Jacobs da urlo: 9.99 a Montecarlo!

09 Luglio 2021

Lo sprinter azzurro è terzo nei 100 metri della tappa monegasca della Wanda Diamond al cospetto dei migliori sprinter del pianeta (vince Baker in 9.91, Tortu è settimo in 10.17). Serata sfortunata per Tamberi (2,21, la stessa misura di Fassinotti)

Gran serata per Marcell Jacobs a Montecarlo, nella tappa monegasca della Wanda Diamond League. Lo sprinter delle Fiamme Oro è terzo nei 100 metri in 9.99 (vento +0.3, primo lo statunitense Baker in 9.91, secondo il sudafricano Simbine, 9.98), siglando, nel contesto di una gara stellare, il secondo crono personale in carriera al di sotto dei dieci secondi. Filippo Tortu, in progresso, fissa lo stagionale a 10.17. Poca gloria per Gianmarco Tamberi nell'alto: il miglior salto è a quota 2,21 (poi tre errori a 2,25), stessa misura per Marco Fassinotti. Bene Ahmed Abdelwahed nei 3000 siepi: è sesto in 8:14.86, a conferma del buon momento di forma evidenziato al Golden Gala. Sesto posto anche per il lunghista Filippo Randazzo (7,92, v. +0.1). La keniana Faith Kypiegon corre i 1500 metri in 3:51.07, quarta prestazione mondiale di tutti i tempi, a un secondo esatto dal record del mondo della Dibaba. Da Yulimar Rojas nel triplo (15,12), Timothy Cheruiyot nei 1500 metri (3:28.28), Katie Nageotte nell'asta (4,90), e Karsten Warholm nei 400hs (47.08) gli altri acuti della serata. 

Non ci sono dubbi: Marcell Jacobs può sedere al tavolo degli sprinter più forti del pianeta. La tappa di Montecarlo della Wanda Diamond League, indicata da molti come una sorta di prova generale di ciò che accadrà a Tokyo tra poco più di tre settimane, mette in orbita l'azzurro, terzo in 9.99 (vento +0.3) al cospetto di tutti i migliori velocisti del momento. La gara la vince lo statunitense Ronnie Baker in 9.91, davanti al sudafricano Akani Simbine, 9.98, e a Jacobs, al secondo crono in carriera al di sotto dei 10 secondi, quattro centesimi oltre il limite del record nazionale, il 9.95 ottenuto al meeting di Savona del 13 maggio. L'elenco dei battuti è da brividi: il canadese André de Grasse è quarto con 10.00, l'altro statunitense Trayvon Bromell, il vincitore dei Trials (9.77 quest'anno) è quinto in 10.01. Filippo Tortu è settimo in un incoraggiante 10.17, un centesimo meglio di quanto fatto quest'anno, per quello che può definirsi certamente un primo segnale di ripresa. Una falsa partenza del francese Jimmy Vicaut, posizionato in ottava corsia, alla destra di Jacobs, crea qualche attimo di scompiglio all'inizio; Vicaut chiede comunque di correre, e all'avvio giusto Baker coglie l'attimo, approfittando di un cattivo start di Bromell. Jacobs, all'esterno, centra un'ottima partenza, accelera come sa, e si lancia all'inseguimento, dando l'impressione anche di risalire nei metri conclusivi. Strepitoso. Sognare non costa nulla, ma tenere i piedi per terra, a questo punto, diventa obbligatorio.

Brutta serata per Gianmarco Tamberi, su una pedana che evidentemente non gli porta fortuna (qui nel 2016, dopo aver superato i 2,39 del record italiano, si infortunò perdendo l'appuntamento con i Giochi di Rio). Per lui (ma anche per l'altro azzurro in gara, Marco Fassinotti) l'eliminazione arriva presto, addirittura a 2,25, dopo un 2,21 superato alla seconda prova (la terza per Fassinotti). Vince il russo Akimenko con 2,32, misura superata però solo nello spareggio Lovett, che aveva condiviso lo stesso percorso vincente fino a 2,29 prima di fallire tre volte la quota successiva.

I 1500 metri donne sono una della gare-copertina della serata monegasca. Li vince la keniana Faith Kipyegon in un fantastico 3:51.07, quarta prestazione mondiale di sempre, a un secondo esatto dal record del mondo, il 3:50.07 realizzato dall'etiope Genzebe Dibaba su questa stessa pista nel luglio 2015. Kipyegon segue il ritmo delle lepri e, nella parte conclusiva, dell'olandese Sifan Hassan; ai 150 metri però la keniana produce l'azione conclusiva, lasciando l'avversaria praticamente sul posto (per lei, un comunque eccellente 3:53.60).

Dopo l'incredibile 46.70, la cifra del record del mondo dei 400hs, realizzato ad Oslo appena otto giorni fa, Karsten Warholm mette a segno un altro tempo-monstre, fermando il cronometro a 47.08. Anche a Montecarlo avvio da centometrista, ma, rispetto alla serata norvegese, qualche difficoltà in più a tenere il ritmo tra l'ottavo ed il nono ostacolo, finendo in ogni caso a ridosso dei 47 secondi netti; dietro di lui, ancora in evidenza il brasiliano Dos Santos, secondo con 47.51. 

Pioggia di primati nazionali e personali in un 1500 metri maschile da ricordare. Il keniano Timothy Cheruiyot vince in 3:28.28, miglior tempo al mondo quest'anno, trascinando lo stupefacente spagnolo Mohamed Katir al primato nazionale in 3:28.76 (al Golden Gala di Firenze aveva ottenuto anche 12:50.79 nei 5000 metri) ed altri due atleti al di sotto dei 3:30: il norvegese Jakob Ingebritsen, 3:29.25, e l'australiano Stewart McSweyn, che con 3:29.51 firma il primato continentale d'Oceania.

Notevole prova di forza negli 800 metri per la britannica Laura Muir, che vince con il personale - lei che non è proprio una specialista del doppio giro - di 1:56.71, al termine di una gara tutta di rimonta. Nel rettilineo finale, chiusa dalle avversarie, sterza e va a scegliersi addirittura la terza corsia, riuscendo a mettere il petto davanti a tutte. Seconda, sempre con personal best, l'altra britannica Jemma Reekie (1:56.96), con la statunitense Kate Grace, terza, in grado di migliorarsi a 1:57.20. La cubana Almanza, nona, chiude in 1:58.51 (!), a testimoniare il valore della gara. E' quello che in un certo senso succede anche negli 800 uomini, dove in otto corrono al di sotto dell'1:45, in scia al sensazionale 1:42.91 di Nigel Amos; la sua volata beffa il keniano Emmanuel Korir (secondo in 1:43.04) e il canadese Marco Arop (terzo in 1:43.26), che avevano imboccato davanti a lui la retta finale.

La sfida nello sprint al femminile tra la giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce e la bahamense Shaunae Miller-Uibo la vince quest'ultima, che meglio riesce ad interpretare il terreno di confronto, quello sul mezzo giro (22.23 il tempo finale, vento +0.7): la Fraser-Pryce, come da copione, scappa allo sparo, mentre la Miller-Uibo è costretta ad attendere lo sviluppo della corsa per mettere in azione le sue lunghe leve. Sul traguardo, tra le due si inserisce anche l'ivoriana Ta Lou, che finisce ad un soffio dalla vincitrice (22.25, la Fraser fa 22.48).

Il triplo conferma lo straordinario momento della venezuelana Yulimar Rojas, che plana a 15,12 (vento nullo), non lontano dal 15,43 della sua miglior prestazione mondiale dell'anno (a sua volta, distante soli sette centimetri dal record del mondo, il datato 15,50 di Inessa Kravets). La gara però, per il regolamento Diamond League, la vince la giamaicana Ricketts, unica ad ottenere una misura valida nel turno finale (14,29, 14,75 nelle prove precedenti). La Rojas è seconda, mentre il terzo posto se lo aggiudica la portoghese Mamona, autrice del record nazionale con 14,66 (-0.1). Tre salti per Dariya Derkach: il migliore è il secondo della serie, misurato a 13,81 (-0.1), preceduto da un 13,46 d'apertura e seguito da un nullo. Nel lungo maschile, esito simile a quello del triplo: la miglior misura (8,29) la realizza il giamicano Tajay Gayle, seguito dallo svedese Thobias Montler (8,27), ma entrambi sono preceduti - sempre per il regolamento WDL - dal greco Tentoglu, 8,24 nel sesto e decisivo round. Filippo Randazzo è sesto con un discreto 7,92 (+0.1), in una serie contraddistinta però da tre nulli e un solo altro salto valito (7,67).

L'asta donne dice Stati Uniti. A vincere con 4,90 è Katie Nageotte, unica a superare l'asticella alla quota, mentre la russa Anzhelika Sidorova e la greca Katerina Stefanidi si fermano a 4,80. Più in basso, purtroppo, si ferma la gara di Roberta Bruni, che colleziona tre errori alla misura d'entrata di 4,50.

Giallo nei 3000 siepi: il giudice fa erroneamente suonare la campana un giro prima dell'ultimo, alcuni atleti abboccano e producono lo sprint con 400 metri di anticipo. Alla fine, nel caos si impone l'etiope Lamecha Girma in 8:07.75 (mondiale stagionale), ma quel che più conta in chiave italiana è che il romano Ahmed Abdelwahed realizza un altro crono di rilievo, 8:14.86, cogliendo anche un prestigioso sesto posto finale. è la conferma del salto di qualità evidenziato al Golden Gala di Firenze, il 10 giugno scorso, quando ottenne 8:12.04. Confusione anche nei 3000 siepi: tra equivoci e cadute, a vincere è la keniana Kiyeng in 9:03.82. 

m.s.

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