Mondiali Juniores l'oro di Alessia Trost

15 Luglio 2012

Con 1,91 l'azzurra conquista il 4° titolo mondiale per l'Italia nella storia della rassegna, il primo al femminile. 4x400 sesta, ma poi squalificata.

di FIDAL

di Raul Leoni

Nell’ultima giornata dei Mondiali juniores arriva l’oro di Alessia Trost nell’alto ed è una vittoria molto più sofferta del prevista: non è la russa Mariya Kuchina, tradizionale rivale delle stagioni giovanili, a complicare la vita alla finanziera pordenonese bensì una sconosciuta atleta delle Seychelles, Lissa Labiche a spaventare l’azzurra restando in testa fino a quota 1.88. Poi il salto vincente a 1.91 (seconda prova) di Alessia, che già aveva riacciuffato la gara a 1.82 e 1.88 andando oltre solo al terzo tentativo. Dopo i festeggiamenti della curva tricolore, i tre salti del sogno olimpico alla misura di 1.95: al terzo è quasi fatta, ma per oggi va bene così. Nella staffetta 4x400 che chiude la manifestazione il quartetto italiano schiera Vito Incantalupo, Marco Lorenzi, Davide Re e Michele Tricca: gli azzurri – con due cambi non impeccabili nella fase decisiva – si piazzano al 6° posto (3’08”51), ma poi arriva anche la doccia fredda della squalifica per invasione di corsia.

Dopo la premiazione, con la "curva" tricolore impegnata a cantare in coro l'Inno di Mameli, la neocampionessa del mondo dell'alto Alessia Trost racconta la sua avventura sulla pedana del Montjuic: "Ero partita con l'idea di saltare alto, eppure non riuscivo a trovare la misura: non capivo cosa non andasse nella rincorsa, la pedana non rispondeva come mi attendevo. Mi sentivo un po' strana, in qualificazione era andato tutto bene: era durata tanto, ma nella mia testa era filata via velocissima: insomma, a 1.82, quando sono arrivata alla terza prova, ho avuto davvero paura. Non mi ero accorta che la ragazza delle Seychelles, che non conoscevo assolutamente, avesse fatto tutto alla prima prova fino a 1.88: in genere non guardo le altre saltare e mi concentro su me stessa. Certo, essendoci Mariya Kuchina appena prima di me nel turno di salto, la russa la guardavo eccome, e pensavo: oggi non è la solita Kuchina. Anche lei evidentemente ha avuto qualche difficoltà. Quanto ai salti a 1.95, mi dispiace soprattutto di aver sbagliato di pochissimo il terzo tentativo, era quasi fatto. Ma la verita' e' che in questo momento non voglio pensare ai Giochi Olimpici: non mi va di forzare la mano alla FIDAL o al CONI, dove sicuramente ci sono persone che sapranno decidere per il meglio. Anzi, se devo essere sincera, la mia preoccupazione ora e' di scegliere la mia strada universitaria dopo aver fatto gli esami di maturita'".

LE GARE DEGLI AZZURRI

4x400m M (finale): Il sogno dei ragazzi d’oro di Tallinn non arriva fino a Barcellona: due cambi interni tutti da rivedere, poi il sesto posto che potrebbe dare solo un minimo di soddisfazione: nemmeno quella, perché di lì a poco per Tricca e compagni arriva la notizia della squalifica per invasione di corsia imputata a Vito Incantalupo. Decisione opinabile, ma confermata anche dopo il reclamo della delegazione italiana.

I parziali erano stati: Incantalupo 47"4, Lorenzi 46"7, Re 46"8 e Tricca 47"5 (partendo praticamnete da fermo).

Alto F (finale): Non è la solita Barcellona, fredda e piovosa come non l’avevamo mai vista durante questa settimana. Non è la solita Mariya Kuchina, ombrosa e indolente come mai l’avevamo vista nei quattro anni in cui ha rivaleggiato con la coetanea azzurra Trost in tutte le massime rassegne giovanili. E non è neanche la solita Alessia Trost, anche se alla fine l’oro è arrivato: bello, come tutti i traguardi sofferti e guadagnati con il sacrificio. Due viaggi all’inferno, con l’1.82 e l’1.88 riacciuffati alla terza prova: poi il colpo d’ali, con il secondo salto riuscito a 1.91 che uccide la gara. E' il quarto titolo mondiale per l'Italia nella storia della rassegna juniores, il primo al femminile. Ed è la misura che spegne il sogno di Lissa Labiche, semisconosciuta atleta delle Seychelles: due settimane fa aveva vinto il titolo africano assoluto a Porto-Novo nel Benin e già allora aveva migliorato con 1.86, il suo personale prima di piazzare qui un salto da 1.88 alla prima che in quel momento le regalava addirittura il titolo mondiale. Poi è arrivato l’argento, battendo la russa Kuchina: difficile non essere comunque soddisfatti.

IL MONDIALE DEGLI ALTRI

Assolutamente disarmante la dimostrazione di superiorità dei kenyani nelle siepi: non è una novità, ma ogni volta lo spettacolo ruba gli occhi. Stavolta è toccato a Conseslus Kipruto - un ragazzo di 17 anni, 18 li compirà in dicembre - che ha dominato dal primo all’ultimo metro (passaggi da 2’40”71 e 5’26”12) per chiudere con un parziale da 2’40”98 in 8’06”10, 4° tempo di sempre per la categoria e record dei campionati abbassato di 8” netti. Invece i 1500 metri femminili si concedono una presenza europea alle spalle della solita kenyana – qui è la serba Amela Terzic, con il record nazionale di 4’07”59, a finire sulla scia di Faith Kipyegon (4’04”96, in procinto di fare il suo esordio olimpico a Londra) Il coraggioso portoricano Wesley Vazquez anima una straordinaria finale degli 800, ma poi termina ai piedi del podio nonostante il primato nazionale (1’45”29), mentre Amos Nijel arriva dal Botswana per battere i kenyani e il record dei campionati (1’43”79). Bellissima la finale del disco femminile, che ha visto maturare la doppietta tedesca – peraltro attesa – solo negli ultimi due lanci: con la statunitense Shelbi Vaughan in testa dal quarto turno con l’unica prestazione oltre i 60 metri (60.07), Anna Ruh e Shanice Craft (la prima pallida e filiforme, la seconda una monumentale “colored”) hanno ribaltato la situazione con due spettacolari gittate a 62.38 e 60.42. La svizzera Noemi Zbaren perde l’oro nei 100hs proprio negli ultimi metri: qui la rimonta decisiva è della brevilinea e muscolata americana Morgan Snow (13”38), brava a risalire il vento contrario di -2.4.

Continua a brillare la stella dei Caraibi, oggi con l’oro della cavalletta Pedro Pichardo nel triplo (16.79)/-0.6, miglior prestazione stagionale) Nelle staffette si chiude con un en-plein a stelle e strisce: quattro su quattro, un trionfo.

ROBERTA BRUNI IL GIORNO DOPO

Il pomeriggio in pedana, la gioia del podio e festeggiamenti con i genitori, il tecnico Riccardo Balloni e tutti gli amici e i compagni di allenamento arrivati in massa a sostenerla da Rieti: oggi Roberta Bruni racconta la sua medaglia mondiale di Barcellona: “E’ stata una delle mie gare tecnicamente più brutte, ma si è conclusa con un grandissimo risultato. Significa che ho imparato a soffrire in pedana, a far ricorso alle risorse più nascoste, a reagire sotto il profilo psicologico anche nelle situazioni difficili. E questa è una grande vittoria. Dal punto di vista ambientale abbiamo sofferto tutte: le mie rivali erano quasi tutte ragazze di mezzi eccezionali, ma la luce del sole calante influiva sulla visibilità della cassetta d’imbucata e poi il vento contrario, con quelle folate, danneggiava le rincorse. Si spiegano così i tantissimi errori fatti un po’ da tutte le partecipanti anche su misure di relativa sicurezza: dopo il primo salto sbagliato in entrata a 4.05 mi son detta che non era giornata. Invece poi, come ho detto, sono stata capace di ritrovare la presenza e mi sono aggrappata alla rabbia e alla voglia di far risultato in un’occasione nella quale ero convinta di meritarlo”. Anche il tecnico Riccardo Balloni, già astista di buon livello nazionale, vuole dar conto delle sue sensazioni: “A parte Angelica Bengtsson, che comunque frequenta le pedane di tutto il mondo con successo da diverse stagioni, le altre hanno sofferto tutte e per loro si è trattato di una specie di esame di maturità: e sono soddisfatto che Roberta lo abbia superato, anche se tecnicamente non è stata bellissima. Anzi, a dirla tutta solo il secondo tentativo a 4.25 – tra l’altro fallito di poco – è stato accettabile. Ma era importante trovare una reazione da atleta vera dopo la negativa impressione fornita a Lille sotto questo profilo: su queste basi si può crescere ancora moltissimo”.

GLI ITALIANI IN GARA NELL’ULTIMA GIORNATA (domenica 15 luglio)

Ore 18.05: Alto F (finale) Alessia Trost
Ore 20.10: 4x400m M (finale) Italia (probabile formazione: Incantalupo, Lorenzi, Re, Tricca)

TV (domenica 15 luglio) - RaiSport 1 ore 20-22. [STREAMING] Eurosport 2 HD diretta ore 18-19,Eurosport HD diretta ore 19-20:30    

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Roberta Bruni, bronzo nell'asta (foto Colombo/FIDAL)


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