Internazionale, weekend di primati



Evento principe del weekend, la seconda Coppa Europa indoor ha portato ai colori azzurri un quarto posto da inquadrare con ottimismo, vista la classifica dei numeri: ad un punto il terzo posto, a soltanto cinque la vittoria, dopo essere stati a quattro punti dalla capofila Francia prima della staffetta conclusiva che ha visto il team azzurro piazzarsi al quinto posto. Delle prestazioni degli atleti italiani la palma del "best" va ad Andrea Giaconi, vincente sugli ostacoli in 7.72 (stagionale eguagliato). Nella velocità secondo posto per Simone Collio (6.63, dietro l'imbattibile Gardener a 6.51, sue dieci delle undici migliori prestazioni mondiali dell'anno...). Nelle altre gare due terzi posti, ad opera di Salvatore Vincenti sui 3000 (personale con 7:51.89, battuto da Liefers, autore di 7:49.70, che è primato d'Olanda) e dal francese naturalizzato Sghyr, e con Fabrizio Donato, terzo con 16.65 dietro Olsson (17.31) e Gushchinskiy. Questa la serie di Donato: 16.07 - 16.46 - 16.65 - 16.43. Sugli 800 ultima piazza per Neunhauserer in 1:51.15 (vittoria per Som in 1:48.79); crono relativamente importante sui 1500 (gara tattica): Perrone è quarto in 3:50.70 (primo il francese Yemmouni in 3:49.82). Andrea Barberi eguaglia al centesimo il 47.64 ottenuto a Glasgow vincendo la sua serie dei 400 (ma nella classifica complessiva risulta quarto). Nelle prove femminili da segnalare i due metri di Daniela Rath nell'alto ed il 6.72 di Irina Simagina (anche per la russa stagionale eguagliato). Primato greco della greca Redoumi sui 60 ostacoli (7.97, e sconfitta inattesa della Alozie, 7.99). Cresce anche la nuova ragazza russa dei 400, Olesya Krasnomovets, all'ombra di Nazarova e Zykina. Il suo 51.31 è il secondo crono della stagione. In chiusura di discorso, altre due vittorie targate Russia a definire la classifica femminile: Raspopova sugli 800 (2:00.41) e Zadorozhnaya sui 3000 (8:53.45). Classifiche: fra i maschi vittoria della Francia con 50 punti, ed a seguire Russia 48, Germania 46, Italia 45, Olanda 43, Gran Bretagna 35, Polonia 35 e Svezia 29. La classifica femminile premia la Russia (82 punti); seguono Germania con 64, Ucraina 46.5, Polonia 41, Spagna 39.5, Gran Bretagna 35, Grecia 33 e Francia 28. Gibilisco da record nel giorno della Isinbayeva Annunciato da tempo in gara al cospetto di Sergey Bubka, organizzatore del "Pole Vault Stars", Giuseppe Gibilisco ha ribadito che la gerarchia mondiale dell'asta è quella che è stata scritta a Parigi. Come al Golden Gala dello scorso luglio, anche a Donetsk l'azzurro ha migliorato per due volte il primato italiano (già eguagliato a Dortmund con 5.71), in una progressione inizialmente difficile, poi giocata a poker come solo lui sa fare. Due errori a 5.52 come misura d'entrata, bene alla terza prova. Rinuncia sui 5.62 (superati alla prima prova da tre atleti dopo che ben quattro erano stati promossi subito sui 5.52 iniziali), e 5.72, record italiano, superati al terzo tentativo. Non c'era però la vittoria, perché Gerasimov aveva valicato la misura al primo assalto; per vincere la gara Gibilisco ha aspettato i tre tentativi del russo a 5.77 (riuscito il terzo) ed ha calato l'asso alla quota superiore, i 5.82 che gli sono valsi un altro primato italiano. Il risultato è anche la migliore prestazione mondiale stagionale. Fra i battuti ricordiamo il campione d'Europa Averbukh (5.72) e l'americano Stevenson (5.62), che deteneva il mondiale stagionale con 5.81. Il risultato più rumoroso è venuto però dalle ragazze: Yelena Isinbayeva ha indovinato una serie praticamente perfetta (un solo errore a 4.42), che le ha permesso di superare alla prima prova 4.32, 4.52, 4.62, 4.7 e 4.77, fino al delirio del record mondiale (ancora al primo tentativo!) con 4.81. A gara stravinta, col bonus del record, la giovane russa ha provato ancora a salire, cercando di superare la quota del mondiale all'aperto, che le appartiene con 4.82, ed ancora al primo colpo è riuscita a superare i 4.83! Ora la situazione dei primati dell'asta è la stessa, sia fra gli uomini che fra le donne: il primato in sala è superiore al limite all'aperto. La Isinbayeva ha strabattuto colei che deteneva il limite indoor, Svetlana Feofanova, che ha faticosamente superato i 4.72 prima di giocarsi la vittoria sulla quota-record. Karlsruhe regala il primato di Magdelin e l'europeo di Gardener Ancora italia nel lungo weekend dell'atletica indoor: a Karlsruhe Magdelin Martinez ritocca di un centimetro il primato italiano da lei ottenuto sulla stessa pedana un anno fa, e atterra a 14.62; é ancora secondo posto, sempre dietro Yamilé Aldama, neosudanese. L'allora cubana vinse con 14.88, domenica si è accontentata al debutto stagionale di 14.65. Sui 60 metri quarta piazza per Manuela Levorato in 7.22 (ad un centesimo dallo stagionale di Gand), battuta dalla Gevaert (7.14 e 7.13 in batteria), Safronnikova (7.15) e dalla cubana Benavides (inaspettata a 7.16), che è giunta davanti a Manuela anche in batteria (stesso tempo: 7.24). Vediamo le altre gare: Jason Gardener ha azzeccato la stagione sì ed al momento non ha avversari sui 60: in batteria ha migliorato il mondiale stagionale con 6.48 ed in finale ha eguagliato il proprio limite europeo di 6.46; terzo un regolarissimo Collio, 6.64, che in batteria ha ottenuto 6.62 perdendo da quel nigeriano Fasuba (20 anni) che vinse da junior i giochi afroasiatici lo scorso ottobre in 10.15 controvento. Davanti a Simone, in finale, Freddy Mayola in 6.62. Sui 1500 grandissimo Heshko, l'ucraino ben conosciuto in Italia, che abbatte il limite nazionale in 3:35.15, davanti ad un risorto Saidi Sief (3:36.02). Ottavo posto per Ferdinando Vicari in 3:45.75. Ancora dal mezzofondo i 3000 di Gebrselassie, regale in 7:29.34 (sesta prestazione di sempre). Dagli uomini ancora 7.51 di Wignall sugli ostacoli e 5.72 di Lobinger, finalmente a misure degne. Dalle donne 22.88 dell'austriaca Mayr sui 200, per completare il resoconto della velocità, prima di passare al piatto forte: Maria Mutola, con 1:57.48 (dodicesima performance di tutti i tempi in sala), ha fatto gara a sé, dando oltre tre secondi alla russa Khrushchelyova, che proviene dai 400 ed ha una velocità di base notevole. Sesta nel top ten dei 1500 lo è divenuta Kutre Dulecha, che ha corso in 4:01.90. Dalle pedane, oltre al triplo, brilla l'alto della Vlasic, a 1.99. Tornando a ritroso di qualche giorno parliamo del meeting di Stoccolma, dove era alla seconda uscita stagionale Fiona May, dopo il debutto inglese di Sheffield. La pedana sorda e morbida non ha permesso granché, ma l'azzurra, nonostante questa difficoltà, comune a tutte le atlete in gara, non è andata lontana dal risultato ottenuto in terra inglese (6.68), vincendo con 6.61. Le altre specialiste hanno perso dai 15 ai 30 centimetri rispetto al proprio primato stagionale, eccezion fatta per coloro che erano al debutto, come la Kluft. Per questo non parliamo di un passo indietro rispetto al 6.68 della settimana precedente, ma consideriamo la prestazione di Stoccolma intrinsecamente superiore. Il resto del meeting ha offerto parecchio, a cominciare dall'1:44.58 di Yuriy Borzakovskiy, che ha sfiorato il personale indoor stracciando il meglio d'Africa (Bungei, Mutua e Mulaudzi), per proseguire con lo show della top-class svedese, che esaminiamo con ordine: nell'alto Stefan Holm ha costruito un'altra grande impresa, portando il personale a 2.37 (quarto Andrea Bettinelli con 2.20); nel triplo prima vera recita della stagione per Olsson, con punta a 17.64 ed altre due prove a 17.56 e 17.52 (in ogni caso bella gara d'assieme con altri tre specialisti oltre i 17 metri, Gregorio, Oprea e Betanzos). Nell'altro alto, il femminile, due metri per Kajsa Bergqvist. Ancora per le donne nominiamo la Tirlea che ha corso i 400 in 51.71 e la Turova al record nazionale sui 1500 con 4:04.42, che già di suo non è male, se poi consideriamo che sul traguardo si è lasciata dietro la Holmes e la Tullett, finisseurs di Sua Maestà, la considerazione per la performance della bielorussa cresce ulteriormente. Spiccioli dal weekend e dalla settimana trascorsa A Bucarest i campionati romeni indoor, dove spicca l'8.20 di Bogdan Tarus nel lungo (nella serie anche 8.19, 8.16 ed 8.12), ed il 2.30 del saltatore in alto Vasilache. Assente Ionela Tirlea, al momento all'estero (vedi Stoccolma). Sempre in tema di salti, mercoledì scorso a Weinheim ha gareggiato Nicola Ciotti, nono con 2.15 nella gara vinta del ceko Baba (2.32) a pari misura col nero americano Nieto. Blanka Vlasic ha vinto la gara femminile con 1.97 (debutto stagionale anche per la croata). Nello stesso giorno a Praga nulla di fatto per Andrea Giannini, che fallisce la gara alla misura di entrata (5.30, vittoria per Adam Ptacek con 5.50). In Germania 20.66 per Bartels nel peso e dalla Romania la notizia della sospensione del pesista-discobolo Ursu, ex-moldavo (positivo in dicembre al norandrosterone). A proposito di peso, ormai ai vertici la specialista di Trinidad Cleopatra Borel: eccellente il suo 19.48 di sabato a Blacksburg; nella stessa giornata 21.05 tra i maschi per Reese Hoffa, che lo scorso anno si divertì a Palo Alto a gareggiare mascherato con l'alias del "lanciatore sconosciuto". Peso ancora in evidenza a Lincoln, dove il britannico Myerscough fa la quarantena invernale e lancia a 20.69, e a Budapest, grazie al 20.81 (primato ungherese) di Zsolt Biber. Dalla Spagna seconda tappa del Gran prix Vodafone: segnaliamo i 1500 maschili, con Higuero a 3:36.39, Redolat 3:36.55 e Alvaro Fernandez 3:36.90. Velocisti e La Mantia in Finlandia Tampere con presenze italiane nella velocità e nel triplo femminile: Luca Verdecchia colleziona due terzi posti (60 in 6.77 e 100 in 10.59); Andrea Rabino è quarto sui 60 in 6.78. Fra le altre cose 2.31 di Sokolovskiy ed il ritorno (l'ennesimo) di Halvari nel peso (19.84). Muriel Hurtis fa 7.22 sui 60 per poi perdere dalla Manninen (11.41) sui 100. Nel triplo gareggia Simona La Mantia, che con 13.89 si classifica quinta, battuta da Kilpelainen (14.08), Koivula (ora signora Kruger), Ivanova e Smith (Giamaica). In progresso la Kluft, 6.48 nel lungo. Profumo di record: negli USA la junior-rivoluzione Arkansas protagonista del weekend americano, con duplice show a Fayetteville: venerdì 13 il "Razorback", sabato 14 il più succoso "Tyson Invitational". Dal primo dei due spettacoli parecchie cose interessanti, con il vertice a 8.41, misura saltata in lungo da Savanté Stringfellow, che qui lo scorso anno fece 8.29 che era pure il suo primato al coperto, e con il limite mondiale juniores di Sanya Richards sui 400 (51.45, ma era già suo con 51.87, un anno fa, sempre qui). Si va avanti: un inglese in trasferta (da inizio stagione a dire il vero), Edgar, ha vinto i 60 metri in 6.60 (personale, lo segnaliamo perché di lui sentiremo parlare e perché ha battuto una tribù di sette atleti fra statunitensi e trinidegni), ed un giovane giamaicano di 21 anni, Steve Mullings, ha ottenuto un bel 20.72 sui 200, che indoor è sempre un ottimo crono (terzo al mondo quest'anno). Buono anche il 20.74 di Wallace Spearmon (il figlio di cotanto padre che uscì dalla semifinale di Roma '87 vinta da Pavoni? O un omonimo? Indagheremo). Ancora dalla velocità, ma prolungata, 45.93 del tunisino Labidi (primato nazionale) ma soprattutto 45.52 di Jarry Harris (diciassettesimo di sempre a pareggiare il proprio limite all'aperto). Ancora dal Razorback del venerdì: Jackson Langat ha corso gli 800 in 1:46.09, e Cantwell ha diminuito la gittata (appena 20.35). Sui 200 femminili grossa cosa di Veronica Campbell, scesa a 22.51 (a due centesimi dalla top-ten di tutti i tempi). Chiudiamo il report sul venerdì col 6.60 della giamaicana Goulbourne nel lungo. Il "Tyson Invitational" ha mostrato perle praticamente in ogni gara, e le seguiamo tutte: sui 60 debutto per Darrel Brown, vicecampione del mondo a Parigi, primatista mondiale juniores (recentemente omologato il suo 10.01): per coloro che vogliono fare un paragone con le prestazioni di Simone Collio diciamo che il trinidegno ha vinto con 6.59. Sui 200 Tyson Gay eguaglia il mondiale stagionale correndo in 20.64 (dando tre metri a Coby Miller e Crawford). Sul doppio giro 45.90 per Francique (di Grenada), secondo tempo dell'anno. Buone cose dagli 800, e primati nazionali per Etiopia e Canada: vince Alemu in 1:45.85, poi il brasiliano dos Santos (1:45.96), Krummenacker in 1:46.00 ed il canadese Reed in 1:46.47. Ancora record nazionali a cadere: tocca al limite del miglio del Kenya, autore Paul Korir (ottimo 3:53.26, battuto Rotich e incenerito Kipchirchir a dieci secondi). Anche i 3000 stupiscono, con il 7:38.30 dell'altro kenyano Boaz Cheboiywo (non popolarissimo) ed in chiave europea il record nazionale d'Irlanda di Alistair Cragg, che corre negli Stati Uniti da gennaio a maggio e che qui si supera con 7:38.59, ponendosi davanti a Jenny Di Napoli nelle liste europee di sempre. L'Irlandese ha migliorato l'annoso 7:41.14 del leggendario Frank O'Mara risalente a Siviglia '91. Detto del 7.56 di Allen Johnson sugli ostacoli e del 17.02 del bahamense Sands nel triplo, passiamo al Tyson femminile. Cinque gare, ma che gare! Gail Devers fa doppietta sui 60 e sugli ostacoli: con 7.10 sul piano eguaglia il mondiale stagionale della Nesterenko (battute anche Miller, Edwards e Gaines), e con 7.94 batte di nuovo la campionessa mondiale Felicien. Nell'asta la Dragila va ancora oltre i 4.70 (di un centimetro, e fallisce tre tentativi sul record mondiale di 4.81), ma soprattutto due etiopi, Meskerem Legesse e Sentayehu Ejigu, migliorano i mondiali juniores degli 800 e dei 3000: la prima, con 2:01.03, abbassa di circa otto decimi il primato di Mary Decker (vecchio di tren'anni!), e la seconda, che corre in 8:55.17, scende quasi un secondo sotto l'8:56.13 di Zola Budd (19 anni fa). Perle sparse In crescita John Moffitt, che dopo l'8.20 di due settimane fa progredisce fino a 8.27 a New York; nello stesso meeting 23.06 di Muna Lee sui 200 e 51.89 di Hazel-Ann Regis (ancora Grenada, record nazionale) sui 400. Ad Ames (Iowa), su pista di 300 metri, 45.79 di Darold Williamson e 45.82 di Andrew Rock. Ancora 400 in coeprtina, con Haughton che debutta a Boston in 45.94. A Seattle 4.47 di Chelsea Johnson nell'asta. Dalla Cina il primato asiatico dei 60 ostacoli maschili di Liu Xiang, 7.51 a Shanghai. Dall'altro capo del mondo Italia presente anche "outdoor": nel secondo appuntamento degli "ABSA-meeting" sudafricani, a Potchefstroom, dove il risultato di maggior spessore è stato ottenuto da Okkert Cilliers sui 400 ostacoli (48.47), Andrea Longo ha assaggiato il suo primo 800 stagionale, vincendo in 1:46.59 su Werner Botha, e Nicola Vizzoni ha ben debuttato, pur perdendo dal primatista africano Harmse (79.86), lanciando a 76.22. Debutto anche per la campionessa del mondo dell'alto Hestrie Cloete-Storbeck, 1.90. Altro iridato al debutto stagionale, il martellista Tikhon, che a Yalta ha ottenuto 77.88 (perdendo dal connazionale Rubanko, 78.77). Martello felice in Spagna, con l'ennesimo record di Berta Castells (67.34). Sempre all'aperto la prima tappa del Grand Prix II a Melbourne, giovedì scorso: il primo vagito del circuito IAAF soffre per l'affluenza dei grossi nomi nelle indoor europee ed americane, per cui ci si deve accontentare del 6.72 di Brownyn Thompson nel lungo e dei lanciatori (20.49 per Anlezark e 82.79 nel giavellotto della novità Dziubak, secondo canguro a superare di un bel margine la linea degli ottanta in pochi giorni, dopo Hamlyn-Harris). Tanto per citare qualche altra novità facciamo il nome di Annabelle Smith, 20 anni, che in quattro gare si è migliorata di oltre un secondo, scendendo nell'occasione a 51.93. E prima di chiudere sottolineiamo l'ennesimo risultato d'insieme del gruppo dei quattrocentisti, che ad Atene formeranno una staffetta gagliarda, ancora in tre sotto i 46 secondi, con il solito Vincent a vincere, per l'appunto, con 45.30. Cross IAAF a Nairobi Eliud Kipchoge, oltre ad essere il campione mondiale dei 5000, è anche l'iridato junior di cross, ed ha confermato la buona vena attuale imponendosi sulla distanza lunga (12km), davanti a Korir, Talel, Richard Limo e ad altri protagonisti quali Kamathi e Ivuti. Il cross corto (4km) ha premiato Chebii davanti a Kibowen. Il cross lungo delle donne (8km) vede ancora vincente la Timbilil, davanti ad una sempre più ritrovata Barsosio. Per questa settimana è tutto. L'atletica indoor all'estero prosegue fin da oggi, col meeting di salti di Banska Bystrica, e con i campionati nazionali russi, che potrebbero darci parecchio da raccontare. Marco Buccellato


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