Internazionale: l'imperatrice d'Africa



Si intensifica l'attività internazionale all'aperto, questa settimana protagonista in Africa, in Spagna e nel continente americano. Vedremo anche i risultati provenienti dalla marcia e dal mondo delle corse su strada, dove si registra l'ennesima perla di Tirunesh Dibaba. Primatista mondiale indoor, iridata di cross ed ora anche primatista su strada. Un impero al femminile in quell'impero straripante che è l'Etiopia. Show africano a Dakar Il meeting di Dakar ha importato molti atleti provenienti dalle recenti riunioni sudafricane ed altri, alcuni dei quali blasonati, all'esordio stagionale. I migliori risultati tecnici sono stati conseguiti dal lunghista Badji, che dopo il buon avvio di stagione da triplista si è ripresentato nella specialità preferita raggiungendo, pur se aiutato da un vento troppo generoso, la misura di 8,30, e dallo sprinter ghanese Abdul Aziz Zakari, velocissimo sui cento metri in 10"02 (vento 2,6 metri al secondo) davanti al portento nigeriano Olusoji Fasuba (10"08). Bel cast sui 400 maschili, vinti dal fortissimo Nyongani (Zimbabwe) in 45"72 davanti al ragazzino sudanese Nagmeldin (45"96), in una gara che annoverava al via il bronzo olimpico dei 400 ostacoli Keita (quinto in 46"19) ed il mauriziano Milazar (quarto). Ancora, alcune medaglie d'oro del recentissimo passato: Francoise Mbango ha gareggiato nel lungo (terza con 6,02), la senegalese Thiam (ex-iridata dei 400 metri) ha corso e vinto in 52"52, ed il campione del mondo di salto in alto Freitag ha valicato la misura di 2,28. Outdoor USA: ecco Wariner.. Qualche buon risultato nella sterminata attività americana, ormai pienamente avviata: l'80,85 del martellista slovacco Charfreitag nell'Arlington Invitational (i martellisti hanno però gareggiato a Dallas) è stato il risultato di maggior spessore tecnico in una manifestazione che ha riportato in pista il campione olimpico dei 400 metri, il bianco Jeremy Wariner, che si è esibito sulla distanza dei duecento, correndo la sua serie (con eccessivo favore di vento) in 20"52. Il compagno di università di Wariner nella scorsa stagione, il nero Darold Williamson, col duellò per tutta la scorsa primavera con il futuro oro olimpico, ha invece corso una delle serie dei 400 vincendo in 46"01. Si è rivista anche Sanya Richards, rientrata con un 22"89 ventoso sui 200, mentre i cento metri sono andati alla giamaicana Bailey, che sempre col beneficio delle condizioni atmosferiche ha corso in 11"21. Segnaliamo da Berkeley la terza vittoria stagionale di Giulia Urlando, che ha scagliato il martello a 54,42 nell'incontro tra le università di California, Illinois e Nevada. Per restare in tema di lanci ecco il primato indiano nel lancio del disco di Vikas Gowda, che nel North Carolina ha ottenuto la misura di 64,69. Bene ancora Amber Campbell (68,33 nel martello) e debutto outdoor per il quattrocentista ad ostacoli Bershawn Jackson sul piano (46"57). ..e Clement A El Paso è salito al personale di 2,31 il saltatore in alto Kyle Lancaster, mentre ad Atlanta lo Yellow Jacket Invitational ha ospitato l'esordio di LaShinda Demus, iridata mondiale junior sui 400 ostacoli a Kingston, che ha dato il primo assaggio alla pista in 56"53. Bene Chaunte Howard nell'alto (1,92) e lo junior Walter Dix (fresco recordman indoor con 20"37), che ha corso i 100 metri in 10"13 ventoso. Ancora da Atlanta il 39"22 della staffetta della Florida con Kerron Clement (neoprimatista mondiale indoor dei 400) in ultima frazione, ed i venti metri esatti di Reese Hoffa nel getto del peso. A Starkville, nel circuito universitario, si è rivisto Steve Mullings, il giamaicano fermato alla viglia dei Giochi a causa di un test antidoping positivo per testosterone prima dei Giochi: 10"06 e 20"68 (con vento eccessivo) per lui nel Bulldog Invitational. Il feroce Saladino Porta un cognome che rimanda a leggende secolari la sorpresa del week-end appena trascorso, ma non è saraceno e tanto meno feroce: è il lunghista panamense che di nome fa Irving, che dopo i buoni esordi stagionali del scorso mese, ha centrato sabato scorso a San Paolo del Brasile uno straordinario 8,51 che va interpretato, in quanto ottenuto con vento sì oltre la norma, ma "appena" di 2,3 metri al secondo. Nella serie, Saladino ha trovato anche il primato di Panama con vento quasi nullo (0,3 m/s), raggiungendo la misura di 8,18. Lo scorso anno ottenne 8,12 nell'altitudine di Bogotà sfruttando un vento quasi al limite (1,9 m/s). I miglioramenti sono perciò innegabili, ed in condizioni di vento entro la norma il salto vincente di Saladino può essere ragionevolmente stimato attorno agli 8,35-8,40. La gara è stata la migliore vista in Brasile negli ultimi anni: la classifica snocciola anche l'8,16 di Rodrigo de Araujo (troppo vento e un miglior salto legale di 8,01) e l'8,15 (regolarissimo) di Rogerio Bispo, già oltre gli otto metri alcuni giorni fa. Quarto l'ex-numero uno del salto do Brasil, Nelson Ferreira, di nuovo ad otto metri esatti. Coppa Europa dei 10000 metri a Barakaldo La grande prestazione di Juan Carlos de la Ossa ha nobilitato tecnicamente l'edizione 2005 dell'ex-challenge europeo dei diecimila metri. Il suo 27'27"80 si posiziona al numero diciotto nel top 20 europeo di sempre sulla distanza. Sul podio altri due spagnoli, Castillejo e Serrano (classifica a squadre senzsa storia, davanti al Portogallo). Le posizioni si sono invertite nella competizione femminile: Portogallo campione e Spagna seconda, con vittoria individuale per la tedesca Sabrina Mockenhaupt in 31'31"28. Entrambi i risultati dei vincitori sono ovviamente anche mondiale stagionale. Olimpionici a braccetto La seconda tappa del Challenge IAAF di marcia si è tenuto in Portogallo, a Rio maior, sabato scorso: vittorie per Francisco Fernandez, argento olimpico, in 1h19'02" e per la sorprendente bielorussa Margaryta Turava a tempi di primato nazionale in 1h27'19". Sono buone le notizie per gli azzurri: Ivano Brugnetti ha marciato in 1h22'50" dimostrandosi sulla via del recupero completo dopo il tribolato inverno. Per l'olimpionico di Atene un dodicesimo posto, curiosamente la stessa posizione conseguita dall'altra olimpionica dei 20 chilometri, la greca Tsoumeleka. La gara femminile, dominata dalla Turava, ha visto la buona prestazione di Elisa Rigaudo, classificatasi sesta in 1h30'48", preceduta anche dalle solite cinesi di avvio stagione Hongjuan, Liping e Yanmei, e dalla romena Stef-Iovan. Presente anche Alessandro Gandellini, quindicesimo in 1h23'27". La corsa dei Kirui La settima edizione della Hervis Half Marathon di Praga è stata vinta a tempo di primato dal kenyano Silas Kirui, autore di 1h01'07", che è anche primato personale. A 38 secondi è giunto secondo l'altro kenyano Stanley Kipkosgei Salil (classe 1986). Omonimia al femminile, con Susan Kirui vincitrice in 1h12'49" davanti a Jennifer Lungakwiang (a meno di non sbagliare dovrebbe trattarsi di Jennifer Chesinon, vincitrice a Carpi nel 2003). Le condizioni ambientali ideali hanno favorito l'afflusso di un pubblico numerosissimo per la mezza maratona di Berlino, vinta trionfalmente al femminile dalla tedesca ex-romena Zaituc in 1h11'04", davanti alla sorprendente coreana Lee Eun-Jeong ed alle "sorprese" kenyane: Onwanza, Jerotich e Ptikany. Senza storia la classifica maschile, Kenya come da tradizione: vince Paul Kimugul in 1h01'04" (recentemente vittorioso a Dongio, in Svizzera, e compagno di allenamenti di Paul Tewrgat), a seguire Joseph Ngolepus, il solito Kigen, Kipyego (visto alcune stagioni fa nella maratona di Napoli), Kandie, Charlie Ngolepus ed un grande come Patrick Ivuti. La miniera Ricca ed inesauribile quella che sforna in continuazione corridori kenyani, che hanno trovato un altro degno rappresentante in Stanley Leleto, venti anni: a Zurigo ha soprendentemente vinto la locale maratona in 2h10'16", migliorandosi di oltre sette minuti. Grande exploit anche per il secondo classificato, Eric Nzioki (2h10'33" con un miglioramento di cinque minuti e mezzo sul precedente personale) e per il tanzaniano Bayo, terzo in 2h10'44", alla seconda maratona stagionale dopo quella corsa in gennaio a Dubai. Quarto il primo europeo, lo svizzero Roethlin in 2h10'59". La connazionale Claudia Oberlin ha vinto la corsa femminile in 2h34'38". All'inseguimento della Radcliffe Dopo aver salvato per il rotto della cuffia il primato del mondo sui 10 chilometri su strada la scorsa settimana a New Orleans, cui aveva seriamente attentato Isabella Ochichi, Paula Radcliffe dovrà rassegnarsi a dividere in coabitazione l'altro primato su strada da lei detenuto, quello dei cinque chilometri, eguagliato ieri dalla sempre più straordinaria Tirunesh Dibaba, che a Carlsbad, in California, ha corso in 14'51", lo stesso tempo segnato dall'inglese a Londra nel 2003. La stessa Ochichi era in gara, ed ha chiuso seconda dietro l'etiope che recentemente si è laureata due volte campionessa mondiale di cross, oltre ad aver stabilito, nella stagione indoor, il nuovo record del mondo sui 5000 metri. A Dejene Berhanu i 5km maschili in 13'10", davanti a Craig Mottram a Shadrack Kosgei. Dominio eurokenyano nella Cherry Blossom di Washington (dieci miglia): la romena Nuta Olaru ha strabattuto la russa Alevtina Ivanova e l'ucraina Hladyr, mentre nella classifica maschile nove dei primi dieci specialisti sono nati in Kenya. Vittoria a John Korir (non John Cheruiyot Korir, più giovane di sei anni, che ha chiuso al quinto posto), davanti a Reuben Chebii ed Ernest Meli kimeli. Chiudiamo con le corse su strada annoverando i successi di John Kibowen (27'50") ed Eunice Jepkorir (32'19") nella 10 chilometri di Brunssum, in Olanda. Da domani il via alle Texas Relays di Austin, e nel week-end le maratone di Parigi e Rotterdam, succoso antipasto della madre di tutte le maratone, l'eccezionale Flora London Marathon in programma la settimana successiva, e della quale parleremo martedì prossimo, a pochi giorni dallo start. Marco Buccellato


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