Internazionale: super-New York, favoloso Tsatoumas



Un altro week-end di atletica internazionale da incorniciare per qualità e quantità di prestazioni d'eccellenza, ancor più di quelli del mese di maggio, con la fondata percezione che il meglio, essendo appena alla prima settimana di giugno, deve ancora arrivare. Tsatoumas, il Beamon della domenica Louis Tsatoumas è un saltatore in lungo di grande talento, con un ricco curriculum nelle categorie giovanili, e finora scarsa fortuna (da senior) negli eventi di respiro internazionale. Sabato a Kalamata, nella regione della Messinia, al rientro sulla pedana dove ha iniziato a saltare da ragazzino e della quale conosce ogni centimetro, ha pareggiato il conto col primato personale al primo salto (8.34). In giornata di grazia, ha infilato due nulli (dei quali uno stimato ad 8.60, come racconta nel suo attento report l'amico Thomas Constas), e poi, trovata la pedana peretta col piede sinistro, volato con una tecnica non troppo ricercata ma efficace, ed atterrato senza sbavature, ha realizzato il primato europeo a livello del mare con 8.66, vento nella norma. Con 8.66 ottavo di sempre Il miglior salto di sempre da parte di un atleta del vecchio continente è l'8.86 realizzato dall'armeno Emmiyan con l'aiuto dell'altitudine, in patria venti anni fa. Lo stesso Emmiyan aveva anche un 8.61 realizzato non in quota, finora il migliore di tutti a livello del mare, in Europa. A Birmingham (Euroindoor) Tsatoumas ha perso solo da Howe. A Goteborg, dopo aver fatto bene in qualificazione, si era squagliato nella finale. L'8.66 del greco sorprende per l’incredibile miglioramento di oltre trenta centimetri sul vecchio personale. Tsatoumas aveva gareggiato a Dakar (8.20 ventoso) ed in patria ai societari (7.72). L'8.66 del greco arretra al momento l'Italia nelle liste all-time del salto in lungo maschile. Giovanni Evangelisti (8.43), viene scalzato dal top 30 di tutti i tempi, come Gaisah, altro atleta rampante. Tsatoumas spodesta dal top 10 Dwight Phillips (8.60), ed ora è l'ottavo performer di ogni epoca. Il resto della cronaca Nelle gare di Kalamata Simone Collio ha corso in 10.40, secondo nella sua serie dietro l'africano Dzingai (10.37). In un'altra serie Scuderi ha perso dall'irlandese Hession (10.28) e dal giamaicano Ricardo Williams (10.37), chiudendo terzo in 10.57. Dietro Tsatoumas bene il cubano Meliz (8.20), ed il combattente ucraino Lukashevych (8.11). Il brasiliano Gregorio, dopo l'exploit di 17.90, è rientrato nella norma con 17.28. Il ventenne giavellottista Filippidis ha lanciato ad 81.01. In Grecia sono sempre in attesa del tante volte annunciato rientro di Gatsioudis. L'ucraina Tobias-Sydorenko ha vinto i 1500 metri in 4:05.41, e Vita Palamar è tornata a volare nell'alto con 1.98. Ultima nota per la sudanese ex-cubana Aldama, che dopo due prove così così ha centrato un buon 14.58, per poi forzare alla ricerca della misura, rimediando però tre nulli. Liu Xiang quasi mondiale Sfavillante edizione del Reebok Grand Prix newyorchese di domenica scorsa, con risultati a sensazione e molti numeri uno al top della condizione. Iniziamo dal nuovo strepitoso primato americano dell'asta femminile ottenuto da Jenny Stuczynski, sempre più vicina a Yelena Isinbayeva, fresca di compleanno (25 domenicam scorsa) e prossima a tornare in pedana. La Stuczynski è entrata in gara a 4.54 (buona la prima), poi ha superato i 4.64 (idem) ed ha lasciato la cinese Gao Shuying a infrangersi sullo scoglio dei 4.74, già felice di aver migliorato con 4.64 il primato d'Asia. La statunitense ha inforcato di nuovo l'asta per i 4.88 (successo alla terza prova) che migliorano di 4 centimetri il record nazionale ottenuto a Carson 15 giorni fa. Ora è la seconda di sempre, al pari della Feofanova. Liu Xiang, olimpionico e recordman dei 110 ostacoli, ha corso la terza miglior gara della sua vita in 12.92, trascinando un mai domo Trammell ad uno spettacolare personale di 12.95 (prima volta sotto i tredici secondi per il due volte argento olimpico), ed addirittura a 13.02 Ryan Wilson, un ventiseienne con studi universitari in sociologia, che fino allo scorso anno era conosciuto per il titolo NCAA vinto nel 2003. Lo scorso anno era esploso cronometricamente con 13.22. Quest'anno 13.17 a Modesto, ed ora sulla soglia del top ten di sempre. A proposito dei dieci migliori della storia dei centodieci, con Trammell sono finalmente tutti sotto i 13 secondi. Il sesto classificato a New York ha corso in 13.34. La miglior gara di ostacoli della stagione. Gay alla rincorsa di Powell Molto più veloce che a Carson, Tyson Gay ha corso a New York sotto il mondiale di Powell (9.76) ma con 2,2 metri di vento a favore. A Carson aveva corso in 9.79 con 2.5 di aiuto. Sembra un'inezia, ma a questi livelli centesimi, millesimi e frazioni di metro valgono carriere. Continua a stupire Atkins, l'oggetto misterioso delle Bahamas, anche lui meglio che a Carson in 9.83. Con 9.76 Gay ha corso il secondo cento più veloce della storia, dopo il 9.69 di Oba Thompson e l'altro 9.76 dell'antillano Martina, entrambi ottenuti nelle nuvole di El Paso e con una specie di tornado a far loro da catapulta. Sei metri e passa per Martina, oltre cinque (quanti non si è mai saputo) per Thompson. Il vento di Gay è infinitamente più delicato e gli è quasi amico. Breve flashback su Asafa Powell, che martedì ha esordito sui cento a Belgrado correndo in 9.97, battendo proprio Martina. Nello stesso meeting anche 44.6 manuale di Angelo Taylor. 13:08.81 di moses Masai sui 5000 e gran 2.32 del cipriota Ioannou nell'alto (terzo Nicola Ciotti con 2.24). C'è stato anche il tanto sospirato rientro della bulgara Lalova (vittima di un infortunio che avrebbe potuto porre fine alla sua carriera), che ha vinto i 100 in un incoraggiante 11.26. Le discobole italiane Checchi e Baratella si sono classificate quinta e sesta rispettivamente con 55.23 e 53.33. Duecento mai visti Non propriamente quelli di New York, ma quelli cui stiamo assistendo dalla scorsa stagione. Mai così tanti risultato sotto i venti secondi in così poco tempo e da parte di tanti atleti. A New York Spearmon ha vinto il confronto con il giamaicano Bolt in 19.82 contro 19.89. Spearmon era al terzo duecento della stagione, Bolt al secondo. Cinque gare in totale, cinque tempi che stoppano i cronometri a meno venti. Sono già sette in totale (più uno ventoso di Spearmon) e siamo appena alle schermaglie iniziali. Frecce col body Veronica Campbell ha pareggiato il saldo temporaneo delle sfide con Torri Edwards, imponendosi in 10.93 sul 10.96 della rivale, e rifacendosi della sconfitta di Carson. La libellula Allyson Felix, terza, è andata fortissimo centrando il personale in 11.01. Non contenta si è bevuta anche i 400 in 50.53. Il giochetto le era riuscito anche a Doha (vinse entrambe le gare), ma qui c'era ben altro nella corsia dei cento, accanto a lei. Fulmini anche giù dall'ideale podio: Lauryn Williams 11.11, la più grande delle sorelline Hooker 11.12, la meno forte delle Barber (Mikele) 11.14, la tardiva Jeter (emersa a 27 anni) 11.17. Sui 200 Rachelle Boone-Smith ha corso in 22.31 bruciando un'altra probabile outsider in prospettiva Trials, LaShauntea Moore, seconda in 22.74 ma già a 22.46 quest'anno. Virginia Powell ha incenerito il mondiale stagionale della Perry correndo i 100 ostacoli nel nuovo personale di 12.45, un tempone che hanno ottenuto solo venti atlete in tutta la storia dell'atletica. Grande rientro per la giamaicana Ennis con 12.79 (manca poco ai campionati di Kingston) dopo il titubante 13.03 del debutto, terza dietro Lolo Jones (12.75). Da un Bekele all’altro Tariku Bekele, in attesa del fratello Kenenisa atteso a Eugene per domenica prossima, ha migliorato il mondiale stagionale dei cinquemila metri correndo in 13:04.05. Nell'altro cinquenila Tirunesh Dibaba ha dato ben quaranta secondi alla neozelandese Smith (14:35.67), sostenendo un ottimo allenamento in vista della ripresa delle favolose scaramucce con la connazionale Defar. Glasgow Nel freddo scozzese quinto posto di Zahra Bani (57.63), battuta dalla Sayers (63.59), la Nerius (solo seconda con 62.57), la Spotakova e la spagnola Chilla. Spento anche Andrea Longo, sesto sugli 800 in 1:51.22 (primo lo spagnolo Olmedo in 1:49.60), alt per Nicola Ciotti all'entrata sulla misura di 2.15 (vince Holm con 2.27). Nessun acuto particolare ma qualcosa di interessante in prospettiva con due inglesi sopra i 17 metri nel triplo (Idowu 17.14 e Douglas 17.12), con il congolese Kikaya che per un centesimo (45.25) resiste al rettilineo spaventoso di Xavier Carter (in rimonta dopo più di metà gara in surplace) e con la kenyana Vivian Cheruiyot che vince i 5000 in 14:44.93 e batte l'etiope Melkamu, cosa che fa un certo scalpore. Dessau Il lungo arcobaleno dei meetings del fine settimana era sbocciato in Sassonia venerdì scorso. C'era fermento per il ritorno nella città tedesca di Sergey Makarov, uno che qui aveva lanciato il suo giavellotto più volte oltre i 90 metri. Per ora tale portata, però, è terreno solo dello statunitense Greer. Makarov ha piazzato una bella serie confluita in un miglior lancio di 87.05, ed è stato battuto dal regolarissimo lettone Vasilevskis, primo con 87.56. Nelle altre gare 13.33 di Thomas Blaschek sugli ostacoli alti, 5.70 di Lobinger sul campione del mondo Blom (5.60), 65.55 della solita Dietzsch nel disco e 14.25 della russa Bufalova nel triplo. Va oltre i 14 metri anche la tedesca Demut, cosa che fa notizia da queste parti. Micol Cattaneo ha corso in 13.50 la sua gara di 100 metri ostacoli, preceduta dalla canadese Whyte, prima in 13.18. Gran mezzofondo in Belgio Robert Kipngetich Sigei è un kenyano 25enne tesserato in Italia e ben noto sulle nostre piste, e soprattutto nel circuito delle corse su strada. Nel meeting belga di Neerpelt ha centrato la trentesima prestazione di sempre sui diecimila metri, correndo in 27:04.18, sabato scorso. A stretto giro di centesimi gli sono finiti alle spalle Kiprono Menjo, un kenyano 28enne che gareggia abitualmente in Spagna (27:04.61), e l'etiope Tola (27:04.89). Quarto, col primato del Sud-America, il brasiliano Marilson dos Santos (27.28.12), che altri non è che il vincitore dell'ultima maratona di New York. Scorrendo la classifica si rivede un europeo sotto i 28 minuti (il tedesco Pollmacher): se ne contano appena due finora. Nei tremila siepi femminili un bel po' di cose: vince la kenyana Chepkorir in 9.25.84, l'etiope di età imprecisata Achamo segna 9:28.03 (se, come sembra, la ragazza è ancora junior, si tratterebbe del mondiale di categoria), la belga Dejaeghere fa il primato nazionale in 8:28.47 e la norvegese Grovdal (classe 1990), centra il limite continentale junior con 9:33.19. Replicante della Kluft Dopo il titolo mondiale junior si era sentito parlare poco della eccezionale Tatyana Chernova, russa di diciannove anni. Ad Arles la poderosa ragazza di Krasnodar ha totalizzato 6.768 punti, che non migliorano il primato del mondo junior della svedese Kluft a causa del vento, che nelle prove multiple è legale fino ai quattro metri per l’omologazione del punteggio. All'attivo della russa 6.61 in lungo (vento 1.2), 13.04 sui 100 ostacoli (vento 6.1), 23.59 sui 200 (5.2) e 53.43 nel giavellotto. La tappa di Arles del challenge IAAF di prove multiple ha sofferto la vicinanza del meeting dii Goetzis (week-end precedente) che ha portato via tutti i migliori o quasi. Salti in estensione: volano Sestak e Maggi In Slovenia (a Lubiana) Marija Martinovic, ora sposata col quattrocentista Sestak e slovena per matrimonio, ha portato il primato nazionale ad un sorprendente 14.92. Solo quindici giorni fa aveva saltato 13.42 a Firenze. La scorsa settimana, a Belgrado, aveva realizzato un 6.48 nel salto in lungo. La sua serie: 14.44, 14.47, 14.92, 14.53. A Lubiana Anna Giordano Bruno si è classificata seconda nel salto con l'asta (4.20 dietro la magiara Molnar che ha vinto la gara con 4.30), e Paolo Camossi è tornato in pedana con un secondo posto (16.12, vento -0.6), dietro lo sloveno Batagelj (16.40). Margaret Macchiut ha perso al photofinish con l'ungherese Vari (13.55 per entrambe, vento -0.8). In pedana anche il campione europeo di Spalato 1990, Dragutin Topic, oggi 36enne, che ha superato i 2.10. Nell'altura di Cochabamba, in Bolivia, la brasiliana Maggi ha saltato 6.94, con altri salti a 6.86 e 6.87. In evidenza anche l'ecuadoregno Nazareno (20 anni), che perde entrambe le gare di sprint ma corre in 10.22 e soprattutto 20.47. Sui 200 ha perso dal brasiliano Viana, che a quasi 30 anni è assurto improvvisamente ad una certa notorietà (aveva 10.45 e 20.98) ed ora vola con 20.43. Sui 400 si rivede a discreti livelli Parrela, argento iridato nel 1999, che torna a correre i 400 in meno di 46 secondi (45.97). Due giorni prima, a La Paz (ancora più in alto), 10.14 del brasiliano de Lima sui 100 metri e 6.66 della 21enne carioca Martins nel lungo. Asia I vari campionati nazionali della regione asiatica si svolgono quasi tutti in primavera o in autunno, per ragioni climatiche. A Daegu (Corea del Sud) in evidenza la lunghista Jung Soon-Ok che fa suo il titolo con 6.66. In Giappone 28:00.58 del solito africano di quaggiù, stavolta è Girma Assefa, etiope. Giovani e giovanissimi Come di consueto, negli USA si fa furore: il personaggio della settimana è Bryshon Nellum, 18 anni da un mese, che a Sacramento è sceso a 20.43 sui 200 ed a 45.54 sul giro di pista. Ottimo anche l'altro 18enne Best (20.65). Soli 17 anni per la sprinter Jeneba Tarmoh, cha ha corso i 100 in 11.27 (di lei si conosce un 11.24 a 16 anni..), ed i 200 in 23.20 ventoso. L'estone ventenne Niit, talento baltico dei 200 metri, ha corso in 20.5. La svizzera diciassettenne Schmid ha saltato 4.20 con l'asta. Un altro diciassettenne, estone anche lui (Tanel Laanmae) ha lanciato a 74.86 nel giavellotto. Chiusura con Douvalidis, il greco mulatto primatista del mondo under 18 dei 110 ostacoli, che a Salonicco è sceso a 13.62, e con Ke'Nyia Richardson, triplista USA dal nome esotico e bellissimo, nemmeno 18enne, che ha raggiunto i 13.82 pur con l'aiuto di tre metri di vento. Sudan che emerge Mona Jabir Ahmed, una sudanese di 20 anni già quarta ai mondiali junior di Pechino sui 400 ostacoli, ha corso i 400 metri in 51.61 nel corso del campionati della regione orientale africana, a Kampala. Lo scorso mese era stata accreditata di 55.2 manuale sui 400 ostacoli. Lo junior Kaki ha corso gli 800 in 1:45.80, il noto 21enne Nagmeldin (44.93 da junior) ha vinto i 400 in 45.90. Europa: il mese di Coppa è iniziato In evidenza i tedeschi: Onnen (2.34 recente) ha saltato 2.30 ad Hannover. Bianca Kappler, la bella saltatrice tedesca, è tornata da qualche mese dopo la maternità ed eccola planare a 6.70. Peter Sack ha migliorato il primato personale ed avvicinato i ventuno metri nel peso lanciando a 20.92 a Reichenbach. Nils Winter ha saltato 8.12 a Bad Camberg e Tim Lobinger ha superato 5.81 a Colonia, nonostante in alcune fonti si trovi 5.71. Non è il primato europeo stagionale, come si legge negli archivi della rete, perché 24 ore prima il bulgaro Bukhalov aveva portato il record nazionale a 5.82 a Sofia. Conferme nel settore lanci: la ritrovata vena di Tikhon, con 81.03 a Minsk (Devyatovskiy secondo con 79.97), ed un'altra bielorussa che lancia 73.94 nel martello (la Miankova). Ancora dal martello, secondo record nazionale in pochi giorni per il canadese Steacy (76.62 a Provo). Alekna ha vinto nella serata di Salon-de-Provence con 68.19, sul sudafricano Kruger (prossimo finlandese) e sul magiaro Maté. Per loro 65.77 e 65.38. Mario Pestano ha lanciato 65.39 in Spagna. Giavellotto: nel primo scontro tra titani ha la meglio (di poco) Pitkamaki su Thorkildsen. Al finnico il round iniziale con 87.78 su 87.24. Nel triplo femminile primato polacco per Malgorzata Trybanska con 14.24. La spagnola Beitia ha superato 1.97 a Buelna. Un'altra altista, la ceka Strakova, ha ottenuto 1.95 a Kladno. A Floro (Norvegia) è iniziata la trentesima stagione agonistica di Merlene Ottey: 11.4 in batteria ed 11.83 in finale, battuta dall'atleta di casa Okparaebo, che è norvegese di colore e con le trecce bionde. Da notare il primato nazionale junior della Engeset sui 1500 in un ottimo 4:09.40. Per l'Italia, Thaimi O'Reilly ha vinto a Nantes una gara di lungo con 6.33. Marcia: dominio ispanico-bielorusso Margaryta Turava sembra invincibile: la bielorussa campionessa d'Europa vince ancora, stavolta a La Coruna per il challenge IAAF, sullo stesso percorso dove la scorsa stagione si impose in Coppa del Mondo. Grazie ad una seconda parte di gara irresistibile ha abbattuto la resistenza della norvegese Plaetzer-Tysse ed ha tagliato il traguardo in 1:28:44. Stesso discorso per lo spagnolo Fernandez, al mondiale stagionale in 1:18:50 (appena un secondo meglio di se stesso), che ha predecuto Han Yucheng (1:19.15) e l'australiano Deakes (1:19.34). Sotto l'elevatissimo standard consueto il cinesino Li Gaobo, sesto, ottavo il norvegese Tysse. Il mio Kenya suona il rock La decima edizione della "Rock'n'Roll Marathon" di San Diego è stata vinta da Daniel Yego in 2:09:04, ottimo viste le temperature. Un maratoneta conosciutissimo, Christopher Cheboiboch (secondo in 2:10:58) e la novità Sylvester Chebii (terzo in 2:12:00), hanno completato il podio. Hellen Kimutai ha vinto in 2:32:40la maratona femminile, sulla 36enne francese Pretot (2:32:50) e sulla Tola (Etiopia), terza in 2:32:59. Anteprima del Prefontaine di Eugene Sì incroceranno a metà strada Asafa Powell e Jeremy Wariner, scegliendo come terreno di scontro i 200 metri, un po' troppo lunghi per l'uno e un po' troppo corti per l'altro. Ci saranno anche X-Carter e Spearmon (non Gay) e già se ne scrive in ogni angolo degli States. Bello scontro Mutola-Jepkosgei (la kenyana è al debutto) sugli 800 femminili. Grande mezzofondo con il miglio (Webb, Lagat, Kipchirchir, Kipchoge, Komen) ed il doppio miglio (Shaheen, Bekele, Tadesse, Mottram). Nel peso ennesima resa dei conti tra Cantwell, Nelson, Hoffa e Taylor. Liste mondiali aggiornate con tutto questo (ed altro) nelle prossime ore nella sezione statistiche. Marco Buccellato


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