Grenot, Licciardello, Galvan: atletica USA

23 Maggio 2012

I sette mesi americani raccontati dai tre quattrocentisti azzurri di stanza a Bradenton

Sette mesi negli Stati Uniti, per provare a vivere l’atletica come i pro a stelle e strisce. Libania Grenot, Matteo Galvan, e Claudio Licciardello, i tre quattrocentisti delle Fiamme Gialle che si sono allenati (da ottobre dello scorso anno fino pochi giorni fa) a Bradenton, in Florida, hanno raccontato questa mattina a Roma la loro esperienza. Puntando sugli aspetti tecnici. “E’ un modo di allenarsi sicuramente diverso – il racconto di Claudio Licciardello – basato su un concetto primario: il quattrocentista è un velocista a tutti gli effetti, e come tale deve prepararsi. Questo, tradotto, vuol dire che, in allenamento, si punta più alla qualità che alla quantità. Sempre. Fondamentali sono anche la tecnica di corsa, e l’integrità fisica: la prima domanda, al mattino, non retorica, è: come stai?”. Il catanese, che correrà i 400 metri sabato in Coppa dei Campioni (e poi la 4x400 con la nazionale al Compeed Golden Gala) non sceglie un metodo piuttosto che un altro: “Diciamo che si percorrono strade diverse per arrivare allo stesso obiettivo. Nella mia valutazione, credo che in questo modo si risparmi soprattutto lo stress. Ma mi confronto spesso con il coach Filippo Di Mulo, ed è bello entrare nel merito di questi aspetti”. Le giornate cominciano presto: “Palestra alle 6 del mattino, perché è il momento in cui nel sangue si concentrano le maggiori quantità di testosterone; poi, allenamento. Si finisce abbastanza presto, ed il problema diventa poi come riempire le giornate”. Il lavoro, da un punto di vista tecnico, è fatto in squadra: “Loren Seagrave – racconta ancora Licciardello – è in realtà il capo allenatore, l’Head Coach. Ma poi, con lui, c’è una squadra di tecnici con compiti specifici; abbiamo lavorato molto sulla forza, con allenatori specialisti in questo compito. In palestra c’era addirittura un tecnico specifico per gli addominali…”.

Libania Grenot, che sarà in gara venerdì a Ostrava (e tornerà subito negli USA, dove punta poi alle tappe Samsung Diamond League di Eugene – dove è in lista di attesa – e New York), riassume tutto in una parola: “Serenità. Il modo di vivere l’atletica è diverso in questo, da quello italiano. Io, poi, ho potuto vivere l’esperienza di andare al campo di allenamento dopo una passeggiata di cento metri, qualcosa che non avevo mai provato. Sto molto bene, il mio obiettivo stagionale è l’Olimpiade, tornerò in Italia a fine giugno per gli Europei di Helsinki e gli Assoluti di Bressanone”. Matteo Galvan, perseguitato dagli infortuni, è felice dell’esperienza americana: “Purtroppo i fastidi al ginocchi di fine inverno, e poi questo infortunio muscolare al polpaccio dal quale sto uscendo grazie alla fisioterapia che sto facendo alla Scuola di Formia, hanno condizionato la mia stagione. Penso di tornare in gara a fine giugno, o prima se possibile, vorrei mettermi a disposizione del gruppo della staffetta 4x400. Sì, il giro di pista sarà la mia gara del 2012. E’ lì che penso di avere le maggiori chances per il futuro”.

Il comandante del Gruppo sportivo dell Fiamme Gialle, il colonnello Enzo Parrinello, ha spiegato il senso dell’operazione USA: “Nostro compito istituzionale è quello di mettere gli atleti nelle migliori condizioni possibili di esprimersi. Ecco perché abbiamo aderito a questa iniziativa, che è stata resa possibile, per la parte organizzativa, dalla Nike. Ritengo poi che questo sia anche il tempo di una sorta di “competitività collaborativa” tra quanti operano in atletica: ecco perché siamo felici di ospitare, presso i nostri impianti, campioni di altri gruppi sportivi militari, come Daniele Greco o Silvia Salis. O anche delegazioni di squadre nazionali straniere”.

m.s.



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