Hughes, il fulmine di Anguilla

21 Luglio 2015

di Giorgio Cimbrico

Zharnel Hughes si chiama come il primo ministro che di nome fa Hubert ed è stato nominato dal molto onorevole William Alistair Harrison, governatore di Anguilla, a sua volta nominato da sua maestà Elisabetta II, regina d’Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord e Territori d’Oltremare. Anguilla, con i suoi 14.000 abitanti, è uno di questi. In parole povere, è una colonia, ma con una differenza rispetto alle isole Falkland, a Tristan da Cunha o alla piccola e perduta Pitcairn, dove si rifugiarono gli ammutinati del Bounty: da quelle terre possono arrivare al massimo lana, aragoste o simpatici oggetti d’artigianato locale. Nel suo piccolo, 102 km quadrati sommando isole e isolette, Anguilla, così chiamata per la sua forma (ma sullo stemma ci sono tre delfini che si inseguono) produce atleti, pochi ma buoni, che possono gareggiare ai Mondiali e ai Giochi del Commonwealth, ma non alle Olimpiadi perché un comitato nazionale olimpico a The Valley (la capitale) non è mai nato.

Il primo caso è legato a Shana Proctor, quasi 27 anni, lunghista da 6,89 indoor e 6,95 all’aperto, sul podio, terza, ai Mondiali al coperto di Istanbul, che dal 2011 ha deciso di passare alla Gran Bretagna. Ora sono i giorni di Zharnel Hughes, vent’anni giusti giusti (13 luglio 1995 è la data di nascita), fisico impressionante (1,92) che ha avuto un primo lampo di notorietà quando ha insidiato sino all’ultimo palmo il Lampo con la maiuscola, Usain Bolt. E’ capitato a New York, in una delle peggiori esibizioni del giamaicano volante, d’accordo, ma lo scalpo sarebbe stato importante lo stesso. Hughes aveva già corso i 100 in 10”12 e i 200 in 20”15, in una gara alle Cayman. Nel suo caso, paradiso cronometrico. A quel punto Zharnel ha terminato le pratiche per ottenere un passaporto che gli spetta, quello britannico e ha deciso di fare i bagagli. “Ho sempre saputo che se fossi riuscito ad arrivare alle Olimpiadi, l’avrei fatto con la maglia della Gran Bretagna e il mio sogno è diventato realtà. Se sono qui è per fare qualcosa di grande”. Detto e fatto: a Losanna, vittoria in 20”13, eguagliando il miglior tempo stagionale del peggior Bolt e proponendosi come seconda forza mondiale della classe ’95, a dieci centesimi da Trayvon Bromell, nato tre giorni prima di lui. Per il momento, i suoi risultati sono rubricati sotto la sigla Aia, Anguilla.



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