I Societari lanciano la Balassini: 71,28 nel marte



Inizio migliore, i Societari di atletica a Casal del Marmo non potevano avere. La prima gara è stata la prova di lancio del martello femminile più qualificata a livello nazionale che si sia mai disputata. Per quattro lanci la Claretti (autrice del suo personale con 68,87) aveva tenuto in scacco la primatista nazionale Balassini, poi questa ha piazzato un lancio a 69,58, prologo alla bordata degna di entrare nella storia, 71,28, nuovo record italiano. Un primato arrivato un po’ a sorpresa: la Balassini era stata tra le pochissime delusioni della trasferta azzurra di Coppa Europa in Turchia: “Quella gara era andata male per un insieme di fattori: sentivo di valere una grande misura ma non ero abbastanza distesa e sicura, mi sentivo contratta, e questo mi portava a strafare nell’impostazione del lancio. So che questo primato invece mi dà più sicurezza nelle mie possibilità” - Quindi te lo aspettavi… - Diciamo che sento di essere cresciuta, soprattutto a livello di forza, ma questa forza devo tradurla adeguatamente nell’azione tecnica. In questa gara ho portato tutta la delusione di Istanbul, l’importante è aver saputo sfruttarla nella maniera adeguata. - Tecnicamente pensi di essere cresciuta? - Io sono convinta di sì, e so che questa misura è un passo, posso aggiungere… qualche centimetro. Per me è importante la sensazione che ho in pedana, al lancio, che la forza e la tecnica si fondano in una cosa sola. Quando si punta solo sulla forma fisica, le cose non vanno. - E’ importante però tradurre queste misure in grandi manifestazioni, cosa che non sempre ti è riuscita… - Beh, lo scorso anno in Coppa Europa ho lanciato a 70 metri. Certamente le grandi manifestazioni le soffro di più dal punto di vista emotivo. Mi manca un po’ lo spirito competitivo, non è facile trovarsi in un grande stadio, con decine di migliaia di persone che ti guardano, quando sei abituato ad allenarti e a passare la maggior parte del tuo tempo insieme a poche persone. - Quello ottenuto a Roma, è il tuo sedicesimo record nazionale. In te si racchiude un po’ la storia di questa specialità… - Ho iniziato a 17 anni quando il martello femminile era agli albori. Siamo cresciuti insieme, agli inizi era difficile perché erano pochi quelli che sapevano allenare. Devo dire grazie a Marinella Zanetti Vaccari, che mi allena a Bologna, e a Gino Brichese, il tecnico azzurro che mi segue nelle manifestazioni internazionali. Posso dire che la mia carriera l’ho costruita mattone su mattone. Il mio primo record, 60,91, del ’98, sembra lontano anni luce. - Hai ottenuto l’ottava prestazione mondiale stagionale. In prospettiva olimpica cosa significa? - L’Olimpiade è cosa difficile, l’ho capito a Sydney quando con tre nulli di fatto non ho gareggiato. Io credo che per superare le qualificazioni serviranno almeno 70 metri. Il mio obiettivo è entrare in finale, di più non chiedo, però… Sognare è lecito, in fin dei conti quattro anni fa un italiano senza grandi pretese, armato solo della propria voglia di emergere, vinse l’argento nel martello. L’esempio di Vizzoni apre tante prospettive. Gabriele Gentili Nella foto: Ester Balassini

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