Maratona di Boston, vincono Obiri e Lemma

15 Aprile 2024

La keniana trionfa per il secondo anno consecutivo, al maschile primo successo dell'etiope

di Marco Buccellato

La super-classica del Massachusetts trova nuovamente Hellen Obiri al vertice. La keniana, già iridata in pista e nel cross, fa sua l'edizione 2024 della maratona di Boston in 2h22:37 dopo aver trionfato l'anno scorso, con in mezzo l'altro successo in autunno a New York. Per lei un ulteriore acuto, è la sesta atleta in questa gara a firmare il back-to-back, due vittorie consecutive, eguagliando le imprese di Rosa Mota (1987 e 1988), Olga Markova (1992 e 1993), Uta Pippig e Fatuma Roba (triplette dal 1994 al 1999) e Catherine Ndereba (doppia doppietta nel 2000 e 2001 e nel biennio 2004-2005). Una corsa condotta sempre nel gruppo di testa, assai folto, fino all'azione del 37esimo chilometro dove la Obiri ha preso l'iniziativa assieme alle connazionali Sharon Lokedi (vincitrice due anni fa a New York) e all'intramontabile 44enne Edna Kiplagat, alla fine seconda e terza in 2h22:45 e 2h23:21, per una classifica che recita solo Africa nelle prime dieci posizioni. Top runner USA, Emma Bates, dodicesima in 2h27:14.

LEMMA AL PRIMO SUCCESSO. A Boston l'etiope Sisay Lemma vince e stravince, dopo una fuga iniziata a un terzo di gara e conclusa in 2h06:17 con 41 secondi di margine sul connazionale secondo classificato Mohamed Esa (2h06:58). Per Lemma la soddisfazione del riscatto alla terza apparizione a Boston, dopo un ritiro e un 30esimo posto nelle prime due esperienze. Al terzo posto in 2h07:22 il keniano Evans Chebet, che godeva dei favori del pronostico assieme a Lemma, avendo vinto le ultime due edizioni della classicissima statunitense. Lemma riporta in casa etiope il successo che mancava dal 2016, quando si impose Lemi Berhanu prima di una striscia di cinque affermazioni keniane alternata con la storica vittoria del giapponese Yuki Kawauchi nel 2018. Per Lemma (2h01:48 di personale) un assolo iniziato tra il decimo e il quindicesimo chilometro, che ha preso proporzioni notevoli a metà gara (un minuto e 50 secondi di vantaggio sugli avversari), per diventare irraggiungibile al 30esimo chilometro (quasi tre minuti di vantaggio). Primo statunitense al traguardo C.J. Albertson, settimo in 2h09:53. Miglior europeo il norvegese Sondre Moen, dodicesimo in 2h11:18, mentre chiude al 28° posto Giovanni Grano (Nuova Atl. Isernia) con 2h19:56. Nella 42 km wheelchair successo del favorito svizzero Marcel Hug con ampio margine sui tradizionali avversari Daniel Romanchuk e David Weir, e prima vittoria di una britannica nella gara femminile per Eden Rainbow Cooper, che ha preceduto la favorita Manuela Schar e Madison de Rozario.

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