Internazionale, Londra Caput Mundi



A cinque giorni dalla Flora London Marathon che potrebbe riscrivere la storia cronometrica della specialità non si sono aggiunti altri forfaits a quelli annunciati nei giorni scorsi da parte di Haile Gebrselassie e Gezahegne Abera. L'assortimento degli atleti è ancora il migliore di sempre, ed eccolo elencato, con nome, età e primato personale: Paul Tergat KEN (35) 2h04'55", Sammy Korir KEN (33) 2h04'56", Evans Rutto KEN (27) 2h05'50", Daniel Njenga KEN (28) 2h06'16", António Pinto POR (39) 2h06'36", Abdelkader El Mouaziz MAR (36) 2h06'46", Jaouad Gharib MAR (32) 2h07'12", Stefano Baldini ITA (33) 2h07'29", Antonio Pena ESP (34) 2h07'34", Toshinari Suwa JPN (28) 2h07'55", Joseph Ngolepus KEN (30) 2h07'57", Frederick Cherono KEN (27) 2h08'38", Hendrick Ramaala RSA (33) 2h08'58", Jon Brown GBR (34) 2h09'44", Martin Lel KEN (26) 2h10'02", Luke Kibet KEN (22) 2h11'13". Per le donne ecco il lotto delle migliori: Paula Radcliffe GBR (31) 2h15'35", Sun Yingjie CHN (27) 2h19'39", Tegla Loroupe KEN (31) 2h20'43", Margaret Okayo KEN (28) 2h20'43", Lyudmila Petrova RUS (36) 2h22'33", Susan Chepkemei KEN (29) 2h23'12", Joyce Chepchumba KEN (34) 2h23'22", Constantina Dita ROM (35) 2h23'35", Salina Kosgei KEN (28) 2h24'32", Liz Yelling GBR (30) 2h30'58", Sonia O’Sullivan IRL (35) 2h32'06", Benita Johnson AUS (25) 2h38'03". Saranno al via, in sostanza, campioni olimpici, mondiali ed europei. Ci saranno entrambi i primatisti del mondo e ben sette atleti che hanno già vinto la maratona di Londra: Rutto, Pinto ed El Mouaziz tra gli uomini, Radcliffe, Okayo, Loroupe e Chepchumba tra le donne. La tradizione italiana nella classica londinese trova conforto negli ultimi tre lustri: al secondo posto di Salvatore Bettiol nel 1990 sono seguiti due secondi posti per Stefano Baldini, nel 1997 e nel 2004. Proprio a Londra, nel 2002, il futuro campione olimpico stabilì il primato italiano con 2h07'29". Domenica correrà per la sesta volta la Flora Marathon e per la diciottesima volta la distanza dei 42 chilometri e 195 metri: il bilancio londinese dell'azzurro è, come anticipato, di due secondi posti, un quarto posto, due sesti posti. Ricordiamo come andò lo scorso anno: Evans Rutto vincitore maschile in 2h06'19", davanti a Sammy Korir ed al marocchino Gharib, campione del mondo a Parigi. Vittoria della Okayo nella gara femminile in 2h22'35", seconda la russa Petrova, terza la romena Dita-Tomescu. I primati della corsa sono l'attuale record del mondo di Paula Radcliffe e l'ex-primato del mondo (2h05'38") di Khalid Khannouchi. Nell'attesa dell'evento-monstre londinese, gli antipasti serviti a Parigi e Rotterdam sono stati preda dei kenyani in campo maschile (Salim Kipsang in 2h08'04" a Parigi e Jimmy Muindi in 2h07'49" a Rotterdam) e dei colori europei in campo femminile: a Parigi, come letto nel report dedicato alla prova di Rosaria Console, ha vinto come da pronostico una russa (nell'occasione Lidiya Grigoryeva, decima europea di sempre nelle liste all-time di 10000 metri), mentre a Rotterdam ha corso senza avversarie in grado di intimorirla l'ex-kenyana Lornah Kiplagat, ora olandese per matrimonio. Ancora maratone con i campionati ungheresi, aperti a partecipazione straniera: vittoria all'etiope Tesfaye Bogale in 2h15'59", e con la trentaduesima maratona di Debno, in Polonia, vinta dal debuttante ex-siepista Rafal Wojcik in 2h14'47". Texas Relays ad Austin: protagonista il testimone Se il mese di aprile è consacrato alle maratone più prestigiose della prima parte di stagione, sulle piste statunitensi l'attenzione è tutta per le manifestazioni che concentrano il meglio dello spettacolo nelle staffette. Il primo appuntamento della serie si è svolto nella quattro giorni di Austin, conclusasi sabato scorso. Il nutritissimo programma prevedeva gare ad invito (con i migliori) e riservate ad università, colleges e high school. Partiamo con le staffette che godono di maggior risonanza sul piano tecnico, quelle veloci e quelle del miglio, dove non sono mancati buoni risultati. Nella velocità pura il riscontro migliore lo ha ottenuto l'HSI di Maurice Greene, che in compagnia di Capel, Scott e Conwright ha chiuso in 38"48 (mondiale stagionale) dando due decimi ad una selezione statunitense composta dagli ostacolisti Allen Johnson e Trammell e dai duecentisti Patton e J.J.Johnson. In questa finale e nelle altre, altre tre prestazioni sotto i 39 secondi, ottenute da un'altra rappresentativa USA (con velocisti non di primissimo piano), dall'università della Louisiana a e da quella dell'Arizona. Niente limite mondiale stagionale per le ragazze: le universitarie texane hanno corso in 43"25, meglio della selezione USA comprendente Daigle, Williams, Miller e Colander, che nella serie ad inviti ha tagliato il traguardo in 43"36, ma senza far meglio delle Tiger Olympians, accreditate quest'anno di 43"11. Da segnalare anche il 43"44 delle americane con bodies blu (la squadra più veloce indossava quelli rossi), che comprendevano in squadra tre quarti delle succitate "tigri olimpiche", cioè Muna Lee, Stephanie Durst e LoLo Jones. Qualche bella battaglia nelle finali universitarie della 4x400, con i teams divisi da un pugno di decimi. Tra i maschi si afferma la Florida di Kerron Clement in 3'02"47, ma nella gara ad inviti va più forte la nazionale "in rosso" (3'01"91), che ha schierato Rock, Brew, Jackson e soprattutto Wariner (senza infamia e senza lode). Ancora il Texas universitario protagonista al femminile in 3'31"29, ma anche in questo caso è la staffetta USA, schierata nella serie "invitational" con Dunn, Davis, McIntosh e soprattutto Sanya Richards, ad ottenere il miglior tempo di giornata in 3'28"53. L'appuntamento sulla pista di Austin permette la messa a punto dei meccanismi in vista degli appuntamenti più prestigiosi per le staffette USA nel periodo primaverile. Già tra meno di due settimane sono previste in calendario le Mount SAC’s Relays di Walnut, ed a seguire oltre centomila spettatori godranno del fantaspettacolo delle Drake Relays di Des Moines e soprattutto delle Penn Relays di Philadelphia. Da soli nel vento Pur se l'apice di queste manifestazioni è rappresentato dalla discesa in pista degli staffettisti, si consumano anche numerose sessioni di velocità, dove come al solito il vento oltre i limiti dà una mano agli atleti per siglare prestazioni cronometriche altrimenti fuori portata. Ad Austin è stato soprattutto il caso di Walter Dix (Florida), che dopo il mondiale junior indoor sui duecento metri ha incentivato la sua personale scalata alla notorietà con un ottimo 9"96, corroborato da un piccolo tifone che lo ha sospinto nell'impresa. Sono andati forte anche il 21enne Mark Jelks (un "collegian") con 10"01, il coetaneo DaBryan Blanton con 10"07 ed ancora il giamaicano Mullings, con sospensione per positività all'antidoping tuttora in essere, autore di un altro 10"06 dopo quello della scorsa settimana. Stesso discorso nella velocità femminile: Tremedia Brice, la più regolare delle sprinters statunitensi nell'appena conclusa stagione indoor, ha beneficiato di una spinta esagerata per segnare undici secondi netti e trascinare la ventenne Marshevet Hooker ad 11"03 e la campionessa mondiale junior Ashley Owens a 11"08. La Hooker non è una sconosciuta: nella scorsa stagione corse in 11"14 proprio ad Austin, e per di più sabato si è migliorata notevolmente anche nel lungo, vincendo con 6,65. Crono impossibile anche per un'altra speranza dello sprint del continente americano, la trinidegna Kelliann Baptiste, recentemente protagonista ai Carifta Games, vincitrice della propria serie in 11"04, sulle ali del vento. Meno brillanti le altre gare: da segnalare c'è l'8,17 della novità Trevell Quinley nel salto in lungo (vento al limite ma legale), la brillante Ashlee Williams, che con vento nella norma ha corso i 100 ostacoli in 12"83 (poco più tardi 12"66 ventoso di Nichole Denby) ed il mondiale stagionale della giamaicana Walker sui 400 ostacoli, corsi in 55"37, primato personale. Blocco note a stelle e strisce Dal resto dell'attività americana: a Philadelphia primato danese per la giavellottista Scherwin (60,17); in Oregon, a Eugene, prime volate per il massiccio Coby Miller, che vince i 100 in 10"27 ma delude sulla doppia distanza lasciandosi sorprendere dall'ex-vicecampione del mondo dei 400 Tyree Washington, che chiude in 20"60. In gran forma Bryan Clay, il decatleta, quarto sui 200 in 20"90 e primo sugli ostacoli in 13"78. Sempre da Eugene il 18,33 della lanciatrice nigeriana Chukwuemeka. Ancora una gara per Giulia Urlando a Berkeley, dove trova anche la prima sconfitta stagionale (quarta nel martello con 56,74): gara alla canadese Jennifer Joyce con un lancio di 67,32. Impegnata a Berkeley anche la lunghista bianca Upshaw, che fa subito bene con 6,67. Il risultato tecnicamente più significativo nel settore salti lo ottiene però Tianna Madison, una ventenne assai in vista nelle recenti gare indoor, che con vento nullo approda a 6,82, dando ben sessanta centimetri alla seconda classificata. Con il contagocce: riecco Bolt Il diciottenne fenomeno giamaicano, recordman mondiale di categoria sui 200 metri con 19"93, è riapparso in Florida dando buona prova di efficienza in 20"51. La sua ultima competizione risaliva alle batterie dei 200 di Atene, Giochi Olimpici, dove corse in precarie condizioni fisiche. Altri atleti di fama mondiale di scena a Westwood, per il Rafer Johnson/Jackie Joyner-Kersee Invitational. Non poteva mancare l'amica della grande Jackie, l'iridata del lungo e super-eptatleta Eunice Barber, che dopo un lungo stop si è cimentata nel giavellotto ottenendo 43,97. C'era anche Felix Sanchez, che ha vinto i 200 in 20"88 e corso i 100 in 10"45, classificandosi secondo. Una curiosità: in prima frazione con la 4x400 corsa dall'università dell'UCLA troviamo un atleta dal nome italiano, Mario Bassani, omonimo del noto controtenore e velocista da 21"26 e 47"01. Pianeta lanci Iniziano a mietere buone prestazioni i discoboli che in territorio americano si ritrovano, al solito, sulle pedane di Salinas e La Jolla: questa settimana è il turno di quest'ultima, foriera di ottimi numeri nelle più recenti stagioni. Il debutto stagionale sulla fortunata pedana californiana ha visto la vittoria di Jarred Rome (64,49) sul canadese Tunks (64,18). Da un altro santuario dei lanciatori, a Szombathely (Ungheria), l'ennesima discreta prestazione di Krisztian Pars che lancia a 77,43 e si cimenta anche nel disco (51,18). Ancora dal settore lanci, la primavera cinese si annuncia in via di fioritura: primi segnali dalla martellista Gu Yuan (69,12) e dal giavellottista Li Rongxiang, finalista mondiale due stagioni fa, che ha esordito con 81,61. Marcia Oltre all'impegno spagnolo che ha interessato alcuni azzurri già recensito nelle pagine del sito, si è disputato il tradizionale meeting di Podebrady, in Repubblica ceka, giunto alla settantatreesima edizione e valido come una delle gare di qualificazione in vista dei Mondiali di Helsinki. Mentre dalla 20 chilometri femminile non è arrivato nulla di speciale, è andato assai bene il francese Yohan Diniz in quella maschile, terminata a suon di primato personale in 1h20'20". Lo spettacolo a cavallo del weekend è assicurato: le maratone di Londra (domenica) e Boston (lunedì) catalizzeranno l'attenzione dell'atletica mondiale, ma si disputeranno maratone importanti anche a Nagano, dove saranno presenti il tanzaniano John Nada Saya (2h08'57" a Milano nel 2001), la romena Lidia Simon 2h22'54" (ad Osaka nel 2002) e la pluriolimpionica Derartu Tulu (2:23:57 a Londra nel 2001), e a Lipsia, oltre naturalmente alla maratona di Torino. Marco Buccellato


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