Impianti: interventi di ''retopping''

08 Ottobre 2015

Chiarimenti e considerazioni sulle modalità di valutazione e realizzazione degli interventi di ricostruzione delle superfici sintetiche

Dalle preventive attività di verifica progettuale svolte dall’Ufficio Impianti della Federazione, sono recentemente emerse alcune errate o malintese interpretazioni relative ai criteri di valutazione e susseguenti modalità di esecuzione degli interventi di ricostruzione/rigenerazione delle superfici per atletica leggera, meglio noti sotto il termine di “retopping”. Ragione per la quale, dovendo la FIDAL garantire il rispetto del Regolamento Tecnico Internazionale (RTI), oltre di quanto altro in materia previsto dalla Circolare Impianti FIDAL 2015, riteniamo assolutamente necessario fornire ulteriori chiarimenti e indicazioni al riguardo.

E’ stato osservato come in alcuni casi l’intervento di retopping sia inteso e previsto come intervento unicamente limitato alla “rigenerazione” della superficie sintetica esistente, tendendo in alcuni casi ad ignorare lo stato plano-altimetrico delle varie componenti dell’impianto di atletica leggera, con particolare riferimento allo stato delle quote del cordolo interno dell’anello, che già da molti anni è previsto dover essere posato alla stessa quota per tutto il suo sviluppo di m 398,12.

Nel valutare l’opportunità dell’intervento di retopping non si deve  dunque in alcun caso ignorare il generale stato di conservazione delle restanti componenti dell’impianto sportivo nel loro insieme. Ancor più, ovviamente, qualora per lo stesso impianto si voglia poi ottenere un’omologazione federale che consenta di svolgere sullo stesso, manifestazioni i cui risultati dovranno essere regolarmente validati.

Le ragioni di cui sopra sono le stesse per le quali in più parti della Circolare Impianti FIDAL 2015, si raccomanda sempre ad Amministratori, Progettisti e Imprese, di eseguire preventive verifiche sullo stato plano-altimetrico dell’impianto, oltre che ovviamente, sul reale stato di conservazione della superficie, non limitandosi pertanto, come spesso accade, ad una semplice verifica di “soddisfacente” scorrimento della acque superficiali, o ancor peggio ad una valutazione puramente visiva dell’impianto nel suo insieme.

L’intervento di retopping, pur se non è l’unica ragione, si sta sempre più affermando laddove, non essendovi grandi disponibilità economiche, ci si trovi nella necessità di dover ripristinare superfici particolarmente ammalorate per gli effetti del tempo o di una elevata utilizzazione. Proprio in ragione delle presunte ragioni di economicità dell’intervento, è dunque necessario che lo stesso sia realizzato contemplando anche gli ulteriori eventuali e necessari interventi, atti a garantire la successiva e piena fruibilità di un impianto, evitando quindi di vanificare l’impegno economico della Stazione Appaltante . Ovvero, garantire che l’intervento sfoci nell’omologazione in una della Classi atta a consentire il regolare svolgimento delle competizioni e non, salvo differenti volontà della stessa Amministrazione Proprietaria, dover omologare l’impianto appena ristrutturato in Classe di Esercizio.”

(a cura di Gianfranco Renzulli - Ufficio Impianti FIDAL)



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