Fabbri di gioia, è bronzo mondiale!

01 Marzo 2024

A Glasgow il pesista azzurro si conferma sul podio: terzo ai Mondiali indoor con 21,96. Quarto Weir (21,85), nel pentathlon straordinaria Gerevini, quarta a soli 12 punti dal bronzo (record italiano). Ali 6.53, in finale frenato dai crampi

Subito una medaglia azzurra nella prima giornata dei Mondiali indoor di Glasgow. Nel peso Leonardo Fabbri conquista uno splendido bronzo con 21,96 e si conferma sul podio iridato dopo l’argento iridato all’aperto di Budapest della scorsa stagione. Oro allo statunitense primatista mondiale Ryan Crouser (22,77), secondo il neozelandese Tom Walsh (22,07), ma tra i migliori quattro ci sono due italiani con il quarto posto del campione europeo indoor Zane Weir a 21,85. Arriva quarta nel pentathlon anche una straordinaria Sveva Gerevini che con 4559 punti supera di nuovo il suo record italiano (4538 a fine gennaio) a un passo dal sogno della medaglia: il bronzo dell’olandese Sofie Dokter (4571) rimane a soli dodici punti di distanza. È il miglior piazzamento di sempre per l’Italia nelle prove multiple in una manifestazione mondiale. Si ripete la belga Noor Vidts (4773), seconda la finlandese Saga Vanninen (4677). Nella finale dei 60 metri ottavo Chituru Ali rallentando per i crampi a metà gara prima di chiudere in un poco significativo 8.00, dopo essersi qualificato con il primato personale di 6.53 e il secondo posto in semifinale, sesto crono complessivo. Torna sul trono iridato lo statunitense Christian Coleman in 6.41 per aggiudicarsi la super sfida con Noah Lyles, argento in 6.44, mentre il bronzo è del giamaicano Ackeem Blake (6.46).

FABBRI ANCORA SUL PODIO - È il primo a entrare in pedana Leonardo Fabbri, con una gran misura: 21,96. Sfiora i ventidue metri nel peso l’azzurro che esulta, alza l’indice sinistro, solleva le braccia in segno di gioia. Sempre più sicuro di sé, in grado di lottare con i migliori al mondo, dopo l’argento mondiale all’aperto della scorsa stagione e il record italiano indoor a 22,37 di quest’anno. Poco più tardi viene superato dallo statunitense Ryan Crouser (22,36) e dal neozelandese Tom Walsh (22,07), diventa terzo ma la situazione in classifica non cambia nei successivi due turni, con un nullo e 20,82 per il 26enne colosso fiorentino. Vola lontano al terzo lancio anche il peso di Zane Weir che balza al quarto posto provvisorio con 21,31 per guadagnare tre posizioni dopo aver aperto con una ‘x’ e 20,80. Esce di scena senza misura per tre nulli consecutivi il giamaicano Rajindra Campbell, uomo da ‘over 22’ pochi giorni fa a Madrid (22,16). Alla quarta prova cresce ancora Weir con 21,85 e si avvicina alla terza piazza di Fabbri che lancia a 21,82, intanto Crouser allunga con 22,51. Poi l’americano consolida ulteriormente la leadership con 22,77 mentre c’è la bandiera rossa per i due azzurri. Ultimo tentativo: Weir 21,13 ed è quarto, nullo per Fabbri quando ormai è già sicuro di una scintillante medaglia di bronzo, Crouser si prende il suo primo titolo iridato in sala (dopo due trionfi all’aperto e due ori olimpici) e Walsh l’argento. Per la prima volta un pesista italiano riesce a salire sul podio nel peso ai Mondiali indoor: al massimo c’erano stati i due quinti posti ottenuti da Paolo Dal Soglio, l’allenatore di Fabbri e Weir, nel 1993 a Toronto e nel 2001 a Lisbona.

“Una cosa bellissima - esclama Leonardo Fabbri - volevo regalare una soddisfazione a tutti gli italiani che ci stanno guardando, li voglio far appassionare al getto del peso perché per troppo tempo è stato lontano dalle luci: con me e Zane così è bello rendere felici gli italiani. Due lanciatori in maglia azzurra tra i migliori al mondo: avanti così!”. “Prima della gara sapevo quanto fosse importante piazzare il primo lancio, perché sarebbe stata lunghissima. Il riscaldamento è stato bruttissimo, ho tirato un peso fuori settore. E invece al primo lancio ho trovato subito un 21,96 molto facile. Poi ho provato a forzare, volevo una misura importante, per avvicinarmi a Crouser o batterlo. L’ho visto esultare per un 22,36 e questo vuol dire che un po’ di paura gliel’ho messa. A Parigi? Io paura di lui non ne ho, quindi è bene che ne abbia un po’ lui. A me non piace farmi battere”.

Poi ‘Leo’ riflette: “Zane Weir è partito male ma è stato veramente bravo a riprendersi e arrivare quarto, sicuramente sarà una grande motivazione per lui in vista di Parigi. Il nostro coach Paolo Dal Soglio? Si è arrabbiato! All’ultimo lancio ho chiesto la ‘clap’ al pubblico, mi sono irrigidito troppo, ho lanciato veramente male... ma puntavo al record europeo di 22,55. So di valerlo, l’ultimo allenamento è stato pazzesco, ho fatto una misura incredibile. Ma va benissimo così, queste gare si fanno per prendere la medaglia. E la medaglia c’è, anche se di bronzo. Era il compleanno di Walsh e non volevo rovinargli la festa...”. “Questa è una Nazionale bellissima - sottolinea Fabbri - mi dispiace non ci siano Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs. Ho 26 anni e sono tra i più ‘vecchi’, questo fa capire quanto l’atletica sia vivace. Domattina andrò a fare il tifo per quel ‘bimbo’ di Furlani, speriamo possa far bene. Ho visto un bel gruppo, tutti uniti, un’atmosfera così fa bene a tutti. Roma e Parigi? Ormai si va sempre per vincere una medaglia. Lo dobbiamo a Paolo che è arrivato quarto ad Atlanta ’96 per un centimetro. Io e Zane dobbiamo prendere una medaglia alle Olimpiadi perché se lo merita”. “Il livello di questo sport è altissimo in questo momento, non ho fatto abbastanza stasera. Ci vediamo agli Europei di Roma!”, rilancia Weir.

GEREVINI NELLA STORIA - Dopo i 2694 punti della mattinata, frutto di 8.28 nei 60hs, 1,76 nell’alto, 12,58 nel peso, l’eccezionale giornata di Sveva Gerevini prosegue con lo stagionale di 6,26 nel lungo (terza), per guadagnare quattro posizioni in un solo colpo e portarsi a ridosso del podio: a una prova dal termine, con 3624 punti, è quarta a 10 punti dalla terza classificata, l’olandese Sofie Dokter. Negli 800 metri l’azzurra parte davanti con coraggio, ci crede e ci prova fino in fondo ma subisce la rimonta della diretta avversaria che sferra il sorpasso decisivo: Dokter 2:11.89 per abbassare il personale di quasi quattro secondi, Gerevini 2:12.07. Il quarto posto nel pentathlon della 27enne cremonese a quota 4559, aggiungendo 21 punti ai 4538 del 28 gennaio a Aubière, è in ogni caso un risultato storico per l’atletica italiana: finora il miglior piazzamento nelle multiple era quello di Gertrud Bacher, sesta nell’eptathlon ai Mondiali all’aperto di Parigi nel 2003.

“Per me non è una soddisfazione completa - racconta Sveva Gerevini - io ci credevo davvero tanto alla medaglia di bronzo: avevo detto al mio allenatore ‘oggi facciamo la storia’. Man mano che passava la giornata sono riuscita a risollevarmi anche dalle difficoltà iniziali, per esempio nell’alto, e ho preso sempre più convinzione di potercela fare, di meritarlo, soprattutto dopo l’anno che affrontato nel 2023 per l’infortunio. Però forse crederci non è bastato: l’olandese Dokter ha fatto un super personale negli 800, mi ha sorpreso. Ha meritato il bronzo. Sicuramente un altro Mondiale indoor come questo non si ripeterà facilmente. Era l’occasione della vita e sapere di averla mancata di un soffio mi fa stare ancora peggio. Comunque ho fatto il record italiano di nuovo, cerco di trovare gratificazione in questo. E credo che vedere un’azzurra a un passo dal podio abbia dato una spinta e un valore ancora maggiore alla specialità delle multiple in Italia. Europei in casa? Saranno durissimi ma proveremo a far qualcosa di grande. Il grazie va al mio coach Pietro Frittoli, alla mia famiglia, al mio fidanzato, a tutti quelli che mi hanno scritto, pensato, e che hanno creduto insieme a me in questo sogno”.

ALI BOOM - Partenza-bomba (fantastico il tempo di reazione di 0.123, il migliore tra gli otto qualificati alla finale), accelerazione da manuale, finale spalla a spalla con un atleta di valore come il bronzo europeo Henrik Larsson: è un Chituru Ali meraviglioso quello che sfreccia in 6.53 nella semifinale mondiale, a un decimo dal primatista del mondo Coleman. Un crono con cui toglie quattro centesimi al personale di 6.57 realizzato agli Assoluti indoor di Ancona: diventa il quarto italiano di sempre nella distanza, conferma l’Italia nella finale iridata in sala a due anni dal trionfo di Marcell Jacobs e soprattutto può sognare in vista della stagione all’aperto, dei 100 metri e della staffetta. In finale il comasco viene frenato dai crampi mentre Coleman vince il suo secondo titolo mondiale nei 60 indoor dopo quello del 2018.

“Avevo belle aspettative per questa finale - le parole di Chituru Ali - ma già in semi ho avvertito un po’ di crampi. Appena ho sentito il bicipite tirare non ho forzato. Sono un po’ amareggiato perché si poteva limare ancora qualcosina. Ma sono tranquillo. Sognavo di stare vicino a Coleman, a Lyles, di solito li vedo in tv in Diamond League: correre insieme a loro è sempre molto stimolante. L’anno scorso mi è stato di lezione, sono cambiato parecchio. Questo è un buon ritorno, mi fa sperare per le outdoor: 100 metri ma proverò anche i 200. Staffetta? Per il prof Di Mulo sono sempre disponibile...”.

APRILE ELIMINATA - Nei 1500 si chiude in batteria l’esperienza mondiale di Giulia Aprile: a un giro e mezzo dal termine perde contatto dal quartetto di testa e termina nelle retrovie, con il crono di 4:20.21. Miglior tempo del primo round il 4:04.34 della statunitense Nikki Hiltz.

ALTO PER OLYSLAGERS - All’ultimo salto per il primo oro della carriera. Dopo l’argento olimpico e il bronzo mondiale all’aperto, stavolta nell’alto festeggia il titolo l’australiana Nicola Olyslagers che va a segno con 1,99 al terzo tentativo. Fino a quel momento era in testa l’ucraina campionessa uscente Yaroslava Mahuchikh, arrivata a 1,97 con un percorso netto, mentre Olyslagers aveva superato quella misura alla seconda prova. Bronzo per la slovena Lia Apostolovski con 1,95.

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