Magdelin Martinez nel lungo di Glasgow



L'aereo macina chilometri, alla solita quota siderale. Destinazione, Glasgow, Scozia, angolo d'Europa oggi stranamente soleggiato e tiepido, l'esatto opposto di un'Italia paradossalmente trasformata in Siberia. Magdelin Martinez è su quell'aereo, per affrontare il primo impegno di una stagione sportiva che lei non vuole definire della riscossa. Atene è un ricordo sbiadito, che non fa più male. Non c'è neanche bisogno di farne l'oggetto di una rivincita. Glasgow, teatro dell'incontro internazionale in programma domani, sabato 29 gennaio 2005, con le formazioni di Gran Bretagna, Francia, Russia, Svezia e Italia, ci proporrà una Martinez in versione rinnovata. Da lunghista. Per la prima volta in maglia azzurra. Magdelin, sarai impegnata nel salto in lungo. C'è qualcosa che ci sfugge? No, non vuol dire nulla in particolare, non sto pensando di cambiare la mia specialità, il triplo resta la gara di punta. Ho solo deciso, per diverse ragioni, di cominciare a frequentare con più regolarità anche il lungo. Migliorando in questa gara, non potrò che crescere anche nel triplo, beneficiando dell’incremento nella velocità di base. E poi mi diverto, il che non è un fatto da sottovalutare. E’ la prima volta che ti cimenti nel lungo al coperto? Sì, non è mai capitato prima. Ma non ho preparato questa gara, quindi non mi aspetto nulla di particolare. Salterò con lo stesso numero di appoggi di rincorsa del triplo, ma con una velocità di entrata, ovviamente, molto più elevata. la differenza tra lungo e triplo è soprattutto questa, per me: la rincorsa ritmica dell’hop-step-jump, è sostituita da un vero e proprio sprint. E’ l’unica differenza? No, no, c’è anche l’assetto in volo, e io lì faccio ancora un po’ di confusione con le braccia...(ride), sembro una disperata. Ma state tranquilli, sto migliorando. Penso di potermi esprimere bene, e, con il tempo, di arrivare anche a misure diu livello internazionale, diciamo intorno ai 6,80-6,90 (lo scorso anno ha chiuso con un 6,67 regolare ed un 6,74 ventoso, quarta all-time dietro May, Uccheddu e Capriotti, ndr). Sei reduce da un periodo di preparazione in Sudafrica: come è andata? Una meraviglia. E’ un posto straordinario per allenarsi. La pista e le pedane sono eccellenti, certo, ma quello che fa la differenza è l’enorme distesa d’erba che circonda l’impiando di Poetchstroom. Si può lavorare senza scarpe per fare qualunque tipo di esercizi, per un tempo infinito. E poi, ci sono molti atleti, da tutto il mondo, è una bella sensazione. In cosa sei migliorata, se lo sei, rispetto allo scorso anno? Credo di essere diventata più veloce. Per fare un esempio, prima le mie ripetute sui 60 metri erano regolari intorno ai 7.4, 7.3. Adesso, sono sempre sui 7.1, e questo credo sia un segno concreto di progresso. La forza? No, di quella ne ho pure troppa...non ho bisogno di farne ancora. Che tipo di stagione sarà, quella al coperto, per Magdelin Martinez? L’obiettivo è l'Europeo di Madrid, dove gareggerò nel triplo. Ma prima, mi muoverò in giro per l’Europa: sarò a Karlsruhe il 13 febbraio, ad Atene il 20, poi a Madrid e a Lievin, prima della rassegna continentale. Il 2004 è alle spalle. Visto a mente fredda, che anno è stato? (sospiro, pausa di riflessione) Direi che ho vissuto delle esprienze importanti. Progressi notevoli nelle misure (record italiano nel triplo, a 15,03, ndr), certo, ma anche un'Olimpiade che non mi ha soddisfatta: alti e bassi, bene e male. Tutto serve per diventare più grandi, più forti. Certamente nel 2005 utilizzerò le esperienze accumulate lo scorso anno. E per l’estate? Helsinki è il tragiuardo finale, ma penso anche alla Golden League: voglio gareggiare nel circuito con regolarità, visto che questo è l’anno del triplo femminile. Confrontarsi spesso con le migliori è un’altra condizione indispensabile, per arrivare a traguardi significativi. L’ho già sperimentato nel 2003, l’anno del bronzo mondiale a Parigi, e voglio ripetere quel cammino. A livello di misure, voglio stabilizzarmi intorno ai 14,90 o 15 metri, diventare regolare su questi risultati. Mi impegnerò soprattutto per questo. Marco Sicari


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