Giovani d'Europa crescono

17 Giugno 2017

Nuovi protagonisti nell’atletica continentale: l’azzurro Tortu, i norvegesi Ingebrigtsen e Warholm, lo svedese Duplantis, il polacco Bukowiecki. Ecco le loro recenti imprese e tante curiosità statistiche.

di Giorgio Cimbrico

L’Europa del presente - e del futuro assicurato - è riunita attorno a un gruppo di giovani, giovanissimi e adolescenti che rappresentano le cinque grandi “famiglie” tecniche dell’atletica, scaglionati, quanto a date di nascita, sul finire dei Novanta, 2000 compreso. Filippo Tortu, 15 giugno 1998, è la velocità; Jakob Ingebrigtsen, 19 settembre 2000, è il mezzofondo; Karsten Warholm, 28 febbraio 1996, è gli ostacoli; Armand Duplantis, 10 novembre 1999, è i salti; Konrad Bukowiecki, 17 marzo 1997, è i lanci: un elegante italiano, due determinati norvegesi, un esile svedese d’America, un mastodontico polacco. La buona linfa non si è esaurita, le sorgenti non si sono essiccate, la terribile concorrenza dal resto del mondo non ha invitato alla resa gli inventori dell’atletica moderna.

L’ultima salita in scena spetta al più vecchio - si fa per dire... -, Karsten Warholm, originario di Ulsteinvik, cittadina ficcata dentro una delle tante profonde insenature meglio conosciute come fiordi. Il suo irrompere è stato benedetto da Edwin Moses che, lasciata la tribuna del Bislett, ha deciso di portare un po’ d’acqua al ragazzo che stentava a riprendersi dopo la coraggiosa corsa di testa che ha demolito Kerron Clement e lo ha trasportato a 48.25, record nazionale, miglior tempo europeo dell’anno e terzo al mondo. Giorni di tuono per Karsten che, appena cinque giorni prima, a Floro, si era impossessato di un altro record norvegese e di un’altra migliore prestazione continentale: 44.87. Proteiforme, Warholm aveva fatto parlare di sé agli Europei juniores di Eskilstuna: secondo nel decathlon e secondo nei 400, corsi mentre era ancora impegnato nella prova multipla. La scelta dei 400hs, terreno per i coraggiosi, non stupisce.

Sempre sulla costa occidentale, appena più a sud, a Sandnes, è nato Jakob, il più giovane del clan Ingebrigtsen, che conta sui fratelli Henrik e Filip ed è guidato da Gjert, padre e allenatore. Agli Europei di Amsterdam Filip ha vinto i 1500 e Henrik, già vicecampione a Zurigo 2014, è finito terzo, sfiorando poi podio e vittoria nel più tumultuoso arrivo dei 5000 che si ricordi: cinque uomini in un centesimo. Jakob aveva avuto la sua razione di applausi in uno dei templi del mezzofondo, Hayward Field a Eugene, quando era diventato il primo sedicenne a scendere sotto i 4 minuti nel miglio e ha fatto indigestione di battimani e di complimenti al Bislett quando ha estirpato altri due secondi netti chiudendo in 3:56.29.

In questo momento è terzo nella lista di famiglia - Henrik, 26 anni, ha 3:50.72, Filip, 24 anni, 3:53.23 - ma il suo documento d’identità fa prevedere che possa conquistare la supremazia del trio finito sul manifesto dei Bislett Games: vestiti da Men in Black.

Di Armand “Mondo” Duplantis si è parlato molto durante la stagione indoor, con supplemento speciale in quel 1° aprile in cui il ragazzino ha combinato lo scherzo di salire a 5,90. A Eugene, all’esordio contro i big, è stato bravo a 5,71 e poco fortunato a 5,81, finendo dietro Kendricks, Lavillenie e Lisek, il meglio attuale. Intervistato dalla tv della Iaaf ha dichiarato che vuole andare dove non è mai andato nessuno. Lo ha detto con normalità, senza guasconeria. E il cammino che ha compiuto, per il momento, conferma l’impegnativa intenzione. Sergey Bubka, il nume dei saltimbanchi dell’atletica, il primo a valicare la frontiera dei 6 metri, abita mezzo metro più in basso di Armand: il 1° settembre 1981, a Kiev, il giovane ucraino, già nelle mani demiurgiche di Vitaly Petrov, andò oltre 5,40: aveva 17 anni e 9 mesi. Diede prova di aver già assorbito le difficoltà dell’esercizio anche il tedesco, di radici africane, Raphael Holzdeppe che il 9 giugno 2007, a Potsdam, portò il record personale a 5,50: la data di nascita del saltatore di Kaiserslautern è il 28 settembre 1989. Duplantis è sopra di 40 centimetri. Il più vicino, ma comunque a 33 centimetri, è Shawnacy Barber, il rosso del New Mexico che gareggia per il Canada: 5,57 il 4 agosto 2012, a 18 anni e due mesi. In coda alla pattuglia, Renaud Lavillenie, l’acrobata francese che ha rubato le chiavi del regno allo zar Sergei volando a 6,16: a quell’età, 4,60, l’abisso di un metro e 30.

Dopo il 21,97 che gli ha assicurato la vittoria agli Euroindoor di Belgrado e la testa nella lista mondiale della stagione al coperto, Konrad Bukowiecki si è trovato a fronteggiare una concorrenza sempre più formidabile, resa ancora più agguerrita dai violenti progressi del ceko Tomas Stanek, 22,01, e dal brasiliano Darlan Romani, 21,82. E così, con 21,51 Corradone si ritrova al settimo posto, ma con un vantaggio anagrafico che va dai quattro anni agli otto anni sugli avversari che lo precedono.

Di Tortu, in questo periodo, si è detto e si è scritto molto e così la scaramanzia prende a braccetto la fiducia di averlo presto a quell’efficienza che lo ha portato, in due settimane, all’accoppiata 10.15-20.34.

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