Formia: 50 anni festeggiati da una folla di campio



Sarà davvero difficile dimenticare la giornata del cinquantenario della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia. Mai visti in pochi metri quadri così tanti campioni, di ieri, di oggi e (si spera) di domani. Per gli scalini dell’Aula Magna che ha ospitato la celebrazione, c’era radunata la storia dell’atletica italiana attraverso i suoi ultimi cinquant’anni, da Berruti a Morale, dalla Simeoni ad Ottolina, ed ancora Pamich, Cova, Ottoz, Gentile, Liani, Cindolo, Guerini, Grippo, Mei, Tilli, Floris, Zuliani, Brunet senza dimenticare Carlo Monti, sul podio alle Olimpiadi di Londra ’48, quando la Snal ancora non c’era. Vicino a loro i campioni di oggi, dall’ex iridato Gibilisco (bombardato di foto insieme alla primatista mondiale dell’asta, la russa Isinbayeva ultima “ospite” della Scuola formiana dove da qualche giorno ha scelto di allenarsi) per continuare con la Levorato, la Rigaudo, Baldini, Mori, Vizzoni, Camossi. Insomma, tanti nomi da riempire un almanacco: “Campioni, non ex – ha tenuto a sottolineare il presidente della Fidal Franco Arese – perché quando si è campioni lo si rimane sempre, chi ha dato tanto continua sempre a dare anche se in altra veste. Così tante presenze in questa occasione mi rendono orgoglioso del mio ruolo, solo Formia poteva radunare tanti campioni. Ora questo centro deve tornare ad essere un punto di partenza per tecnici e atleti, il riferimento dei nostri talenti del futuro,la sede per capire che la strada dell’atletica è dura e difficile, ma dà tantissimo a chi la percorre”. Le celebrazioni per il cinquantenario sono iniziate con l’accensione del tripode da parte degli olimpionici presenti, poi nell’Aula Magna è iniziata la cerimonia in mezzo a tanti nomi illustri, a cominciare dal Senatore a Vita Giulio Andreotti che non ha mancato di ricordare aneddoti legati al suo amore per lo sport e l’atletica in particolare, regina delle Olimpiadi anche nel ’60, a Roma quando l’uomo politico rivestì la carica di Presidente del Comitato Organizzatore: “Dobbiamo sentirci riconoscenti verso chi è andato controcorrente investendo sacrifici e sudore in una vita di rinunce ma venendo ripagato dalla gioia della pratica sportiva prima ancora che del risultato”. A fare gli onori di casa è stato il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo: “Questa scuola è nata grazie all’intuizione di un grande uomo di sport, nonché mio predecessore come primo cittadino formiano, quale Bruno Zauli, che creò questo complesso quando ancora erano visibili i segni della distruzione del conflitto mondiale. I successi dell’atletica e dello sport italiano hanno viaggiato di pari passo con l’affermazione di questa scuola. Ora Formia si aspetta una ripartenza, che questo complesso torni ad essere centro di preparazione ed affermazione dell’atletica e dello sport tutto, ma anche casa dello sport di base”. Il presidente del Coni Gianni Petrucci non ha nascosto la sua emozione di fronte a tanti frammenti di storia dello sport italiano: “E’ un incontro pieno di sentimento, testimonianza di uno sport vivace nel quale si coltivavano amicizie perenni. Io sono ottimista sul futuro di questa disciplina, vedo come sta lavorando la Federazione e so che il futuro ci sorriderà. Noi stiamo investendo su Formia e continueremo a farlo”. Su questo tema è intervenuto il segretario del Coni Raffaele Pagnozzi: “Per la risistemazione dell’impianto di atletica, in particolare della zona dell’asta, è stato già speso un milione e mezzo di euro, ma l’opera di riqualificazione dell’impianto comprende opere ben più importanti come l’annessione del campo di calcio attiguo che diventerà un campo da rugby, la costruzione di una piscina coperta, di una palestra multifunzionale e di un pistino coperto oltre a un’altra foresteria. Formia tornerà ad essere centro di preparazione dell’atletica ma anche di tanti altri sport, per questo saranno spesi 12 milioni di euro”. Particolarmente incisivo è stato l’intervento del Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali Mario Pescante, che da buon ex mezzofondista che a Formia si è allenato negli anni della gioventù non ha mancato di sottolineare la sua importanza: “Formia è un tempio per l’atletica. Zauli ha dato l’esempio di come potesse essere impostato il rapporto con la scuola, che purtroppo poi è progressivamente venuto meno. Oggi siamo di fronte a una scuola ginnasiarca lontana dai valori dello sport, ma questo rapporto deve essere ricostruito, per questo vedo con piacere il proposito della Fidal di riprendere un dialogo passando anche per la ricostituzione dei Giochi della Gioventù, nati proprio per l’atletica e che poi avevano perso parte del loro spirito primordiale”. Le celebrazioni sono proseguite attraverso i ricordi dei campioni del passato che, sollecitati dal giornalista e presentatore della serata Andrea Fusco, hanno ricordato aneddoti e goliardie legate alla loro permanenza a Formia e non solo. Ne è scaturito uno spaccato di uno sport vissuto con allegria, senza la frenesia del risultato ma con la voglia di vivere insieme esperienze da conservare poi gelosamente nella memoria. Forse è per questo che, nel vedere Berruti ed Ottolina litigare simpaticamente davanti al microfono, Ottoz ricordare le sue “follie” ai Giochi di Messico ’68, Gentile rammentare la sua “escursione” nel mondo del cinema, apparivano tutti tanto giovani, esattamente come quei ragazzi, da Rifesser a Rubino, dalla La Mantia alla De Soccio, insieme a tutti gli altri atleti medagliati agli Europei Juniores e Promesse, che sono stati premiati a fine serata. Formia non poteva chiudere meglio i suoi primi cinquant’anni, ed aprire i successivi… Gabriele Gentili Nella foto piccola: l’accensione del tripode da parte di Livio Berruti che ha dato il via alle celebrazioni. Nella foto grande gli olimpionici presenti a Formia insieme al presidente Arese: da sinistra Berruti, Cova, Simeoni, Arese, Pamich e Baldini (foto Omega/Fidal)

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