Firenze: Padovan giavellotto da record

09 Giugno 2017

Nella giornata inaugurale dei Campionati Italiani Juniores e Promesse, la lanciatrice veneta con 57,21 riscrive il primato nazionale U23. Bianchetti eguaglia il personale nel peso, come lo junior Artuso sui 100 metri.

di Raul Leoni

Una calda giornata per l’apertura dei Campionati Italiani Juniores e Promesse di Firenze. Riscritta la migliore prestazione nazionale under 23 del giavellotto ad opera della bellunese Paola Padovan. Una spallata da record lunga 57,21 che dopo 17 anni manda in archivio il 56,88 di Tiziana Rocco. Nel peso Promesse il reatino Sebastiano Bianchetti fotocopia al centimetro il personal best di 19,78 rimettendo nel suo mirino il muro dei 20 metri. Il rettilineo dello Stadio Ridolfi incorona due sprinter delle isole: il sardo di origini dominicane Wanderson Polanco, tricolore under 23 dei 100 metri in 10.35 (+0.7), e il siciliano Nicholas Artuso che sfreccia verso il titolo under 20 in 10.42 (-0.3), confermandosi il quinto junior italiano alltime. L’alto delle donne porta a quota 1,89 la 21enne Erika Furlani, un centimetro meglio dell’1,88 saltato la sera prima al Golden Gala di Roma. Nel lungo Promesse in luce un altro sardo, Andrea Pianti che stampa nella sabbia un 7,78 (-0.5), è il suo miglior salto di sempre. Domani la seconda giornata di gare con 38 titoli in palio.

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IL RACCONTO DELLA PRIMA GIORNATA 

JUNIORES MASCHILI

Giavellotto (qual) – Difficile che in questa specialità ci siano promossi per gli Europei: però Giacomo Biserna, arrivato stasera al PB con 64.65 in qualificazione, non ha del tutto abbandonato le speranze di mandare il suo giavellotto oltre i 67.50 richiesti. Per la cronaca, altri due vanno oltre la norma di 59.00 della promozione diretta, Luca Scaparone (60.68, PB anche per il ragazzo di Fossano) e Lorenzo Bruschi (59.42).

Marcia 10000m (finale) – Che Giacomo Brandi fosse il favorito, pochi dubbi: che i suoi principali avversari fossero i pugliesi Nicolas Fanelli e Alfonso Alberga o il campione allievi in carica Davide Marchesi, anche questo era messo in preventivo. La sorpresa di giornata è il ritorno ai vertici del lombardo Pietro Zabbeni, molto accreditato da cadetto e troppo spesso punito dalle giurie: ora il bergamasco sembra rientrato in gruppo con un corredo tecnico più appropriato. Fatto sta che Brandi vince i 43:01.13, Fanelli è secondo in 44:02.21 e Zabbeni torna sul podio (44:53.95).    

3000st (finale) – La caduta sulla prima barriera del giro finale toglie speranze ad Antonio Catallo, capolista stagionale: ma c’è un altro intoppo, perché il vincitore Pietro Arese (9:22.21, finalista U18 un anno fa a Tbilisi) ha il minimo per Grosseto, mentre il secondo - il veneto di Valli di Pasubio Massimo Guerra - non ce l’ha (9:22.50) e il terzo, Giovanni Gatto, invece sì. Insomma, c’è da ragionare e magari organizzare un trial all’italiana per mettere ordine nella lista dei convocati.

100m (finale) – Manca il capolista europeo Filippo Tortu, ma i presenti non lo fanno rimpiangere: davvero una bella volata tra il messinese di Villafranca Nicholas Artuso (10.42 PB confermato) e il prossimo azzurro Alexandru Zlatan (10.46 PB), reggiano ma romeno di nascita (il vento era comunque contrario, -0.3). E così sono tre gli italiani approdati alla top-10 continentale U20 sulla distanza: terzo Steve Abe, azzurro di famiglia nigeriana (10.71).  

800m (batterie) – Dei due gioiellini da medaglia a Tbilisi 2016 uno, Simone Barontini, non rischia nulla e allunga in modo deciso ai 600 metri: l’altro, Andrea Romani, rischia fino all’ultimo centimetro in un arrivo convulso, che coinvolge anche i due toscani Duccio Pecciarelli (dentro) e Alessio Ferrara (fuori). I migliori crono del turno giungono però dalla prima delle tre batterie, con Michele De Berti (1:54.03) ed Edoardo Zubani (1:54.06): e, se vogliamo, entrambi sono ancora in corsa per una maglia agli Europei, minimo permettendo.

100m (semifinali) – Resta il vento contrario (-1.3), ma Alexandru Zlatan non se ne cura e domina la prima semifinale in 10.66 correndo in pratica metà rettilineo. Nella seconda c’è Nicholas Artuso, che vuole interpretare al meglio il ruolo di vice-Tortu: in realtà il messinese di Villafranca scoperto da Franco Ripa, tempi alla mano, avrebbe tutto il diritto di puntare ad una medaglia agli Europei di Grosseto, e stavolta si accontenta di un 10.77 piuttosto agevole (+1.0). Alle spalle di Artuso si rivela, con il PB a 10.85, Kevin Giacomelli: ex snowboarder di Predazzo, il trentino si allena da un paio d’anni a Bolzano con il lunghista Pierluigi Putzu.

400m (batterie) – Solo due start in programma: il capolista europeo U20 Vladimir Aceti passeggia in 48.28, mentre nella prima si impegna qualcosa di più Lapo Bianciardi (48.21), non foss’altro per obbligo da padrone di casa. Domani si avranno delle risposte anche nell’ottica della staffetta per Grosseto: qui il finalista europeo di Tbilisi Klaudio Gjetja ci tiene a mantenere le posizioni (48.72). Sotto i 49” vanno il piemontese Alberto Nardi (48.93) e il casertano Federico Crisci (48.97), ex tennista scoperto in palestra da Ottone Amore, già sprinter azzurro giovanile.

Asta (qual) – Il triestino Max Mandusic, rinfrancato dal recente PB a 5.20, è l’unico che timbra il cartellino alla misura di qualificazione (4.50): una formalità destinata a ripescare i qualificati fino a quota 4.20.  

Lungo (qual) – Due ragazzi italianissimi, ma entrambi di origini africane, partono in pole per la finale dopo il passaggio delle qualificazioni ormai abituali a livello giovanile: il nigeriano di stanza in Friuli Ferdinand Egbo fa 7.30 (-1.5) e il bergamasco di origini ivoriane Denis Rigamonti si attesta a 7.28 (+1.4). Il secondo dei tricolori di multipli, Lorenzo Naidon, fa il PB con 7.11 (-1.1) migliorando il parziale di decathlon a Lana (ma ricordiamo il trentino già argento tra i cadetti nell’alto di Borgo Valsugana 2014).

Martello (qual) – Ancora tutti in caccia del minimo europeo a 66.00: ovviamente Andrea Proietti, che ha in bacheca un sacco di maglie tricolori da pesista nelle categorie giovanili, è ancora il più vicino all’obiettivo (61.57 in qualificazione).

100m (batterie) – Qui è previsto il turno intermedio e quindi bisogna misurare le energie in vista delle semifinali: il migliore delle batterie (10.76/-1.4) è Alexandru Zlatan, il ragazzo romeno che dovrebbe diventare azzurrabile tra un paio di settimane. C’è da fare i conti anche con le prospettive della staffetta per Grosseto: certo che la notizia dell’infortunio di Filippo Tortu nella serata del Golden Gala non alimenta per ora l’ottimismo.

JUNIORES FEMMINILI

5000m (finale) – Ultima gara di giornata, per la cavalcata solitaria di Francesca Tommasi: la veronese non è lontanissima dai vertici continentali sulla distanza, con il suo 16:32.97 di partenza.

Tutte le altre inseguono i 17:15.0 del minimo per Grosseto: le più accreditate sono due piemontesi, Valentina Gemetto e Michela Cesarò, impegnate stasera in un acceso derby regionale. Alla fine Francesca fa 16:43.21, visto il contesto tutt’altro che disprezzabile: la lotta per l’argento va a Valentina Gemetto (17:20.26), in grande rimonta, poi Michela Cesarò (17:26.24). Brave entrambe: e lasciano fuori dal podio la campionessa uscente di Bressanone, Sophia Zingerle.

100m (finale) – Il dato dell’anemometro è il più favorevole della serata (+1.4), eppure non si scende sotto i 12”: Zaynab Dosso è comunque prima al traguardo (12.00) davanti alla neo-italiana di origini ivoriane Moillet Kouakou (12.07), che lo scorso anno aveva vinto i 200 allieve a Jesolo dopo la squalifica di Valeria Simonelli. Poi Eleonora Iori, scuola modenese della Fratellanza (12.10). Ma per la scena europea si dovrà andare più forte.

Giavellotto (qual) – Nel percorso verso Grosseto contano le credenziali di Carolina Visca, ancora allieva ma detentrice della MPN anche juniores con 56.15: qui, al momento, sistema la pratica al primo lancio (41.21) la piemontese Sara Zabarino, anche lei stellina della specialità e quinta agli Europei U18 di Tbilisi. Un solo altro lancio oltre i 40 metri: 40.19 della bolognese Giulia Lodi. Qualificazione a 36.98, senza sorprese: la prima esclusa è la cadorina Cristina Corona, che vanta la MPN juniores al coperto ottenuta in Finlandia.

800m (batterie) – In attesa del ritorno in pista di Marta Zenoni, non è che manchino i prospetti interessanti in vista di Grosseto: prima tra tutte la teramana Gaia Sabbatini, che si era rivelata proprio alle spalle della campionessa bergamasca nei 1000 cadette di Borgo Valsugana 2014. Per la portacolori della Gran Sasso una promozione facile in 2:13.20: tempo comunque superiore al 2:11:30 della romana Chiara Statuto, rivelazione stagionale dal gruppo curato all’Acquacetosa da Emilio De Bonis.

Alto (qual) – C’è grande curiosità per la novità stagionale Pamela Croce, 1.81 nell’eptathlon tricolore di Lana (salendo da 1.77 indoor): in realtà alla trentina di Predazzo basta un solo salto a 1.60 per risolvere una pratica qualificazione che si rileva elementare. Serve un salto a 1.65 da parte di Irene Della Bartola per qualificare le prime 12 della lista, tutte le altre con 1.60.  

400m (batterie) – Cinque batterie e non sarà facile trovare una corsia nella finale di domani: d’accordo Rebecca Borga, perché la veneziana di Quarto d’Altino è campionessa in carica e non ha bisogno di presentazioni, ma il suo facile 56.43 non fa notizia. Invece prendono quota le credenziali di Mara Lavrencic: la triestina era stata tricolore dei 300 cadette a Borgo 2014 e oggi strapazza con 55.79 (miglior tempo) il suo PB. Si distingue anche Greta Grecchi, milanese di Buccinasco che in corsia esterna segna 56.09.

100m (batterie) – Non ci sono le semifinali come nel programma maschile, tuttavia non si scoprono le carte: solo “Za” Dosso vede sul display la cifra 11” ed è perciò la migliore (11.91/+0.6), davanti alla siciliana Alessia Carpinteri (12.13/-0.5) e alla neo-italiana Moillet Kouakou (12.16/-0.5), la vicentina che fino a un mese fa conservava la cittadinanza ivoriana.    

Lungo (qual) – Si rivede la campionessa indoor di Ancona Martina Aliventi, 5.73 (+1.5) al debutto outdoor per la marchigiana che in inverno aveva sfiorato in più occasioni i sei metri: davanti ci sono appaiate le due ragazze del ’99 che si erano date battaglia nelle ultime due stagioni allieve, la friulana Giorgia Sansa (5.75/-1.0) e la piemontese di famiglia ivoriana Leila Koné (5.75/+1.5). Tra le specialiste delle prove multiple, si distingue Gloria Gollin (5.72/-0.9) – il lungo è sempre stato un suo cavallo di battaglia – mentre la campionessa di eptathlon a Lana Alice Boasso è costretta ad uscire già in qualificazione.

Martello (qual) – Due sopra i 50 per questo passaggio “soft”, almeno per le migliori: la capolista stagionale Alessia Beneduce fa un comodo 50.47, ma la pescarese di Silvi Marina – già finalista ai Mondiali U18 di Cali – viene preceduta a sorpresa da Jessica Mazzola con 50.52, seconda misura in carriera.

PROMESSE MASCHILI

Marcia 10000m (finale) – Nonostante la giornata sia ancora abbastanza calda, i ritmi dei marciatori sono vivaci fin dall’avvio: poi le gare si assestano, perché in pista ci sono sia gli juniores sia le promesse. Gli U23, che a Bydgoszcz disputeranno la 20km su strada, danno vita ad una lotta a tre: il primo a cedere è Gregorio Angelini, ormai decisamente orientato verso una carriera da cinquantista, poi l’allungo di Gianluca Picchiottino costringe alla resa anche Stefano Chiesa. Il livornese seguito da Massimo Passoni approda al tricolore in 41:02.32, poi Chiesa 41:23.11 e Angelini (42:08.91).

Giavellotto (finale) – Non riesce l’assalto tricolore del campano Roberto Orlando, unico in possesso del minimo europeo finora: spallata da 67.95 all’ultimo lancio, però inferiore al nuovo PB del reatino Giovanni Bellini (68.81 in apertura). Dopo l’argento di Bressanone 2016, si conferma sul podio il lombardo Matteo Masetti (67.01).

3000st (finale) – Grazie al grande progresso del Golden Gala – 8:27.34 all’Olimpico – il non ancora 20enne carabiniere Yohanes Chiappinelli è diventato il miglior europeo dell’anno nella categoria e il sesto U23 azzurro di sempre (alle spalle di un quintetto leggendario: nell’ordine Lambruschini, Fava, Di Pardo, Panetta e Maffei... grandi nomi). Il titolo stasera va meritatamente al romano di origini egiziane Ahmed Abdelwahed (8:49.65), secondo azzurro in possesso dello standard per Bydgoszcz.

Asta (finale) – L’atteso duello tra Matteo Capello e “Gino” Colella si decide a quota 5.25: con il primo tentativo vincente il piemontese ha la meglio sul “paisà” californiano di famiglia foggiana (5.15). Due esordienti nella categoria, Simone Andreini e Francesco Lama, non confermano nell’occasione quanto di buono portavano dietro dalla militanza juniores: e così il bronzo, un po’ a sorpresa, va al lombardo Stefano Vianello (4.70).

Peso (finale) – Davvero una gran gara, alla quale offre il suo contributo anche Daniele Secci, 19.05 fuori classifica: per l’ennesimo titolo di carriera, Sebastiano Bianchetti mette ancora a fuoco la fettuccia dei 20 metri (19.74 e 19.78 nella serie del ragazzo di Contigliano trasferitosi a Schio). Il primato di categoria, targato ancora Alessandro Andrei respinge “Seba” ancora una volta, ma c’è una stagione e mezza di tempo per riuscirci. Debuttante tra le promesse è invece Leonardo Fabbri, ragazzo di casa che si esalta per andare oltre i 19 metri anche lui (19.04): e PB per Andrea Caiaffa, poliziotto salito a 18.89 su questa pedana. Complessivamente forse la miglior competizione U23 di sempre.  

100m (finale) – Si era visto dalle batterie che qualcosa di buono poteva arrivare in questa volata decisiva degli U23: ed esulta la Sardegna, che piazza due giovani sprinter al primo e al terzo posto. Il titolo va a Wanderson Polanco, cagliaritano di Sestu con origini dominicane: da diverse stagioni era nel gruppo dei talenti da seguire, ora esplode col nuovo PB a 10.35 (+0.7). Già più abituato ai podi tricolori e alla maglia azzurra è Luca Cassano (10.49), la famosa “formica atomica”, velocista di taglia brevilinea ma sempre presente negli arrivi che contano. E al bronzo la sorpresa, Francesco Carrieri: anche lui scuola sarda, si era migliorato a 10.64 nel Meeting di Savona, qui va ancora più veloce (10.55).

Mancano ancora 5/100 per il minimo Fidal individuale per gli Europei.

800m (batterie) – Varietà tattiche per tutti i gusti, nelle quattro batterie: alla fine la lista dei promossi non è poi così lontana dalle previsioni, con tempi al di sotto dell’1’53” per i migliori otto. Il migliore è Gabriele Aquaro (1:51.13), mentre Enrico Riccobon – sicuramente uno degli iscritti dal palmarès più ricco – sfrutta la rampa di lancio offerta dal bergamasco Guido Lodetti (1:51.16 per il feltrino, semifinalista ai Mondiali juniores 2014, e 1:51.79 di ripescaggio per il coraggioso lombardo). Il miglior tempo stagionale (1:49.03) appartiene per ora all’imolese Francesco Conti, salito dal giro di pista: ma per l’azzurro di Bydgoszcz bisognerà fare di più.

Lungo (finale) – Bella finale, nonostante l’assenza obbligata dell’ottometrista siciliano Filippo Randazzo: fatto sta che la lotta per il podio è decisamente spettacolare e gli interpreti meriterebbero qualche soddisfazione in più dalle misure. L’unico ad essere veramente soddisfatto è ovviamente Andrea Pianti, grande protagonista soprattutto dei Tricolori allievi ai suoi tempi: 7.78 (-0.5) è il nuovo personale – sei centimetri più del Meeting Cus a Palermo – e il sardo è ora sicuro della maglia azzurra per Bydgoszcz. Poi il pugliese di Altamura Angelo Giuseppe Marvulli (7.44/-0.9) e il calabrese della Milardi Gabriele Chilà (7.42/-0.8), già campione uscente degli juniores.

Martello (finale) – I tre nulli secchi di Tiziano Di Blasio, altro debuttante molto accreditato della categoria, spianano la strada a Giacomo Proserpio: il lombardo, che ha già il minimo per Bydgoszcz, ribadisce il suo diritto alla maglia azzurra in sede europea dominando la finale (66.74 iniziale, poi una serie molto dignitosa). Soprattutto perché l’allievo di Gian Mario Castaldi avevo inseguito per tutta la scorsa stagione un posto per i Mondiali juniores, sempre in Polonia. Qui solo Mirko Franceschetti è capace di andare sopra la fettuccia dei 60 metri (60.40, terza misura in carriera per il pontino), vincitore a parte.

400m (batterie) – Scende in pista uno dei protagonisti più attesi della categoria, Daniele Corsa: l’ex calciatore brindisino aveva lasciato il segno già al debutto internazionale da junior negli Europei di Eskilstuna e in questo avvio di stagione ha riscritto brillantemente le sue credenziali cronometriche. In batteria si presenta con un 46.69 che dice già molto sulle sue ambizioni: invece, con la nuova maglia dei Carabinieri, Giuseppe Leonardi fatica più del previsto per precedere nell’ultima batteria il romano Emanuele Grossi (47.52 a 47.63). L’altro meno-47” stagionale Brayan Lopez fa 47.55, mentre rispunta come outsider di lusso Alessandro Galati, deciso a misurarsi con i suoi migliori livelli cronometrici (47.46 qui, a un paio di decimi dal PB della passata stagione).

100m (batterie) – Tempi interessanti già in batteria: il pugliese della Firenze Marathon Luca Cassano sfreccia in 10.55 (+0.5), ma c’è da dire che il 10.60 del sardo di origini dominicane Wanderson Polanco viene appesantito non poco dal vento (-1.7). In linea con la lotta per il titolo anche due ex campioni italiani giovanili come Andrea Federici (10.62/0.0 per il doppio figlio d’arte lombardo) e Diego Pettorossi (10.63/0.0 per il bolognese, che ha invece geni cestistici nel DNA).

PROMESSE FEMMINILI

5000m (finale) – Davvero difficile fare il minimo europeo, fissato a 16:20.0: per il momento Chiara Spagnoli può essere contenta del suo titolo italiano in 16:49.32, a pochi secondi dal personale. Per la ragazza di Artogne, Val Camonica, e per il tecnico varesino Silvano Danzi è un risultato da incorniciare: soprattutto per i guai che avevano accompagnato la stagione invernale, dopo il cross di Osimo. La determinazione di Alice Cocco (17:02.40) e il ritorno di Lucia Mitidieri (17:07.86) negano la gioia del podio a Nicole Reina, interprete dal grande passato giovanile e dal presente troppo denso di difficoltà.

Lungo (finale) – Il minimo federale per Bydgoszcz è fissato a 6.25 e da quelle parti si danno battaglia tre lunghiste venete: due riescono a centrare l’obiettivo, entrambe vicentine, Ottavia Cestonaro (6.27/-1.2 all’ultimo salto) e Beatrice Fiorese (che era subentrata in testa al penultimo turno, 6.25/-0.1). Beffata Carol Zangobbo, in testa fino al quarto salto con 6.21 (-0.4).

100m (finale) – Rispunta, con una capigliatura meno “afro” del solito, la stella di Johanelis Herrera: la velocista di famiglia dominicana, cresciuta a Verona, svetta in 11.79 (-0.9) e precede sia Flavia Torreti (1.85) – la ragazza di origini africane adottata a Capena da famiglia romana – sia Chiara Torrisi (11.86), la sprinter siciliana rientrata dall’esperienza spagnola per l’occasione.

800m (batterie) – Il duello lungo una stagione lo rivivremo domani: perché Eleonora Vandi ha controllato la sua batteria in 2:10.49, mentre Elena Bellò è stata impegnata anche sul rettilineo dalla terza delle gemelle Troiani (2:08.03 per la vicentina delle Fiamme Azzurre, PB a 2:08.27 per Serena, brillantissima esponente della dinastia bustese). Terza sotto i 2’10” – e naturalmente prima ripescata (2:09.00) – è l’udinese di Codroipo Sintayehu Vissa, adottata a 10 anni nei pressi di Addis Abeba.

Giavellotto (finale) – Delle tre 50-metriste stagionali si presentano in due – assente la finalista dei Mondiali juniores 2016 Ilaria Casarotto – e una dà spettacolo: Paola Padovan, bel prospetto di scuola bellunese (ora allenata a Padova da Emanuele Serafin), era partita nientemeno che dal titolo cadette di Cles 2010, poi ha conosciuto alti e bassi in carriera. Qui a Firenze sembra sbocciare definitivamente: il 57.21 al terzo turno, che chiude virtualmente la gara, è la nuova MPN promesse, tolta a Tiziana Rocco che la deteneva con 56.88 dall’ormai lontano 2000 (campionati di categoria a Piovene Rocchette, sotto l’Altopiano di Asiago). Notevole misura, ingresso nella top-10 europea stagionale U23: decisamente annichilita Luisa Sinigaglia (45.44), altra veneta che aveva dimostrato finora un bel feeling con le maglie tricolori. Una coppia di gemelline trentine, Chiara e Serena Bergia, si contendono il bronzo (44.37 a 44.37).  

400m (batterie) – Con “Ayo” Folorunso ai box – l’allieva di Maurizio Pratizzoli dovrebbe ritornare in gruppo tra una settimana – si scatenano due delle tre gemelle Troiani: Virginia 54.30 e Alexandra 54.51 segnano i due migliori tempi del turno. In crescita, a quanto si è visto oggi, anche Alice Mangione (54.82) – pedina che potrebbe essere fondamentale a Bydgoszcz anche per le sue doti di staffettista – mentre resta ancora coperta Ylenia Vitale (55.38).

Alto (finale) – Reduce dalla bella serata dell’Olimpico, Erika Furlani soffre il duello con Eleonora Schertel fino a quota 1.82: è quella la misura che consegna alla brava viterbese il nuovo PB a 1.80 e insieme spegne il suo segno tricolore, a beneficio della poliziotta romana. E così Erika sale ancora rispetto al Golden Gala, 1.89: peccato per gli errori a 1.92, una prestazione che vale la seconda posizione nelle liste europee U23 dell’anno. Per la cronaca Eleonora Omoregie affronterà domani a Eugene la finale del Campionato Ncaa.

100m (batterie) – Al rientro dall’esperienza di studio in Spagna, la siciliana Chiara Torrisi si esprime bene già al primo turno con 11.89 (+0.2). Poi l’italo-dominicana di Verona Johanelis Herrera (11.90/+0.2): nel lotto delle finaliste anche la ragazza di origini ghanesi adottata a Roma Elisabetta De Andreis va sotto i 12” (11.94/-0.2). Sarà una finale interessante: forse solo “Leo” Germini ed Eleonora Cadetto, tra le più titolate in carriera, devono abdicare ad una corsia. Con l’altoatesina di Settequerce Julia Calliari, habituée delle finali tricolori, si dimostra in condizione anche la portacolori della Milardi Rieti Flavia Torreti, romana adottata a Capena e di probabili origini nigeriane.


Erika Furlani (foto Colombo/FIDAL)


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