Helsinki Meucci a 6 centesimi dal bronzo

27 Giugno 2012

Il pisano corre bene ma è beffato in volata nei 5000, Collio va in finale nei 100, Tamberi in quella dell'alto, Nasti e Floriani nei 3000st

di FIDAL

Sei centesimi dividono l’Italia dal podio, nella prima giornata dei Campionati Europei di Helsinki. Daniele Meucci corre molto bene la finale dei 5000 metri, ma è beffato nei metri conclusivi: la sua volata a tre per il terzo gradino del podio, con il turco d’origine keniota Arikan ed il francese Durand, non produce l’effetto sperato. I tre sono racchiusi in 6 centesimi, con l’azzurro quinto. Oro (il primo della manifestazione, l’unico della giornata) va al britannico Mo Farah (13:29.91), l’argento al tedesco Arne Gabius (13:31.83), il bronzo, come detto, ad Arikan (13:32.63); Meucci chiude in 13:32.69. Finale dei 100 metri guadagnata con pieno merito da Simone Collio, capace di 10.30 in semifinale (+1.1); fuori gli altri due azzurri Jacques Riparelli (10.33, +0.8) e Fabio Cerutti (10.50). La rivelazione è Gianmarco Tamberi, 20 anni appena, che supera i 2,23 alla prima prova e vola in finale nell’alto (niente da fare per Silvano Chesani, fermo a 2,15). Finale anche per i siepisti Patrick Nasti e Yuri Floriani, mentre Libania Grenot (con brivido) e Maria Enrica Spacca avanzano alla semifinale nei 400 piani.

Alto uomini

La lunghissima qualificazione dell’alto maschile sorride al più giovane dei convocati. Gianmarco Tamberi guadagna con pieno merito la finale al termine di una prova continuamente in altalena, e conclusa all’ottavo posto, a 2,23. All’avvio, l’emozione sembra aggredire l’azurrino (20 anni appena). Dopo un 2,10 superato al primo tentativo, i successivi 2,19 diventano una montagna quasi impossibile da scalare; alla fine, al terzo tentativo, il marchigiano getta in pedana tutta la sua carica, e vola al di là dell’asticella. Ai 2,19 la bandiera bianca si alza al secondo salto, e poi, come in una progressione entusiasmante, ecco venir fuori il salto qualificazione: un 2,23 alla prima che permette a Tamberi di scavalcare mezza classifica, sedersi, e attendere gli avversari. Il lituano Stanys ed il russo Mudrov sono gli unici che superano i 2,26 (Tamberi fa due errori), prima che la gara venga fermata perché la classifica appare chiara. Silvano Chesani, invece, non va oltre i 2,15 (prime due quote, 2,10 e 2,15, superate alla prima prova). I 2,19 diventano il fine corsa. Appuntamento con la finale per venerdì, alle 18.40 locali (le 17.40 italiane).

100m uomini

Un italiano nella finale dei 100 metri. E’ Simone Collio, che finisce al terzo posto (in 10.30, vento +1.1) la prima delle tre semifinali, alle spalle del norvegese Saidy Ndure (10.13) e del lituano Salauskas (10.23).

Collio costruisce in avvio la sua qualificazione, producendo una accelerazione superiore anche a quella del vincitore; nella fase successiva il milanese viene superato, ma il crono conclusivo è sufficiente per agguantare il secondo dei tempi di ripescaggio (l’ottavo assoluto). Nella seconda semifinale, dominata da Christophe Lemaitre (10.14, +0.8), Fabio Cerutti non riesce ad esprimersi bene come fatto in batteria, mettendo insieme un 10.50 che non può soddisfarlo. Chi invece produce un buon crono, ma non è fortunato, è Jacques Riparelli, quinto con un significativo 10.33 (+0.8): il veneto corre 60 metri davanti a tutti, ma si spegne progressivamente negli ultimi 20: Vicaut vince in 10.22, ed il lettone Arajs (terzo in 10.29) va a far compagnia a Collio, come ripescato, nella finale continentale.

100m donne

Niente da fare per Audrey Alloh. La fiorentina si migliora di due centesimi rispetto al mattino (11.51, +2.0) ma non basta, evidentemente, per la finale europea. E’ ottava nella sua semifinale, dominata dall’ucraina Povh, capace di 11.13. nell’altra semifinale la bulgara Ivet Lalova vince in 11.23 (vento nullo), e prepara il grande confronto di domani. A fare da terzo incomodo la tedesca Verena Sailer, 11.17 in scia alla Povh.

5000m uomini

Il tuffo sul traguardo sembra un marchio di fabbrica per Daniele Meucci. Due anni fa, a Barcellona, nei 10000 metri, perse l’argento (guadagnando comunque il bronzo) per pochi centimetri. A Helsinki, al termine di una prova decisamente tattica, la lotta per il terzo posto  è persa in un duello a tre (Meucci quinto) per sei centesimi appena. Vince il predestinato, Mo Farah (13:29.91), il britannico di origine somala che fece doppietta (5000 e 10000) a Barcellona 2010, l’uomo che spera di superare gli africani ai Giochi di Londra. Alle sue spalle si piazza il tedesco Arne Gabius, e l’ultimo gradino del podio è occupato dal turco (di origine keniota) Polat Kemboi Arikan, tutti avversari di rango. Allo sparo, il russo Anatoly Rybakov sceglie di partire in solitudine in testa al gruppo, e corre due chilometri (2:42.45, 5:30.32) praticamente in solitaria. E’ a quel punto che i big cominciano a muoversi. Lo strappo è ricucito da Arikan, che trascina dietro di sé anche Farah e Meucci. Ai 3000 i migliori sono tutti in gruppo (Farah segna il passo in 8:17.50), anche con Stefano La Rosa sempre in corsia esterna, ma l’andatura non sembra mutare (11:03.15 ai 4000 metri). Farah attacca in testa gli ultimi 800 metri, con la fila che inizia ad allungarsi, ma è alla campana che inizia la lunga volata finale.

Farah la gestisce dalla testa, senza alcun problema apparente; alle sue spalle il tedesco Arne Gabius scavalca Arikan ed il francese Yohan Durand, andando ad agguantare l’argento. Ai 200 metri Meucci sembra irrimediabilmente battuto, ed invece il pisano risorge sulla retta conclusiva, ingoia metri su metri e si getta sul filo nel tuffo che vale il bronzo con Arikan e Durand, ma finisce beffato, quinto, a sei centesimi dal podio. La Rosa è undicesimo, dopo aver danzato a lungo intorno ai big, mentre Maksym Cerrone Obrubaskyy, in qualche occasione anche in testa alla corsa, finisce nella rete dei giudici, squalificato per invasione di corsia (probabilmente in partenza).

3000st uomini

Il turno inizia con l’ottima prestazione di Patrick Nasti. Il giovane triestino interpreta con notevole intelligenza tattica la gara e finisce terzo, qualificato di diritto (disco verde per i primi quattro), alle spalle della coppia di francesi composta dal campione d’Europa (argento olimpico e bronzo mondiale) Mahiedine Mekhissi Benabbad (8:31.05), e dal connazionale Nordine Gezzar (8:31.33). In avvio va in fuga il turco Duvar (parziali di 2:49 e 5:41), che addirittura scava tra sé e gli avversari un solco vasto fino ad una trentina di metri. Nasti segue il treno del gruppo, incollato ai francesi, e risale con loro la corrente fino alle due tornate conclusive, quelle del riaggancio e del successivo finale di corsa. Nella seconda batteria, Yuri Floriani non è da meno del compagno di nazionale, e si incolla al treno giusto fino in fondo, evitando di finire nel mucchio quando (in un paio di occasioni) altri atleti sono vittime di cadute. Vince il turco Akdag (8:27.31), mentre Floriani è settimo in 8:32.63. Anche in questo caso, due azzurri promossi. Ma alla finale.

400m donne

Apre il gruppo della azzurre la numero uno, ovvero Libania Grenot. La sprinter di origine cubana parte con il freno a mano tirato, ed affronta il primo rettilineo in completa decontrazione; la sensazione è che possa cambiare marcia in qualsiasi momento. Ma, in realtà, il cambio di ritmo, inspiegabilmente, sembra non arrivare mai. Sulla retta finale, non c’è l’attesa reazione, così la Grenot chiude al quarto posto, in 53.09, quello che a guardare le statistiche è il suo peggior crono dell’anno (vittoria all’ucraina Zemlyak, 52.48). Appesa alla speranza di essere ripescata con i tempi. Maria Enrica Spacca, impegnata nella batteria successiva, attacca con decisione, e sfida la turca Saka per la terza piazza, l’ultima utile per il passaggio diretto del turno; il responso però premia l’avversaria della reatina (53.13 a 53.26). L’ultima batteria vede al via Chiara Bazzoni, che si batte bene (è quarta) ma non riesce ad andare oltre i 53.92 (vince la bielorussa Usovich, 51.98). Alla fine del turno, Libania passa con il miglior tempo delle ripescate, il decimo assoluto; promossa anche Maria Enrica Spacca, con l’ultimo tempo utile (sedicesima). Altre due italiane nelle semifinali dell’Europeo.  

m.s.

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