L’Italia dei record, il romanzo del 2025!
23 Dicembre 2025di Fausto Narducci
Un’altra stagione che potremmo definire trionfale, la quinta consecutiva, per l’atletica italiana che non sbaglia un colpo da quando, con i 5 ori olimpici di Tokyo 2021, è iniziato il nuovo corso. Si riparte proprio dal Giappone dove con 7 medaglie l’Italia ha ottenuto la più ampia raccolta iridata di sempre, ma è anche l’anno del secondo successo consecutivo in Coppa Europa, della buona tenuta in due rassegne indoor ravvicinate, della crescita giovanile documentata dai medaglieri nelle tre rassegne europee delle categorie allievi, juniores e under 23 e, dulcis in fundo, del doppio oro (assoluto femminile e staffetta mista) agli Europei di cross in Portogallo. Dietro tutto questo ci sono dirigenti, allenatori e atleti - a cominciare dall’oro iridato Mattia Furlani e dalla plurimedagliata Nadia Battocletti - e davanti un’altra stagione importante con Mondiali indoor, Europei assoluti e allievi (questi ultimi in casa) per allungare questa Età dell’Oro dell’atletica italiana. Analizziamo i principali momenti azzurri del 2025.
Medaglie italiane nelle rassegne 2025
Mondiali (Tokyo) 1-3-3
Mondiali indoor (Nanchino) 2-1-0
Europei indoor (Apeldoorn) 3-1-2
Europei under 23 (Bergen) 3-3-3
Europei under 20 (Tampere) 6-3-5
Eyof under 18 (Skopje) 8-5-1
Universiadi (Bochum) 4-1-4
Europei cross (Lagoa) 2-0-0
Europei indoor (Apeldoorn, 6-9 marzo)
Per l’Italia (tre ori, un argento e due bronzi) non è primato di medaglie nella rassegna continentale al coperto ma poco ci manca. Solo a Milano 1982, prima che il palazzetto fosse abbattuto dalla neve, avevamo fatto meglio con un bronzo in più (3-2-2). Il secondo posto nel medagliere (dopo i padroni di casa olandesi) e il quarto nella classifica a punti (davanti a noi anche Gran Bretagna e Francia) completano il bilancio positivo. Gli ori portano le firme di Andy Diaz (triplo), Zaynab Dosso (60) e Larissa Iapichino (lungo) che poi vivranno una stagione in chiaroscuro. Il 2025 andrà decisamente meglio per gli altri tre medagliati: Furlani d’argento con 8,12 a un centimetro dall’oro (Saraboyukov) e con la stessa misura del bronzo (Lescay) grazie al miglior secondo salto; Dallavalle e Sioli di bronzo. Per tutti gli azzurri da podio misure e tempi di prestigio (spicca il record italiano di 7.01 della Dosso e il primato personale di 2,29 di Sioli) a conferma della crescita di valore della rassegna. Da sottolineare anche 9 finali con tre quarti posti a un passo dal podio: Tecuceanu, Lando e Coiro.
Mondiali indoor (Nanchino, 21-23 marzo)
Mai l’Italia aveva conquistato due ori in una rassegna iridata al coperto. Se aggiungiamo che sono passate solo due settimane dagli Europei al coperto, con una trasvolata di mezzo, rispetto all’impegno europeo ce n’è di che gioire. Il quinto posto nel medagliere e nella classifica a punti è un altro motivo di soddisfazione. I tre protagonisti azzurri ripetono il podio di Apeldoorn ma solo Diaz conferma lo stesso metallo (oro) e quasi la stessa misura (17,80, record italiano, contro 17,71). Mattia Furlani con l’oro (8,30) guadagna una posizione con un incremento di 18 cm rispetto ad Apeldoorn dove il sorprendente bulgaro Bozhidar Saraboyukov (qui assente) lo aveva battuto con 8,13. Zaynab Dosso (argento in 7.06) perde invece una posizione rispetto all’Olanda dove aveva corso in un 7.01 che qui le sarebbe bastato per l’oro.
Strada e marcia
L’Italia si difende bene anche fuori dalla pista. Lo confermano gli Europei di corsa su strada (12-13 aprile a Lovanio) e gli Europei a squadre di marcia (Podebrady, 18 maggio). La prima edizione della rassegna su strada in Belgio ci regala, in una domenica storica, due ori che sanno di futuro visto che li conquistano Iliass Aouani nella maratona (2h09:05) e Nadia Battocletti nei 10 km (31:10) poi protagonisti sulle stesse distanze (e non solo) a Tokyo. Il terzo oro arriva dalla 10 km femminile a squadre che si aggiunge alle tre medaglie del sabato nelle mezze maratone (argento squadra femminile, bronzo di Sara Nestola e della squadra maschile) portando il totale a 6 medaglie.
Il bottino nel tacco e punta (secondi nel medagliere con 5 ori, 3 argenti e 4 bronzi) sul classico percorso ceco conferma che dietro a Stano (oro nei 35 km col record del mondo di 2h20:43), purtroppo assente a Tokyo per infortunio, e alla Palmisano (argento nei 35 km col record italiano di 2h39:35) c’è tutta una Italia che marcia. Gli altri ori arrivano dallo junior Giuseppe Disabato nella 10 km e dalle squadre dei 35 km maschili e femminili oltre a quella under 20 maschile.
Coppa Europa (Madrid, 27-29 giugno)
È uno dei momenti più belli della stagione, un secondo successo di squadra in una rassegna dove l’Italia non aveva mai vinto va oltre i sogni. Soprattutto in questo bis dove, con tante assenze fra le punte (solo 12 dei 34 titolari individuali sono rimasti gli stessi da un’edizione all’altra), sono le seconde schiere a fare la differenza. La stessa differenza che c’è fra i 7 successi (e 16 podi) in Polonia rispetto ai 3 (e 13 podi) nel catino bollente dell’Estadio Vallehermoso dove a giocare a nostro favore sono conseguentemente i piazzamenti nei primi otto.
Con 431,5 il vantaggio abissale sulla seconda (Polonia 405,5) e sulla terza (Germania 397), peraltro quasi mai messo in discussione, rende perfettamente lo spirito di squadra della competizione in cui sono veramente poche le nostre controprestazioni. Non per niente, dovendo scegliere un atleta simbolo, il presidente Mei punta su Lorenzo Patta (al traguardo da 16° dopo un infortunio) così come in Polonia aveva scelto la staffettista Bongiorni. Non si può negare comunque una nota di merito ai tre vincitori individuali: Fabbri, Battocletti e Iapichino con una lode speciale per la lunghista che è balzata dal pericolante ottavo posto del quarto salto al 6,92 finale che le ha permesso di battere l’eterna rivale Mihambo.
Due i record italiani grazie alla strepitosa 4x400 mista (Scotti, Virginia Troiani, Aceti, Mangione con 3:09.43 dietro alla Polonia) e alla junior Saraceni (14,08) nel triplo. Ma solo il vento oltre il limite nega la stessa gioia a Giada Carmassi autrice di 12.62 nei 100 ostacoli. Aver realizzato 6 personali (Scotti, Pernici, Biasutti, Polinari, Saraceni e Padovan) e 5 stagionali (Desalu, Simonelli, Dosso, Kaddari e 4x100 donne) dimostra l’impegno degli azzurri. Ma vogliamo sottolineare il contributo decisivo di quella che possiamo definire Generazione Coppa Europa: Simone Biasutti (secondo nel triplo con 16,94), Idea Pieroni (quarta nell’alto con 1,91) e Paola Padovan (quinta nel giavellotto con 57,91) hanno ottenuto il massimo possibile (e forse di più) da quello che per loro rappresentava il clou stagionale.
Europei under 23 (Bergen, 17-20 luglio)
La prima delle tre rassegne giovanili europee conferma il momento felice del nostro movimento a tutti i livelli. Con 3 ori, 3 argenti e 3 bronzi in Norvegia l’Italia è sesta ma brilla anche la classifica a punti dove siamo quarti (come due anni fa) dietro Germania, Francia e Spagna, stavolta con 27 piazzamenti nei primi 8. Piazzamenti che portano la firma di nomi destinati a progredire, a cominciare dai tre ori: Matteo Sioli (alto) con 2,30, Simone Bertelli (asta) con 5,70 (asta) e Alexandrina Mihai (marcia 10.000 metri) con 43:49.55 centrano tutti e tre il personale, che nel caso della marciatrice vale anche come primato italiano di categoria. Gli argenti arrivano da Dentato (200), da Brigante (marcia 10.000) e dalla Benedetti (disco). I bronzi da Lazzaro (800), da Bruno (triplo) e dalla Gabriele (10.000 marcia). Peccato solo che Pernici si spenga in finale dopo il primato personale (e miglior prestazione di sempre della rassegna) negli 800 in 1:44.06.
Eyof (Skopje, 21-26 luglio) e Universiadi (Bochum, 21-27 luglio)
Non parliamo della rassegna europea allievi ma delle gare di atletica inserite nel Festival olimpico della gioventù europea under 18 ma il valore non è molto dissimile. Anche qui significativamente l’Italia si aggiudica il medagliere con 8 ori, 5 argenti e un bronzo come la squadra azzurra a livello generale (19 ori, 19 argenti e 12 bronzi). All’esordio in Nazionale a 15 anni, 8 mesi e un giorno, Kelly Doualla si aggiudica i 100 in 11.21 (record europeo under 18 e record italiano under 20) portando al successo anche la staffetta 100+200+300+400 insieme a Succo, Frattaroli e Castellani. Inutile dire di chi è la copertina, non solo dell’atletica, di questi Eyof. Ma è significativo che 6 ori su 8 arrivino quasi tutti col primato italiano e che Alessia Succo (13.04) diventi anche terza europea di sempre. Gli altri ori: Diego Mancini (400 ostacoli), Nicolò Vidal (marcia 5000 metri), Matteo Sorci (decathlon), Margherita Castellani (200) e 4x400 mista (Juan José Caggia, Caterina Caligiana, Diego Mancini e Laura Frattaroli). A fine luglio per l’Italia c’è un’edizione da ricordare anche alle Universiadi di Bochum, in Germania: la migliore degli ultimi trent’anni con 4 ori (conferma di Alice Muraro nei 400hs, la ritrovata Vittoria Fontana nei 200, Eloisa Coiro negli 800 e Andrea Cosi sui 20 km di marcia), un argento e 4 bronzi.
Europei under 20 (Tampere, 7-10 agosto)
Mai l’Italia aveva vinto il medagliere degli Europei under 20. Succede anche questo nel 2025 con 6 ori, 3 argenti e 5 bronzi che ci danno anche il primato di medaglie totali (14) a parità con la Spagna. Non bastasse, i podi arrivano in tutti i settori con un significativo quarto posto (128) nella classifica a punti dietro Germania, Gran Bretagna e Spagna. Fra gli ori spiccano in prospettiva (e anche per effetto mediatico) quelli di Kelly Doualla nei 100 e nella 4x100 dove però non bisogna togliere merito alle compagne Pagliarini, Valensin e Castellani. Ma anche Nappi (200), Togni (110hs), Crotti (triplo) e la Saraceni (triplo) si possono considerare già dei fenomeni giovanili su cui scommettere. Aver conquistato tre podi su quattro nelle staffette (4x400 uomini e donne) con l’incidente di percorso della quotata 4x100 maschile è un’altra nota di merito. Staffette a parte, gli argenti sono di Daniele Inzoli (lungo), Disabato e Di Fabio (marcia 10.000); i bronzi di De Noni (800), Succo (100hs) e Nalesso (peso).
Golden Gala e Diamond League
Passando in rassegna i principali appuntamenti azzurri della stagione bisogna dare il giusto peso anche alla Diamond League in cui l’Italia negli ultimi anni è diventata protagonista come non accadeva in passato.
Fa da rampa di lancio, come sempre, il Golden Gala all’Olimpico di Roma con quattro secondi posti (Furlani, Weir, Folorunso e Bruni) e il terzo della solita Battocletti autrice del record italiano dei 5000 con un 14:23.15 che è anche la seconda prestazione europea di sempre. A conquistare il diamante sul palcoscenico prestigioso di Zurigo quest’anno sono Andy Diaz e Larissa Iapichino: il triplista fa il bis del 2023 (più un titolo da cubano), la lunghista ripete il 2024 indorando preventivamente la pillola amara dei Mondiali.
Mondiali (Tokyo, 13-21 settembre)
Lo stadio nazionale di Tokyo continua a portare bene all’Italia. Là dove erano fioriti i 5 ori olimpici nel 2021, primo segnale incontrovertibile del cambio di rotta azzurro, a distanza di quattro anni arrivano sette medaglie che non hanno tutto lo stesso colore ma permettono di abbattere un record importante: l’Italia non ne aveva conquistate così tante neanche a Goteborg ’95 che con 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi resta ai vertici per qualità di podi. Poi una lista di altri record sfiorati che, in uno sport di numeri, qualifica la nostra rassegna iridata al di là dei timori della vigilia. Alle assenze (quella di Stano la più dolorosa) e alle condizioni precarie (Tamberi e Diaz su tutti, ma anche Sibilio) si aggiungono le fisiologiche delusioni (Iapichino e 4x100 su tutte) ma l’Italia è più forte di tutto e di tutti. I 62 punti (a uno solo dal primato sempre di Goteborg ’95) con relativo sesto posto in classifica (terza europea e record di Goteborg eguagliato) e i 15 finalisti (a una sola lunghezza da Atene ’97) sono altri due fiori all’occhiello della spedizione. L’Italia con un oro, tre argenti e tre bronzi nel medagliere è undicesima e quinta in Europa dove Olanda, Spagna, Portogallo e Svezia (proprio in extremis) ci precedono grazie ai due ori conquistati. D’altra parte una rassegna che era partita con tre medaglie in un solo giorno (Palmisano, Battocletti e Fabbri) aveva fatto capire da subito a cosa andavamo incontro.
Ma dietro ai freddi numeri ci sono i personaggi e i telespettatori (che fra Rai e Discovery hanno spesso toccato la doppia cifra di share) hanno imparato a familiarizzare con nomi diventati popolari anche oltre la cerchia degli appassionati. Mattia Furlani (oro nel lungo) e Nadia Battocletti (argento 10.000 e bronzo 5000) sono diventati personaggi copertina. Tanti spunti di cronaca. A 20 anni compiuti in febbraio il reatino può vantarsi di essere il più giovane iridato di sempre nel lungo scavalcando perfino Sua Maestà Carl Lewis (Helsinki ’83); la trentina assurge a prima azzurra capace di conquistare due medaglie nella stessa edizione dei Mondiali (Mennea ’83 e Panetta ’87 i precedenti maschili). Antonella Palmisano (argento nella 35 km di marcia) diventa l’unica rappresentante degli ori olimpici 2021 a centrare la medaglia; Andrea Dallavalle (argento nel triplo), sopperendo alle cattive condizioni di Diaz, dà un colpo di spugna alla sua catena di infortuni; Iliass Aouani (bronzo nella maratona) rinverdisce una tradizione azzurra nella specialità che a livello iridato si era fermata a 4 podi quando Baldini fu bronzo a Parigi 2003; Leonardo Fabbri (bronzo nel peso) cicatrizza la ferita olimpica 2024 e, più in piccolo, degli Euroindoor 2025. In finale, oltre ai medagliati, Federico Riva (7° nei 1500), Sioli (8° alto), Diaz (6° triplo), Chiappinelli (6° maratona) e Orsoni (8° marcia 35 km); Fantini (7° posto nel martello) e la 4x400 donne più la staffetta mista.
Due i record italiani caduti con Edoardo Scotti (44.45 nei 400 in batteria, poi eliminato in semifinale con 44.77) che affianca Nadia Battocletti nei 5000 (30:38.23) ma ci sono anche 4 personali (Pernici negli 800, Dallavalle nel triplo, Elena Carraro nei 100hs e Alice Muraro nei 400hs) oltre a otto stagionali. Lorenzo Simonelli sfiora la finale dei 110hs per tre millesimi e Pernici quella degli 800 di quattro centesimi. E restano tanti dubbi per il caso della 4x100 squalificata (e non riammessa) dopo l’incidente al cambio fra Desalu e Jacobs che si scontra col sudafricano Maswanganyi. Dopo l’eliminazione in semifinale nei 100 lo stadio dell’oro olimpico regala una doppia delusione all’ex re della velocità accomunato anche in questo caso a Tamberi, fuori in qualificazione nell’alto.
Europei di cross (Lagoa, 14 dicembre)
Il percorso poco crossistico di Lagoa poteva rivelarsi ostico per tutti ma non certo per Nadia Battocletti, regina delle superfici, capace di spaziare dalla strada alla pista (anche indoor all’occorrenza) e perfino nella corsa in montagna in gioventù. Quindi ecco il suo sesto successo (secondo consecutivo assoluto) dopo i due da under 20 e i due under 23. Aggiunto alle due medaglie iridate in pista e al titolo europeo dei 10 km su strada, fra record italiani e soddisfazioni di ogni tipo (anche universitarie) suggella un’annata che ha pochi paragoni anche nell’atletica mondiale. Ma l’Italia va di nuovo a segno anche nella staffetta dove Gaia Sabbatini, Sebastiano Parolini, Marta Zenoni e Pietro Arese ci regalano il terzo titolo in 4 anni dopo Piemonte 2022 e Antalya 2024. Podio sfiorato anche dalla squadra femminile, medaglia d’oro l’anno scorso, che con 43 punti finisce quarta beffata per un solo punto dalla Francia. Alla fine siamo quinti nel medagliere e sesti nella classifica a punti.
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