Internazionale, le folgori di Kingston



Una settimana, quella appena trascorsa, ricchissima di risultati. Il calendario proponeva il Grand Prix di Osaka ed i meetings di Modesto e Kingston nel cartellone principale. A seguire, scorreremo tutta l'attività che ha dato argomenti di cui parlare da quattro continenti. Powell-power fa 9"84! Dopo un esordio bagnato dal vento dispettoso di Spanish Town in 10"08 ed una volatina in staffetta, non ci si aspettava un risultato così sbalorditivo da parte di Asafa Powell, che a Kingston ha abbassato di tre centesimi (una enormità a questi livelli) il primato giamaicano e di due quello caraibico, folgorando il cronometro in 9"84. Il risultato colloca il giamaicano al terzo posto delle liste all-time dei cento metri, a pari merito con due grandissimi del recente passato quali il campione olimpico Bailey ed il connazionale Surin. Con 9"84, rimanendo in tema di centesimi, Powell fa meglio di Burrell, Lewis, Fredericks, Boldon, Obikwelu e Gatlin. Le condizioni particolarmente favorevoli (vento a +1,8 metri al secondo) e la pista veloce (già testata con ottimi risultati lo scorso anno, nel meeting dell'apparente rinascita di Marion Jones) ci hanno messo del loro per l'ottenimento di una simile prestazione. Ricordiamo che dopo il quinto posto della finale olimpica, un piazzamento troppo severo per quanto mostrato nei meetings di avvicinamento all'Olimpiade, Powell aveva chiuso benissimo la scorsa stagione correndo in 9"87 a Bruxelles. Sabato a Kingston ha battuto i connazionali Thomas (personale con 10"05), Frater (il fratello più giovane dei due), il vicecampione del mondo Brown e l'eterna promessa Lewis-Francis. Bolt, Merritt e gli altri Non meno importante, ma dall'impatto mediatico meno vistoso, il risultato di Usain Bolt, che appare pienamente recuperato dopo un 2004 prima scintillante e poi cupo, autore di un 20"14 di grande spessore e suo terzo risultato in carriera. Il primatista mondiale junior (19"93) ha disintegrato la concorrenza nazionale, e solo l'incostante americano Bookman, con 20"34, è riuscito a non farsi distanziare troppo. Ogni gara un risultato a sensazione: il Jamaica Invitational di Kingston è stato certamente il meeting più generoso dall'inizio dell'anno sotto questo punto di vista. LaShawn Merritt, dopo l'eccezionale stagione indoor a conferma della notorietà acquisita col titolo mondiale junior dello scorso anno, e dopo i discreti esordi all'aperto sui 200 metri, ha sparato un 44"66 che ne fa il miglior quattrocentista del momento. Benissimo anche un altro specialista bianco americano, Andrew Rock, che in 44"75 ha avvicinato il personale (44"66, come Merritt). Alle spalle dei due statunitensi l'intera staffetta nazionale giamaicana: Simpson, Blackwood, Clarke e Ayre in ordine sparso. Altro da Kingston Benissimo, come al maschile, la velocità femminile della Giamaica: Sherone Simpson con 11"03 e Aleen Bailey in 11"07 hanno preceduto la vice-campionessa olimpica Lauryn Williams sui 100, e Veronica Campbell, che olimpionica lo è per intero, ha vinto senza vento i 200 in 22"53. Ex-giamaicana è invece Sanya Richards, americana per passaporto fin da junior, che sui 400 ha segnato il primo importante risultato della stagione con 49"96. L'iridata Felicien ha regolato il trio giamaicano Golding-Ennis-Freeman sui 100 ostacoli in 12"67, e solo quinta si è classificata l'olimpionica Hayes in 12"88. Ultime note per il secondo posto della Aldama nel triplo (battuta dalla Smith con 14,33), per il 13"41 di David Payne sui 110 (largamente personale) e per il 2,28 nell'alto del poco conosciuto americano Adam Shunk (appena 2,15 in Guadalupa il primo maggio). Proprio del meeting caraibico, disputatosi in rapida successione a quello in Martinica di Fort-de-France, non avevamo dato risalto la volta scorsa a causa del fuso orario: recuperiamo qualche numero adesso, ad iniziare dalla sconfitta di Kim Collins da parte di John Capel (10"22 contro 10"32), per proseguire con l’enigmatica esibizione di Allen Johnson in 13"77 (quarto, vince Arnold con 13"46); ritorno al lungo (8,18) per Dwight Phillips, ed infine un'altra vittoria per la bahamense Amertil sui 200 (22"91). Osaka nel nome di Liu Xiang Sulla pista dove lo scorso anno centrò il record d'Asia con 13"06, l'olimpionico primatista del mondo dei 110 ostacoli ha offerto un nuovo pregevole spettacolo tecnico volando leggero tra le barriere in 13"12, senza avversari in grado di impensierirlo. Gli ostacoli hanno prodotto buoni risultati anche sul giro dei 400, grazie alla prima seria uscita di James Carter (48"42), che ha battuto nell'ordine lo stagionato giamaicano Weakley (48"58), i due giapponesi Narisako (48"71) e Tamesue (48"72) e l'altro caraibico Griffiths (48"91). Nelle siepi la prima puntata stagionale del monologo kenyano: Wesley Kiprotich e Richard Matelong si sono giocati allo sprint il primo round (8'17"31 per il primo, 8'17"60 per il secondo). Breve parallelismo da Columbus prima di tornare ad Osaka: il siepista americano Famiglietti, solo per operare un rapido raffronto, ha vinto la gara disputata nell'ambito del Jesse Owens Classic in 8'20"04, dando undici secondi a Boaz Cheboiywo e dodici a Solomon Kandie, entrambi kenyani. Macché Mack Rientro alle competizioni per Tim Mack, olimpionico dell'asta ad Atene davanti a Toby Stevenson ed a Gibilisco. Ad Osaka un esordio al passo con 5,60, battuto da Markov e Walker (5,75 per entrambi), da Sawano (5,70 ma 5,83 pochi giorni prima a Shizuoka per un magnifico primato giapponese) e dall'altro "aussie" Hooker. Ancora dai concorsi maschili eccellente 80,17 del martellista bielorusso Devyatovskiy, che ha inflitto all'ungherese Pars una delle rare sconfitte delle ultime due stagioni. Assente annunciato negli ultimi giorni il campione olimpico Murofushi, che ha rinviato l'esordio stagionale. Kenyane di tre diverse generazioni hanno dominato la scena del mezzofondo, imponendosi sui 5000 metri con Lucy Wangui (15'06"12), ed a seguire Jane Wanjiku e la 18enne Ongori. Siamo in tempo per segnalare il buonissimo 6,82 della lunghista Hanaoka (inficiato nella regolarità dal vento), che in ogni caso ha lasciato ad oltre venti centimetri l'affermata specialista americana bianca Upshaw. Fine del bollettino da Osaka con la prima gran martellata di Zhang Wenxiu a 72,36 (la cinese è ancora junior, nonché primatista mondiale di categoria), e secondo k.o. stagionale per l'olimpionica Kuzenkova dopo quello patito a Mersin nella Coppa Europa riservata ai lanci. Fine del report da Osaka con la vittoria di Justin Gatlin e della fidanzatina Allyson Felix nelle gare dei 100 metri, rispettivamente in 10"15 e 11"30. Il campione olimpico ha avuto facilmente ragione del veterano Brian Lewis e dell'uomo di Barbados Obadele Thompson. La Felix ha dato un metro a Angela Daigle, nome in ascesa nella gerarchia della velocità femminile statunitense. Summit americano a Modesto Molte le presenze importanti in California per le Coca-Cola Modesto Relays: medaglie mondiali ed olimpiche e condimento da parte di giovani leoni hanno dato vita ad un meeting tecnicamente all'altezza delle precedenti edizioni. Tra i più attesi Jeremy Wariner, che dopo due sconfitte dalla bestia nera Williamson ha dominato in scioltezza i 400 in 45"16 dando oltre un secondo al secondo classificato, e Toby Stevenson, che qui l'anno scorso valicò i sei metri nell'asta, tornato protagonista con 5,85 davanti a Russ Buller (5,75). In evidenza anche Leo Scott con 10"06, Khadevis Robinson con 1'45"35 sugli 800 metri e soprattutto Anwar Moore, che conferma i recenti progressi scendendo a 13"23 sui 110 ostacoli. Sipario maschile col 20,87 di Godina davanti a Taylor (20,75) ed al solito Cantwell (20,68). Segnali di concreta ripresa per Chandra Sturrup, che non vinceva un cento metri in un meeting importante da due anni (11"29), ed ottima performance di Michelle Perry tra le barriere alte in 12"78. Agli archivi anche il mondiale stagionale nell'asta femminile di Jillian Schwartz (4,55), la sconfitta di Suzy Powell da parte di Kris Kuehl nel disco con un modesto 58,78, ed il 16,90 di Kenwood Bell nel salto triplo. Dischi caldi Non era necessario vestire i panni di Nostradamus per prevedere l'ingresso del discobolo estone Gerd Kanter nel club dei settantametristi, come accennato due settimane fa. L'evento si è verificato a fine aprile a Chula Vista, nell'area di San Diego, e non abbiamo avuto modo di riceverne la notizia in tempo per la scorsa edizione delle news internazionali. La misura raggiunta da Kanter è di 70,10, e nella stessa gara segnaliamo anche il 66,03 di Jarred Rome. Nello spazio della stessa giornata, si è replicato sulla medesima pedana: l'esito ha dato a Kanter la misura di 66,24. Un altro specialista dell'Estonia, Aleksander Tammert, sta vivendo un magnifico inizio di stagione. Dopo il debutto di fine mese in Texas con 67,93 ha replicato ad Arlington con 66,78 nel corso dell'UTA Open texano. Sulla veloce pista di Arlington va forte anche la velocista di Saint Kitts Virgil Hodge (nonostante il nome è una ragazza), 11"23 senza dettagli sul vento ma presumibilmente molto a favore. Piccoli paesi crescono Qualche record nazionale degli ultimi giorni relativo a paesi che assai di rado fanno notizia: la saltatrice di Santa Lucia Lavern Spencer ha valicato gli 1,90 in Florida, a Orlando. Ancora nel salto in alto femminile l'exploit della vietnamita Bui Thi Nhung, salita a 1,94 meno di una settimana fa a Bangkok, migliorandosi di sei centimetri. La Bielorussia in pedana Primo test interno del settore lanci della russia bianca a Brest: il campione mondiale del peso Mikhnevich è stato sconfitto al debutto da Pavel Lyzhin (20,38 contro 20,15). Il martellista Shako ha migliorato il personale fino a 77,59, mentre nei concorsi femminili la ventenne Smolyachkova ha lanciato il martello a 67,63, con altre due specialiste oltre i 65 metri. Nel peso 18,03 per Natalya Kharaneko davanti all'eptatleta Yepimashko, che ha ottenuto un ottimo primato personale con 17,78. In rampa di lancio anche l'atletica polacca: a Bialystok subito 20,42 del pesista Majewski e 17,74 della Zabawska. A Bogatynia test su distanze spurie: in sei vanno sotto i 33"73 sui 300 metri preannunciando una staffetta 4x400 al passo con la tradizione della nazionale polacca (il migliore è ancora Mackowiak con 33"21), mentre l'ostacolista Plawgo migliora il primato polacco dei 600 metri in 1'16"03. Il club greco Prima tornata dei societari greci, in varie sedi: il risultato migliore è da attribuire al popolare martellista Papadimitriou (78,28), ma degni di menzione sono anche l'11"12 ventoso della sprinter Karastamati, sorprendente medaglia di bronzo ai recenti campionati europei indoor, il 49”93 di Iakovakis sugli ostacoli ed il 6,77 (ventosissimo) della Pilatou nel salto in lungo. Novità assoluta a certi livelli il nome del giavellottista Filippidis (finalista ai mondiali junior di Grosseto), che a Edessa ha polverizzato il personale con un lancio di 79,42. Osservatorio americano In rapida successione le cose migliori dall'attività in territorio statunitense nell'ultimo fine settimana, intensissima e che raggiungerà l'apice della densità nel corso dei prossimi venti giorni: Lashinda Demus, già iridata junior e primatista mondiale di categoria sui 400 ostacoli, ha ottenuto i risultati di maggior significato tecnico dell'Orange & Purple Classic di Clemson, doppiando tra le barriere in 13"09 e 55"23. In Georgia il meeting ad inviti di Athens ha conosciuto un'altra doppietta di valore, quella realizzata dal velocista Trell Kimmons, iridato a Grosseto con la staffetta da record mondiale junior lo scorso anno, autore nella velocità di 10"22 e 20"46. Dallo stesso meeting secondo gran lancio stagionale del giavellottista Greer, lontanissimo a 85,75, e sconfitta dell'ex-campione del mondo Moncur sui 400 (45"96 contro il 45"53 di Milton Campbell). In Nebraska guadagna centimetri il Golia inglese, Carl Myerscough, autore di 20,06 nel peso dopo il debutto della scorsa settimana, ed ancora dai lanci il buon 63,53 di Rebecca Breisch nel disco. Da Eugene fa clamore sui media americani il primato nazionale junior di Galen Rupp sui diecimila (28'15"52). Per una curiosa coincidenza il giorno dopo è caduto anche l'omologo record femminile, ad opera di Lindsay Scherf, che a New York ha corso in 32'51"20, limite nazionale under 20. Torniamo per un momento al Jesse Owens Classic di Columbus, per segnalare gli ottimi riscontri di Rachelle Boone, ora signora Smith, nella velocità: 11"21 e 22"74 con vento nella norma. Oltre il consentito la brezza che ha altresì lanciato il lunghista di origine africana Okie Giwa-Agbomeirele ad 8,17. Tra i Seminole Il Seminole meeting di Tallahassee, in Florida, evento che prende il nome dalla tribù pellerossa, ha riportato Erin Gilreath di nuovo a ridosso dei 70 metri: la martellista ha ottenuto la misura di 69,90 che le ha dato la vittoria sulla consueta compagna di gare Candice Scott (67,60). Nello sprint notevole 20"33 di Brian Dzingai (Zimbabwe), in una gara che per la prima volta porta ad una certa notorietà anche Robin Edwards (20"69), mai sceso sotto i ventuno secondi in carriera (addirittura 21"41 di personale prima della gara di sabato scorso). Chiusura con il Seminole Twilight con il nuovo over-20 nel peso di Garrett Johnson (20,13) e col ritorno ad un crono accettabile da parte di Kim Batten, 36 anni, 56"21 alla terza gara della stagione sui 400 ostacoli. L'ultimo meeting in ordine di tempo del week-end americano, quello di Durham, ha invece confermato la buona vena di Bershawn Jackson, che sempre sui 400 ostacoli ha corso in 48"62. Made in China Yang Yaozu, sprinter cinese passato da qualche tempo sotto le cure di Michael Johnson, ha gareggiato nel Texas caro al recordman mondiale dei 200 e dei 400 metri. Per lui 10"20 e 20"84, ventosi, ed il primo condito dalla sconfitta patita dal giamaicano Slowly, che a dispetto del nome non va granché lento in 10"16. Ultimo appunto dagli USA, il 59,03 della giavellottista lituana Stasiulionyte a Northridge, primato personale. Un lampo nero Il ventenne sprinter nigeriano Olusoji Fasuba, che a Nairobi ha corso in 10"09 sabato scorso. Fasuba gareggia poco, fa fugaci apparizioni in Europa ma lascia spesso il segno. Nella capitale kenyana anche il primo 1500 di qualità della stagione, e per di più in quota: il diciottenne Choge segna 3'34"8 davanti a Simotwo (3'35"5) e a Daniel Kipchirchir Komen (3'35"7). Inversione di tendenza Non c'è da illudersi: è un fatto episodico ma fa notizia la vittoria tutta europea ad Edinburgo di Juan Carlos de la Ossa e Jelena Prokopcuka nella 10 chilometri caledoniana di domenica scorsa. Lo spagnolo e la lettone hanno battuto rispettivamente l'ugandese Kiprop e l'ex-olimpionica Derartu Tulu. De la Ossa è stato protagonista della stagione del cross, mentre la Prokopcuka ha vinto a fine gennaio la maratona di Osaka in 2h22'56", a lungo migliore prestazione mondiale stagionale prima della discesa di Paula Radcliffe a Londra. Kenyani a Berlino Nella gara che l'anno scorso fruttò il World Best dei 25 chilometri su strada, nessun record ma identico tema a dodici mesi di distanza: Luke Kibet in 1h13'51" ha preceduto altri nove kenyani nella classifica della classica berlinese. Nelle prime posizioni della gara femminile le incursioni al secondo posto dell'etiope Arissi ed al quinto della russa Afonyushkina. Vittoria, manco a dirlo, per la kenyana Rose Cheruiyot in 1h24'26". Nessuna meteora Ai campionati del golfo del Bahrain conferma del valore del saltatore saudita Al-Khuwailidi, assurto alla notorietà per l'8,44 ottenuto alla Mecca alcune settimane fa: 8,17 è il nuovo riscontro, ma ancora più clamoroso è l'esito della gara di peso, dove il qataregno Al-Suwaidi, ben conosciuto da noi poiché ospitato nel centro tecnico di Schio, ha lanciato a 21,07. Come per altri risultati provenienti dall'area asiatica attendiamo conferme, ma il ventunenne gigante del Qatar ha queste misure nelle sue potenzialità. Un altro saltatore saudita di grande talento, Ahmed Fayez Al-Dosari (8,12 da junior nel 2002 ed ancora ventenne), ha invece dovuto alzare bandiera bianca a causa di ricorrenti seri infortuni. Notizie dalla navigazione in lungo e in largo Nell'infinito itinerare in rete alla ricerca di risultati da filtrare giungiamo in Israele per segnalare il debutto del campione europeo Averbukh, sconfitto dal connazionale Kholev a Tel Aviv (5,51 contro 5,41). Per Averbukh anche una gara di lungo in precedenza, con un riscontro di 7,07. Ad Oviedo 17,65 di Martina de la Puente nel peso, ed ancora per i lanci 79,12 del martellista tedesco Kobs in California. Debutto col botto per la bella velocista belga Kim Gevaert: raddoppia col record a Gand, dove debutta sui 400 e va subito al primato nazionale in 51"45. Gareggia anche nel lungo, con un mediocre 5,35. Al record sudamericano del disco è invece approdato l'argentino Jorge Balliengo, a Rosario mercoledì scorso, grazie alla misura di 64,69. In vista dei campionati del Sud America e dei mondiali di Helsinki, Balliengo si allenerà a Formia. Dalla Francia è il turno dei societari, alla seconda settimana: debutto a Laval per Manuela Montebrun (66,58), e buon 75,28 del martellista portoghese Vitor Costa a Franconville. Marcia a Lima La Coppa Panamericana di marcia tenutasi in Perù ha confermato il valore del giovane ecuadoregno Saquipay, accreditato di 1h19'21". Sorprendente anche l'esito cronometrico della 20 chilometri femminile, dove la salvadoregna Lopez si è imposta in 1h30'35". La grande atletica riparte dal Super Grand Prix di Doha, in Qatar, venerdì. Sabato il meeting di Santo Domingo intitolato all'astro dominicano Felix Sanchez. Ancora Grand Prix domenica, a Rio, e lunedì primo meeting europeo della stagione a Rehlingen. Marco Buccellato


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