L'Olimpiade di Collio: "Sono un uomo nuovo"



Lo scorso anno ha entusiasmato, correndo i 100 metri, nella sua Rieti, in un fantastico 10.14. E adesso, sta facendo di tutto per ritrovare, proprio ai Giochi, quelle magnifiche sensazioni. Simone Collio, milanese di Cernusco trapiantato in riva al Velino, divisa Fiamme Gialle a fasciare i muscoli, è fiducioso: sa di avere dentro il numero a sensazione, di essere pronto per stupire. E spera nel colpo grosso sul palco più importante, quello dell'Olimpiade. Agli Assoluti ha scoperto la vena di un grande compagno, Fabio Cerutti (esploso con il personale di 10.13, anche lui sarà al via dei 100 olimpici), con cui sogna di costruire una staffetta da urlo. Partendo, però, da una bella prova individuale. "Sto molto bene, abbiamo lavorato davvero tanto quest'anno. Tutto è stato finalizzato ai Giochi, ed è anche per questo che nella prima parte della stagione non sono stato particolarmente brillante. Certo, ad essere sincero mi sarei aspettato di andare un pizzico meglio, ma non sempre sono stato fortunato, spesso le condizioni di gara che ho trovato sono state al limite".

Com'è andato in particolare l'ultimo periodo di preparazione?

"Dopo gli Assoluti di Cagliari ho scaricato molto del lavoro accumulato nell'anno. Ho scelto di allenarmi a casa, sfruttando l'altura del Terminillo, che dista da casa mia solo venti minuti di macchina: i 1600 metri di quota, la rarefazione dell'aria, ti aiutano ad andare oltre i limiti, e questo consente una notevole stimolazione nervosa, valore aggiunto all'allenamento. In ogni caso, negli ultimi giorni ho fatto diversi primati personali, e questo accresce la mia fiducia. Sono contento soprattutto di una cosa, guardando al mio 2008: l'aver potuto lavorare con tranquillità".

A Pechino come sta andando?

"Da quando sono qui ho cercato soprattutto di mantenere la condizione, senza andare a cercare cose particolari, del tutto inutili a pochi giorni dalle gare. Oggi per esempio farò delle partenze e qualche cambio con i compagni di staffetta, senza esagerare. Devo ammettere che l'ambiente che è stato creato è straordinario. Personalmente non ero molto convinto alla vigilia, ma la scelta dell'Università dello sport ha pagato: siamo tutti molto concentrati, abbiamo lavorato nel migliore dei modi continuando a vivere con le nostre abitudini, il nostro modo di alimentarci. Il villaggio è dispersivo, può disorientare, farti perdere la testa, con i suoi mille stimoli. Entrarci all'ultimo ci aiuterà".

Per fare cosa?

"Beh, il mio obiettivo è chiaro. Voglio finalmente fare il mio primato personale in una grande manifestazione, dopo tante, troppe delusioni. Voglio esagerare: dico che sarei contento se venissi eliminato in batteria dopo aver corso in 10.13, un centesimo al di sotto del mio limite. Credo di poter valere questi tempi, me lo dicono le risposte provenienti dall'allenamento. Poi, cosa possa significare, se quarti di finale, semifinale, addirittura, finale, questo non posso saperlo".

L'obiettivo è dichiarato. Ma un sogno ci sarà, o no?

"Guarda, io un sogno ce l'ho, ma non riguarda me: parlo della staffetta. Lo dico perché è qualcosa di più realistico, meno assurdo, e parlo di un podio con la staffetta".

Non sarà un po' troppo? Quest'anno avete corso in 38.73.

"E' vero, guardando i numeri può sembrare un sogno assolutamente irrealizzabile. Ma noi sappiamo che, per una ragione o per un'altra, quest'anno non siamo mai riusciti ad esprimerci ai nostri veri livelli. Il prof. Laguardia ha sperimentato molto quest'anno, anche perché tanti ragazzi si sono messi in evidenza, costringendolo a delle continue verifiche. Ora credo che tutti i tasselli stiano andando a posto, e con i tempi che valiamo o che abbiamo fatto, possiamo correre in 38.30, sotto il record italiano. Con un tempo del genere, non si finisce lontani dal podio".

Mettiamola un po' sul personale. Simone Collio sembra molto più tranquillo, da un po' di tempo a questa parte.

"Merito di Emma (Ania, la sprinter britannica, ndr). Da quando viviamo insieme a Rieti credo di essere cresciuto davvero molto: sono più sereno, guardo alle contrarietà della vita con occhi diversi. In altri tempi, per fare un esempio, non avrei mai accettato la sconfitta agli Assoluti di Cagliari. Questa volta, invece, ho soprattutto cercato di capire, analizzare, con il supporto del mio allenatore Roberto Bonomi. Ho conosciuto Emma ai Mondiali di Helsinki, nel 2005. Eravamo entrambi legati con altre persone, e siamo rimasti amici per lungo tempo. Lo scorso anno, ci siamo rivisti a Olbia, in occasione del meeting. Lei veniva da un'esperienza americana con Dennis Mitchell, che non l'aveva soddisfatta granché. Le ho proposto di venire a Rieti, ad allenarsi con noi. L'ho buttata lì, ma lei dopo poco tempo mi ha chiamato per dirmi che era in arrivo. L'impatto è stato formidabile: festa di ferragosto sul Terminillo, con una compagnia trascinante. Da allora, si è innamorata dell'Italia".

Dialoghi tutti in inglese?

"Per il momento sì, anche se ormai capisce la gran parte dei discorsi in italiano. E ogni tanto si lancia in frasi italiane...Ma lei parla già greco, tedesco ed un po' di cinese. Frutto del suo precedente lavoro: faceva la modella, ha vissuto in Germania, Grecia e Cina, e ha cominciato a correre a soli 23 anni...A Pechino non farà la gara individuale, per una decisione singolare dei selezionatori britannici. E' nettamente la più forte (11.21 quest'anno, ndr), ma è caduta ai Trials olimpici, non entrando nelle prime due piazze valide per la convocazione. C'era la possibilità del terzo posto, che viene utilizzato su designazione diretta, ma è stata scelta un'altra. Quindi correrà solo la staffetta".

m.s.

Nella foto in alto, Simone Collio (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)



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