Mondo, Glasgow show imperiale

04 Agosto 2014

In sommario i XX Giochi del Commonwealth di Glasgow, gli Ibero-americani a São Paulo, i campionati nazionali in Europa e le ultime scelte pre-europeo.

di Marco Buccellato

Glasgow, un principe e tanti re

Le parole del presidente della federazione dei Giochi del Commonwealth, pronunciate nel corso della cerimonia di chiusura della manifestazione, non lasciano adito a contraddittorio. Per lui, principe malese figlio di un sultano, una figura nobile e ben rappresentativa del Commonwealth World (71 stati e un terzo del pianeta in cifre, di cui il 60% sotto i 30 anni), è stata la migliore edizione di sempre. I Giochi si sono conclusi col miglior sipario che si potesse desiderare, quello con protagonista Usain Bolt, e l'allegria è proseguita ieri sera con la festa finale, cui ha dato lustro ritmico la popstar australiana Kylie Minogue. Non bastasse, sul palco è stata invitata a dare spettacolo ballerino, anche la siepista "aussie" Genevieve LaCaze, 25 anni oggi, quinta nella finale di specialità, ma eletta tra le tre più belle della manifestazione. Anche le altre due sono australiane, la sprinter Melissa Breen e l'hockeista Anna Flanagan. Buone premesse d'immagine per il successo dell'edizione 2018, che si svolgerà proprio in Australia, nella Gold Coast dove la LaCaze è nata.

Top medals e Games record

Se nel medagliere complessivo delle 22 discipline sportive la vecchia Inghilterra ha chiuso al primo posto con una sconcertante regolarità di successi (58 ori, 59 argenti e 57 bronzi), nell'atletica gli inglesi si sono accontentati del numero maggiore di medaglie (27), ma hanno ceduto il podio a Kenya (10 ori, 10 argenti e 3 bronzi), Giamaica (10-3-6) e Australia (8-1-3). Quarti gli inglesi (5-13-9), quinti i canadesi (5-2-10). Dei dieci atleti che hanno vinto più di una medaglia, nove sono giamaicani, merito delle inclusioni in staffetta. L'unica ad aver vinto tre medaglie, con doppietta individuale su 100 e 200, è la potente nigeriana Okagbare. Otto i nuovi primati della manifestazione, stabiliti nelle gare di Glasgow. Quattro sono maschili: Kirani James sui 400, magnifico in 44.24, il pesista giamaicano Richards con 21,61, il siepista kenyano Ndiku in 8:10.44 e la 4x100 con Bolt in 37.58, che è anche primato mondiale stagionale. Quattro record anche al femminile: le firme sono della 4x400 giamaicana in 3:23.82, della martellista canadese Frizell con 71,97, della giavellottista australiana Mickle con 65,96 e della Okagbare, regina dei 100 in 10.85.

Quel podio è tutto nostro

In diverse occasioni il podio è stato monopolizzato da atleti dello stesso paese. Kenya pigliatutto nei 10000 donne  con Chepkirui, Florence Kiplagat e Chebet) e nelle due finali di 3000 siepi, con Kirui, Chemos e Kipkemoi tra le donne, e Ndiku, Birech e Kemboi tra gli uomini. Tris monotematico giamaicano sui 400 donne, grazie a McPherson, Williams-Mills e Day, e sui 200 uomini, con Dwyer in 20.14, Weir in 20.26 (ribattuto come ai campionati giamaicani) e Livermore in 20.32.

Successi da raccontare

Ai posteri. Quello di Nijel Amos su David Rudisha, dopo i primi due k.o. inflitti al kenyano a Eugene e Montecarlo. Quello della Giamaica nella 4x100 che ha rimesso in pista il Bolt dei tempi belli. Il doppio fulmicotone della Okagbare (10.85 e 22.25), con la nuova generazione inglese arrembante sui 200 (Jodie Williams 22.50 e Bianca Williams 22.58), che a Zurigo sfiderà una che l'Europeo l'ha già vinto (Myriam Soumare) e una che vorrebbe apporre la prima firma (Dafne Schippers). Quello di Sally Pearson, che è tornata a vincere i Giochi del Commonwealth con lo stesso tempo di 4 anni prima (12.67). Quello di Moses Kipsiro sui 10000, dove era il campione in carica, in un finale mozzafiato in cui l'ugandese (27:56.11) ha sputato l'anima per avere la meglio sul kenyano Josphat Bett (27:56.14) e il canadese Cam Levins (27:56.23), già pronto a festeggiare l'oro dopo essere uscito, bianco in una macchia nera, primo sul rettilineo.



Insolitamente oro

La medaglia ipotizzata sulla carta e resa reale in pedana dalla campionessa mondiale allievi di salto in alto, la 18enne australiana Eleanor Patterson, che è stata strategicamente spedita a Glasgow a vincere un oro, sensazionale per la sua età, anziché andare a Eugene a giocarsi, con meno facilità, il titolo iridato junior contro Morgan Lake. Infine, la prima volta di un kenyano re del giavellotto, Yego, oro sul caraibico titolare della vittoria olimpica, il trinidegno Walcott. Fino a due anni, nessun suddito ci avrebbe scommesso uno scellino su una finale di giavellotto giocata tra un africano e un caraibico. Nelle aspettative, invece, i successi di altri due campioni olimpici: Rutherford nel lungo (8,20 ma con due sudafricani in 12 cm), Valerie Adams nel peso (19,88, fanno 54 vittorie consecutive).

Ibero-Americani a São Paulo
 
Brasile ospitante e vincitore nel medagliere: ben 48 medaglie, anche in questo caso, come per gli inglesi a Glasgow, distribuite con sublime equità (16-17-15), davanti a Colombia e Messico, che hanno vinto meno di un terzo delle medaglie dei brasiliani. Alcuni risultati emergono più di altri in un complesso decisamente interessante: citiamo l.8,24 del lunghista messicano Rivera, il 48.65 dell'uruguagio Silva nei 400 hs, l'1:44.77 del colombiano Rodriguez sugli 800, il 14,41 dell'altra colombiana Urrutia nel triplo, l'11.13 della sprinter brasiliana Ana Claudia Silva, il serrato sprint sui 200 uomini tra il brasiliano Vides (20.42) e il colombiano Valoyes (20.43), il 43:10.95 della marciatrice spagnola Julia Takács, reduce da primati nazionali in patria su 5000 e 10000 metri.

Campionati nazionali in Europa: la Polonia

Polonia: in chave campionati europei, da segnalare il 16,64 del triplista figlio d'arte Karol Hoffmann, il lungo uomini con Jaszczuk a 8,15 e Strzalkowski a 8,02, Noga e Bochenek nei 110hs (13.51 il primo, sconfitto di un centesimo il secondo autore di 13.49 in batteria), il secondo 45.11 in pochi giorni del quattrocentista-rivelazione Jakub Krzewina (con due altri atleti sotto i 45.70), e ancora la vittoria di Adam Kszczot in 1:47.07 su Marcin Lewandowski (1:47.35) nell'atteso duello sugli 800, e i successi dei campionissimi dei lanci Majewski (20,29), Malachowski (64.15) e Fajdek (78.80). Cifre femminili interessanti dai 400 hs donne (Joanna Linkiewicz 55.98), dai 400 piani con la Holub a 51.95, da Justyna Kasprzycka nell'alto (1,95). Gioiello dei campionati, il 75,85 di Anita Wlodarczyk nel martello. AL termine della tre giorni, la selezione polacca per Zurigo è stata decisa in 60 elementi. Tre di loro sono campioni europei uscenti (Malachowski, Majewski e Lewandowski). Uno (Fajdek) ha vinto l'oro a Mosca un anno fa.  

Estonia e Repubblica Ceca

Arriva da Tallinn la miglior prestazione europea stagionale dei 400 hs, messa a segno da Rasmus Mägi in 48.77. Primato personale stagionale per il discobolo plurimedagliato Gerd Kanter (66,92). Repubblica Ceca: a Ostrava è vicino a una condizione nuovamente competitiva il campione europeo indoor degli ostacoli Petr Svoboda, sceso a 13.50 dopo aver deciso il ritiro dall'attività e essere tornato sui suoi passi. Da Ostrava anche il 2,31 di Baba nell'alto, il rientro della ostacolista Skrobaková (12.99), il 5,72 di Kudlicka nell'asta. L'allieva Hruba, argento mondiale junior a Eugene, ha chiuso terza la gara di alto femminile con 1,80. Infine, la resa di Zuzana Hejnová: ha vinto la batteria dei 400 hs, ma i dolori e una forma lontana dallo smalto degli anni scorsi hanno pesato sulla sua decisione di chiudere qui la stagione. Vittoria e gran tempo per Denisa Rosolová (54.63), il secondo in Europa quest'anno.

Ungheria, Pars 81,38

Il campione olimpico di martello Krisztian Pars è stato il logico protagonista dei campionati ungheresi (edizione n.119), con un lancio di 81,38. In evidenza anche l'ostacolista Baji (13.52 con discreto vento contrario e 13.36 in batteria con vento troppo a favore).

Ancora dall'Est: non male il tradizionale giavellotto lettone ai campionati di Ogre, con Kovals a 81,75 e il meno conosciuto Bruns a 81,28. In forma anche lo sloveno Kranjc, che ai campionati nazionali di Celje ha sfiorato il proprio primato nazionale con 79,46, in formissima (ormai dalla primavera) la collega di specialità Martina Ratej (64.15). Torna su buone misure anche il martellista, olimpionico e campione del mondo, Primoz Kozmus, con 77,44.

Scandinavi

In Svezia Angelica Bengtsson ha dato segni di risveglio superando i 4,50 nell'asta. Emma Green-Tregaro ha vinto il titolo dell'alto con 1,90. Successo di Torneus nel lungo con 8,01. L'argento mondiale junior dei 200 femminili Irene Ekelund ha vinto il titolo senior (lei che è ancora allieva) in 23.38, così come l'altro medagliato di Eugene, il bronzo sugli 800 Almgren, si è imposto sugli 800 in una gara lenta chiusa sopra l'1:50. Finlandia: senza l'apporto di Tero Pitkämäki (a riposo in vista di Zurigo, così come la Spotakova che ha disertato i campionati della Repubblica ceca), il titolo finnico del giavellotto è andato al vice-campione olimpico Ruuskanen (83,70).

Euro numeri, Tsyplakov 2,33

Selezionato per Zurigo nella squadra russa, l'altista Danyil Tsyplakov ha vinto le Spartachiadi estive di Saransk con 2,33, primato personale all'aperto. L'ultimo test di Lemaître prima dell'Europeo è soddisfacente (10.13). Al momento giusto trova i tempi anche l'ex-iridato dei 110hs Doucoure (13.54 legale e 13.38 ventoso). Test belga per un altro francese, Bob Tahri, che ha vinto i 5000 di Ninove in 13.23.84. Nel meeting fiammingo anche il primato nazionale del messicano Herrera sui 200 (20.35), l'ottimo 45.53 dell'israeliano (di nascita statunitense) Donald Sanford, il 55.84 della rossa ostacolista di casa Axelle Dauwens. Lanci: in Slovacchia 79,16 del martellista finalista mondiale Lomnicky. Gli spagnoli si divertono ancora: dopo gli exploit ai campionati nazionali, ecco Tobalina migliorarsi ancora nel peso con 20,32 e 'El Canario' Pestano (65,74) vincere un bel duello contro l'altro spagnolo ex-cubano Casañas (65,48) e l'olandese Cadee (65,24). Ultime dai Balcani: ai campionati serbi di società il bulgaro Ivanov è salito a 2,28 nell'alto, e il bronzo mondiale dei 400 hs Bekric ha gareggiato sul piano, chiudendo in 46.83 (grazie all'amichevole contributo di Vangelov, Karamata, Juck, Peternelj, Jonik, Baronet, Larsson).

Zurigo, Germania con 93 atleti

I tedeschi si presentano con il contingente più giovane degli ultimi 25 anni, con un'età media di 25 anni. Il lunghista paralimpico Rehm, vincitore del campionato nazionale, non è stato selezionato. I campioni ci sono tutti, da Harting a Storl, dalla Schwanitz alla Heidler, alla Stahl. Ambizioni importanti anche per la 4x100 uomini, per i decatleti e le eptatlete e per le lunghiste. Outsider da tenere d'occhio, i miler Benitz e Tesfaye, la Craft nel disco. Asta orfana di Otto e Holzdeppe, alle prese con problemi fisici.

Bondarenko guida gli ucraini

Sono in 70, con Bohdan Bondarenko e Andriy Protsenko, star dell'alto. In squadra anche il marciatore Dmytrenko, la Saladuha nel triplo, le forti quattrocentista con ostacoli Yaroshchuk-Ryzhykova e Titimets. Bielorussi in 29: i nomi migliori del settore corse (pochi) sono la Arzamasova per gli 800 e l'ostacolista Talai. Squadra meno d'impatto che in passato: il trio di pesiste Hryshko-Dubitskaya, Leantsiuk e Kopets sembra, sulla carta, il più competitivo. Altre brevi: mentre il campione europeo dei 1500 metri Henrik Ingebrigtsen sta preparando l'assalto al bis continentale a St.Moritz, un altro campione d'europa, il maratoneta svizzero Viktor Röthlin, ha annunciato che si ritirerà dalle competizioni di alto livello dopo Zurigo.

Preview

Prima dei Campionati Europei, un meeting del circuito brasiliano posticipato in agosto (Belem) con Asafa Powell iscritto nei 100, e il via ai campionati africani di Marrakech (dal 10 al 14). Annunciato il forfait di due algerini importanti, il campione olimpico dei 1500 metri Taoufik Makhloufi e Souad Ait Salem. E' invece in dubbio la presenza a Marrakech dell'intera delegazione della Costa d'Avorio, alle prese con problemi di sostenibilità finanziaria della trasferta.

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