Mondiali Indoor a casa di Eaton

15 Marzo 2016

Il campione di tutto, primatista mondiale di decathlon ed eptathlon indoor, si prepara a vivere la rassegna iridata in sala nella città dove è nato 28 anni fa

di Giorgio Cimbrico

A Portland, Oregon, nel 1887, è nato John Reed, l’uomo che vide con i suoi occhi la rivoluzione d’Ottobre e scrisse “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”. A Portland, 101 anni dopo, nel 1988, è nato Ashton Eaton, l’uomo che sconvolse il mondo delle dieci gare. E che ha saputo estendere i domini anche alla versione ridotta e invernale della prova multipla, l’eptathlon.

Tra poco, proverà a fare il profeta in patria – meglio dire il profeta in città - e a metter le mani sul terzo titolo mondiale indoor di fila. A Istanbul 2012 portò il record mondiale a 6645 punti, infliggendo 600 punti all’ucraino Oleksy Kasyanov, a Sopot 2014 lo mancò per un pelo, 13 punti, con un margine di 300 abbondanti sul bielorusso Andrej Krauchanka. Sul calendario Iaaf il “coniglietto” di marzo è lui che saluta militarmente, con due dita alla fronte. Con l’appuntamento di Portland scontato che la scelta cadesse su di lui.

Se all’aria aperta Ashton, l’unico ad aver violato due volte l’Everest dei 9000, è impressionante (il 45”00 di Pechino è ancora fresco ma già scolpito profondamente, come un bassorilievo), al chiuso non è da meno: 6”66 nei 60, 8,16 nel lungo, 15,05 nel peso, 2,11 nell’alto, 7”51 negli ostacoli, 5,40 nell’asta, 2’32”67 sui 1000.

Un confronto con i limiti outdoor, relativi ai tre salti e al lancio comuni alle due discipline, testimonia che nell’alto e nell’asta il top coincide perfettamente, che nel lungo Eaton paga 7 centimetri (ma dentro un palasport non c’è una bava di vento) e nel peso qualcosa di più, 35 centimetri. In compenso, sulle barriere, con quel personale, potrebbe comodamente ambire alla finale della gara individuale.

Gli ostacoli alti o bassi sono una delle sue specialità di parata: nel viaggio che lo ha portato ai due record del mondo ha corso in 13”70 e in 13”69 e la punta del suo iceberg è il 13”35 del 2011. Quando ha deciso di concedersi un anno sabbatico, il 2014, evitando le dieci fatiche e dedicandosi ai 400hs, di tappa in tappa, di progresso in progresso, è sceso sino a 48”69. Virtualmente, campione europeo in carica: in quella stagione l’elvetico-egiziano Kariem Hussein scatenò l’entusiasmo del Letzigrund vincendo in un modesto 48”96. Ashton ha espresso qualche interesse per il salto triplo: i 17 metri non gli sarebbero negati.

Figlio di Portland e dell’Oregon, Ashton ha concesso alla sua terra alcuni dei suoi acuti più significativi: a Eugene il primo record del mondo, 9039, e il meglio nei 100, lungo, 110hs e 1500, a Portland la sua miglior ascensione con l’aiuto di un’asta. Punta alla terza corona mondiale consecutiva, da unire alle due all’aperto e al titolo olimpico di Londra 2012, per iniziare la rincorsa verso Rio.

E’ l’uomo d’oro che da tre anni, dopo lungo e timido corteggiamento, vive al fianco della donna d’argento: a Brianne Theisen canadese di Saskatoon, dopo il matrimonio residente a Portland, non è riuscito per il momento, Giochi del Commonwealth a parte, di fare il colpo grosso: seconda a Mosca, seconda a Sopot, seconda a Pechino. Anche lei gioca in casa e un doppio successo farebbe entrare la famiglia Eaton nella storia. Il raccolto degli Zatopek è ancora lontano ma in Brasile potrebbe scattare l’operazione di avvicinamento.

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