La 4x100 a bersaglio, è finale in 38.52



Non c'è Bolt, e nemmeno Powell, ma vedere quella classifica con l'Italia che precede, nella semifinale iridata, la Giamaica primatista del mondo e campionessa olimpica, è comunque un premio in questa terz'ultima giornata di gare all'Olympiastadion. Piove come fosse novembre, e l'aria sembra anche più che autunnale. Risultato, il programma viene ritardato, e la pista si presenta come un acquitrino. La corsia è la settima, davanti la Germania, dietro il blocco vuoto della Polonia, che rinuncia e amplia dal via il ventaglio delle possibilità azzurre. In avvio Roberto Donati tiene abbastanza bene, concedendo al tedesco solo un filo d'aria; il cambio con Simone Collio è leggermente lungo ma fluido, il testimone corre, e questo è ciò che conta. Il milanese sembra un altro rispetto alla prova individuale, procede alto sulla pista, in piena spinta, e riaggancia il tedesco di fronte a lui. Il meccanismo della Germania, alla resa dei conti, improvvisamente fa cilecca (i due frazionisti semplicemente non si trovano), e Di Gregorio - che pure si lancia in anticipo, mettendo a repentaglio le coronarie di quanti tengono alle cose italiane - si trova la strada spianata verso la clamorosa qualificazione. Il passaggio del testimone con Fabio Cerutti viene sbrigato con sicurezza, e via, il piemontese si tuffa sul rettilineo verso l'imprevedibile vittoria nei confronti della Giamaica.

Che è certamente la Giamaica 2, ma schiera sempre sprinters di livello mondiale (quartetto con Clarke, M. Frater, Mullings e Thomas). Il traguardo è tagliato in testa in 38.52, l'Italia - già vincitrice della gara ai campionati europei a squadre di Leiria, in giugno - rilancia con prepotenza la sua tradizione nella staffetta veloce, ritrovando il filo smarrito negli anni recenti. Quella tricolore è la terza formazione europea in finale, con Gran Bretagna (38.11, seconda dietro gli Stati Uniti nella seconda batteria) e Francia (ripescata con 38.59; miglior tempo agli americani, con 37.97). Domani, in finale, decideranno i nervi: la loro saldezza potrebbe anche regalare scenari interessanti. Il record italiano, lo storico 38.37 di Helsinki 1983 (argento mondiale con Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea) non è lontanissimo: appena 15 centesimi. L'unità predicata da Simone Collio sta probabilmente dando i suoi frutti, così come il basso profilo che ha consentito al gruppo di ritrovare tranquillità e di concentrarsi sul lavoro con il tecnico Filippo Di Mulo.

m.s.

Nella foto in alto, il quartetto della staffetta azzurra; in quella in basso il cambio Di Gregorio-Cerutti (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI / Results
- Le foto della 7^ giornata (pomeriggio) / Photos



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