Internazionale: grandi maratone, e ora Londra



A partire da oggi la rubrica internazionale riprende la consueta cadenza settimanale del tardissimo lunedì sera. In primo piano, questa settimana, la ricchissima attività su strada con alcune delle grandi maratone primaverili, la stagione americana in pista e la marcia. Il mondo in strada: Parigi Shami non perde un colpo: di fronte a duecentomila spettatori (!) la trentunesima edizione della maratona parigina ha premiato l'ex-kenyano Richard yatich, ora qataregno con il nome di Mubarak Hassan Shami. L'uomo che vinse a Venezia due anni fa ha tessuto una gara di prim'ordine, nonostante la temperatura elevata e l'umidità, portando il mondiale stagionale a 2:07:19, primato nazionale. Shami era alla quinta maratona della carriera e, particolare non da poco, è imbattuto sui 42 chilometri. La corsa femminile è stata vinta dall'etiope Magarsa Askale Tafa in 2:25:07, che ha preceduto la russa Gulnara Vygovskaya (2:28:54), capace di migliorarsi di sette minuti rispettoal precedente primato personale. Sauna Rotterdam Caldo eccessivo anche nella città olandese, per la ventisettesima edizione della Fortis Marathon: ha vinto il 34enne Joshua Chelanga in 2:08:21, mentre Hiromi Ominami ha trionfato tra le donne in 2:26:37. A causa della calura e del sole gli organizzatori hanno fermato la gara dopo tre ore e mezza, proteggendo i partecipanti non ancora arrivati al traguardo da colpi di calore. Kuzin-exploit A Linz, invece, sorpresissima con il gran 2:07:33 ottenuto dall'ucraino Olexandr Kuzin, quinto a Roma la scorsa stagione, che ha centrato l'undicesima prestazione europea di tutti i tempi, a meno di un minuto dal primato europeo di Antonio Pinto. A Nagano, in Giappone, Nephat Kinyanjui ha bissato il successo della scorsa stagione, ma con un modesto 2:13:32. Con 2:27:49 la russa Alevtina Ivanova ha ottenuto la migliore prestazione europea dell'anno, vincendo sull'etiope Tune e sull'altra russa Morgunova. Boston bagnata Come visto, la classicissima del Massachusets è stata inficiata nel suo valore tecnico dalle condizioni metereologiche; la vittoria femminile, nemmeno tanto a sorpresa visti i precedenti vittoriosi di Austin e soprattutto Parigi e Los Angeles, è stata di Lidiya Grigoryeva (33enne russa da 2:25:10) col tempo di 2:29:18. La russa, terza ai recenti europei svedesi sui 10000 metri, ha superato la celebre lettone Prokopcuka, seconda in 2:29:48, che ha confermato il piazzamento della scorsa stagione, ma che ha parzialmente deluso se si pensa al più recente trionfo newyorchese. Pioggia o no, si sono espresse sottotono altre due protagoniste dai grandi numeri, la kenyana Rita Jeptoo Sitienei, che veniva dal 67:05 della mezza maratona di Lisbona, e la statunitense Deena Kastor, ex-Drossin, lo scorso anno al successo a Londra con la migliore prestazione mondiale stagionale. Tra gli uomini terzo successo, secondo consecutivo, di Robert Kipkoech Cheruiyot (2:14:13) su James Kwambai e Steve Kiogora. Chi ha seguito la gara in televisione avrà notato con curiosità i due semisconosciuti che hanno fatto, per un bel po', gara a sé. Si tratta di Josephat Ongeri, che vantava come primato personale 2:17:58 ottenuto nella maratona messicana di Torreon di due anni orsono (ma anche un 1:02:02 nella mezza di Nizza di tre stagioni fa) e di Jared Nyamboki, al debutto sui quarantadue chilometri, conosciuto finora grazie a delle mezze maratone corse in Francia (1:03:03 il miglior riscontro), e che non gareggiava da due anni. Ma quale record Aveva annunciato da mesi l'attacco al record mondiale della mezza maratona (nel frattempo migliorato per due volte da Samuel Wanjiru), ed inveceil campione del mondo di cross e di corsa su strada Zersenay Tadesse non ha fatto meglio di 1:01:26, domenica scorsa a Caceres, la sede predestinata per il tentativo da primato. Secondo Cuthbert Nyasango (Zimbabwe) con 1:02:04 e terzo l'eritreo Yared Asmeron (1:02:04), autore di 1:00:28 quindici giorni fa sempre in Spagna. Walnut Molti i motivi d'interesse destati dalle classiche Mt. SAC Relays californiane: in ordine cronologico, a partire dalla prima delle tre giornate di gare, segnaliamo il primato USA sui 5000 di Shalane Flanagan, una mezzofondista che in questa stagione ha trovato una dimensione di prim'ordine, a cominciare dalla brillantissima stagione indoor (8:33.25 sui 3000 a Boston): la biondina del Colorado ha migliorato il vecchio limite di Regina Jacobs, portandolo a 14:44.80. Anche sui cinquemila maschili si è fatto sul serio: il messicano Barrios (che nella goirnata conclulsiva andrà a vincere anche il miglio in 3:58.18) si è imposto in 13:11.87, mondiale stagionale, precedendo l'ex-siepista Tony Famiglietti (13:11.93) e l'altro messicano Galvan (13:12.18). Nella giornata conclusiva, aperta con il 69.25 di Brittany Riley nel martello femminile, ecco sfilare di seguito il 6.82 di Akiba McKinney nel lungo, la conferma della ritrovata vena di Angelo Taylor (49.40 sui 400 ostacoli), il 20.33 di Mike Mitchell ed il 51.74 di Allyson Felix, al debutto stagionale. Nella seconda parte del pomeriggio le battute finali ed alcuni numeri da annotare, ad iniziare dall'80.36 del martellista slovacco Charfreitage dall'8.15 di Dwight Phillips nel salto in lungo. Dai concorsi 20.58 del pesista canadese Armstrong e due gioie per i messicani: 5.81 di Giovanni Lanaro nell'asta e 2.30 di Martinez nell'alto. Per finire la velocità: nelle serie dei migliori vittorie di Chris Williams (10.12 ventoso) su Wallace Spearmon e della solita Jeter (11.16) sulla campionessa USA indoor Roseby (11.25). Per concludere 12.75 di Jenny Adams (ventoso) sugli ostacoli e "solo" 39.11 della 4x100 giamaicana di Asafa Powell. Primi, con 38.30, i velocisti dell'Arkansas Kimmons, Spearmon, Gay ed Armstrong, ex-statunitense ora trinidegno. C'è stato spazio anche per le gare di velocità destinate agli atleti Master. Sui 100, per chi lo ricorda dopo tanti anni, ecco vincere Marty Krulee, un raro interprete bianco dello sprint che ai suoi tempi corse in 10.19 e 20.30 e che rappresentò gli States in molti incontri internazionali negli anni '80: a cinquant'anni suonati, ferma ancora i cronometri ad 11.54. Al sole della Florida Walnut a parte, i risultati migliori si sono avuti nel Miami Invitational di Coral Gables: l'ormai trentunenne bahamense Ferguson ha centrato il miglior tempo della stagione sui 100 metri con 11.14, beneficiando di un vento al limite della regolarità, e lo stesso ha fatto la giamaicana Facey, che ha scardinato la trinidegna Baptiste dallavetta delle graduatorie correndo in 22.77, battendo nientemeno che Lauryn Williams. A Coral Gables si sono rivisti anche l'ostacolista Cherry (12.89) e Kerron Clement, l'uomo che nelle previsioni di molti è l'atleta candidato a battere l'ormai vecchio primato del mondo di Kevin Young sui 400 ostacoli. L'ex-campione del mondo junior si è destreggiato nella velocità, vincendo entrambe le gare con 10.23 e 20.49. Presente anche la novità d'inizio stagione degli ostacoli alti, Linnie Yarbrough, di nuovo a livelli eccellenti con 13.37. Gli altri meetings USA Dalle altre riunioni del fine settimana: ad El Paso debutto nella velocità dell'antillano Martina, dopo il fuori programma sui 400 di quindici giorni orsono. Per lui 20.35 con vento contrario. Sempre ad El Paso la lunghista bianca Upshaw ha esordito con 6.68. Torna a tuonare in Georgia il talento della martellista argentina Jennufer Dahlgren, che sabato scorso ha portato il primato sudamericano prima a 72.17 ed infine a 72.94. A Tempe, ancora per i lanci, 18.03 della giovane Stevens nel peso, dieci centimetri più lontano di Jessica Pressley. Ancora dal peso, 18.09 della nigeriana Chukwuemeka ad Azusa. Vecchie glorie: ancora da Azusa il ritorno di Kareem Streete-Thompson, ormai da anni lontano dalla forma dei giorni migliori, che corre i 100 in 10.56, e la seconda apparizione di Larry Wade dopo il ritorno dalla sospensione: per lui solo 13.80 a distanza di una settimana dal 13.73 d'esordio. In Arizona va forte anche Gregory Nixon (20.62 e 45.51) e torna a centrare i venti metri Johnny Godina, battuto però da Ryan Whiting per sette centimetri. La pioggia che cancella A Knoxville, la giornata conclusiva delle Sea Ray Relays è andata in malora per il maltempo, che ha costretto gli organizzatori a cancellare ben tredici gare in programma, lo stesso infame destino che ha guastato la festa delle Texas Relays di Austin una settimana fa. Hanno fatto appena in tempo a fare bella figura le quattrocentiste (Shana Cox 51.81, la Danner-Wineberg 51.82 e la Trotter 52.01), ed il solito Bershawn Jackson (45.61). Il vento che esalta Se la pioggia ha rovinato più di una manifestazione (la scorsa settimana ne sono state cancellate per intero più di una), il vento ha aiutato i discoboli nelle Hawaii: Suzy Powell ha portato il primato degli Stati Uniti a 67.67 (e Rebecca Breisch ha sbriciolato il personale con un lancio di 66.06), e Ian Waltz ha trovato il mondiale stagionale con 67.30. Marcia Archiviata la tappa portoghese del challenge IAAF con il gran successo di Ivano Brugnetti ed il quinto posto di Elisa Rigaudo, e l'ottagonale di Podebrady, ecco il resto del panorama dalle ultime 48 ore: a Galati (Romania) si sono disputati i campionati balcani, con successi per il turco Celik (1:23:10) e la rumena Olaru (1:33:14). A Kobe ottima cinquanta chilometri di stampo orientale: vittoria per il cinese Zhao Chengliang con 3:44:26 sul giapponese Yamazaki (3:47:40) e l'altro cinese Li Jianbo (3:53:24). Brivido Londra Il cast previsto per domenica prossima, spaventoso per bellezza e qualità, lascia a bocca aperta: Felix Limo, Paul Tergat, Khalid Khannouchi, Haile Gebrselassie, Martin Lel, Hendrick Ramaala, Jaouad Gharib, Stefano Baldini, Benson Cherono, Hicham Chatt, Marilson Gomes dos Santos, Jon Brown, Mebrathom Keflezighi e Juan Carlos del la Ossa (al debutto sulla distanza) iscritti nella gara maschile. Zhou Chunxiu, Berhane Adere, Galina Bogomolova, Constantina Tomescu-Dita, Gete Wami, Susan Chepkemei, Lornah Kiplagat, Lyudmila Petrova, Benita Johnson-Willis, Salina Kosgei Mara Yamauchi e la debuttante Isabella Ochichi sono le elite runners della maratona femminile. Se il tempo porterà clemenza per gli atleti, né pioggia o vento e tantomeno un'eccessiva umidità, le chances di una gara-primato sono fondate. Nell’attesa della maratona di Londra e dell’attività in pista del prossimo fine settimana, sono disponibili le nuove graduatorie mondiali aggiornate a poche ore fa, dopo la conclusione della maratona di Boston. Marco Buccellato


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