Mondo: Chebet-Obiri a Boston, Kipchoge sesto

17 Aprile 2023

Il primatista del mondo soffre e termina la maratona in 2h09:23. Chebet (2h05:54) esulta ancora dopo i successi del 2022 a Boston e New York. Obiri in trionfo con 2h21:38
di Marco Buccellato

Evans Chebet, non Eliud Kipchoge, è la notizia. Il primatista del mondo e pluricampione olimpico di maratona fallisce la vittoria a Boston e vede allontanarsi il progetto di vincere tutte le majors, considerando anche l'altro tassello mancante di New York. Una gara iniziata su ritmi elevati (14:17 al quinto chilometro), poi scesa di frequenze e con il disturbo di una leggera pioggia (1h02:19 a metà corsa), che ha visto l'atto decisivo dopo il 30° chilometro, con Kipchoge incapace di reagire allo strattone impresso dal tanzaniano Geay. Un ritardo via via cresciuto fino a oltre due minuti, per un sesto posto finale di Kipchoge in 2h09:23, con la 18esima maratona della carriera portata fino in fondo, e la terza sconfitta, per un curriculum senza eguali. Nell'ultimo tratto di gara il podio è fatto con Chebet, Geay e l'altro keniano Benson Kipruto a giocarsi il successo. Vince il 34enne Chebet in 2h05:54, al secondo successo di fila a Boston e al terzo consecutivo in una major statunitense, contando anche il trionfo a New York nello scorso novembre. Secondo il tanzaniano Gabriel Geay, quarto nella scorsa edizione, in 2h06:04, terzo Benson Kipruto, vincitore due anni fa e terzo nel 2022, in 2h06:06.

OBIRI. La keniana plurimedagliata in pista Hellen Obiri ha vinto da esordiente a Boston, come Kipchoge, ma alla seconda esperienza di maratona dopo il debutto di New York in autunno, sesta in 2h25:49. Il successo è arrivato con un crono ragguardevole, 2h21:38 (decima prestazione all-time a Boston), considerando i dieci gradi di temperatura e il 93% di umidità della giornata. Gara guidata a lungo da un folto gruppo di africane con la statunitense Emma Bates front-runner per lunghi tratti. Dopo un passaggio alla mezza in 1h11:29 e frequenze invariate, la corsa si è decisa negli ultimi tre chilometri, con la Obiri a prendere la scena e chiudere con 12 secondi di vantaggio sull'etiope Amane Beriso (2h21:50), e poco meno di 20 secondi sull'israeliana Lonah Salpeter (2h21:57). Quarta l'altra etiope Ababel Yeshaneh (caduta al 40esimo chilometro e subito rientrata nel gruppo) in 2h22:01, quinta la prima statunitense Emma Bates in 2h22:10. Wheelchair: quinto successo e record della corsa per lo svizzero Marcel Hug 1h17:06 con oltre dieci minuti di vantaggio sugli avversari, prima vittoria per la statunitense Susannah Scaroni a Boston in 1h41:45, nonostante uno stop per guasto tecnico.

LE WORLD LEADS DEL WEEKEND. Un fine settimana internazionale con agenda ricchissima in pista come in strada. Tante le prestazioni da vertice 2023 registrate nelle ultime ore. Cinque nelle Mt.SAC Relays di Walnut: quella a tinte azzurre di Ihemeje nel triplo, di Rai Benjamin nei 400hs (47.74), con lo score di 8.492 di Harrison Williams nel decathlon, e ancora l'1,98 nell'alto di Vashti Cunningham (mondiale stagionale eguagliato) e il lancio da 77,84 della martellista canadese Camryn Rogers (record nazionale). Top annuale anche dal martello uomini, con 77,82 di Rudy Winkler a Princeton (con 78,36 c'è il russo Lukyanov), e nei 1500 metri con il 3:34.96 di Cooper Teare a Azusa, in California. 

ALFRED, WILSON, JONES. Dal Tom Jones Memorial di Gainesville ecco altre sei migliori prestazioni mondiali stagionali, due maschili e quattro femminili. Nei 100 metri college per il bahamense Terrence Jones, che in 9.91 ha pareggiato il record nazionale di Derrick Atkins, nei 110hs per il numero uno mondiale Grant Holloway, 13.05 in batteria e 13.03 in finale. Sul fronte femminile, doppio mondiale stagionale in 24 ore per Britton Wilson, 53.23 nei 400hs e 49.51 nei 400 piani, dove si è migliorata ancora la 21enne irlandese Rhasidat Adeleke, scesa a 49.91 per il primato nazionale. Altro record, e top 2023, per Julien Alfred: la sprinter di St. Lucia ha fermato il cronometro nei 200 metri a 21.91. Dietro, ancora la Adeleke, 22.34 per l'ennesimo primato nazionale ottenuto da inizio anno. 

INDIA RULES. Nel lungo ecco il salto da 6,76 dell'indiana 19enne Shaili Singh a Bengaluru, già argento mondiale U20 nel 2021, per una temporanea accoppiata di lunghisti Made in India in vetta, essendo di un indiano anche il miglior salto maschile stagionale (8,42 di Aldrin a inizio marzo). Miglior prestazione 2023 anche nel giavellotto uomini, di D.P. Manu, con 84,33. Chiudono la rassegna delle world leads ottenute nel fine settimana il gran lancio del discobolo samoano Alex Rose in Oklahoma (69,41), in un meeting dove la nigeriana Chioma Onyekwere ha migliorato il record africano con 64,96, e il 2h03:47 del belga Bashir Abdi nella maratona di Rotterdam.

LYLES. Il campione del mondo dei 200 metri Noah Lyles ha vinto i 100 piani della serie Olympic development a Gainesville in 9.95, precedendo di tre centesimi il liberiano Fahnbulleh (primato nazionale eguagliato). Solo sesto in 10.21 Andre De Grasse. Lyles ha vinto anche i 200 in 20.16, prima tappa di avvicinamento al mondiale di Budapest sulla distanza preferita. Tra gli altri risultati maschili, l'eccezionale 19.60 nelle altre serie dei 200 metri dell'ugandese Tarsis Orogot, vento 2,9 m/s, 44.68 nei 400 del trinidegno Jereem Richards e 44.73 del bahamense Alonzo Russell, al secondo record personale in due gare, ma il miglior tempo l'ha ottenuto Emmanuel Bynum nella serie college in 44.67. Medagliati globali: il bronzo mondiale dei 400hs Trevor Bassitt ha vinto un'altra serie in 45.25, Erriyon Knighton idem in 46.16, per entrambi personale. Lyles, Knighton, Holloway e Fahnbulleh si sono ritrovati per la 4x100 vinta in 38.28.

GRANDE SFIDA RELOAD. Da tempo non si affrontavano, hanno fatto la storia del salto triplo negli ultimi dieci anni. Will Claye e Christian Taylor si sono ritrovati a Gainesville come a inizio carriera e negli anni in cui hanno dominato la specialità. Ha vinto Claye con 16,90, appena un centimetro davanti Taylor, alla miglior gara dopo l'intervento chirurgico. Nelle altre gare femminili, Nia Ali (12.53) ha preceduto la primatista del mondo dei 100hs Tobi Amusan (12.59), che nei 100 ha migliorato il personale in 11.10 nella gara vinta in 10.99 dalla giamaicana Kiara Grant. La Alfred, 24 ore prima dell'exploit nei 200, ha vinto i 100 in 10.72 con vento misurato a 2,4 m/s. Vento Made in Texas anche a Commerce: ne ha beneficiato lo sprinter J.T. Smith per volare in 9.95 (quasi sei metri a favore). Entro i limiti invece a Hobbs, con africani in vista: Chiyanga (Zimbabwe) 20.23 e Dadzie (Ghana) 20.24. 

LE ALTRE MARATONE. Archiviate Rotterdam e Boston, ecco la 42 km olandese di Enschede, dove vincono Alfred Barkach (2h08:51) davanti a Bernard Kipyego (2h09:15) e Bonface Kiplimo (2h09:19) e Shyline Jepkorir Toroitich (2h22:45) davanti all'ugandese Mercyline Chelangat (2h24:12) e a Cynthia Chepchirchir Kosgei (2h25:24). A Linz il tedesco Simon Boch vince in 2h09:25 mettendo in fila i keniani, mentre nella corsa donne la keniana Teclah Chebet (2h27:18) precede la tedesca Domenika Mayer (2h28:47). Nelle mezze maratone, il miglior risultato è stato il 59:47 di Brian Kwemoi a Pechino. Sempre in Cina (Yangzhou), 1h00:51 e 1h09:54 dei vintitori etiopi, Gerba Beyata Dibaba e Beyenu Degefa. A Poznan altra doppietta etiope, 1h00:27 per Haftamu Gebresilasie e 1h07:54 per Anchialem Haymanot.

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