Fassinotti e Tamberi, l'Italia in alto

25 Luglio 2015

Dopo il primo e il secondo posto nella IAAF Diamond League di Londra, i due primatisti italiani raccontano obiettivi, rivalità e sogni mondiali. Fassinotti "Agli Assoluti di Torino sarà speciale".

Vince Marco Fassinotti con 2,31, secondo Gianmarco Tamberi con 2,28. Non è la classifica dei Campionati Italiani di Torino (la finale dell’alto è in programma domani alle 19.30), ma quella dei Sainsbury’s Anniversary Games di Londra, undicesima tappa della IAAF Diamond League. Ieri sera venerdì 24 luglio i due azzurri, nello Stadio dell’Olimpiade 2012, hanno fatto emozionare e divertire, monopolizzando le prime posizioni e l’attenzione della tribuna. I due primatisti italiani (Tamberi con il 2,34 di Colonia, Fassinotti con la stessa misura saltata due volte indoor) sotto la pioggia londinese hanno dato spettacolo ma non solo, mettendosi alle spalle - in un meeting di livello assoluto - avversari come Barshim (terzo con 2,28), Kynard (quarto) e Grabarz (quinto).

Marco Fassinotti domani salterà nella sua Torino, lasciata due anni e mezzo fa per allenarsi a Birmingham con Fuzz Ahmed. Cosa si aspetta? “Sono emozionato, gareggiare in casa è… bello. In verità sono contento di atterrare solo questa sera, penso che se fossi arrivato prima mi sarei agitato troppo. Ci saranno la mia famiglia, i miei amici. Mi chiedo come sarà l’atmosfera, vorrei fosse una serata speciale”. La rivalità con Tamberi regala spettacolo e cresce con l’alzarsi dell’asticella. “Londra, Torino, Stoccolma, Eberstadt, Pechino. Ci incontreremo cinque volte, io ho vinto la prima, ma la gara più importante è l’ultima. E poi io non salto contro qualcuno. Salto per me, per migliorarmi, per salire ancora, per raccogliere i frutti di quello che ho fatto finora. In pedana sono concentratissimo su me stesso. Ci pensa Gianmarco da solo a dialogare con il pubblico, a farlo divertire: in questo è bravissimo”. Quali erano i consigli a bordo pedana di coach Fuzz Ahmed? “Continuava a dirmi «Di meno, fai di meno. Hai già tutto, togli, fai un salto facile». Ed è quello che ho fatto. Ho lavorato tanto ed ora ho delle certezze. Non devo cercare lo straordinario, mi basta l’ordinario per salire in alto”. Sembra facile. E’ davvero così sereno? “Assolutamente, sono tranquillo. E determinato a sfruttare quello che ho creato. Anche se ieri ammetto che a 2,35, purtroppo… mi sono agitato. Ma so esattamente dove ho sbagliato, quello che non ho fatto. Ieri in sette salti per esempio non sono mai riuscito a trovare la rincorsa perfetta. Partivo un piede avanti rispetto al mio segno, mi ritrovavo troppo vicino all’asticella”. 2,31 è il suo nuovo record in calzamaglia. “Incredibile (ride). In realtà ieri c’erano 11 gradi, rimanere vestiti era una scelta obbligata”. Ha battuto per la seconda volta Barshim. Che effetto fa? “Ci tenevo a vincere, nella finale della Diamond League voglio esserci. Quelli di ieri sera sono punti preziosi. Lui era teso, sembrava impaurito dalla pioggia. Per me non è un problema.

E poi la pedana di Londra anche quando è bagnata resta performante, basta capire come funziona”.

Gianmarco Tamberi ieri ha infiammato il pubblico, mettendo in scena un vero e proprio show tra salti mortali, scherzi, barbe tagliate a metà“Mi sono divertito. Parecchio. Ho fatto un po’ di spettacolo, la gente in tribuna era con me… è il mio modo di caricarmi. E sono felicissimo del primo e secondo posto, di Fassinotti e mio. Avrei preferito vincere, è ovvio, ma è bello che ci fossero due italiani in cima alla classifica. Lui ora è tecnicamente più solido, ogni suo salto è uguale all’altro e questa è una grande sicurezza. Bravo Marco!”. A differenza di Fassinotti, a Londra 2012 Tamberi era in pedana. Che effetto fa tornare al Queen Elizabeth II Stadium? “Appena l’ho visto - dal pullman che ci portava a gareggiare - sono stato sopraffatto dall’emozione. Mi sono messo a ridere come un pazzo, l’adrenalina è esplosa. Incredibile, non avrei mai pensato che mi facesse questo effetto! L'Olimpiade ti resta dentro. Poi, una volta entrato, mi sono calmato. Insomma, non troppo, ma ora sono abituato alle grandi arene, al brusio del pubblico, alle urla. Ricordo che tre anni fa lo stadio pieno di gente mi faceva venire la pelle d’oca”. Come sta? “Purtroppo la gara di ieri mi ha lasciato qualche strascico. A 2,24 sono atterrato male sul collo. Pensavo non fosse nulla, e invece questa mattina ero dolorante. Se i medici mi consiglieranno di non rischiare me ne starò tranquillo, e a malincuore potrei anche rinunciare agli Assoluti. Ma per ora non c'è nulla di definito”. Come mai ieri ha ridotto la rincorsa? “Io soffro molto la pioggia, perché allo stacco ho una velocità elevata e la pedana bagnata mi crea diversi problemi. Ieri ho dovuto ridurre la rincorsa da 11 a 9 passi proprio per questo motivo… non ho potuto rischiare ed è stato un peccato, perché con pochi passi è difficile salire oltre i 2,28. Sono tornato alla rincorsa standard quando ho attaccato i 2,31, ma era difficile trovare subito gli equilibri giusti”. Il prossimo passo? “E’ necessario consolidare la tecnica. Non possono servirmi tre salti per superare 2,24, soprattutto se poi 2,28 lo salto alla prima prova. A Colonia sentivo di avere qualche certezza in più, devo ritrovare le stesse sensazioni”. Cosa è cambiato da quando ha fatto il record italiano? “Ho cercato di dimenticarlo, anzi: l’ho immediatamente accantonato. Non voglio ripetere l’errore che ho fatto nel 2012, quando ho saltato 2,31 e poi più nulla. Ieri sera un ragazzo fuori dallo stadio mi ha chiesto quanto fosse il mio personale, e io ho risposto d'istinto «2,31!». Poi mi sono corretto, ma sono contento di non pensarci mai. Mi sto allenando come se non fosse successo nulla. Saltarlo una volta non basta, e io non voglio fermarmi qui”.

Anna Chiara Spigarolo



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