Il record di maratona tra Km e Miglia

10 Maggio 2014

Il 2h03:23 del primato mondiale di Wilson Kipsang "ricalcolato" con le medie relative alle due unità di misura

di Giorgio Cimbrico

Il chilometro è una distanza che è sempre stata amata dai francesi, adepti come noi del sistema metrico decimale: tappe importanti sono state scandite, a partire dagli albori del XX secolo, da Henri Deloge, negli anni Venti da Sera Martin e da Jules Ladoumegue e, nel secondo dopoguerra, da Marcel Hansenne che quando smise di frequentare la pista diventò un eccellente giornalista e inventò la magnifica immagine delle corse di mezzofondo quali canne dell’organo dell’atletica.

E’ proprio la prestazione di un francese, dotato di un nome odoroso di magia, ad aprire la cronologia pre-Iaaf del record del mondo e a spingere prima a una riflessione e poi a un giochetto. Il 12 luglio 1891, a Parigi, Pierre Merlin chiuse la sua fatica in 2’47”6  o 3/5, secondo quanto indicavano le lancette dei cronometri dell’epoca. Un altro volenteroso giovanotto, Julien Borel, giunse a quattro metri. Centoventidue anni dopo, a Berlino, Wilson Kipsang ha corso 42 volte il chilometro in 2’52”. E’ il risultato di un non difficoltoso esercizio aritmetico: 2h03’23” fanno 7403 secondi che, divisi per i chilometri previsti (senza sottilizzare troppo su quella coda finale di 195 metri), porta appunto alla media sopra riportata. Merlin avrà anche avuto un nome fatato, ma il prodigio vero è recapitato dall’altopiano affacciato sulla Rift Valley.

A questo punto, e in giorni ancora pervasi dalla ricorrenza giubilare legata al Miracle Mile di sir Roger Bannister, il gioco è andato avanti e ha investito, dopo il chilometro, il miglio. Kipsang, capace di correre con una leggerezza e una decontrazione assoluta e mai vista, ha fornito una media di 4’44” per ogni tratto di 1609 metri. In questo caso, anche inferiore alla prima storica rilevazione sulla distanza, il 4’52”, datato 2 settembre 1852, del comandante Marshall (non pervenuto il nome di battesimo) che all’accademia militare di Addiscombe, su una pista dallo sviluppo classico (un quarto di miglio) ebbe la meglio su una affollatissima concorrenza, valutata in almeno 30 avversari. Più che un miglio, sembrava il Grand National.

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it



Condividi con
Seguici su: