I 400 indoor, una storia italiana



Tra Marcello Fiasconaro, palermitano sbocciato come una massiccia protea in Sudafrica, e Claudio Licciardello, catanese, passano 37 anni di appoggi sui legni d'inverno, di quarti di miglio scanditi da quattro curve, su curve più o meno anguste, in un tambureggiare che può toccare toni cupi, quasi drammatici . Tra l'alfa e l'omega di questa storia italiana, altri primi attori, altri caratteristi. 15 marzo 1972:  Fiasconaro conduce per mano 15.000 spettatori al Palasport genovese della Fiera del Mare: la novità dell'atletica indoor è ancora fresca, capace di suscitare entusiasmi. In più, quella sera, viene offerto il senso speziato della sfida, del faccia a faccia, tra Marcello e il polacco Andrzey Badenski, di complessione fisica perfetta per le arene al coperto (aveva trionfato l'anno prima agli Euroindoor di Sofia) ma  assai efficace anche all'aria aperta. Dopo il suo esordio di spessore assoluto, poco più di sei mesi prima, agli Europei di Helsinki, March, neofita della velocità prolungata (e appena più tardi sovrano del mezzofondo veloce) trova sulla sua strada ancora un polacco: in Finlandia era stato Jan Werner, che, indicato da tutti come il favorito e uomo da marcare a tutti i costi, finì in realtà per trasformarsi in  specchietto per le allodole: all'esterno, dimenticato nella solitudine del'ottava corsia, il muscolato britannico David Jenkins prese margine e ne mantenne quel che bastava sul traguardo mentre l'azzurrone dai gusti ovali provava, invano, il placcaggio su quell'ala micidiale.

Fine del flash back: ancora Genova, ancora quel 15 marzo, su una pista di legno nudo, già traforato dalle impronte di migliaia di chiodi: la corsa dentro un boato, Badenski stroncato, il 46"1 del nuovo record mondale per piste entro la norma dei 200 metri. Usando il facile chiavistello del senno di poi, l'annuncio del mondiale degli 800 che Marcello avrebbe firmato all'Arena, nell'estate dell'anno dopo, primo a scendere sotto la dimensione dell'1'44". Per una delle sue rare incursioni sul quarto di miglio (una proprio qui a Torino, in un match contro gli Usa e sulla pista allagata del Comunale) Pietro Mennea sceglie gli Euroindoor di Milano '78 e il 12 marzo porta a termine la missione senza troppi patemi, con un 46"51 che rappresentava la miglior cifra italiana con cronometraggio elettrico, in ogni caso inferiore all'exploit genovese di Fiasconaro. Erano le prime luci accese su un anno molto luminoso: in una Praga dai sapori e dalle temperature autunnali Pietro avrebbe centrato l'eurodoppietta 100-200.

Proponendo una sequenza assai amata dal cinema d'antan (uno svolazzar di foglietti di calendario), i protagonisti si succedono formando un succedersi di volti: Stefano Malinverni, secondo agli Euroindoor '79 a Vienna, alle spalle del ceko Kolar, e terzo nell'81; Mauro Zuliani che il 2 febbraio 1980 prova a ispirarsi sulla pista del gran volo di Marcello, corre in 46"5 e dimostra di  avere ali così buone da confermarlo prima lancia azzurra; Roberto Tozzi secondo nell'edizione dell'84 allo Scandinavium di Goteborg, dietro il russo Lovachev; Andrea Nuti che sfiora il bersaglio grosso a Genova '92, 46"37 e quattro piccoli centesimi di troppo da Slobodan Brankovic, secondo jugoslavo a conquistare il titolo dopo il grande Luciano Susanj; Ashraf Saber che prima assaggia il podio (terzo nel '96 a Stoccolma) e due anni dopo al velodromo Leis Puig di Valencia, dà battaglia sino all'ultimo metro al gigante Ruslan Mashchenko: finisce 45"90 a 45"99 per il russo e il nubiano di Roma diventa il primo azzurro a scalfire i 46", l'obiettivo di Claudio Licciardello e di Matteo Galvan, che proprio su questa pista, due settimane fa, hanno saputo riscrivere le zone nobili della distanza: 46"03 il 23enne catanese, 46"26 il ventenne vicentino, per una collocazione che li vede al primo e al sesto posto nella lista europea di stagione, al primo e al nono in quella mondiale, al primo e al quarto in quella degli iscritti a Torino 2009.

Giogio Cimbrico*

*Giornalista, Il Secolo XIX

Nella foto, Claudio Licciardello (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)




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