Golden Gala, emozioni ad alta quota

10 Maggio 2019

La doppietta della leggenda Sotomayor, Barshim che decolla a 2,41: tutto il salto in alto del meeting romano che il 6 giugno promette spettacolo con Tamberi, Bondarenko e Drouin

di Giorgio Cimbrico

Il Golden Gala sta per trasformarsi in palcoscenico per Gianmarco Tamberi nell'alto. E così, dopo i 200, non resta che andare a esplorare le quote scalate nelle 17 esibizioni andate in archivio in uno stadio che aveva già lasciato il segno nella specialità: in un riassunto ipercontratto, la disfatta olimpica datata 1960 del primatista mondiale John Thomas ad opera del baffuto georgiano Robert Shavlakadze e del giovane siberiano Valeriy Brumel; il record mondiale (1,95, agli Europei del 1974) di Rosemarie Witschas non ancora Ackermann (terza, con 1,89, finì una 21enne Sara Simeoni) e i cancelli del cielo spalancati da Stefka Kostadinova ai Mondiali dell’87: dopo quasi 32 anni quel 2,09 ha subito qualche minaccia ma la bulgara di Plovdiv mantiene ancora la vetta.   

Sempre quote alte, sin dagli esordi, nell’estate postolimpica del 1980, con il filiforme tedesco Dietmar Moegenburg oltre i 2,30, una barriera che, a parte tre edizioni, sarebbe sempre stata superata dal vincitore e da più di uno sfidante.

A iniziare a dare una forte dimensione è il kirghiso Igor Paklin che, primatista mondiale in carica dopo il 2,41 di Kobe ’85, sale a 2,34 nell’86. Otto anni dopo, in una delle sue stagioni di totale dominio, Javier Sotomayor (l’unico con Moegenburg ad aver centrato due successi) sale a 2,37, un record del meeting che avrebbe tenuto duro per nove stagioni e sei edizioni, sino all’avvento di Andriy Sokolovskiy che proprio a Roma, l’8 luglio 2005, conosce la sua serata perfetta: quel 2,38 rappresenta il tetto più elevato scalato in carriera dall’ucraino.

La svolta è impressa nell’edizione di cinque anni fa, con cinque frequentatori di quota 2,40 chiamati a un vertice, a un incrociato faccia a faccia. Ivan Ukhov, russo degli Urali con un futuro amarissimo, è in serata minore: 2,28 e tre errori netti a 2,34. A 2,37 rimangono Mutaz Essa Barshim, qatarino leggero come una piuma, filiforme (1,89 per poco più di 60 kg), capace di ascensioni impressionanti, e Bohdan Bondarenko, l’ucraino che nel 2013 era andato a pizzicare 2,46 e 2,47 e che qualcuno trova somigliante con Michael Phelps. Barshim sorvola come uno di quei falchi così amati nella sua terra. A parte una piccola distrazione a 2,28, un percorso netto. Bondarenko decide di lasciar perdere, passa la misura e ritiene opportuno non misurarsi neanche con 2,39. Barshim, papà di Doha, mamma sudanese, campione mondiale al coperto a Sopot (la sua prima corona importante), vuole spingersi dove non è mai arrivato; a 2,41. Superato con una facilità disarmante, la semplicità dei gesti grandi. E’ record d’Asia (già suo con 2,40), e sia il record del meeting e su suolo italiano: era un quadruplo 2,38 di Sokolovskiy, Paklin, Avdeyenko e Sjoberg.

Bondarenko passa anche 2,41 e va ad attaccare 2,43: lo trasformerebbe nel secondo uomo della storia, a due centimetri dal vecchissimo mondiale di Javier Sotomayor e gli darebbe il limite europeo. Barshim ha esaurito la scorta delle sue formidabili elevazioni ma alla terza la volontà lo spinge ancora molto in alto: asticella giù, colpita appena dai suoi microscopici polpacci. Bondarenko, non assistito dalla sorte, va dannatamente vicino al secondo e al terzo assalto. “Non so chi ci riuscirà, ma quest’anno il record del mondo cadrà, cadrà presto e credo anche che le porte dei 2,50 non siano proibite per l’uomo ”, dice Barshim che ha un sorriso da stella del mattino ma che non ha grandi capacità divinatorie. Sotomayor è ancora lassù e i 2,50 sembrano una Shangri-la irraggiungibile.

Tre anni fa si rivede Bondarenko che valica un routinario (per lui…) 2,33. Terzo, a 2,30, dietro il britannico Robbie Grabarz ma a pari misura, è Gianmarco Tamberi: è l’inizio della sua estate più bella e drammatica. Ora, eccolo di nuovo.


Alto al Golden Gala: record del meeting 2,41 Mutaz Essa Barshim (2014)
1980
Dietmar Mogenburg (Germania Ovest) 2,30
1982 Janusz Trzepizur (Polonia) 2,24
1983 Franck Verzy (Francia) 2,25
1984 Jim Howard (Stati Uniti) 2,31
1986 Igor Paklin (Urss) 2,34
1988 Dietmar Moegenburg (Germania Ovest) 2,31
1990 Troy Kemp (Bahamas) 2,25
1992 Javier Sotomayor (Cuba) 2,31
1994 Javier Sotomayor (Cuba) 2,37
1996 Dragutin Topic (Serbia) 2,35
2000 Vyacheslav Voronin (Russia) 2,35
2002 Mark Boswell (Canada) 2,35
2003 Jacques Freitag (Sudafrica) 2,35
2005 Andriy Sokolovskiy (Ucraina) 2,38
2012 Robbie Grabarz (Gran Bretagna) 2,33
2014 Mutaz Essa Barshim (Qatar) 2,41
2016 Bohdan Bondarenko (Ucraina) 2,33

IL PROGRAMMA - Al Golden Gala Pietro Mennea di Roma, giovedì 6 giugno, sono previste 14 discipline Diamond: per gli uomini 200, 800, 5000, 110hs, alto, triplo e peso, per le donne 100, 400, 1500, 400hs, asta, lungo e giavellotto. Nel programma di Roma anche altre due gare al maschile, i 400hs e i 3000 siepi.

BIGLIETTI: VENDITA ONLINE SU TICKETONE - È partita la corsa ai biglietti: possono essere acquistati nei punti vendita di Lis Ticket, Ticketing partner del meeting della Capitale, e sul sito della compagnia, all’indirizzo sport.ticketone.it. Questi i prezzi (al netto dei diritti di prevendita): Monte Mario Arrivi: 30,00 Euro - Ridotto under 14: 15,00. Monte Mario Partenze: 20,00. Tribuna Tevere: 15,00. Curva Nord e Distinti Nord: 5,00 È attiva anche la biglietteria del Foro Italico, a Roma (tutte le promozioni a questo LINK).

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