Internazionale, prima pagina per gli USA



L'atletica internazionale ha vissuto una settimana che definire interlocutoria è poco. Gli avvenimenti agonistici si sono contati sulle dita e l'attenzione dei media è ormai massicciamente rivolta a New York, laddove al termine della settimana in cui la società americana e buona parte del resto del mondo guarderà alle elezioni presidenziali USA, si correrà anche la più suggestiva delle numerose maratone in programma nella stagione autunnale. Facce newyorchesi Uno dei rarissimi bianchi sceso sotto i tredici minuti sui cinquemila metri, l'americano Bob Kennedy, debutterà sulla distanza dei 42 chilometri a New York. Alla ricerca di nuovi chilometraggi con cui confrontarsi, il primatista statunitense dei 3000 e dei 5000 metri prenderà parte al grande evento assieme ai suoi compagni di allenamento Timothy Cherigat (vincitore a Boston) e John Yuda (Dieter Hogen è il tecnico del terzetto). A proposito di debuttanti nella New York City Marathon, il line-up attuale ne offre in gran quantità: gli statunitensi Abdi Abdirahman e Graff, i kenyani Benson e Frederick Cherono (il primo sarà al debutto assoluto sulla distanza), lo spagnolo Cortes, l'altro kenyano Michael Rotich, omonimo del noto specialista degli ottocento metri, ed infine il già nominato tanzaniano Yuda ed il francese Zwierzchiewski. Ultima notizia relativa a New York: una lunghissima intervista e la storia della sua vita, entrambe pubblicate in queste ore dal New York Times, da parte di Mebratohm Keflezighi, l'eritreo naturalizzato statunitense che è entrato nella storia per essersi piazzato d'argento dietro il campione olimpico Stefano Baldini ai Giochi di Atene. Sarà al via anch'egli, pettorale numero due. Fra le donne, per la prima volta a New York saranno Paula Radcliffe, che assieme a Margaret Okayo cercherà di riassaggiare la gioia di un grande risultato dopo il blackout olimpico, l'etiope Asha Gigi, la messicana Perez e soprattutto Benita Johnson, la fortissima australiana specialista del cross e del mezzofondo in pista, mai impegnata finora in una maratona ma recentemente vittoriosa nella mezza di Newcastle. Rammentiamo le annunciate presenze italiane di Ottavio Andriani e di Tiziana Alagia. Il sito della manifestazione elenca anche il nome di Rosanna Munerotto tra le iscritte. I primati della corsa sono detenuti da Tesfaye Jifar, che vinse l'edizione 2001 in 2h07'43", e da Margaret Okayo, prima un anno fa con 2h22'31". La quasi-mezza di Marsiglia Secondo posto per Gloria Marconi nella Marsiglia-Cassis, corsa su strada della distanza di venti chilometri e circa trecento metri, disputatasi domenica scorsa. L'azzurra ha chiuso in 1h14'03", preceduta dalla russa Marina Ivanova di quasi due minuti. A Lawrence Kiprotich, secondo nella mezza maratona di Pavia meno di un mese fa, la vittoria nella classifica maschile in 1h02'14". Chi meglio di Kimaiyo? La Eurocity Marathon di Francoforte è andata ancora a Boaz Kimaiyo, che con 2h09'09" ha migliorato il 2h09'28" che gli diede la vittoria lo scorso anno. L'attesa degli organizzatori e dei media per l'esito della maratona più antica di Germania era soprattutto per Ondoro Osoro (2h06'54" nel 1998 quando trionfò a Chicago, ed assente sui 42 chilometri dalla maratona di San Diego nello scorso giugno), ma il quasi 37enne kenyota ha patito difficoltà in gara ed ha chiuso solo al nono posto in quasi due ore e sedici minuti. Secondo è giunto Luke Kibet in 2h11'27" e terzo Benjamin Rotich che con 2h11'44" ha praticamente replicato il crono (2h11'49") che gli diede il quarto posto nella maratona di Amburgo in aprile. La maratona di Francoforte ha il suo epilogo all'interno della popolarissima Fiera, la stessa che ospita il salone internazionale del libro, e si snoda attraverso le strade di una città che architetti ingegneri ed urbanisti hanno reso a misura di cittadino con una profonda ed efficace ristrutturazione. La corsa ha fatto notizia per l'esito della gara femminile, dove le gemelle Nurgalieva (una novità a buon livello nella maratona) si sono classificate prima e seconda a distanza di un solo secondo (2h29'48" Olesya e 2h29'49" Yelena) l'una dall'altra. Le gemelle 28enni di Udmurt sono abituate a ben altre fatiche, essendosi fatte notare fino ad oggi nelle ultramaratone sudafricane come l'incredibile Comrades Marathon e la Two Oceans di Città del Capo, che tuttavia sembrano passeggiatine defatiganti in confronto alla ultramaratona di Capo Verde in corso in queste ore. Un massacro. Torniamo all’atletica. Via dall'Europa per altre notizie dal Kenya, come nella scorsa settimana. Ad Eldoret l'edizione inaugurale della Wareng Road Race (10km) è stata vinta da Moses Kigen (reduce dalla vittoriosa mezza maratona in Lussemburgo a fine settembre) davanti allo junior Barnabas Kosgei (13'22" a Roma al Golden Gala), campione nazionale junior di cross. Cross in the USA Iniziano le campestri sui prati americani, con successi di tesserati stranieri. A Boston vince la neozelandese Kim Smith, che studia a Providence, davanti a specialiste abbastanza conosciute come l'irlandese Cullen, la serba Muncan, l'americana Huddle e la canadese Metcalfe, mentre in Arkansas la star locale, il kenyano Josphat Boit, si impone su un parco avversari non particolarmente severo. Andrew Lemoncello, inglese di discreta fama, è invece andato a vincere gli 8km di College Park. La Becker cambia direzione Annika Becker, primatista tedesca di salto con l'asta con la misura di 4,77 ha annunciato che in attesa del pieno recupero per proiettarsi ad altezze sempre più importanti, dedicherà la stagione indoor prossima ventura al salto in lungo, suo antica passione, dove vanta un personale di 6,15 ed un neanche troppo datato titolo nazionale under 23. Atletica fuori pista Apparso in un'intervista concessa ad una televisione greca, Kostas Kenteris ha dichiarato di non aver simulato l'incidente motociclistico che costrinse lo stesso atleta e Katerina Thanou al ricovero in ospedale alla vigilia dell'inizio dei Giochi Olimpici di Atene. I sospetti dei media relativi alla simulazione dell'incidente al fine di evitare in extremis i controlli antidoping cui i due atleti avrebbero dovuto sottoporsi, secondo le parole del velocista greco, hanno irritato la sua buona fede. Il campione europeo in carica dei duecento metri ha aggiunto di aver fatto richiesta, nei giorni del suo soggiorno presso la struttura ospedaliera, di essere sottoposto ad un controllo in quella sede, ma di non aver ricevuto la visita di alcun incaricato. Incompreso. Nel sito ateniese di Agios Kosmas sono stati testati dalla WADA nelle ultime ore alcuni atleti greci di primo piano: sono il martellista Polychroniou, la triplista Devetzi, l'ostacolista Iakovakis e la discobola Tsikouna. Nei giorni scorsi era toccato a Fani Halkia, Mirela Manjani, Anastasia Tsoulemeka e Hristos Meletoglou. Straparole Lo spettacolare Shawn Crawford, olimpionico dei duecento metri, dopo aver fatto la sua prima apparizione in una sit-com americana, non ha nascosto il malcelato proposito di avere un'occasione di rivincita contro la zebra che lo battè in una corsa fra l’uomo e l’animale organizzata all’interno di uno show televisivo parecchi mesi fa. Lo sprinter americano riuscì a superare un altro animale, una giraffa, ma perse contro la zebra rivelando a posteriori di avere patito il freddo per la lunga attesa (dieci ore..) prima della sfida. Asia in breve L'ultimo risultato di un certo rilievo proveniente dalle piste è giunto troppo tardi per essere nominato nelle news della scorsa settimana, ma vi appartiene cronologicamente: lo ha centrato l'ostacolista giapponese Kenji Narisako, sceso di un colpo a 48"54 a Kumagaya, dopo aver avvicinato il limite dei 49 secondi a Yokohama, nell'ultimo dei grandi meetings della stagione 2004. Si gareggia anche in Iran, in Pakistan ed in India, per lo più con manifestazioni giovanili. In Iran si segnala per la sua costanza su buoni livelli il discobolo Samini (64,98 quest'anno), mentre in Pakistan non si segnalano prestazioni memorabili ma fa piacere soltanto l'idea che si riescano ad organizzare manifestazioni di atletica e sportive in generale, vista la perdurante tensione per ciò che si respira nel vicino Afghanistan e nell’area in generale. Isinbayeva ricevuta a palazzo Dopodomani la primatista del mondo e campionessa olimpica di salto con l'asta Yelena Isinbayeva (otto records solo nel 2004...), dovrebbe essere ricevuta a Mosca dal presidente russo Vladimir Putin. La bella Yelena, che tornerà oggi dalle vacanze turche assieme all'amica Marina Kuptsova (l'altra bellezza dell'atletica russa, che ha visto compromesso l'anno olimpico per una lesione al tendine di Achille patita nel mese di maggio), ha incamerato premi e riconoscimenti in serie dopo l'impresa ateniese ed i records in successione. Chiudiamo con la notizia del primo decathlon femminile disputatosi sul suolo spagnolo, a Castellon. Visto il recente "world best" di Marie Collonvillé, ci occuperemo di notizie riguardanti la specialità ogni volta che ne avremo motivo. Vittoria ad Ana Capdevila con un punteggio modesto (5704 punti), e ritiro dopo quattro gare della favorita Maria Peinado, numero uno dell'eptathlon spagnolo, al comando parziale della classifica. Prossima settimana: New York su tutto, ma anche la maratona di Atene, quella di Seul (valida come campionato asiatico), ed il primo cross europeo stagionale di un certo peso a Gand, in Belgio. Marco Buccellato


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