Golden Gala momenti d'oro azzurri

28 Maggio 2014

Viaggio nella storia del meeting della Capitale - pronto alla sua 34esima edizione il 5 giugno - attraverso i protagonisti italiani autori di imprese indimenticabili

di Giorgio Cimbrico

Fulminea capacità inventiva e abilità di un gesto politico, ma il Golden Gala Primo Nebiolo lo concepì anche per loro, per il tris azzurro che a Mosca aveva conquistato la medaglia d’oro ma non aveva avuto né inno né bandiera a sventolare: Maurizio Damilano, Pietro Mennea, Sara Simeoni. E loro all’Olimpico, quel 5 agosto di 34 anni fa, vennero e vinsero. E se per Maurizio fu una 5 km che profumava di esibizione, Pietro e Sara offrirono a quel pubblico straripante – 60.000 in una Roma agostana, il vero record di quell’edizione confezionata in fretta e furia per mettere in scena quel che, in più di una gara, i Giochi non avevano avuto - picchi che neppure al Lenin erano stati toccati.

In fondo a quella finale che neppure Hitchcock avrebbe potuto scrivere così scioccante, che stava per essere catapultata nel delirio e che Nebiolo visse in una cabina telefonica sfogliando un elenco telefonico in cirillico, Pietro aveva subito una trasfigurazione, era entrato nel clima della liberazione. Era pronto per azzurri spazi, per allungare le ali che teneva legate ai piedi: con quel 20”01 - e con Don Quarrie a quattro decimi - Mennea inaugura una galleria di tempi monstre su scene europee e asiatiche. Ad oltre trent’anni dai fatti, Carlo Vittori continua a pensare che salire ancora nell’altura di Mexico City avrebbe coinciso con un record mondiale portato tra 19”50 e 19”60. Pietro preferì rimanere sulla terra, disseminare il suo cammino di vittorie, allargare la collezione di prestazioni che fanno da corollario ai suoi record intoccabili. In vita e in morte.

Per Sara, il cast prevedeva Brill, Ritter, Meyfarth e soprattutto la polacca Urszula Kielan, l’ultima che le aveva ceduto a Mosca prima che lei, tutta riccia, andasse a cadere sui sacconi e sventolasse le braccia in un gesto fermato in un fotogramma famoso e amato. Non si accontentò, interpretò la gara come in palio fosse ancora uno scettro, una corona e alla terza scalò 1,98. Ventinove anni dopo Antonietta Di Martino andò anche più in alto. 2,00, per lasciarsi alle spalle Blanka Vlasic, detta il fenicottero di Spalato per la sua infinita statura e la sua accentuata magrezza. Nulla da fare contro la molla campana, sull’asticella una specie di coltello a serramanico.

Sara Simeoni (foto archivio FIDAL)

Rivedere quel che è avvenuto in questo succedersi di edizioni, provare a volare su tutti i Golden Gala che abbiamo attraversato con lenti colpi d’ala, significa tornare a scoprire quel che in quel tempo e in quel succedersi di generazioni davamo per normalità, e cioè che l’Italia fosse una corazzata del mezzofondo. Le prove documentali sono le tre vittorie di Alessandro Lambruschini (vertice azzurro nell’albo d’oro del Golden Gala per l’ex-giovanotto di Fucecchio) e quella di Fancesco Panetta nelle siepi, il tris degli ottocentisti Andrea Benvenuti, Beppino d’Urso e Andrea Giocondi, le doppiette di Genny Di Napoli e Alberto Cova, i colpi a segno di Agnese Possamai e Roberta Brunet e il record italiano di Totò Antibo quando correre in 13'05” significava far parte dell’elite mondiale: dopo un quarto di secolo nessuno ha minacciato la corsa selvaggia e lieve del puledro di Altofonte.

Ricordi uniti a scariche di adrenalina: seppe trasmetterle Fabrizio Mori nel ’97 con quell’ultimo rettilineo in rimonta spietata sul muscolato americano Bryan Bronson. Dietro al livornese già remigavano Sam Matete e Stephane Diagana. Con il senno di poi, quella vittoria si trasformò in un annuncio: Fabrizio era pronto per il salto nella dimensione assoluta, per aggiungersi alla schiera degli azzurri (Facelli, Missoni, Filiput, Morale, Frinolli) che avevano impresso il made in Italy sulla distanza che uccide. Alla notte di Siviglia mancavano due anni.

Fabrizio Mori (archivio FIDAL)

BIGLIETTI - Prosegue la corsa ai biglietti per il Golden Gala "Pietro Mennea" - in programma il prossimo 5 giugno allop Stadio Olimpico di Roma - che possono essere acquistati nei punti vendita di TicketOne, Ticketing partner del Golden Gala 2014, e sul sito della compagnia, all’indirizzo www.ticketone.it (nella sezione sport, o cercando Golden Gala nel motore di ricerca interno al sito). Questi i prezzi dell’edizione 2014 (al netto dei diritti di prevendita): Monte Mario Arrivi: 40,00 Euro; Monte Mario Partenze: 20,00; Tribuna Tevere, Distinti Arrivi: 15,00; Curve e Distinti (esclusi i Distinti Arrivi): 5,00. In più, è attiva anche la biglietteria del Foro Italico, a Roma (viale delle Olimpiadi 61, ex Ostello: apertura dal lunedì al venerdì, 10:00-13:00, 14:00-17:00). 

LA BIGLIETTERIA ONLINE 

PROMOZIONI SPECIALI - Le Società affiliate alla FIDAL e i Comuni d'Italia potranno beneficiare di speciali condizioni per assistere al 34° Golden Gala "Pietro Mennea". A questo LINK è possibile consultare l'elenco delle iniziative in corso.

APP - Quest'anno seguire l'avvincente spettacolo della IAAF Diamond League, compreso il Golden Gala “Pietro Mennea” del 5 giugno a Roma,  sarà un’esperienza ancora più interattiva e coinvolgente. E’ stata, infatti, lanciata un'apposita "App" per iPhone e smartphone Android disponibile via AppStore  (nome: Diamond Lge - LINK) e Google Play (nome: Diamond League - LINK). L'applicazione - sviluppata da OMEGA, cronometrista ufficiale della IAAF Diamond League - avrà varie interessanti funzionalità, in primis quelle di accedere a programma orario, risultati live, notizie, foto e highlights video di ciascuno dei 14 meeting che compongono il circuito. Senza dimenticare la possibilità di monitorare le classifiche delle singole Diamond Race nel corso di tutta l'edizione 2014 che culminerà con le finali di Zurigo (28 agosto) e Bruxelles (5 settembre). 

GOLDEN GALA "Pietro Mennea" 2014 - ORARIO/Timetable

ELENCO ISCRITTI/Entry List (12.05.2014) 

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Totò Antibo (foto archivio FIDAL)



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