Il nuovo inizio di Howe

09 Gennaio 2012

A quasi sei mesi dall'infortunio, l'azzurro dichiara gli obiettivi per il 2012 e racconta la sua grande voglia di tornare a saltare

di Alessio Giovannini

Sono passati 165 giorni dal 28 luglio, il giorno in cui finì di nuovo sotto i ferri per ricucire il tendine d'Achille sinistro. Oggi ne mancano 200 all'Olimpiade di Londra. E lui vuole esserci. Il 3 agosto (-207 giorni) le qualificazioni del lungo (il 4 la finale), il 7 agosto le batterie dei 200. Su quale data Andrew Howe ha settato il suo personale countdown? "L'obiettivo oggi - risponde con convinzione l'azzurro - è quello di saltare ai Giochi. Poi, anche d'intesa con lo staff sanitario e il prof. Giuliano Cerulli (il chirurgo che lo ha operato, ndr), valuteremo nei prossimi mesi il da farsi per evitare possibili rischi. Per adesso le cose procedono per il verso giusto. Ho ripreso progressivamente gli allenamenti e proseguo la fisioterapia soprattutto in un'ottica di prevenzione. Il 28 gennaio, a sei mesi esatti dall'operazione, farò un'altra visita di controllo. Il recupero è stato più rapido del previsto, ma so che per questo, oltre a delle ottime cure, hanno contato molto anche la testa e la mia voglia di non mollare. Intanto, la mia giornata comincia alle 9.

Faccio pesi tre-quattro volte a settimana, un po' di corsa, qualche lavoro lattacido, ma senza premere troppo l'acceleratore. Ora non serve".

Tra il 2006 e il 2008 per te un argento mondiale con il record italiano (8,47), un bronzo iridato indoor, due ori europei (uno al coperto e l'altro all'aperto). Agli Assoluti di Torino 2011, invece, sembravi aver dato un brusco taglio alla tua "storia" con il lungo. Ci hai ripensato, quindi?

"Diciamo che io e il salto in lungo l'anno scorso ci eravamo presi una piccola pausa. Ma è ormai finita da un pezzo. In questa stagione voglio tornare a saltare e lasciare di nuovo la mia impronta in questa specialità. Anche perchè a Londra è proprio nel lungo che posso avere maggiori ambizioni. L'infortunio è stato un brutto colpo e l'ho vissuto male all'inizio. Anche perchè mi sentivo pronto per andare forte. E' stato comunque un intoppo che mi ha permesso di capire chi sono le persone che mi stanno veramente vicino. E per questo ringrazio la Federazione e il mio club, l'Aeronautica, che non mi hanno mai abbandonato, continuando seguirmi e sostenermi.

Loro mi hanno dato fiducia ed adesso per me è arrivato il momento di ripagarla con qualcosa di importante".

Atletica, ma anche musica nelle tue giornate.

"Continuo a coltivare la mia grande passione per la batteria. In questi mesi è stato un bell'aiuto per riflettere. Sembra strano, sì, ma oltre a sfogare energia per me suonare è anche un modo per riflettere e vedere le cose da un'altra prospettiva. E vi assicuro che è molto utile in certi momenti. A metà febbraio, tra l'altro, uscirà il primo cd del mio gruppo, i Craiving. Si intitola "Wood" e contiene una canzone, "My name", nella quale rivedo molto della mia storia personale".

Insomma, 2012: un altro inizio?

"Sì, il 2012 voglio viverlo come una rinascita. Voglio tornare a provare certe sensazioni che solo la pista e la gara ti sanno dare. Non si descrivono, non si raccontano, perchè sono sempre qualcosa di particolare e irripetibile. Se tutto va come deve andare spero di rientrare alle competizioni ad inizio giugno. Mi piace pensare di poter essere ogni anno un Andrew diverso, senza rimuginare troppo sul passato, su quello che è stato e su quello che non è andato. Forse lo farò a quarant'anni. Visto, però, che ne compirò 27 a maggio, l'intenzione è quella di sfruttare al meglio tutta la carriera che ho ancora davanti. E non è poca. Con una certezza che mi porto dentro: l'agonista che c'è in me non morirà mai!".



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