Internazionale, Wanjiru a tempo di record del mond



La settimana internazionale si è conclusa con l'impresa del giovane Samuel Wanjiru, che ha migliorato il record del mondo della mezza maratona a Rotterdam. Prima di occuparci di lui, passiamo in rassegna le cose migliori offerte dalle finali del Grand Prix IAAF, che si sono svolte nel Principato di Monaco. Montecarlo, addio in gloria La stagione dei grandi meeting si è virtualmente conclusa con la "World Athletics Final" di Montecarlo, pur se nel calendario si succederanno a giorni gli appuntamenti di Shanghai e Yokohama. La kermesse monegasca non ha tradito le attese e sono state molte le performances di grande livello: alcune di queste si sono collocate ancora ai vertici delle rispettive specialità. La classica "finale" del Grand Prix emigrerà dal prossimo anno a Stoccarda. Se fra gli uomini le cose migliori sono state espresse nel settore della velocità ed in quello dei concorsi, a scapito di un mezzofondo povero di "chicche", tra le donne nessuna gara ha deluso, anzi: autentiche scheggie nello sprint breve, gazzelle nelle corse, acrobazie nei salti e tra gli ostacoli e lunghe gittate nei lanci hanno davvero offerto un grande spettacolo. Iniziamo proprio dalle gare femminili. Le finali della velocità hanno regalato grandi tempi su entrambe le distanze: sui cento metri la compattissima Campbell ha regolato di un nulla la francese Arron (10"92 contro 10"93), che è stata capace di migliorare ancora il primato stagionale. Sui 200 la Cambell ha ceduto solo ad una strepitosa Felix (22"27, un decimo meglio della giamaicana), con la Arron ancora capace di esprimersi ad alti livelli (22"43). Anche i 400, ultima frontiera della velocità, sono stati nobilitati dalla prove di Sanya Richards (49"54) davanti alla solita Darling (49"54). La bahamense ha vinto il confronto diretto nell'occasione più importante, ad Helsinki, dopo la vittoria nel "Prefontaine" di Eugene, in giugno, vedendo sempre le spalle dell'avversaria in ogni altra occasione, ad iniziare dalla strepitosa performance di Zurigo. Dibaba sconfitta Se i 1500 hanno visto di nuovo l'ex-etiope Maryam Yusuf Jamal (ora Bahrain) scendere sotto i quattro minuti, non meno valide sono state le altre prove nel settore del mezzofondo, tutte targate Africa: in vetrina soprattutto Meseret Defar, autrice della doppietta su 3000 e 5000 metri e soprattutto protagonista della sconfitta inflitta a Tirunesh Dibaba, superstar assoluta della stagione assieme a Yelena Isinbayeva. La Defar, rammentiamolo, si è laureata campionessa olimpica sui 5000 ad Atene dopo essere stata "ripescata" dai selezionatori etiopi; inizialmente quarta nelle scelte tecniche nazionali, venne inserita nel terzetto titolare per le Olimpiadi dopo l'esclusione della Adere. Nelle siepi, dopo la solita Inzikuru, le "nuove" specialiste della riviera hanno fatto vedere le cose migliori (le atlete, cioè, recentemente approdate ai 3000 siepi dopo un'intera carriera spesa in tutte le distanze del mezzofondo): parliamo della polacca Janowska, della giamaicana Hyman (primato del Centro America), della ungherese Toth (record nazionale) e della piccola russa Zadorozhnaya. Non da meno gli ostacoli: sui cento, pur se ancora davanti a tutte, Michelle Perry ha stavolta sofferto da vicino la furie giamaicane Foster ed Ennis, piombate sul traguardo a suon di primato stagionale, mentre sui 400 ostacoli l'americanina Demus ha finalmente inferto alla Nosova-Pechonkina una nuova sconfitta (dopo Bruxelles), la stessa che sognava di riservarle ad Helsinki. Lebedeva sorpresa Salti: ancora a due metri la Bergqvist, ed ancora un mondiale rimandato per la Isinbayeva, che ha fallito l'assalto ai 5,02. Un'altra regina della stagione, la più ricca di tutte (la Lebedeva) è stata sconfitta dopo essersi assicurata il bottino più grosso (il milione di dollari per la striscia vincente messa a segno in Golden League). A stupire è stata ancora la greca Devetzi, tornata con 14,89 allo standard che sfoderò con una certa sorpresa ad Atene lo scorso anno. La Lebedeva non è riuscita, all'ultimo triplo balzo, a riagguantare la vittoria per soli tre centimetri. Magdelin Martinez, con 14,24 (più un 14,18, un 13,95 ed un nullo) si è classificata settima. Nei lanci una sorpresa vanificata in extremis: la cubana Menendez, olimpionica e mondiale del giavellotto, nonché detentrice del primato del mondo, ha salvato la gara all'ultimo lancio (67,24), riprendendo per i capelli la tedesca Nerius, in odore di "colpaccio" grazie al 66,35 dcel terzo dei quattro turni di lanci. Zahra Bani, che rappresentava l'Italia, non ha trovato le traiettorie giuste per avvicinare i sessanta metri, ed ha chiuso all'ottavo posto (la serie: 54,25-54,90-55,02-53,44). Super-Moya Le gare maschili hanno trovato un grande protagonista nel cubano Moya, che ha migliorato per ben due volte il primato personale nell'alto, prima con 2,32, poi con 2,35, e nella straordinaria gara di lancio del giavellotto che ha concluso una stagione in cui questa spettacolare specialità è stata foriera di grandi risultati: ha vinto ancora Tero Pitkamaki con una gran misura (91,33) davanti ad un Thorkildsen mai visto (89,60! Primato norvegese e decimo risultato di sempre), senza dimenticare Makarov, ancora capace di lambire gli 87 metri, e l'eterno Zelezny, al primato stagionale con 83,98. Nello sprint, pur se condizionati dal vento contrario al rettilineo, le prestazioni sono state notevolissime: a contorno dell'eccezionale 19"96 di Tyson Gay, ha sorpreso il giamaicano Chris Williams, tornato ai livelli che lo videro sul podio mondiale con 20"19, e soprattutto finito davanti a Spearmon e Gatlin! I cento della domenica, orfani del campione mondiale ed olimpico (Gatlin, per l'appunto), sono stati corsi sul filo dei 10 netti da Marc Burns, un centesimo appena davanti a Zakari (la miglior stagione della sua carriera) e Dwight Thomas. La sorpresa è arrivata da Tyree Washington, che con un colpo di coda degno di alcune stagioni fa ha corso i 400 metri in 44"51 lasciandosi alle spalle molti primattori dei mondiali, come Brown, Simpson, Benjamin (quest'ultimo, con 44"56, ormai "vede" il limite europeo di Schoenlebe). Mancava tutto il podio dei mondiali eccetto Wariner, vero, ma la vittoria dello statunitense non esce ridimensionata dal confronto virtuale. Vento cattivo anche in faccia ad Allen Johnson, anche se sugli ostacoli l'impatto è maggiormente assorbibile, ed ennesima perla in 13"09, davanti all'amicone Arnold per un solo centesimo. Ostacoli grandi anche per il campione del mondo Jackson (48"05), che ha trovato avversari irriducibili nel giamaicano Thompson (48"09) e nel sudafricano Van Zyl (48"11, primato personale), uno che ha vinto i mondiali juniores quand'era ancora allievo e che con Clement rappresenta la "nouvelle vague" della specialità. Gianni Carabelli ha corso in 49"84, chiudendo in settima posizione. Nell'asta un solo salto buono per Giuseppe Gibilisco, l'ingresso in gara a 5,60, poi tre errori tecnici in fase discendente a 5,78. La finale del siracusano è valsa comunque il terzo posto dietro Bradley Walker (5,86 e tre vane rincorse ai 6,04 del record USA) ed il tedesco Lobinger, che ha valicato i 5,70 su cui l'azzurro ha scelto di "passare". Per concludere, la solita gara di lungo di Dwight Phillips: subito esagerato in avvio (8,46) e poi una collezione di nulli alla ricerca dei nove metri che sono nei suoi auspici. In chiusura anche un 8,33. La gara del lungo ha ritrovato il miglior Beckford della stagione, autore di 8,28 e di una serie comprendente anche un 8,20 ed un 8,17. Nei lanci, giavellotto a parte, Adam Nelson ha fatto registrare la terza prestazione mondiale dell'anno (le prime due sono di Johnny Godina) con 21,92, ed il lituano Alekna ha battuto per l'ennesima volta il numero due del mondo, l'estone Kanter, con un lancio di 67,64. Wanjiru superstar Aveva strabiliato a Bruxelles, nella prima gara "europea" della sua fresca carriera, coprendo i 10000 metri a tempo di primato del mondo junior in 26'41"75 nella gara del fantascientifico record mondiale di Kenenisa Bekele, ed ora Samuel Wanjiru, diciotto anni e dieci mesi, ha stupito di nuovo, centrando il limite mondiale della mezza maratona nella "Fortis Half Marathon" di Rotterdam, domenica scorsa. Il giovanissimo kenyano ha coperto la distanza in 59'16", appena un secondo in meno di quanto fece Paul Tergat alla Stramilano edizione 1998. Di questo ragazzo, che assieme all'altro formidabile "baby" Martin Irungu Mathati forma una eccezionale coppia di prodigi, parliamo dalla primavera dello scorso anno, quando iniziò a mettersi in luce nelle tradizionali gare di lunghe distanze in pista che si svolgono in Giappone, dove Wanjiru vive e si allena. Prima dell'exploit di Bruxelles aveva corso, nel 2005, ben quattro volte i diecimila metri e sempre con prestazioni inferiori ai 27'45", con il top di Shizuoka, in maggio, con 27'08". Nel 2004 aveva chiuso con un personale di 28'00"14. Nel 2002, a nemmeno sedici anni, aveva corso in 28'36"08, miglior prestazione mondiale relativa a tale limite di età. Domenica a Rotterdam Wanjiru ha superato una vecchia conoscenza, seppur ancora giovane, Patrick Ivuti, secondo in 59'47", mentre terzo in un'ora e quindici secondi si è classificato Paul Kimaiyo Kimugul. Quarto il conosciutissimo maratoneta Rodgers Rop, e dietro ancora nomi di un certo spessore nel panorama internazionale, quali Benson Cherono, Fabiano Joseph, John Yuda, Jimmy Muindi ed altri ancora. Cronometricamente c'è chi ha fatto meglio del 59'16" di Wanjiru: trattasi sempre di Paul Tergat, che in due edizioni della mezza maratona di Lisbona (la seconda volta nella stagione in corso) seppe correre in 59'06" ed in 59'10", ma la pendenza del percorso (nelle ultime stagioni è stata calcolata in 69 metri) ne ha impedito l'omologazione. Altre corse cittadine La maratona di Colonia è stata vinta dal kenyano Joseph Kadon in 2h11'55" davanti al connazionale Peter Chemei ed ad una vecchia conoscenza, da molto tempo assente dalle competizioni, l'etiope Habte Jifar (27'06"45 sui 10000). La tedesca Dreher ha vinto la corsa femminile in 2h31'43". Sempre in Germania, 31'45" di Luminita Zaituc sui 10 chilometri di Otterndorf. Su strada, in chiave italiana annoveriamo il rientro post-mondiale di Stefano Baldini, quarto a Praga sulla distanza dei dieci chilometri. Vittoria al kenyano Stanley Kipkosgei Salil in 28'47", davanti ai connazionali Ngeny (non il celebre Noah, bensì Joseph), e Moses Kigen. Il tempo dell'azzurro: 29'31". Ancora, campionati nazionali di mezza maratona in Polonia: titoli a Dobrzynski ed alla Syrek, ma vittorie straniere col kenyano Karomei e on l'ucraina Berkut. Titoli nazionali della "mezza" anche in Spagna: si laureano campioni Antoni Pena in 1h02'38" e Yesenia Centeno, ex-cubana naturalizzata, in 1h12'14". In Galles, a Llanwddyn (controllato, si scrive così..), ancora mezza maratona targata Kenya, con Wilfred Taragon (1h02'14") e Olga Kimaiyo (1h12'05"). A Nottingham, con prestazioni meno brillanti, centrano la vittoria Paul Langat (35 anni) e Catherine Mutwa. Per concludere con l'attività su strada e con la nostra carrellata di eventi dall'estero, segnaliamo la vittoria di Sergey Lebed a Mosca (10 chilometri) davanti al russo Ivanov ed al sempreverde Shabunin, ed il titolo USA dei cinque chilometri che è stato assegnato a Providence: nell'albo d'oro inscrivono i loro nomi Adam Goucher ad Amy Rudolph. Chi l'ha vista? Filtrano le prime segnalazioni su Fani Halkia, la campionessa olimpica dei 400 ostacoli, sparita dalla circolazione al termine della scorsa stagione. Media ellenici la danno di nuovo in allenamento in vista della prossima stagione, dove è annunciata per la sola attività all'aperto, con principale obiettivo i Campionati d'Europa. Il programma della settimana Dopo aver ospitato i campionati africani junior, Tunisi si appresta alla kermesse dei Campionati Pan-Arabi, al via dopodomani in quattro giornate di gare. Sabato l'attività internazionale toccherà la Cina con il Golden Grand Prix di Shanghai, prima di trasferirsi in Giappone con il Super Track & Field Meet di Yokohama, che avrà luogo lunedì prossimo. In programma anche il meeting di salti di Somosko, in Ungheria, inizialmente previsto per la scorsa settimana, e la conclusione del Challenge IAAF di prove multiple con in classico Décastar di Talence, in Francia. Ancora: marcia a Cracovia e grandi manifestazioni su strada in Inghilterra (mezza maratona di Newcastle), Stati Uniti (mezza maratona, Philadelphia) ed Olanda (il classico "dieci miglia" da Amsterdam a Zaandam). In appendice, segnaliamo nella sezione statistiche del sito la presenza delle graduatorie mondiali stagionali ed all-time con gli ultimi aggiornamenti, in particolare le liste del 2005 in una versione particolarmente ricca. Marco Buccellato

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