Mondo, USA forza quattro

30 Aprile 2012

Copertina estera dedicata all'intensa attività americana. A seguire Africa, Asia, Europa, le maratone in Germania, a pochi giorni dal primo 100 metri stagionale di Usain Bolt

di FIDAL

Penn Relays: USA, quartetti-pigliatutto

Quasi 50.000 spettatori (oltre 112.000 per le cinque giornate) hanno assistito sabato scorso al culmine agonistico delle Penn Relays di Philadelphia (edizione numero 118), l'interminabile escalation di gare a staffetta con epicentro mediatico per le sfide tra i quartetti USA e il resto del pianeta, un "climax" spalmato su sei gare (4x100, 4x400, Sprint e Distance Medley), il cui esito è stato completamente a favore degli statunitensi. I quartetti USA hanno stabilito il primato delle Penn Relays e i mondiali stagionali nelle staffette 4x100 e 4x400 femminili, con prestazioni di grande rilievo (42"19 con Madison, Felix, Knight e Jeter, 3'21"18 con McCorory, ancora Felix, Hastings e Richards-Ross, cronometrata in 49"5), superando nettamente, in entrambi i casi, le formazioni giamaicane, che nella staffetta veloce schieravano praticamente il quartetto-tipo, con Simpson, Stewart, Bailey (anziché Veronica Campbell, che esordirà sabato prossimo a Kingston) e Shelly-Ann Fraser-Pryce.

Nelle due principali staffette maschili, successi per la formazione USA che schierava Rodgers, Gatlin, Patton e Dix in 38"40 (seconda ancora la Giamaica con Nesta Carter in 38"98), mentre una seconda formazione a stelle e strisce (con Ivory Williams, Crawford, Kimmons e il rientrante Ryan Bailey) firmava un'altra serie in 38"47, e 3'00"15 (mondiale 2012) per la staffetta del miglio con in squadra Calvin Smith jr., Angelo Taylor, Bershawn Jackson e LaShwan Merritt (battuto il forte team delle Bahamas). Le migliori frazioni: 43"8 di Kirani James (sesta la sua Grenada), 44"2 di Jackson, 44"5 del bahamense Mathieu, 44"7 di Taylor. Nelle altre due gare, a completamento dell'en plein statunitense, vittorie nelle staffette con distanze miste di mezzofondo maschile in 9'19"31 (trionfale ultima frazione di Manzano) e di sprint femminile (3'42"85 con chiusura della Vessey nella frazione conclusiva di 800 metri).

Drake Relays

Le cattive condizioni atmosferiche di Des Moines hanno consigliato a qualche atleta di gran nome di lasciar perdere (un nome su tutti, Lolo Jones). Chi ha sfidato il freddo e il cielo plumbeo ha comunque avuto soddisfazione, come nel caso di Spearmon (20"02, primato della manifestazione), della Howard-Lowe (progressione immacolata fino a 1,98, poi tre errori a 2,01), e di Jennifer Suhr-Stuczynski (4,65, a 48 ore dal 4,75 ottenuto nel vicino impianto indoor). Altre note: 21,31 del campione del mondo indoor di getto del peso Whiting, 110 ostacoli con vittoria di Ryan Wilson in 13"20 su Osaghae (13"24) e sul veterano Trammell (13"36), 49"02 del portoricano Culson nei 400 ostacoli, 12"76 della Castlin nei 100 femminili con ostacoli. L'iridata dei 1500 Jenny Simpson si è imposta in 4'12"95.

Palo Alto

Nel meeting di ieri (nella notte italiana) tanti i buoni risultati, laddove la copertina "azzurra" è occupata dal 27'32"86 di Daniele Meucci. Specialmente nel mezzofondo, primati personali a pioggia, in parte per merito dell'organizzazione dei vari pacemaker, bravi nel disegnare cadenze regolari su ritmi non proibitivi. Diecimila metri a parte, sono stati ottenuti i nuovi primati mondiali stagionali maschili nei 1500 (3'35"18 dell'inglese Baddeley), nei 5000 (13'11"63 del naturalizzato statunitense Lomong, e anche la miglior prestazione europea del britannico Thompson in 13'15"21), e femminili nei 1500 (4'07"00 di Anna Pierce-Willard), 5000 (14'43"11 di Sally Kypiego) e 10000 (un tonante 31'15"97 della semisconosciuta Betsy Saina, una kenyana di 23 anni di stanza nell'Iowa, miglioratasi di due minuti, a completamento di un interessante percorso di crescita cronometrica iniziato nell'ultimo inverno indoor. In pedana, 19.54 di Jillian Camarena.

Azione americana

Lanci a parte (se ne parla in una precedente news), varie cose interessanti: in Arizona 1,93 della Barrett nell'alto, a Berkeley 52"16 sui 400 di Alysia Montano-Johnson, una delle migliori ottocentiste internazionali.

Sprint: in attesa di Kim Collins, altri connazionali di St.Kitts si danno da fare: in Texas Tameka Williams corre in 11"18 e Antoine Adams in 20"41, ma per lui il vento è oltre i limiti. Il 18enne Bailey ha corso i 400 metri in 45"18, ancora in Texas (un secondo netto di progresso). La scorsa notte (a Irvine) 13"32 dell'iridato dei 110 ostacoli Richardson, 12"87 della ritrovata Joanna Hayes (olimpionica a Atene), 68,52 della martellista britannica Hitchon, capace pochi giorni fa a Chula Vista di portare il record nazionale a 71,61.

Resto d'America: la Ibargüen a 14,95

Nell'altitudine di Medellin (il Grand Prix colombiano intitolato all'ex-quattrocentista Ximena Restrepo), Catherine Ibargüen ha migliorato il mondiale stagionale di salto triplo planando a 14,95 (vento 0,9), a quattro centimetri dal primato sudamericano da lei stessa detenuto. In Brasile, il fresco iridato indoor Mauro Vinicius da Silva ha saltato 7,89. Il pesista argentino Lauro, finalista mondiale a Istanbul, ha lanciato a 20.43 a Santa Fe, primato nazionale eguagliato.

Africa

Dopo 24 anni il record nazionale sudafricano dei 100 metri (10"06 di Johan Rossouw, un crono che fece clamore perchè all'epoca era il miglior risultato di un bianco dopo quelli di Woronin e Mennea), è stato eguagliato da Simon Magakwe, uno sprinter che, a dire il vero, ci girava intorno da un po'. Il risultato è stato ottenuto ai campionati universitari di Johannesburg, in semifinale (in finale 10"16 con forte vento contrario). Sui 200 Magakwe (20"3 manuale) ha perso da Mpuang (brillante 20"1). A Dakar esordio della campionessa mondiale dei 400 metri Amantle Montsho, che fa subito la voce grossa in 50"94.

Asia, volano i giavellotti

Nell'Oda Memorial di Hiroshima le condizioni ideali (due metri di vento a favore) hanno permesso al velocista Ryota Yamagata di fermare il cronometro a 10"08 (in batteria, poi 10"16 in finale). Giornata felice per tutti gli sprinter giapponesi: Eriguchi ha corso in 10"18, Kotani in 10"21, l'allievo 17enne Oseto in 10"23. Tecnicamente, però, i risultati migliori della due giorni di Hiroshima sono arrivati dal giavellotto maschile, dove il neozelandese Farquhar ha portato il mondiale stagionale a 86,31, superando il giapponese Genki Dyene (o Dean, a seconda delle fonti, è un ragazzo di paternità britannica), capace di allungare il record universitario a 84.28. Nelle gare femminili, 15'19"27 di Sally Kaptich Chepyego nei 5000, 13"04 dell'ostacolista Kimura.

Cina, Iran, Kirghizistan

Nel Grand Prix di Wuhan ottimo materiale dai lanci "Made in China": la campionessa mondiale di disco Li Yanfeng ha ottenuto 65,85, la pesista Gong Lijiao 19,65, la martellista Zhang Wenxiu 72,31, la giavellottista Zhang Li 64,74. In evidenza, nelle gare maschili, i saltatori di lungo Li Jinzhe (8,25) e Su Xiongfeng (8,21). Il 18enne Xie Zhenye (oro ai Giochi Olimpici Giovanili di Singapore nel 2010) si migliora sui 200 in 20"66. A Bishkek (Kirghizistan) 50"1 della russa Ustalova nei 400. In Iran vola il disco del bronzo mondiale Ehsan Hadadi, 66,60 nei campionati nazionali di Shiraz.

Europa, la Miankova nell'orbita-record

Eccezionale risultato dalla Bielorussia: la campionessa olimpica di lancio del martello Oksana Miankova ha ottenuto la terza misura di sempre nel corso del Memorial Sukhevich di Brest, portando il record nazionale a 78,19. Nella storia della specialità, davanti alla Menkova gravitano solo il primato mondiale di Betty Heidler (79,42) e l'ex-record del mondo della polacca Wlodarczyk (78,30). La Miankova deteneva già il limite nazionale con 77,32, risalente a quattro anni fa. Nella serie di Brest, anche un 76,50 e un 75,04. Nella gara maschile, 79,10 di Kryvistki, che ha battuto il rientrante Devyatovskiy (77,72 e anche un 77,12) e Shayunov (77,36).

Super-martellata anche in Ungheria, dove nell'impianto di Veszprem l'argento mondiale Krisztian Pars ha scagliato l'attrezo a 81,16, la miglior prestazione tecnica dell'anno al mondo.

Le maratone e le altre corse su strada

Ormai non si contano più i primati delle corse e i risultati di grande valore: questa settimana è toccato a due maratone disputate in terra tedesca, quella di Amburgo e quella di Düsseldorf. A Amburgo, Abdullah Dawit Shami, etiope già terzo a Roma e Carpi e capace di esprimersi in 2h05'42" a Dubai in gennaio, ha chiuso in 2h05'58", attaccando dopo il trentesimo chilometro. Stesso copione al femminile, dove a vincere è stata la kenyana Rael Kiyara in 2h23'47". Per i rispettivi "piazzati", 2h07'01" dell'altro etiope Yami, 2h07'23" di Augustine Rono, 2h07'56" del terzo uomo etiope Dechasa. Al femminile, il podio è stato completato dalle etiopi Netsanet Abeyo (ex-siepista) in 2h24'12" e dalle Kidane (2h25'49").

A Düsseldorf ancora duplice primato, ancora firme africane: nella 42km maschile vittoria dell'etiope Seboka Diriba Tola in 2h08'27", in quella femminile successo a sorpresa della kenyana Agnes Jeruto, prima in 2h25'49". Tola ha battuto Duncan Koech (2h08'33") e il francese naturalizzato Kiprotich (2h08'35"), all'esordio sulla distanza. La Jeruto si è lasciata alle spalle la bielorussa Staravoitava (2h27'24") e l'etiope Gisaw (2h27'50"). Sul fronte tedesco, ritiro per guai muscolari dell'ex-campione d'europa dei 10000 Fitschen, e bel debutto di Anna Hahner in 2h30'14", che però si mangia le mani per aver fallito di pochi secondi lo standard olimpico. Ormai, prestazioni dell'ordine di 2h08' (uomini) e 2h25' (donne) fanno notizia relativamente, il bilancio della maratone di questa stagione (e siamo appena all'epilogo della prima tornata) ha quasi eguagliato quello complessivo del 2011, un anno-record. Interessante mezza maratona a Nizza: successo a tempo di record firmato Kenya con Bernard Koech in 59'57".

Kenya, i "Giochi" sono fatti

Annunciate le squadre dei maratoneti per le Olimpiadi, dopo gli ultimi verdetti usciti sull'asse Rotterdam-Boston-Londra: a salire sull'aereo diretto a Londra saranno Mary Keitany, Edna Kiplagat e Priscah Jeptoo tra le donne (l'esatto ordine d'arrivo della London Marathon di otto giorni fa), Wilson Kipsang Kiprotich (primo a Londra), Abel Kirui (due ori mondiali) e Moses Mosop (terzo a Rotterdam dopo aver aspirato al record mondiale). Niente Olimpiadi per il primatista del mondo Makau, né per i due Mutai, Geoffrey ed Emmanuel. Per i contributi di questo fine settimana di ringraziano gli amici Hubbeling, Vorobyov, Nakamura, Hoyos, Csiki, Juck e Butcher.

Previews, Merritt all'esordio

Domani nel meeting di Baie Mahault (Guadalupa) "prima" di LaShawn Merritt in una gara individuale, dopo l'antemprima delle Penn Relays in staffetta. Troverà il campione del mondo indoor dei 400 Brenes e il compagno di staffetta Angelo Taylor. Un folto gruppo di ostacolisti USA (non comprendente però né Oliver, né Richardson, né Aries Merritt) sfiderà il campione olimpico Robles, all'esordio outdoor. Altri personaggi di rilievo: Will Claye nel triplo, il ritorno della neo-mamma Priscilla Lopes-Schliep nei 100 ostacoli, la Ibargüen nel triplo contro le cubane Savigne e Gay.

Rombo di Bolt

Sabato prossimo a Kingston, nel Jamaica Invitational, prima uscita stagionale di Usain Bolt sui 100 metri. Le notizie e le interviste che ha rilasciato fotografano un atleta che si allena con profitto (in particolare molto lavoro sulla partenza) e in vena di anticipare exploits olimpici dell'ordine di 9"5 e 19 netti. Il campione del mondo Blake e l'ex-primatista mondiale dei 100 Asafa Powell, invece, si sfideranno sui 200 (Ashmeade terzo incomodo). Da Kingston (sui 100) parte anche la rincorsa al terzo oro olimpico consecutivo dei 200 per Veronica Campbell-Brown. In pista anche Shelly-Ann Fraser-Pryce (olimpionica ma sui 100), Carmelita Jeter (oro mondiale a Daegu), Melaine Walker, Sanya Richards-Ross e l'iridata del lungo Brittney Reese.



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