Europei Allievi: Oki oro, Giampietro bronzo!

16 Luglio 2016

Prime medaglie azzurre per l'Italia a Tbilisi. L'ostacolista vince il titolo continentale eguagliando il record nazionale di categoria (13.30), la pesista è terza con 17,45. Di Panfilo quinto nei 110hs.

di Raul Leoni

Due medaglie al collo di due giovani azzurre nella terza giornata dei Campionati Europei Allievi di Tbilisi (Georgia). Oro per Desola Oki nei 100hs con il primato nazionale under 18 eguagliato (13.30/+0.1) e bronzo della capitana Sydney Giampietro nel peso (17.45). Metalli che non solo rendono più concreta una trasferta finora molto positiva in questa prima edizione della rassegna continentale under 18, ma che hanno il volto sorridente della nuova Italia dell'atletica. Entrambe 17enni, Desola e Sydney hanno sangue nigeriano, ma sono nate nel nostro Paese e sono cresciute come atlete nei vivai dei club nostrani rispettivamente a Fidenza e Milano. Dalle barriere arriva oggi arriva anche la “quasi medaglia”, quella di Mattia Di Panfilo nei 110hs che è sfumata sull’ultimo ostacolo per un quinto posto (13.55/+1.4) che lascia qualche rimpianto. Altri piazzamenti in zona punti - tre ottavi posti - per merito di Klaudio Gjetja nei 400 (48.45) e dei duecentisti Aurora Berton (24.67/+0.9) e Mario Marchei (21.77/+1.0), che però avevano siglato significativi PB nelle semifinali del pomeriggio, rispettivamente con 24.27 (+1.3) e 21.54 (+1.0). Altri finalisti di giornata: nella marcia 10000m disputata in mattinata, 10° Nicolas Fanelli (46:55.88) e 13° Davide Marchesi (48:21.54), nell’asta nona Rebecca De Martin (3.70) e tre nulli in entrata per Maria Roberta Gherca, nel martello 11esima Isabella Martinis (59.64) e senza misura Cecilia Desideri, mentre Andrea Motta ha chiuso al 10° posto nell’alto (2.02). Tra i promossi alle finali dell’ultima giornata, soprattutto Alessandro Sibilio nei 400hs (52.22, miglior tempo delle semifinali e quinto di sempre in Italia), poi i due ottocentisti Andrea Romani (1:51.03) e Simone Barontini (1:51.19), le giavellottiste Sara Zabarino e Carolina Visca (rispettivamente terza e quinta in qualificazione con 55.66 PB e 54.25), le due staffette miste maschili (1:56.26) e femminile (2:11.68) e i due triplisti Andrea Dallavalle (direttamente con 15.22/+0.7) e Simone Biasutti (ripescato con 14.44/-2.0).

IL RACCONTO DELLE GARE DELLA TERZA GIORNATA

Sessione pomeridiana

Alto M (finale) – Ultimo titolo assegnato in giornata: una finale molto spettacolare, dalla quale era troppo presto uscito di scena l’azzurro Andrea Motta (10* con 2.02, poi tre errori a 2.07). L’argento di Cali Dmytro Nikitin è qui solo bronzo (2.16 per l’ucraino, alle prese con problemi alla caviglia): meglio di lui fanno il sorprendente tedesco Lukas Mihota (PB a 2.18) e il greco Antonios Merlos (2.16).

200m M (finale) – La strada quasi parallela tra Aurora Berton e Mario Marchei s congiunge in finale: anche il ragazzo di Pomezia è ottavo (21.77/+1.0) al termine di due giornate che hanno comunque dato giusta soddisfazione alle ambizioni dell’azzurro. E ora vedremo se i nostri due migliori duecentisti avranno magari ancora energie per contribuire domani alle staffette finaliste. Anche qui il podio è di eccellente livello: nell’ordine il britannico Jona Efoloko (21.15), il norvegese Kasper Kadestal (21.18) e lo spagnolo Pol Retamal (21.24).

200m F (finale) – Gran bella finale, nobilitata da un risultato importante come il 23.35 (+0.9) della francese Marine Mignon: in partenza le più indicate erano altre, ma i tempi in altura dell’armena Gayane Chiloyan (qui solo sesta in 24.30) potevano essere fuorvianti. Anche la britannica Alysha Rees ha peggiorato il tempo del pomeriggio e si è così accontentata dell’argento (23.70), davanti alla ceca Nikola Bendova (24.00). Dopo un percorso straordinario in queste due giornate, Aurora Berton finisce ottava (24.67): ma il meglio del suo repertorio l’azzurra l’aveva già fatto vedere nei primi due turni. Un grande Europeo.

Peso F (finale) – La “capitana gentile” Sydney Giampietro non tradisce le attese e va a medaglia (17.45): un bronzo che forse va un po’ stretto alla ragazzona milanese tirata su a Metanopoli da Luigi Cochetti con cure quasi paterne. Il risultato comunque va accettato: anche se l’oro di Alexandra Emelianov è frutto di un isolato exploit (18.50) da parte della moldava che ha dominato il disco nelle ultime due stagioni e qui fa doppietta nel peso. Argento, più logico, alla tedesca Jule Steuer, che migliora il suo personale (17.97) proprio in questa finale. E’ la seconda medaglia azzurra a Tbilisi: ed era dai tempi di Chiara Rosa, agli esordi giovanili, che una nostra pesista non saliva un importante podio di categoria. "Un sorriso per la medaglia, un po' meno per la misura - le parole della Giampietro - Nei lanci di prova ho superato sempre i 18 metri, ma in gara non sono riuscita a fare altrettanto. Peccato perchè forse ora avrei al collo un altro metallo, ma devo riuscire a domare meglio la tensione in gara. E' tutta esperienza per il futuro. Intanto questo risultato lo dedico a mia nonna Dea che non c'è più dall'anno scorso, ma so che mi è sempre vicina".

400m M (finale) – Il bielorusso Ihar Zubko segna il miglior tempo europeo dell’anno (47.16) proprio nell’occasione che conta: nel complesso, però, i contenuti complessivi sono inferiori ai valori di questa stagione. Non così per l’azzurro Klaudio Gjetja: per il lombardo trovare una corsia tra i primi otto del continente è stata una mezza impresa, anche se poi finisce in coda al gruppo (48.45). In ogni caso un ragazzo in grande crescita negli ultimi mesi.

Martello F (finale) – Finale diretta con due azzurre, che però non accedono ai tre turni conclusivi che assegnano le medaglie: la reatina Cecilia Desideri resta vittima delle sue incertezze tecniche, fuori classifica per tre nulli, mentre Isabella Martinis non riesce a dar seguito al suo buon lancio iniziale a 59.64 e chiude undicesima. Poi la lotta per il titolo, con un finale a sorpresa: con l’ultima spallata da 66.58 la ceca Katerina Skypalova scalza dai primi due gradini del podio le leder provvisorie e strappa il successo. Restano d’argenrto e di bronzo la bielorussa Tatsiana Rmanouvich (661.6) e la finlandese Kiira Vaananen (66.00), che dal secondo turno guidavano la classifica.

400m M (Dec) – Bel colpo di Luca Barbini che toglie quasi due secondi al suo tempo sul giro di pista portando il PB a 53.72: niente di trascendentale, chiaro, un traguardo intermedio che lo lascia in coda al gruppo, 18° con 3287 punti. L’ultima prova del pomeriggio non sconvolge la classifica, al vertice sempre Makenson Gletty (3947 punti).

110hs M (finale) – La legge non scritta dello sport, enunciata per l’oro di Desola Oki, condanna purtroppo ad una sconfitta Mattia Di Panfilo: inutile dire che il romano puntava al successo pieno, lo ha dimostrato per i primi cento metri, ma nell’ultima barriera si è visibilmente disunito subendo la rimonta dei rivali e finendo quinto. Inutile ricordare che il suo tempo di oggi 13.55 (+1.4) era quello con il quale l’allievo di Maura Cosso era partito da Fiumicino: oggi contava la medaglia e c’è da credere che al ragazzo di Torvaianica questo verdetto bruci parecchio, considerato il carattere dell’atleta.

Però la stoffa c’è e si aprono le scommesse sul fututo: se i traguardi più importanti arriveranno per l’azzurro (magari sui 400hs …) o per i tre medagliati di Tbilisi (l’ungherese Daniel Eszes 13.39, il belga Tuur Bras 13.42 e il britannico Jason Nicholson 13.45).  

Triplo M (qual) – Da bravo capitano, Andrea Dallavalle onora i gradi con un’immediata qualificazione: 15.22 (+0.7) e il piacentino è il primo a staccare il biglietto per la finale di domani. Poco importa che poi ci riesca anche Martin Lamou (15.38/0.0), che d’altronde sarà il logico favorito per il titolo: come pure che il britannico Jude Bright-Davies recuperi la sua gara dopo due nulli con il miglior salto di giornata a 15.40 (-0.6). Invece importa, e molto, che anche Simone Biasutti abbia la soddisfazione di agguantare la finale saltando 14.44 (-2.0) all’ultimo turno, ripescato con la decima misura.

Asta F (finale) – Il pomeriggio azzurro si era aperto con l’amara eliminazione di Maria Roberta Gherca ai 3.70 di apertura (quota sfiorata dalla neo-azzurra al terzo tentativo): in una finale disturbata soprattutto nella fase iniziale dal vento trasversale, si è conclusa presto anche l’avventura di Rebecca De Martin, brava a recuperare proprio sui 3.70 con il suo ultimo tentativo, ma poi disco rosso a 3.85 e nono posto. In assenza della primatista del mondo Lisa Gunnarsson, ha vinto un’altra scandinava – 4.15 per la finlandese Alina Stromberg – poi la spagnola Meritxell Benito e la ceca Amalie Svabikova, argento e bronzo alla stessa misura di 4.05. Gara difficile, nervosa e inferiore alle attese quanto a contenuti tecnici.  

100hs F (fin) – Una volta di più, conta arrivare primi in fondo: il percorso intermedio diventa relativo. Non conta quindi che Marisa Carvalho – completamente fuori contesto dopo la qualificazione del lungo in mattinata - abbia fatto il primato europeo ieri in semifinale, se poi oggi è l’azzurra Desola Oki a festeggiare (due giorni dopo il suo compleanno) il primo titolo europeo allieve della storia. Superiorità disarmante, col senno di poi si può dire che ci si sarebbe attesa una gara più serrata: 13.30 (+0.1) è comunque primato italiano eguagliato, ma il dato agonistico più rilevante che tutte le favorite hanno fallito tranne l’azzurra scoperta a Fidenza da Maurizio Pratizzoli. Tanto è vero che sul podio non andranno né la svedese Hansson nè la norvegese Eikeng, ma due outsider come la bielorussa Vikhtoriya Zakharchuk (13.48) e l’rlandese Molly Scott (13.51). Mai un’ostacolista azzurra aveva conquistato un oro europeo su questa distanza: esiste è vero l’illustre precedente di Claudia Testoni, che vinse la prima edizione continentale assoluta delle donne, a Vienna 1938, ma sugli 80 ostacoli. "Non ero io la favorita - il commento dell'azzurrina - La portoghese ieri in semifinale era andata veloce come il vento con il 13.07 della migliore prestazione europea. Senza contare che mi è capitata l'ottava corsia, quella più esterna e lontana dal cuore delle gara. Al penultimo ostacolo mi sono resa conto di essere in testa ed è partito un urlo che praticamente è durato fino al traguardo! Sono la campionessa d'Europa? Non ci credo, ma è troppo bello! Che adrenalina la maglia azzurra!" Desola ha 17 anni compiuti appena due giorni fa, il 14 luglio. "E' stato proprio un bel regalo di compleanno che ho festeggiato qui a Tbilisi insieme a tutta la squadra che mi ha fatto trovare pure la torta". Il mito della giovane azzurra è una grande campionessa dei 100hs. "Il mio modello d'atleta è l'australiana Sally Pearson, peccato che per colpa di un infortunio non potrà difendere il suo titolo olimpico a Rio". Intanto all'Olimpiade ci andrà una sua compagna di allenamento, Ayomide Folorunso, la 19enne quarta nei 400hs agli Europei assoluti di Amsterdam. "A Fidenza siamo proprio un bel gruppo. Tutto merito del nostro allenatore Maurizio Pratizzoli che ci segue sempre con grande attenzione. Questa vittoria la dedico a lui e alla mia famiglia che credono in me e nel mio sogno".

Alto M (Dec) – Situazione invariata dopo la quarta fatica di giornata: 1.81 per l’azzurro Luca Barbini, che è 18° con 2636 punti,mentre resta leader il francese Makenson Gletty con 3143 punti.

800m M (sf) – Ci saranno due maglie azzurre domani nella finale e non è un fatto trascurabile: soprattutto perché sarà una finale di alto livello, a quanto si è visto oggi, e poi perché i nostri ragazzi hanno la possibilità di mettere in mostra le loro singolarità tattiche, che ne fanno una doppia arma da usare nella lotta per le medaglie. In semifinale hanno dimostrato entrambi – terzo Simone Barontini nella prima (1:51.19), stesso piazzamento per Andrea Romani nella successiva (1:51.03) – di non essere qui per caso, in possesso delle migliori due prestazioni stagionali del continente. Ovviamente potranno giocare altri fattori, non ultimo il peso dei tre turni ravvicinati: in ogni caso sarà determinante la prontezza nello sfruttare le situazioni. La scheggia impazzita potrebbe rivelarsi qui soprattutto il serbo Elvan Bibic, già oro nei 3000 metri: starà agli azzurri non farsi sorprendere, magari evitando di limitare le loro attenzioni alla coppia di britannici Lonsdale e Mills che in teoria sono attesi come co-favoriti. Finale tutta da gustare.

200m M (sf) – A distanza di pochi minuti, Mario Marchei segue la sorte di Aurora Berton: terzo posto nella prima semifinale (orfana del polacco Smosarski, capolista stagionale) e PB in 21.54 (+1.0). Poi l’attesa per un possibile ripescaggio: che arriva puntualmente all’esito della terza semifinale, che peraltro è la più veloce con il britannico Jona Efoloko e il tedesco Frieder Scheuschner che arrivano a spalla (21.28 e 21.29 +1.3).

200m F (sf) – Aurora Berton non finisce di stupire: in due apparizioni sulla pista dell’Athletics Arena abbassa il personale di oltre mezzo secondo, scende ancora a 24.27 (+1.3) e ed entra di gran carriera nella finale continentale, oltre che nella top-10 allieve di sempre. Ora il massimo obiettivo è stato raggiunto: tutto quello che arriva di più, sarà un premio ulteriore per la sedicenne friulana seguita da Manuela Mazzero. Nel frattempo la britannica Alisha Rees si ritaglia un ruolo da favorita per stasera, grazie al 23.57 ottenuto in semifinale proprio nella gara dell’azzurra.

400hs M (sf) – Pur con relativa esperienza specifica alle spalle, Alessandro Sibilio conquista la finale europea sulle barriere intermedie: e lo fa con il miglior tempo delle semifinali, 52.22, personale abbassato di oltre mezzo secondo. Detto così è sicuramente una gran cosa, parliamo pure della quinta prestazione italiana di sempre: ma il napoletano potrebbe essere chiamato ad imprese anche più importanti già qui a Tbilisi, nella gara che domani assegnerà le medaglie. L’allievo di Giampaolo Ciappa è un gran bell’atleta: e non si vede, tra i rivali, chi possa essere imbattibile, perciò meglio restare concentrati.

SESSIONE MATTUTINA

Disco M (qual) – In precedenza, durante la mattinata, Marco Balloni aveva confermato di non essere in un momento esaltante della sua giovane carriera: solo 49.83 per l’ascolano, una prestazione modesta per le sue possibilità.

Di qualificazione nemmeno a parlarne, anche in attesa del gruppo B, dove figura il bussetano Marco Volo: sole a picco per questi discoboli, un caldo feroce, e l’azzurro non riesce a trovare nemmeno un lancio valido (mentre Balloni finisce 22° nel computo totale). Non c’è nessuno che vada oltre i 59 metri richiesti, tutti ripescati (fino a 53.66): però il cipriota Georgios Koniarakis manca l’obiettivo per un solo centimetro (58.99).

Lungo F (qual) – Il talento non basta, serve anche la tecnica: e probabilmente Giorgia Sansa è ancora un talento da plasmare. Qui aveva conosciuto il suo debutto internazionale, con il quinto posto all’Eyof: ora esce di scena con tre nulli, non che la qualificazione fosse un traguardo agevole (serve 5.90 per passare, ai limiti delle possibilità dell’azzurra). Il vento ballerino non aiuta: tuttavia non ci sono grosse sorprese e la slovena Maja Bedrac, indicata nei pronostici, è l’unica a fare la misura di qualificazione (6.27/+1.4). Probabilmente se la vedrà per l’oro con la neo-campionessa del triplo Georgiana Anitei, vedremo domani. Curiosità: con 6.00 passa in finale anche la portoghese Marisa Carvalho, che più tardi correrà per la vittoria nei 100hs.

Staffetta Mista M (batterie) – Con solo due batterie in programma la formula è 2+4: in quella degli azzurri, a tratti, diventa una specie di tonnara. Ma alla fine la formazione composta da Lorenzo Paissan, Lorenzo Ianes, Davide Zobbio e Edoardo Scotti riesce ad agguantare la seconda posizione in 1:56.26 dietro i polacchi, rimontando i cechi. Comunque c’è posto un po’ per tutti in finale: i migliori del turno sono gli ucraini (1:54.79).

Peso M (Dec) – Il francese Makenson Gletty è una statua d’ebano e lancia a 16.26, niente male per un non-specialista: è lui il nuovo leader provvisorio dopo tre prove (2482 punti). Un po’ al di sotto dei suoi standard Luca Barbini, che fa la peggior misura dei due gruppi (11.32) e ora si attesta a quota 2000, tondi tondi.

Staffetta Mista F (batterie) – Magari non sarà una prova tecnicamente ineccepibile, ma la staffetta mista 100+200+300+400 metri è sempre spettacolare: come è abbastanza normale, la distribuzione delle batterie è un po’ casuale, con la speranza che alla fine emergano i reali valori dei quartetti. Per noi parte Camilla Maestrini, poi Valeria Simonelli, Letizia Tiso ed Eloisa Coiro – una formazione che deve tener conto degli impegni già effettuati – e le azzurre si dimostrano molto determinate: la loro è la batteria più veloce (Bielorussia leader con 2:11.07), provano a conquistare la qualificazione diretta ed alla fine sono terze, non solo migliori ripescate ma addirittura il quarto tempo assoluto del turno (2:11.68, ampiamente nella top-10 delle nazionali di categoria). Nota a margine, per simpatia: nella prima batteria le ragazze di San Marino corrono in 2:30.00.

10000m marcia M (finale) – Il campione italiano Davide Marchesi è uno degli azzurri colpiti dalla “maledizione georgiana” – fortunatamente pochi, a confronto dell’epidemia dello scorso anno all’Eyof – ma non è certo nelle migliori condizioni: si inizia a buon ritmo, 4:17.26 per il quintetto guidato dal bielorusso Mikita Kaliada, con Marchesi e l’altro azzurro Nicolas Fanelli a inseguire con un gap di una decina di secondi. Fa già molto caldo, i ragazzi attingono in abbondanza al punto di ristoro. Al terzo passaggio, mentre il battistrada tenta l’allungo (13:12.36), Fanelli insegue nel gruppo a 13’34” (10°) e Marchesi fatica, un paio di secondi più indietro. A metà gara Kaliada si gioca il titolo col polacco Lukasz Nedzialek, mentre Fanelli (22’51”) ha la fortuna di trovare la collaborazione degli spagnoli per risalire la classifica e Marchesi è sempre in difficoltà (23’10”). Poi la fila si allunga, i distacchi si fanno importanti: e il finale è a metà tra la tragedia e la farsa. A due giri dal termine parte Nedzialek e Kaliada resta indietro di una ventina di metri: all’ingresso del rettilineo sembra ormai fatta per il polacco, ma il bielorusso viene colto da un raptus e fa una volata che in cento metri lo porta a recuperare lo svantaggio e a tagliare il traguardo con dieci metri di vantaggio su Nedzialek. Ovviamente lo sconfitto protesta a gran voce: ed altrettanto naturale è l’intervento del presidente di giuria che squalifica il primo arrivato. Così sul podio si ritrovano Nedzialek (44:06.49) con il turco Abduselam Imuk (45:30.41, dopo la doppietta al femminile) e il francese David Kuster (45:42.09), che si ritrova tra le mani un bronzo ormai insperato. Quanto ai due azzurri, Fanelli è decimo (46:55.88) e lo sfortunato Marchesi 13° (48:21.54).

Lungo M (Dec) – Anche nella sua seconda apparizione di giornata Luca Barbini sfiora il personale del parziale: 6.48 (stavolta vento contrario, -1.9) a fronte del suo 6.52 di partenza. Ora il sardo è a 1435 punti, sempre 14°: in testa subentra il britannico Sam Talbot, 1687 di totale grazie al 7.05 in pedana.

Giavellotto F (qual) – E’ una delle gare alle quali teniamo di più, potenzialmente entrambe le azzurre sono da podio: Carolina Visca – che un anno fa stabilì qui con 60.09 quello che è ancora il miglior lancio di un’italiana con l’attrezzo da 500 grammi – centra subito l’obiettivo con 54.25 e torna al Villaggio. Ancor meglio fa Sara Zabarino nel gruppo B: 55.66 (PB dal 54.82 di Jesolo) e raggiunge la compagna in attesa della finale di domani. La migliore della mattinata è la norvegese Arianne Duarte Morais (57.51, ora top delle liste stagionali), ma c’è anche l’ucraina Alina Shukh, che ieri ha vinto l’eptathlon e ora tenta una storica accoppiata partendo da un gran lancio (56.09) in questa qualificazione. Per la cronaca, lo scorso anno ai Mondiali di Cali il tedesco Niklas Kaul provò a fare lo stesso: oro nel decathlon e “solo” argento nel giavellotto. Ma a questo punto pensiamo solo alla grande finale della giornata conclusiva di Tbilisi, con le azzurre al terzo e quinto posto del rank di qualificazione.

100m M (Dec) – A distanza di un paio di settimane dalla prova di selezione a Chieti, Luca Barbini torna a disputare un decathlon con la sua prima maglia azzurra: il cagliaritano ha il suo punto forte nell’asta e negli ostacoli, ma riesce a difendersi anche nello sprint e qui – aiutato dal vento (+2.5) - fa 11.55, a 2/100 dal suo PB (14° per 742 punti). Qui non sono molti gli specialisti in grado di superare i 7000 punti, manca un dominatore tipo Niklas Klaus di Cali, che flirtava con quota 8000: intanto va a referto il primo -11” del francese Makenson Gletty (10.95 e leadership provvisoria con 872 punti).

TV - DIRETTA su Eurosport 2 sabato 16 luglio, ore 14.45-18.45; domenica 17 luglio, ore 14.00-19.15. STREAMING su www.european-athletics.org

RISULTATI/Results - FOTO/Photos

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Sydney Giampietro (foto Colombo/FIDAL)


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