Greco: ''Una gara mondiale''

08 Luglio 2012

Le parole dei tre triplisti protagonisti della grande finale degli Assoluti di Bressanone

Ai Campionati Italiani Assoluti di Bressanone, il triplista Daniele Greco (Fiamme Oro) parla con addosso la maglia di campione italiano assoluto: "Ad inizio gara si sono presentati subito i soliti crampi ai polpacci e temevo che andasse a finire come agli Europei di Helsinki. Per fortuna sono riuscito a stringere i denti e mettere dentro quel 17,39 regolare. Poi è arrivato il 17,67 con tre metri di vento alle spalle che ha favorito la mia velocità di rincorsa. Resta il fatto che oggi qui con Donato e Schembri è venuta fuori una gara veramente mondiale! Spero di mantenere queste sensazioni fino all'Olimpiade, intanto andrò a Londra la prossima settimana per la Diamond League". Fabrizio Donato (Fiamme Gialle) è comunque soddisfatto: "E' stata una settimana faticosa, con tanti impegni dopo il titolo europeo di Helsinki. Giovedì ho avuto anche una piccola fitta alla schiena, ma niente di grave. Avrei avuto anche la possibilità di gareggiare a Parigi in Diamond League, ma era troppo grande la voglia di presentarmi davanti al pubblico italiano per dire grazie del grandissimo affetto che tantissime persone mi hanno dimostrato dopo la vittoria agli Europei. Non posso che essere soddisfatto di aver fatto due gare di fila a questo livello, il 17,52 oggi non l'ho praticamente chiuso e il 17,45 finale mi era sembrato addirittura più lungo. Adesso sento il bisogno di ricaricare le pile per arrivare al meglio ai Giochi Olimpici".

"Peccato per il vento - commenta Fabrizio Schembri (Carabinieri) - dopo Helsinki avevo messo un po' da parte il pensiero del minimo olimpico. E ieri era uscito pure il titolo nel lungo. Poi oggi quel 17,23 ventoso mi aveva rincuorato, ma purtroppo nei salti successivi, vento a parte, non sono riuscito a fare altrettanto".

Grande la gioia anche di Josè Bencosme (Fiamme Gialle), al secondo tricolore assoluto dei 400hs della sua giovane carriera, stavolta suffragato da un 49.33 che significa anche minimo olimpico A per i Giochi di Londra. "Prima di partire ero tesissimo. Ma ero in una condizione super e ci tenevo a far sparire in fretta la giornataccia di Helsinki. Mi aveva troppo deluso! Tornato in Italia mi sono tolto anche il pensiero degli orali della maturità, ho preso 71 e poi ho puntato tutto su Bressanone. Lo volevo a tutti i costi. In batteria ero andato già forte, ma in finale volevo fare ancora meglio. Ho pensato a seguire solo il mio ritmo e del vento nemmeno me ne sono accorto. Questa pista mi porta davvero fortuna, nel 2009 ci ho vinto il bronzo ai Mondiali Allievi, oggi mi vale il pass per le Olimpiadi! E' un sogno che si avvera."

Capriole, salti, abbracci. L'entusiasmo del giovane altista Gianmarco Tamberi (Fiamme Gialle) dopo il 2,31 di un tricolore assoluto che vale anche il minimo olimpico A, è incontenibile: "Stavo alla grande! Adesso avete capito perchè non ero contento del quinto posto con 2,24 ad Helsinki? Anche lì avrei potuto fare certe misure. Ero venuto a Bressanone solo con il 2,31 in testa. Lo volevo fortissimamente.

Per come mi sentivo la gara oggi sarebbe potuta iniziare anche da lì. Un doloretto alla coscia sinistra in riscaldamento mi aveva fatto un po' preoccupare, ma poi è svanito e ho pensato solo a saltare. Sono contentissimo, non ci credo andrò alle Olimpiadi! Questo risultato è dedicato tutto a mio fratello Gianluca (primatista italiano under 23 di giavellotto, ndr) è un campione, deve solo stringere i denti e tornare forte come prima. Dovrei gareggiare ancora al Crystal Palace di Londra il prossimo week-end". Per la cronaca Tamberi, che come Bencosme nel 2011 era stato medaglia di bronzo agli Europei Juniores di Tallinn, con 2,31 ha stabilito anche il record italiano della categoria Promesse superando il 2,29 saltato da Massimo Di Giorgio il 5 luglio del 1980 a Pisa.

"In batteria - racconta Andrew Howe (Aeronautica) all'arrivo della finale controvento dei 200 metri - mi è sembrato di correre contro un tornado in salita. Senza tutto quel vento chissà forse avrei potuto fare anche 20.50. I 200 metri sono la mia gara, ma - aggiunge il velocista dell'Aeronautica indicando la caviglia operata - guardate quanto è lunga questa cicatrice. La vera condizione deve ancora arrivare, ma sono fiducioso. Anche se un tendine operato ti cambia totalmente la meccanica di corsa e bisogna ritrovare la giusta sensibilità del piede. Non mi aspettavo di trovare tutto questo vento, sul rettilineo era come correre con un ventilatore che mi soffiava in faccia. Questa di fatto era la mia prima vera gara e mi è servita per capire un po' di cose. Ne farò ancora altre, posso solo crescere. Ho bisogno di gareggiare, forse al meeting di Pergine. Nelle prossime settimane continuerò ad allenarmi come se dovessi fare i 200 all'Olimpiade".

File allegati:
- Le FOTO/Photos

Andrew Howe (foto Colombo/FIDAL)


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