Europei, Howe: "Facile!"



Non è affatto contento Christian Obrist, settimo sui 1500: "Accidenti, dovevo farmi trovare più avanti quando è partita la volata. Invece ho buttato via un'occasione per colpa di un'indecisione a 250 metri dall'arrivo. Avevo preso come riferimento lo spagnolo Olmedo, però poi mi sono allargato tagliando in terza corsia. A quel punto, però, era già troppo tardi. Ho gareggiato poco finora, sto bene e conto di poterlo dimostrare in uno dei prossimi appuntamenti a cui prenderò parte".

"E' stata una finale un po' strana - racconta la martellista Silvia Salis - tra i fili della telecamera e con diversi nulli all'inizio per tutte quante, forse a causa della porta destra della gabbia che non era stata chiusa troppo bene. Me ne sono accorta al secondo lancio. E' vero la mia misura non è esaltante, specie se confrontata con quella fatta subito in qualificazione, ma questo settimo posto europeo non lo prendo certo con il muso. Credo di essere cresciuta a livello emotivo nella gestione della gara e ringrazio il mio tecnico Valter Superina e Gino Brichese che mi hanno seguito sempre passo passo anche in questo. Era questo l'appuntamento dell'anno, ma io ne ho ancora per potermi migliorare, spero che la misura venga fuori in una delle prossime gare. Dovrei, infatti, partecipare ai meeting di Berlino e Rieti".

"Stasera sono partita meglio rispetto alla batteria - è il commento veloce di Giulia Arcioni dopo la sua semifinale sui 200 - ma poi mi sono trovata di nuovo il vento contro, un po' anche la prima corsia non era il massimo. Niente scuse, però, adesso pensiamo alla 4x100 di domani".

"Mannaggia! Mannaggia! - le prime parole di Libania Grenot dopo il quarto posto sui 400 - Sono partita forte perchè in occasioni del genere si deve partire così. Con tutta la grinta che una ha dentro. Io ci credevo in una medaglia, me lo sono vista davanti agli occhi fino ai 50 metri dall'arrivo. Poi con la coda dell'occhio ho notato le russe che acceleravano e ho tentato di riprenderle. Credetemi, volevo almeno il bronzo e ho dato il massimo, ma in fondo non ne avevo più. E' vero sono arrivata a 13 centesimi dal mio record italiano, un bel tempo, ma non posso accontentarmi e guardo avanti. Non ho gareggiato molto quest'anno, la mia stagione, però, è stata finora tutta in progressione. Sono convinta che questa sia la strada giusta per scendere sotto i 50 secondi. Intanto domani c'è la 4x400 ed io con un quartetto così ci credo".

Marta Milani a 23 anni si toglie la bella soddisfazione di un settimo posto europeo e del primo sub-52 della sua carriera: "Volevo assolutamente mettere quel 51" in prima cifra e l'ho fatto. Per di più in finale agli Europei! Quando sono entrata in pista di fronte allo stadio pieno, pensavo di farmela sotto, poi mi sono convinta che avevo solo da guadagnare da questa finale. E così una volta fuori dai blocchi mi sono fatta trascinare da una vera e propria scarica di adrenalina. Il mio primato personale ha fatto un bel salto con 40 centesimi di miglioramento. Non volevo essere da meno del mio amico Marco Vistalli, bergamasco come me e che nella semifinale maschile aveva fatto altrettanto!  In tribuna ho sentito il tifo e visto gli striscioni che avevano preparato il mio ragazzo Andrea e i miei amici di Bergamo. Mi serviranno anche domani. C'è la 4x400 ed io ne ho ancora per far bene"

Tranquillo e sorridente. Eccolo Andrew Howe dopo la qualificazione: "E' stato facile. Nella rincorsa non serviva spingere anche perchè questa pedana fa già tanto da sè. Più sei rilassato e più ti dà. Ovvio, però, che in finale si corre e si entra più forte. Tutto OK con il piede. Il vento è un po' strano, si sente che gira. Come ho visto gli altri? Beh, forse erano loro che guardavano più me e si chiedevano "Vediamo un po' cosa fa Andrew?" La risposta l'avete vista tutti. In finale ci sarà da divertirsi".

"Che sfortuna - commenta il lunghista Emanuele Formichetti - mi mancava poco per qualificarmi, una questione di centimetri. Il mio tecnico Pericoli aveva detto di buttarmi dentro senza pensarci troppo e così ho provato a fare. Peccato per il primo nullo, il secondo era il migliore e nel terzo mi ha ceduto la gamba di stacco. Mi è mancata forse un po' di esperienza, ma ciò che conta è che da quest'anno per me sono cambiate le prospettive". A fargli eco è l'altro azzurro Stefano Tremigliozzi: "Ho buttato via il primo salto staccando troppo presto e regalando più di 30 centimetri alla pedana. Il secondo ho provato a mettere dentro la misura anche se l'ho chiuso male e il terzo nullo era lungo, intorno a 7,90. Peccato, ma ora faremo il tifo per Andrew".

Nella foto in alto, Andrew Howe nel dopo qualificazione a Barcellona (Giancarlo Colombo/FIDAL)

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