Iapichino in finale con 6,73, Weir-Fabbri ok

19 Agosto 2023

Nella mattinata del day 1 ai Mondiali di Budapest la saltatrice in lungo è promossa con la sesta misura complessiva, avanti i pesisti con 21,82 e 20,74. In semifinale Sabbatini e Cavalli nei 1500, beffa Vissa out con 4:01.66

Tre azzurri promossi in finale nella mattinata del day 1 ai Mondiali di Budapest. Centra la qualificazione con un primo salto da 6,73 (+1.4) la saltatrice in lungo Larissa Iapichino, approdata nella prima finale mondiale della carriera con la sesta misura complessiva, in un primo turno che registra come migliore prestazione il 6,87 (-0.1) della statunitense Tara Davis: domani alle 16.55 la finale. Avanti in due nel peso, ed è la prima volta in 19 edizioni dei Mondiali: Zane Weir con 21,82 firma la seconda misura della giornata, Leonardo Fabbri invece acciuffa il pass all’ultimo lancio con 20,74: stasera alle 20.37 torneranno in pedana per l’atto decisivo. Nei 1500 metri due azzurre vanno a bersaglio conquistando l’accesso alla semifinale: si tratta di Gaia Sabbatini (4:03.04) e Ludovica Cavalli (4:03.81), beffa per Sintayehu Vissa che nonostante il primato personale di 4:01.66 che la consolida come terza italiana di tutti i tempi rimane fuori a causa del nuovo regolamento che non prevede tempi di recupero nel mezzofondo. Out senza acuti i gemelli Ala Zoghlami (8:28.76) e Osama Zoghlami (8:33.07) nei 3000 siepi, eliminata anche la staffetta 4x400 mista (3:14.56) con Lorenzo Benati, Ayomide Folorunso, Riccardo Meli e Alice Mangione. Nella sessione serale, al via alle 19, oltre alla finale del peso l’attenzione è tutta per i 100 metri con Marcell Jacobs e Samuele Ceccarelli (dalle 19.43). In gara anche i triplisti Emmanuel Ihemeje e Tobia Bocchi per la qualificazione e gli specialisti dei 1500 Pietro Arese, Ossama Meslek e Joao Bussotti.

LUNGO - Missione compiuta per Larissa Iapichino. L’azzurra è in finale nel lungo ai Mondiali realizzando subito la misura di 6,73 (+1.4) al primo salto che mette in cassaforte la qualificazione, vicina al 6,80 del pass automatico, con un ottimo stacco al limite dell’asse di battuta. Torna comunque in pedana per il secondo turno senza incrementare con 6,51 (+0.5) per poi decidere di rinunciare al terzo e ultimo tentativo, quando ormai si sente al sicuro, e chiude sesta per il momento. È una bella prova della maturità raggiunta in questa stagione già ricca di risultati, dall’argento europeo indoor alle tre vittorie in Diamond League passando per il titolo continentale under 23. Per la prima volta la ventunenne fiorentina potrà quindi essere al via di una finale iridata, dopo averla mancata l’anno scorso a Eugene. In tre vanno oltre 6,80: Tara Davis-Woodhall (Usa, 6,87/-0.1), Marthe Koala (Burkina Faso, 6,84/+0.7) e la serba Ivana Vuleta (6,82/-0.5), tra le vittime eccellenti la statunitense Quanesha Burks (6,57/+1.3) che era atterrata a 6,98 di recente, la britannica campionessa europea indoor Jazmin Sawyers (6,41/+1.2), l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk con tre nulli.

"Molto felice per la finale - le parole di Larissa Iapichino - e meno contenta per il mio salto, ma già a quel punto il papà-coach Gianni voleva farmi smettere, dopo una lunga mattinata con un’ora di ritardo. Se penso che allo scorso Mondiale i primi due salti erano nulli, vuol dire che sto crescendo nel mio percorso. Sarà una gara difficile, con tante avversarie, ma sono qui per dire la mia. Sinceramente mi sono accorta da poco tempo che mia mamma Fiona May aveva fatto il record italiano di 7,11 proprio a Budapest venticinque anni fa, mi ricordavo fosse a Edmonton... Non so se verrà qui, ma è sempre brava a sorprendermi".

PESO - Mai visto prima: due azzurri in finale ai Mondiali nel getto del peso. Era già successo alle Olimpiadi in passato, non alla rassegna iridata. Obiettivo raggiunto da Zane Weir che va avanti con un eccellente 21,82 al secondo posto del turno eliminatorio, superando ampiamente il 21,40 richiesto per l’ammissione diretta, ma anche da Leonardo Fabbri, capace di tirare fuori la misura utile nel terzo e ultimo tentativo con 20,74 al dodicesimo posto, ultimo dei qualificati. Dopo il rinvio di un’ora per la pioggia, e il riscaldamento svolto sotto l’acqua, il campione europeo indoor Weir apre a 20,81 prenotando un posto tra i primi dodici. Poi l’azzurro, quinto ai Giochi di Tokyo e fresco di record personale con il 22,15 di una decina di giorni fa, piazza la spallata che conferma la sua solidità di rendimento nelle occasioni che contano. Resta in bilico fino all’ultimo Fabbri, ma può esultare per la prima grande finale della carriera a livello globale, dopo essere stato il primo degli esclusi a Doha 2019. Non comincia bene la gara del colosso fiorentino con 19,41 e un nullo fuori settore, ma quando si trova con le spalle al muro stavolta reagisce e a conti fatti stacca il biglietto per sei centimetri. Se impressiona il brasiliano Darlan Romani (22,37), non esagera il primatista mondiale Ryan Crouser (21,48) che alla vigilia ha annunciato di essere non al meglio della condizione per un problema fisico. Si torna in pedana tra poche ore, alle 20.37 per la finale.

STAFFETTA MISTA - Niente finale per la staffetta 4x400 mista composta da Lorenzo Benati, Ayomide Folorunso, Riccardo Meli e Alice Mangione, sesta nella prima batteria, e di conseguenza già esclusa senza nemmeno poter attendere la seconda ‘race’ per rientrare nei due tempi di ripescaggio. Sul 3:14.56 azzurro pesa inevitabilmente anche il fastidio muscolare all’adduttore destro avvertito da Benati all’uscita dalla prima curva (47.15 lo split rilevato per la sua frazione). Quando Folorunso rientra alla corda è settima e con la consueta grinta deve lanciarsi nella rimonta delle staffette rivali, riuscendo peraltro a consegnare il testimone al quinto posto (split 50.60). Il debuttante in Nazionale assoluta Meli (45.72) lotta per la sesta posizione, quindi il finale spetta a Mangione (51.09) che però non completa la rimonta che avrebbe alimentato qualche speranza. Peccato perché l’assenza della Repubblica Dominicana lasciava aperta qualche porta in più. Stati Uniti 3:10.41, Gran Bretagna 3:11.19, Belgio 3:11.81, Italia complessivamente tredicesima: si sarebbe entrati con il 3:13.90 dell’Irlanda.

MEZZOFONDO - Due azzurre sì, una no. È il verdetto nel primo round dei 1500 dove con il quarto posto in 4:03.04 va avanti Gaia Sabbatini, brava a rimanere sempre tra le migliori sei che passano il turno visto che non c’è possibilità di ripescaggio in base al tempo come prevede il nuovo regolamento introdotto quest’anno, nella batteria vinta dalla keniana pluriprimatista mondiale Faith Kipyegon (4:02.62). Prosegue la sua corsa anche Ludovica Cavalli, che si muove per linee esterne e viene promossa in semifinale arrivando sesta in 4:03.81 nella sua gara. Non basta invece il record personale per continuare l’avventura iridata a Sintayehu Vissa, settima con un notevole 4:01.66 che vale lo standard per le Olimpiadi di Parigi (fissato a 4:02.50) togliendo 32 centesimi al proprio limite del Golden Gala, ma senza agguantare il sesto posto dell’australiana Linden Hall (4:01.45) mentre il successo parziale è della keniana Nelly Chepchirchir in 4:00.87. Con il crono della campionessa italiana, in tutte le precedenti 18 edizioni dei Mondiali, si era sempre riusciti a superare non solo il primo turno, ma anche le semifinali. Sarà una finale priva di azzurri, quella dei 3000 siepi. I gemelli Osama Zoghlami e Ala Zoghlami non superano lo scoglio delle batterie, rispettivamente nono nella seconda ‘heat’ (con 8:33.07) e decimo nella terza (8:28.76), perdendo terreno dai migliori nelle fasi calde della gara. Il primatista del mondo Lamecha Girma (Etiopia) passeggia in 8:15.89, migliore del round. 

TV E STREAMING - È prevista un’ampia copertura tv per i Mondiali di atletica. La rassegna iridata di Budapest, da sabato 19 a domenica 27 agosto, è in onda in diretta integrale su Rai, Sky e Eurosport. QUI il palinsesto completo.

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