Euroindoor Tumi a caccia del podio

28 Febbraio 2013

Domani a Goteborg in pista lo sprinter vicentino, capolista europeo dei 60. Lotta con Vicaut e Chambers, sognando già l'estate

Se non ci saranno modifiche al programma, andrà in pista domani pomeriggio (ore 17) per le batterie dei 60 metri. Michael Tumi è l’uomo da battere, nella gabbia dello sprint ai Campionati Europei indoor di Goteborg. Lo si nota dagli sguardi degli avversari, dai movimenti caotici in pista che sembrano improvvisamente bloccarsi, quando il vicentino, miglior iscritto con il record italiano di 6.51 (secondo crono al mondo nel 2013) si mette sui blocchi per provare alcune partenze. Lo spettacolo è anche lì: nel guardare quanti stanno guardando (e chi). “L’attesa? Non mi pesa”, lo slogan con cui il vicentino, maglia Fiamme Oro, 23 anni compiuti tre settimane fa, sintetizza la vigilia più importante della sua giovane carriera (semifinale e finale sabato pomeriggio). “E’ strano presentarsi con il miglior tempo dell’anno, ma sono abbastanza sereno. Credo che la mia stagione invernale sia già stata molto positiva, con i due primati italiani di Magglingen e Ancona. Darò il massimo e uscirò comunque a testa alta”.

I pronostici danno Tumi tra i favoriti per il podio.

“E’ giusto, non potrebbe essere altrimenti. Ma credo che il pronostico vada esteso ad altri atleti: il francese Jimmy Vicaut (6.53 di stagionale), decisamente il più temibile; il britannico Dwain Chambers (6.58), che correrà molto forte, ne sono sicuro; lo spagnolo Rodriguez (6.55), anche se so che ha avuto di recente un problema fisico; e anche il tedesco Reus (6.56) e l’altro britannico Dasalou (6.58), perché chi ha corso in meno di 6.60 quest’anno può lottare per le medaglie”.

Pensieri ricorrenti in questa vigilia? 

“Nessuno in particolare. Ho solo voglia di scendere in pista, per confermare quello che ho fatto finora e che mi ha portato alla ribalta internazionale. Dimostrare di non essere un fuoco di paglia, ed io so di non esserlo. Diciamo che vivo questo Europeo come un esame importante: per il titolo, e per il fatto che sarà la prima occasione quest’anno in cui incontrerò avversari che hanno fato tempi vicini ai miei. Sono curioso di vedere come andrà a finire”.

Come sono passate le due settimane post Assoluti di Ancona? Smaltita presto l’euforia del record?

“Beh, un paio di giorni allegri, è ovvio, ci sono stati…ma poi abbiamo ricominciato subito a lavorare con il mio tecnico, Umberto Pegoraro (coach in ascesa, mai banale nelle dichiarazioni, ndr) per arrivare qui al meglio. Un solo contrattempo: i problemi alla schiena che mi danno fastidio da un po’ di tempo sono tornati a farsi sentire, e questo ha pregiudicato un po’ il lavoro sulla forza. Lo abbiamo ridotto, com’è ovvio che sia a così breve distanza dalla gara. Ma ora è tutto a posto”.

La formazione italiana è ricca di ragazzi e ragazze in grado di mettersi in luce. Alcuni di loro sono giovanissimi. Com’è questa squadra?

“E’ un mix di giovani e di vecchietti, è una cosa un po’ particolare. Non siamo nel giovanile, ma non mi sembra nemmeno di stare nell’assoluta, almeno per come l’ho conosciuta io…comunque il clima è bello, c’è uno spirito diverso. Sì, l’aria è cambiata: io ci credo e voglio dirlo, perché credo che si sia avviata una fase di maggiore fiducia nei confronti degli atleti, sia dei giovani, sia di quelli che per tanto tempo hanno lottato con i minimi, talvolta finendo fuori dalla nazionale. In passato anche io ho rischiato di perdermi, so di cosa parlo. Questo clima fa bene a tutti”.

Dopo l’Europeo indoor, sarà già tempo di guardare alla stagione all’aperto. Che Tumi vedremo?

“Il mio obiettivo è correre dalle parti dei 10.10, fare il minimo per i Mondiali di Mosca, correrli, e arrivare alla semifinale. Più a lunga scadenza, invece, posso parlare di sogni. Io ne ho un paio, che comunque sono abbastanza collegati: battere il primato italiano di Pietro Mennea (il 10.01 di Città del Messico, 1979, ndr) e poi, vedere anche un bel 9 sul display…”.

A lunga scadenza, sì, ma lunga quanto?

“E’ l’obiettivo della mia carriera. Cominciare a sognare, è già un passo avanti”. 

 m.s.


Tumi nella corsa record di Ancona (Giancarlo Colombo/FIDAL)


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