Internazionale: da Russia ed USA le stelle del wee



La vetrina settimanale dedicata all'attività internazionale conta i primi risultati di rilievo, ad iniziare da quelli realizzati in Russia nelle ultimi tre giorni fino alle notizie provenienti dagli USA. Primo piano sulle indoor, poi attività su strada ed in pista, ed infine il cross. Olé Olesya Primo squillo della stagione indoor: giunge dalla Russia ad opera di Olesya Krasnomovets, bella e potente quattrocentista allenata da Vladimir Kazarin, che ha siglato la nuova miglior prestazione mondiale di tutti i tempi sui 500 metri. L'impresa risale a sabato scorso, nell'impianto di Yekaterinburg, nell'ambito edlla "Christmas Cup": il crono di 1'06"31 migliora il precedente limite appartenente a Natalya Nazarova (1'07"36) stabilito a Mosca esattamente due anni fa. Anche Olga Zaytseva, campionessa europea under 23 in carica, è scesa sotto il limite della Nazarova, correndo in 1'06"95. Non contenta, la Krasnomovets ha centrato nello stesso giorno anche la terza prestazione di sempre sui 300 metri (36"30), davanti ad una brillantissima Pospelova (36"64, ora sesta di sempre). Ecco i saltatori Ancora da Yekaterinburg altri eccellenti risultati: nell'alto maschile Andrey Tereshin ed il ventenne Ivan Ukhov hanno risolto la gara sui 2,31 (vittoria al più esperto Tereshin), la migliore d'inizio stagione (Silnov e Fomenko hanno superato entrambi i 2,28). Sui 60 ostacoli Igor Peremota ha centrato il mondiale stagionale con 7"58, ed il kenyano ventunenne Collins Kosgei si è imposto sui 3000 in 8'02"32. Mondiale stagionale anche nello sprint femminile, grazie al ritorno di Yuliya Tabakova, che ha debuttato in 7"14 davanti alla quarantenne Khabarova, ancora in vista con 7"28. Molto bene anche il mezzofondo: Yuliya Chizhenko ha ottenuto 2'37"78 sui 1000 metri e Yelena Kanales ha addirittura migliorato il primato russo sui 2000 metri in 5'39"15, migliorando il limite nazionale di Olga Yegorova e portandosi al quinto posto nelle liste all-time di specialità. Marcia: pur essendo stata eliminata dal programma delle manifestazioni ufficiali indoor da alcune stagioni, l'attività del tacco e punta in sala prosegue ed in particolar modo in Russia. A Yekaterinburg due big si sono dati battaglia sui cinque chilometri: l'ha spuntata Ilya Markov in 18'48"76 davanti al plurimedagliato spagnolo Fernandez (18'54"). Il giorno precedente, venerdì, si era marciato nel Rodionova Memorial di Chelyabinsk, dove era impegnata una buona parte della top class russa: vittoria ad Aleksandr Yargunkin in 19'05"9 davanti al promettente diciannovenne Prokhorov (19'20"6) ed a Vladimir Stankin. Ukhov sale ancora A poche ore fa risale lo svolgimento del "Lukashevich Memorial", tenutosi anch'esso a Chelyabinsk, e dedicato al salto in alto. Ivan Ukhov ha confermato lo stato di grazia mostrato a Yekaterinburg salendo a 2,32, davanti a Mikhail Tsvetkov (2,30) ed al sempre più regolare Silnov (ancora 2,28). Tereshin, vincitore sabato nella Christmas Cup, si è dovuto accontentare del quinto posto sulla quota di 2,24. Yekaterina Savchenko, alla terza apparizione della stagione, ha vinto con 1,92 la gara di alto femminile. La Savchenko altri non è che Yekaterina Aleksandrova (1,98 di personale indoor), che gareggia da poche settimane con il cognome del marito. Jennifer sulla luna Lo scorso anno fu la sorpresa dei campionati statunitensi indoor, vincendo pressoché sconosciuta il titolo del salto con l'asta. Ex-cestista e studentessa di psicologia infantile, Jennifer Stuczynski ha stupito ancora domenica a Toronto, nel corso dello "Sharon Anderson Memorial", salendo addirittura a 4,62, undicesima performance di sempre e migliore prestazione mondiale stagionale. La giovane specialista americana è approdata al salto con l'asta da appena un anno e mezzo, e già un mese fa, sempre a Toronto, aveva sensibilmente migliorato il primato personale con 4,41. Alta e determinatissima combattente (chi la segue la ricorda sul parquet del basket, in campo con un piede rotto), la nuova stella dell'asta made in USA vive a Churchville, sta per firmare un contratto con la Nike ed è stata ingaggiata per l'appuntamento più eccitante dell'atletica indoor statunitensedella stagione, i Millrose Games di New York, che si terranno al Madison Square Garden il prossimo 3 febbraio. Indoor britanniche Si è gareggiato in parecchie sedi: le cose migliori sono arrivate da Bath, città del Wessex che l'Unesco ha inserito nell'elenco che comprende i siti Patrimonio dell'Umanità. La località è nota fin dal remoto passato per le sue sorgenti termali, ed in tempi più recenti la fama si è accresciuta per la splendida architettura in stile georgiano e, per ragioni parimenti artistiche, per aver dato i natali al musicista Peter Gabriel. Domenica l'impianto di Bath è stato teatro della doppia impresa di Jason Gardener, numero uno dello sprint europeo in sala, che ha migliorato per due volte il limite britannico dei cento metri al coperto, correndo prima in 10"30 e poi in 10"29 (precedente 10"34 di Mark Lewis-Francis), settima prestazione di sempre, riferendosi naturalmente alle gare indoor. Sempre Gardener ha corso due sessioni sui 60 metri, vincendo in 6"65 e 6"63. Francesi di ritorno, Italia in movimento Dopo la maternità ecco il rientro di Muriel Hurtis, stella nera dello sprint transalpino. Il "comeback" è avvenuto a Nizza sulla distanza dei 50 metri, nel poco promettente tempo di 6"45. Altro ritorno, inatteso dopo l'annuncio del ritiro dalle competizioni, quello di Jean Galfione: l'eroe di Atlanta si è tuttavia fermato a 5,20 in una gara disputata venerdì a Brest. In tema di asta, ma in Spagna, debutto stagionale di Naroa Agirre, che a San Sebastian ha valicato i 4,30. Sempre a Nizza successo di Marina Caneva con 1,75. Restando in tema-Italia, ed ancora nel salto in alto femminile, riportiamo il buon 1,88 del debutto stagionale di Antonietta Di Martino, nel primo meeting italiano della stagione tenutosi nell'impianto di Ancona. Il Giappone apre la strada Da Miyazaki l'ormai classico appuntamento di apertura della stagione su strada con la mezza maratona locale, andata a Mika Okunaga in 1h09'57" (interessanti i passaggi di 50'14" ai 15 chilometri e di 1h06'32" ai venti). Un duo kenyano ha completato il terzetto del podio: si tratta di due atlete che gareggiano per club locali, Jane Wanjiku e Ruth Wanjiru. Per loro 1h10'03" e 1'10'04". A seguire, dietro un folto drappello di specialiste giapponesi, spunta il nome di Lidia Simon, la romena che vinse l'anno scorso proprio la mezza di Miyazaki. Modesto il suo tredicesimo posto in 1h11'57", tuttavia da interpretare come test in vista della ben più prestigiosa maratona di Osaka, in programma l'ultima domenica di gennaio. Oltre a Lidia Simon, saranno della partita la stessa Okunaga, le altre giapponesi Ogawa, Shimahara, Asoshima e Obi e la celeberrima Catherine Ndereba, ex-primatista del mondo, assieme alla sorella Anastasia, nonché Jelena Prokopcuka, che nel 2005 vinse sia ad Osaka (in 2h22'56") che a New York (in 2h24'41"). A proposito di maratone, quella di Dubai, in calendario nei giorni scorsi, è stata posticipata al 12 febbraio a causa del lutto nazionale proclamato in seguito alla morte dello sceicco Al-Maktoum, emiro dello stato medio-orientale. Chiudiamo la parentesi stradaiola con la mezza maratona olandese di Egmond aan Zee, dove la vittoria ha arriso a Kamiel Maase in 1h03'29", perdippiù davanti al solito plotone di atleti africani (Wilson Kigen e Abiyote Guta ad un solo secondo, via via gli altri). Susan Chepkemei e Hilda Kibet hanno invece regolato con ben due minuti di distacco al traguardo le velleità della tedesca Susanne Ritter, reduce da buone prove in patria. Per la vincitrice 1h12'16", quarta la ben nota Worknesh Tola (Etiopia) in 1h14'28". Panorama outdoor: Kenya ed Australia A Nairobi si è registrato il ritorno del campione olimpico delle siepi di Sydney 2000, Reuben Kosgei, in uno dei precoci meeting del calendario nazionale 2006, anticipati in vista dei Giochi del Commonwealth di marzo. Kosgei si è imposto in 8'29"3, prestazione confortante sia per il periodo nel quale è stata ottenuta, sia per la ritrovata efficienza fisica dopo la lesione al tedine d'Achille che ha fermato l'atleta per un lungo periodo. Ottimo, sugli 800 metri, il comportamento del 20enne Ismael Kombich (visto anche a Nuoro nello scorso mese di luglio) che ha sensibilmente migliorato il primato personale correndo in 1'45"6 facendo corsa di testa. In Australia più che i risultati fa notizia il ritiro della martellista Brownyn Eagles, appena 25enne, che fu terza ai Mondiali di Edmonton a nemmeno ventun'anni. La Eagles (71,12 di personale), ha annunciato che al termine di un periodo senza impegni particolari, di circa sei mesi, riprenderà a studiare. Nell'atletica che continua ad avvicinarsi ai Giochi del Commonwealth, invece, appuntamento venerdì scorso a Hobart, con risultati modesti quali 20"98 di Daniel Batman sui 200 metri, 60.65 del discobolo Scott Martin, e con un solo gioiello, il 69,55 di Brooke Billett-Krueger nel lancio del martello. Cross: Africa senza rivali Il duplice appuntamento del fine settimana ha parlato di nuovo africano: a Belfast tripletta etiope nel cross femminile (Etalemahu Kidane, Alemu e Kasim), e misto kenyano-ugandese in quello maschile, grazie a Barnabas kosgei e Moses Kipsiro. Buono il ritorno in Europa dell'americano Ritzenheim, terzo a quindici secondi dal vincitore. Ad Amorebieta, in Spagna, ancora duopolio Kenya-Uganda: Abraham Chebii, argento mondiale del cross ed ottimo anche in pista ( fu brillante protagonista al Golden Gala di due stagioni fa), ha superato il talento Boniface Kiprop, quarto sui 10000 sia ad Atene che ad Helsinki. Senza le africane, spazio all'Europa nel cross femminile, con vittoria per Rosa Morato davanti alle sorelle britanniche Yelling. Nel prossimo week-end il ritorno di Tirunesh Dibaba, impegnata nel cross IAAF di Edinburgo, ed altre campestri in Spagna e Belgio, oltre all'attività indoor negli Stati Uniti ed in Europa. Nella sezione statistiche del sito sono già fruibili le prime graduatorie mondiali stagionali indoor, in calce alle quali sono stati inseriti gli ultimi risultati registrati nell'attività all'aperto. Marco Buccellato

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