Internazionale, staffette-show, Moreno-record



Annunciata come l'evento sportivo e mediatico della settimana dell'atletica mondiale, la 110° edizione delle "Penn Relays" che si è svolta al “Franklin Field” di Philadelphia ha raccolto oltre 112.000 spettatori nella kermesse di tre giorni (quasi cinquantamila solo nella giornata conclusiva, sabato). Il meglio dello sprint del pianeta si è passato il testimone sacrificando la vetrina individuale, ed in alcuni casi le prestazioni sono state eccellenti. Non è stato il solo evento importante della settimana appena conclusa: in terra di Martinica, Fort-de-France ha ospitato una nuova tappa del Grand Prix IAAF e Cuba ha brillato con la seconda edizione del "National Olympics"; altro ancora avremo da segnalare dagli Stati Uniti e da Asia, Africa ed Europa. Ogni anno si svolgono contemporaneamente e monopolizzano l'attenzione degli appassionati made in USA: le Penn Relays di Philadelphia e le Drake Relays di Des Moines, nello stato dell'Iowa, rappresentano il barometro dell'atletica americana e mettono insieme affermati campioni e giovani di belle speranze provenienti dalla fucina inesauribile delle università. In queste due manifestazioni più che in ogni altra, ed a Philadelphia in modo particolare, sono le staffette a dominare la scena ed a rendere spettacolare la giornata di chiusura. Il mondo di mano in mano Lasciati in Martinica i due gattoni della velocità Montgomery e Greene, la corazzata americana ha schierato in sei gare di staffetta ben sedici differenti quartetti fra uomini e donne, in un apoteosi di pathos suggestivamente intitolata "USA vs. The World". Per ora, il mondo del testimone parla americano. I nomi in passerella sono stati i più importanti del panorama della velocità USA: fra i maschi si sono esibiti Bernard Williams, Patton, J.J. Johnson, Crawford, Gatlin, Drummond, Trammell, Washington, Young ed i gemelli Harrison. Donne al completo eccezion fatta per la Devers e la Edwards che era di corsa altrove: Jones, Miller, Colander, Gaines, Felix, Miles-Clark, Collins. Le staffette americane hanno vinto tutte e sei le gare con la formazione migliore, l'USA “Red”. La 4x100 (Drummond, Williams, Patton e J.J. Johnson) ha chiuso in 38.42 battendo la Giamaica con Asafa Powell in ultima frazione (39.02), il Canada ed una non ben rappresentata formazione britannica dove il solo Lewis-Francis era atleta di vertice. Stracciati i canadesi e due ulteriori quartetti americani dalla 4x200 che comprendeva Crawford, Grimes, ancora Patton e Gatlin in 1:19.62. Praticamente la squadra vera nella staffetta del miglio. I gemelli Harrison, il campione del mondo Young ed il suo vice Washington hanno chiuso in uno splendido 2:58.93 davanti ad una selezione di stelle mondiali (con Felix Sanchez in ultima frazione) ed a ben due squadre giamaicane, nella prima delle quali si è esibito in terza frazione Usain Bolt, ancora fresco di mondiale junior sui 200 metri. Gli All Stars hanno chiuso in 3:00.76, i giamaicani in 3:01.10. Da notare che nella 4x400 erano presenti ben quattro diverse formazioni USA (nella peggiore Angelo Taylor e Jimmie Hackley, quinto ai mondiali indoor sui 200 metri). Due quartetti quasi identici hanno dominato la 4x100 e la 4x200 femminile: Gaines, Miller e Marion Jones hanno vinto le due gare in 42.63 e 1:29.40 (con la Daigle in prima frazione in una staffetta e la Colander nell'altra). Battute nella 4x100 una formazione giamaicana senza alcune titolari ma capace di correre in 43.28, una rappresentativa USA (la "Blue") con Allyson Felix e soprattutto Kelli White in ultima frazione (43.75) ed il quartetto di Bahamas con qualche riserva di troppo. La 4x400, tecnicamente la migliore delle tre staffette femminili, è andata al quartetto composto da Kia Davis, Miles-clark, Robinson e Reid in 3:23.82 (50.1 miglior frazione della Reid, che di nome fa Suziann e che è stata giamaicana prima di divenire americana, come Jerome Young e più recentemente Sanya Richards. Gran frazione per Allyson Felix, che è ancora junior e che lo scorso anno a Città del Messico corse in 22.11, mondiale junior non ratificato per assenza di controllo antidoping. La ragazzina ha corso in 50.2 ed ha portato al comando la sua squadra (Usa "Blue") prima che questa si arrendesse con Crystal Cox (per merito della succitata Reid). Il Team blue ha chiuso in 3:24.80, e la terza selezione USA impegnata (la "White", con una ritrovata Michele Collins, 50.2 in prima frazione) in 3:25.04. Solo quarte le russe, pur schierando Natalya Nazarova (51.2) e la Zykina (51.8). Il resto della manifestazione ha pagato un po' il prezzo dell'attenzione concentrata sulle staffette e non ha offerto grandissime cose; conferma dellala buona vena di Lauryn Williams (iridata junior in carica) che ha vinto i 100 in 11.15 (11.10 in batteria), e primato per Trinidad della martellista Scott con 69.84. Per gli appunti di chi segue i giovanissimi: la non ancora diciassettenne Nicole Leach ha vinto la gara della categoria high school dei 400 ostacoli in 57.84. In marzo a New York aveva corso un 400 indoor in 52.19! A Des Moines, per le 95° Drake Relays, meno spettatori, meno sole (pioggia, freddino e vento) e meno atleti di primo piano. Dal cilindro esce un 4.53 di Andrea Dutoit-Neary nell'asta, che fa di lei la diciassettesima di sempre al momento. Ancora da segnalare il primo meno-4 stagionale nel miglio di Bernard Lagat (3:57.11), discreti ostacoli per Wallace (13.47) ed il bianco Woody argento mondiale (49.18). Nei concorsi 5.71 per Toby Stevenson nell'asta e 20.64 del campione mondiale indoor Cantwell. La due volte iridata Felicien si imbatte in un muro d'aria (-2.7) e chiude in 13 netti. Incontro ravvicinato (non del terzo tipo) Non c'è stato il "contatto" questa volta fra Mo Greene e Timothy Montgomery, come annunciato in settimana dai giornali, a Fort-de-France in occasione del Grand Prix II IAAF. Greene ha rinunciato a correre la finale dopo essersi espresso in batteria in 10.18 (Tim 10.16). Benefico l'effetto per Montgomery, che ha vinto il turno di finale in 10.08 ma senza dominare (ad appena tre centesimi il nigeriano Egbele). Ennesima malinconica apparizione in batteria per Ato Boldon (10.40). 200 metri appannaggio di Jimmie Hackley (20.31), velocissimo in pista come negli spostamenti. Nello stesso giorno ha gareggiato a Philadelphia (la staffetta) ed in Martinica. A Fort-de-France erano presenti Andrea Colombo (settimo nella batteria con Bldon in 10.59 e settimo anche sui 200 in 21.46) e Nicola Trentin (quarto nel lungo con 7.92 ventoso). Nelle altre gare maschili sconfitta per Allen Johnson (13.32) ad opera di Wade (13.26) e buon 8.20 (vento di tre metri) per Walter Davis. Nello sprint femminile ottime performances per Torri Edwards (11.12 e 22.66), in entrambi i casi davanti alla nigeriana Nku. Sandra Glover segna 55 netti sui 400 ostacoli dove si rivede ancora Kim Batten, rientrata di recente, ma va troppo piano in 57.63. Meglio l'altra veterana degli ostacoli, Melissa Morrison, che centra il mondiale stagionale con 12.63. Orient-express Grande diecimila a Kobe (lo aspettavamo, avendolo annunciato due settimane fa), e Cina sempre in fermento: il National Grand Prix di Guilin (del quale mancano ancora diversi risultati) ha sentenziato la gran forma di due triplisti non ancora diciannovenni: Zhu Shijing (16.83) e Gu Junjie (16.73 e 16.92 lo scorso ottobre). Ancora dai concorsi, ma femminili, 6.71 di Guan Yingnan, 14.48 di Huang Qiuyan nel triplo e 18.56 della pesista Li Meiju. A Kobe, come dicevamo, le Hyogo Relays, con protagonisti i diecimila metri, come da tradizione. Domenica la gara femminile, con otto ragazze sotto i 32 minuti. Ha vinto Jane Wanjiku, per il Kenya, in 31:04.34, seguita da quattordici specialiste giapponesi, di cui le migliori sono state la Fukushi (31:05.68), Hatori (31.15.34), Noguchi (maratoneta, qui al personale in pista in 31:21.03), Hashimoto (31:53.57) e Ohira (31:54.44). Da lustrarsi gli occhi l'evento maschile del sabato: Martin Irungu Mathathi, 18enne kenyano a proposito del quale avevamo citato il 13:27.07 sui 5000 di Kumamoto 15 giorni fa, ha preso a schiaffi il mondiale stagionale dello spagnolo Martinez, e lo ha abbassato di circa 50 secondi: 27:22.46 per Irungu (aveva 27:43.16 realizzato in ottobre), e sulla sua scia altri giovanissimi kenyani, tutti del 1986 (così pare...): John Kariuki 27:49.73, Samuel Muturi 27:59.88, Samuel Wanjiru 28:00.14. Anche Kabiru, Gitahi ed i due Mania (Julius e Simon) sono scesi sotto i 28 minuti. Il giro del mondo in ottanta metri Chris Harmse, il martellista sudafricano dalla lunga chioma, ha migliorato di 2 centimetri il primato nazionale ed africano a Potchefstroom, ottenendo 80.21 (nel giavellotto 85.83 per il lettone Rags). A Szombathely, santuario ungherese del martello, Adrian Annus ha disintegrato il mondiale stagionale con un magnifico 82.03, e nello stesso giorno a Veszprem il connazionale Pars (visto a Malta vincere l'Eurochallenge) ha lanciato a 80.05 (primato nazionale under23, ottavo ungherese oltre gli ottanta metri). Una settimana fa Pars aveva ottenuto 79.42, e l'egiziana Hussein era approdata al primato africano femminile con 65.35. Ultime dagli USA A Denton, in Texas, acuto di Delloreen London-Ennis, giamaicana maltrattata dagli infortuni nelle ultime stagioni. 12.76 per lei in una gara di richiamo minore. A Knoxville rientro per Lawrence Johnson, il più forte astista di colore del mondo: 5.65 dopo lunga assenza, vittorioso a parità di misura con tim Mack (5.15 per il decatleta campione del mondo Pappas). Dischi (e pesi) volanti Il Triton Invitational di La Jolla, in California, ha offerto anche quest'anno lanci eccellenti. Permangono i dubbi sulla pedana, rivelatasi in pendenza lo scorso anno, quando in cinque lanciarono oltre i 66 metri. Sabato scorso vittoria nel disco donne per Aretha Hill (65.38) davanti a Suzy Powell (62.54). Numero uno fra i maschi il canadese Tunks (64.83) davanti al magiaro Maté (64.76), ma il numero più importante viene dal peso e da John Godina, che catapulta la palla di ferro a 21.32! Sempre dal pianeta-disco, ma mercoledì scorso, altri numeri pesanti da Huntington, che sempre in California si trova. Maté ha vinto la gara con 65.35 davanti all'americano Waltz (63.53). Hill donna vincente (65.76) e seconda la Powell (63.58), prima di ritrovarsi tutti, come visto, a La Jolla tre giorni più tardi. Avvistamenti anche in Europa Ivana Brkljacic, 21enne martellista croata, ha lanciato lungo a Zagabria sabato scorso: 68.99, primato nazionale. Miran Vodovnik, gigantesco pesista sloveno, ha ottenuto 19.72. Nel peso femminile 15.83 della slovena Crnigoj, che gareggia spesso in Italia. Moreno sempre più lunga Il meglio dell'atletica cubana era schierato a L'Avana per i "National Olympics", come anticipato. Pezzo forte della manifestazione il primato nazionale e di area di Yipsi Moreno nel martello con 75.18 (serie-monstre: 75.18 - 73-05 - nullo - 73.06 -72.24 - nullo). Migliora di 4 centimetri quanto ottenuto nel luglio scorso a Savona. Nel triplo maschile 17.13 ventoso per Betanzos (17.03 legale) e primo over-17 in carriera (17.04) per il quasi ventenne Osniel Tosca. Delusione per Pedroso, cortissimo quarto con 7.38 nel lungo. Nelle altre gare femminili le note liete vengono soprattutto dai lanci: la Cumba sfiora i 19 nel peso (18.95), la Menendez conferma il buon momento con 65.85 nel giavellotto. Nelle staffette sono svelte le ragazze che chiudono in 43.27. Chiusura fra presente e passato: Alberto Juantorena, figlio del mitico “caballo” pluriolimpionico di Montréal, ha vinto il decathlon con 7779 punti. Nell’alto, la specialità dalla quale proviene, ha ottenuto 2.19. Prove di velocità Le sta facendo Ezekiel Kemboi, argento mondiale delle siepi, che non ha ancora digerito la surreale sconfitta patita da Cherono-Shaheen a Parigi. A Kisumu, in prossimità del lago Vittoria, ha saggiato la sua velocità correndo un 1500 in 3:40.8; si è rivista addirittura Pauline Konga, argento ad Atlanta. Otto anni dopo vuole andare ad Atene. Qui si è esibita in un 10000 da 38 minuti e mezzo. In fondo alla strada Dopo l'orgia di super-maratone delle scorse settimane, risultati meno eclatanti in quelle del weekend appena trascorso. A Madrid si è rivista Florence Barsosio (2:34:10), mentre a Belgrado (per la 17° edizione della maratona cittadina) il tanzaniano Christopher Isegwe Njunguda si è imposto in 2:12:53 (alla kenyana Kerubo la vittoria femminile in 2:35:55). Tutt'altra strada ma sempre strada: esibizione in piazza a Cordoba per Yago Lamela che apre la stagione all'aperto con 8.12 e batte il leader mondiale stagionale Savanté Stringfellow (7.99). Nel prossimo fine settimana l'appuntamento di maggior interesse è a Naumburg per la Coppa del Mondo di marcia, con la squadra azzurra impegnata nel test più importante prima delle Olimpiadi. Marco Buccellato


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