve (il redivivo Gatlin e il recuperato Gay), l'altro americano Spearmon e la superstar francese Lemaître sul mezzo giro di pista. Nei 400, con LaShawn Merritt non in perfette condizioni, la logica indica nei gemelli belgi Borlée, nel campione del mondo Kirani James e nell'altro americano McQuay i pretendenti al podio. Osservato speciale, lo junior dominicano Santos, fisicamente normodotato ma con due polmoni così.

Donne: ancora Giamaica vs USA. Se nei 100 l'olimpionica uscente Shelly-Ann Fraser-Pryce appare con le carte in regola per il bis a quattro anni da Pechino, sui 200 la stella sembra essere Allyson Felix, uscita dai Trials con un 21"69 che parla da sé. A ridosso delle due favorite, Veronica Campbell-Brown e Carmelita Jeter su entrambe le distanze, la trinidegna Baptiste e la nigeriana Okagbare sui 100 (suoi i più recenti successi nel circuito). La Campbell-Brown insegue sui 200 un'impresa storica, il terzo oro olimpico consecutivo. Sui 200 c'è anche Sanya Richards-Ross sui 200, che però correrà dopo tre turni di 400 metri, la gara che vedrà scendere in pista anche l'iridata Montsho e le agguerrite russe, tutte scese abbondantemente sotto i 50 secondi ai campionati nazionali.

Staffette: i quartetti USA dominano, ma a Londra le 4x100 giamaicane punteranno decisamente all'oro. A Pechino, le donne di USA e Giamaica si fecero fuori da sole per gravi errori tecnici, lasciando il corridoio libero alle collaudate russe. In pericolo il mondiale maschile della 4x100, detenuto dagli stessi giamaicani. Nelle staffette del miglio la supremazia del quartetto maschile USA è meno netta rispetto a quello femminile, che conterà sull'apporto di Sanya Richards-Ross e, con ogni probabilità, di Allyson Felix. All'ombra di Merritt & Co., in prima fila le formazioni di Bahamas, Trinidad (fortissima pure nella 4x100) e Belgio.

Dagli 800 alla maratona: Rudisha, Kiprop, Farah, la Cheruiyot

David Rudisha è l'uomo da battere sugli 800. I primati del mondo e le ultime straordinarie prestazioni lo designano come il favorito. Tanti i candidati al podio, gli esperti Kszczot e Symmonds e i giovanissimi Aman e Amos, prodigiosi talenti dell'Etiopia e del Botswana. Nella gara femminile la campionessa uscente Jelimo, è tornata a grandi livelli, e troverà sulla sua strada la russa Savinova e la novità etiope Magiso. C'è la Semenya, portabandiera del Sud Africa nella cerimonia inaugurale, e c'è l'americana Alysia Montano-Johnson, un brutto cliente anche quest'anno. Dalla lotteria delle outsiders, la 19enne burundiana Niyonsaba, sbucata dal nulla ai campionati africani e sorprendente a Montecarlo.

Asbel Kiprop è l'uomo più forte tra i "miler" in circolazione. Ha al collo l'oro di Pechino e vuole confermarsi, dopo la sontuosa gara di Montecarlo. Con lui, gli altri kenyani Chepseba e Kiplagat, gli etiopi, il marocchino Laalou e il neozelandese Willis. 5000 e 10000 metri: Mo Farah all'assalto doppio dell'oro, impresa difficilissima vista la concorrenza. Il tema è scontato: Farah contro etiopi e kenyani, da Gebremeskel a Koech, dai due Bekele alla macchia bianca Galen Rupp, l'americano. E' all'ultima Olimpiade Bernard Lagat: negli ultimi 250 metri dei 5000 vuol esserci, e giocarsi il micidiale sprint che ancora conserva. Siepi: Brimin Kipruto cerca l'oro-bis e il terzo podio olimpico, nel Kenya asso pigliatutto aspirano al podio anche Kemboi e Mutai. Il nome nuovo è l'americano Jager, alla prima stagione nelle siepi e strepitoso a Montecarlo.

Donne: estromessa la marocchina Selsouli, l'etiope Aregawi e la kenyana Obiri hanno le qualità di prevalere. La turca Cakir ha stupito a Helsinki e a Parigi. Russe e marocchine sono pronte a infilarsi in zona-medaglia. Anche tra le donne c'è una atleta in grado di conquistare due ori, Vivian Cheruiyot. A contrastarla, ancora le etiopi, soprattutto nei 10000, guidate da Tirunesh Dibaba.

Siepi: la kenyana Chemos è l'atleta da battere, la primatista mondiale e olimpionica in carica Galkina non sembra quella di quattro anni fa. Si fa preferire la Zaripova, oro a Daegu proprio sulla Chemos. Maratona: sacrificato Gebrselassie, gli etiopi sono Abshero, Sefir e Feleke. Il Kenya ha lasciato a casa il primatista mondiale Makau e Mosop, preferendo Abel Kirui (due ori iridati), Kipsang e Mutai. Nella 42 km femminile la marea nera è altrettanto estesa, con Keitany e Gelana in pole-position. L'Europa trova nella russa Shobukhova, all'esordio stagionale, l'atleta col miglior pedigree. Dall'Oriente cercano spazio giapponesi e, soprattutto, le cinesi.

Ostacoli: Liu Xiang otto anni dopo, Pearson per l'oro

Show anunnciato soprattutto nelle distanze brevi: lo statunitense Aries Merritt ha corso tre volte in 12"93, e tranne una volta ha sempre battuto il campione del mondo Richardson. L'uomo più atteso è però Liu Xiang, oro a Atene e drammaticamente k.o. sui blocchi a Pechino, uno choc per un miliardo e mezzo di persone. Non gareggia da tempo il campione olimpico uscente Robles, dato però presente. L'Europa lancia in prima fila il russo Shubenkov, due volte a 13"09. Nei 100 ostacoli la striscia vincente di Sally Pearson è stata interrotta a Londra dall'americana Wells, ma l'australiana resta la favorita per il titolo. Sulla cresta dell'onda, malgrado le 38 primavere, c'è sempre la giamaicana Foster-Hylton. A Pechino vinse la Harper, che ha superato indenne i Trials USA e si ripresenta per riprovare il colpaccio.

400 ostacoli: l'uomo di casa David Greene e il gigantesco portoricano Culson sono stati i più bravi quest'anno, ma Angelo Taylor ha mille risorse e sul gradino più alto del podio c'è salito già due volte. Felix Sanchez vuole chiudere in bellezza ad otto anni dal titolo conquistato a Atene. Nella gara femminile c'è più incertezza: la campionessa uscente Walker appare in ripresa, ma in pole-position partono soprattutto l'americana Demus e le russe, poi la specialista di casa Shakes-Drayton, le ceke Hejnova e Rosolova, mentre la bulgara Stambolova, dominatrice di inizio stagione, è al palo da un mese e mezzo.

Salti, Isinbayeva a caccia del tris

L'Europa cerca spazio soprattutto nei concorsi, dove la lunga mano africana non arriva. Nei salti in elevazione, però, la firma statunitense potrebbe apporsi in più di una gara. Nell'alto Jess Williams e Chaunté Lowe vanno a caccia dell'oro contro la scuola russa (Ukhov, Silnov, Shustov, la Chicherova). Soprattutto la Lowe si trova nelle migliori condizioni possibili per puntare in alto, vista l'assenza della Vlašic e della Di Martino. Nell'asta il tema è ancora una volta Isinbayeva contro tutte, a iniziare dalla Murer e dalla Spiegelburg, e Lavillenie contro tedeschi (soprattutto Otto) e americani (Walker), con polacchi in subordine. Padroni di casa con delle mire mica da ridere grazie a Grabarz (2,36 nell'alto) e alla giovane astista Bleasdale (4,87 indoor nell'asta).

Salti in estensione: nel triplo maschile si fa la conta dei superstiti. Con Tamgho e Evora k.o., Olsson ritirato, Idowu acciaccato, si lasciano preferire gli americani Taylor e Claye, insidiati dall'oro europeo Fabrizio Donato, dal russo Adams, dall'ucraino El-Sheryf, dal sempre pericoloso Sands e dai cubani. Tra le migliori misure di accredito, quella di Daniele Greco. Nel triplo donne carte pesanti per l'Ucraina (Saladuha) e per il Kazakistan (Rypakova), mentre la Colombia si gioca l'unica chance di podio con la formidabile Ibargüen.

Lungo: in una stagione senza squilli tra gli uomini (nelle graduatorie sono una ventina in quindici centimetri), si aspetta una figura che emerga. Saladino è in ripresa, Watt si è risparmiato, gli inglesi si giocano l'asso con Rutherford e Tomlinson, ma anche i russi, che qui non vanno a medaglia dai tempi di Ter-Ovanesyan, calano il jolly con Menkov e col neoprimatista mondiale junior Morgunov. C'è Bayer, il tedesco che sconvolse gli Euroindoor di Torino con 8,71. Lungo donne: misure superlative negli ultimi due mesi. L'americana Reese cerca l'oro olimpico dopo due mondiali, ma ha perso qualche gara. La connazionale DeLoach, le russe e bielorusse e la nigeriana Okagbare (bronzo a Pechino) competono per il podio. Occhio alla britannica Proctor, ex-Anguilla, già sul podio indoor di Istanbul.

Lanci, i temi dei Giochi

Il più giovane dei giganti del peso, il campione iridato Storl, sembra anche il più forte. A contrastarlo, il trio USA (Hoffa-Cantwell-Whiting), l'olimpionico Majewski, il canadese Armstrong e, non ultimo, Andrei Mikhnevich, abituato a tirare il colpo a sensazione quando conta.

Nella gara femminile il tema è Adams contro Ostapchuk, entrambe alla miglior stagione della carriera. Per il bronzo, le più attrezzate sembrano la russa Kolodko, la cinese Gong, l'altra bielorussa Mikhnevich e l'americana Camarena. All'ultimo assalto la Kleinert, che vorrebbe chiudere in bellezza. Disco: la seconda giovinezza di Alekna ha messo pressione al campione del mondo Harting, che a Pechino restò giù dal podio e cerca il riscatto olimpico. Per il podio, spazio all'iraniano Hadadi, e ai soliti Kanter e Malachowski. Disco donne: i risultati della russa Pishchalnikova hanno impressionato,  tuttavia la croata Perkovic, la cinese Li Yanfeng e la tedesca Müller non mollano un colpo. Per il continente americano, ci sono la cubana Barrios e la statunitense Trafton-Brown, che già fece il colpo della vita a Pechino.

Martello: in pericolo il record mondiale femminile e il muro degli 80 metri. La Heidler cerca la prima medaglia olimpica, cosa riuscita alla Miankova (oro a Pechino e la più in forma assieme alla Lysenko). Ci sta di tutto, anche una Moreno di nuovo protagonista: in tredici anni ha mancato il podio solo a Sydney e Daegu, peraltro quarta. Il ritorno di Ivan Tikhon rimescola le carte per l'oro. Pars e Murofushi sono i migliori degli ultimi anni, Kozmus ci riprova dopo essersi ritirato, c'è anche Ziolkowski, assieme al giovane erede Fajdek. La non felice stagione di Thorkildsen (non vince una gara da un anno), lascia aperte varie soluzioni per l'oro del giavellotto con tanti pretendenti, da Vesely a Pyatnytsya, da Pitkämäki al turco Avan, dal cubano Martínez al campione mondiale De Zordo, quest'anno in condizioni non ideali. Valori equilibrati anche nel giavellotto femminile, per un'altra finale leggendaria: a Spotaková, Abakumova e Obergföll, si sono aggiunte la sudafricana Viljoen e l'ucraina Rebryk, campionessa d'Europa. Quarta a Pechino, vuole il podio sulla pedana di casa anche la Sayers.

Prove multiple e marcia: Ennis per il Grande Slam, i russi per il tris

Jessica Ennis è "lo" spot britannico per Londra 2012. A 26 anni ha già in bacheca il Mondiale e l'Europeo, le manca l'Olimpiade, portandosi tutta la Gran Bretagna sulle spalle. La russa Chernova, che l'ha battuta a Daegu, la campionessa uscente Dobrynska e la canadese Zelinka sono le avevrsarie più insidiose. Nel decathlon è l'ora di Ashton Eaton, protagonista di un favoloso record del mondo ai Trials, pronto a raccogliere l'eredità olimpica di Bryan Clay e cancellare la sconfitta di Daegu, dove perse da Hardee, anche lui all'assalto olimpico dopo due titoli mondiali. Nelle gare di marcia ci sono tutti gli olimpionici di Pechino: Borchin, l'azzurro Schwazer e la Kaniskina. I russi hanno vinto tutte le gare mondiali di Daegu, e cercano la replica in sede olimpica. 

Londra: le ultime News

Sconforto in casa inglese per la rinuncia di Paula Radcliffe, la cui straordinaria carriera non ha mai trovato visibilità ai Giochi, dove conta un quarto posto sui 10000, un quinto nei 5000, un ritiro e un ventitreesimo posto nella maratona. Non se la passano bene nemmeno altri due nomi di punta della spedizione britannica: il triplista Idowu non gareggia da due mesi ed è alle prese con cure fisioterapiche, mentre la giavellottista Sayers (66,17 al Crystal Palace londinese 15 giorni fa), sta recuperando dopo l'infortunio al gomito occorsole proprio nella gara-record della Samsung League. Casa USA: in recupero  LaShawn Merritt dopo il ritiro di Montecarlo, mentre è stato aggregato alla squadra Jeff Demps, che sostituirà l'infortunato Michael Rodgers tra i possibili staffettisti. Fuori gioco anche la primatista francese di maratona Christelle Daunay e il martellista bielorusso Vadim Devyatovskiy, che ha rinunciato per un infortunio alla schiena.

Risultati

Dalla Germania un fine settimana con risultati fuori dal comune nella velocità a Weinheim: il quartetto veloce maschile composto da Reus, Unger, Kosenkow e Jakubczyk ha migliorato dopo trent'anni il vecchio limite nazionale della formazione della Germania Democratica, portandolo da 38"23 a 38"02, decima prestazione di sempre per un team nazionale. Lo stesso Reus ha vinto i 100 metri in 10"09. Al femminile, 11"05 per la Sailer, record europeo stagionale, e 11"17 per Anne Möllinger-Cibis, finora mai espressasi su questi tempi. Grandi risultati anche nei lanci: a Schönebeck primato personale del discobolo Wierig (68,30). A Wiesbaden ultimo test per le cinesi: 20,13 della pesista Gong Lijiao, 66,01 di Li Yanfeng nel disco. Infine a Besigheim, l'iraniano Hadadi (vincitore a Roma a fine maggio) ha lanciato a 67,92. Si rifà sotto anche il campione olimpico uscente Kanter, 67,36 nei dintorni di Londra. Ultime dai salti: la campionessa europea di salto in alto Beitia ha superato i 2,00 metri a Santander, mentre il greco Tsakonas ha trovato in ritardo il minimo olimpico con due salti da 8,25 e 8,23.

 



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