Day 1 Euroindoor: 7 azzurri in finale

02 Marzo 2023

Nella prima giornata di Istanbul avanti nel peso Weir con la miglior misura (21,46) e Fabbri (21,17), Bocchi nel triplo, Battocletti e Cavalli nei 3000, Arese e Meslek nei 1500 metri

Sette azzurri conquistano la finale nel primo pomeriggio di gare ai Campionati Europei indoor di Istanbul, tutto dedicato ai turni eliminatori. Nel peso la miglior misura è per Zane Weir, in testa nella qualificazione pareggiando il primato stagionale di 21,46, mentre al terzo posto con 21,17 esulta Leonardo Fabbri che riesce a raddrizzare la situazione dopo due nulli. Avanti in due senza problemi anche nei 3000 metri, Nadia Battocletti seconda nella sua gara in 8:59.65 e Ludovica Cavalli quarta con 8:54.40. Prosegue la corsa nei 1500 di Pietro Arese, vincitore della batteria in 3:43.97 con una brillante volata in rimonta, e di Ossama Meslek, che si piazza terzo in 3:41.34. Nel triplo stacca il biglietto per la finale Tobia Bocchi, terzo con 16,47, invece Simone Biasutti è il primo degli esclusi, nono a 16,20 con la stessa misura dell’ottavo. Promossi in semifinale negli 800 metri Catalin Tecuceanu (che vince la batteria in 1:47.24), Simone Barontini (1:47.94) ed Eloisa Coiro (2:02.19). Tra le eliminazioni, quella di Elena Vallortigara che nell’alto non fa meglio di 1,82 al secondo tentativo prima di tre errori a 1,87.

PESO - In due nei primi tre posti. È soltanto la qualificazione, e tutto si deciderà nella finale di domani alle 17.25 ora italiana, ma intanto Zane Weir guarda tutti dall’alto verso il basso. Una bordata a 21,46 spedisce l’azzurro in cima alla classifica, al secondo lancio, oltre il 21,20 richiesto per il pass automatico e dopo il 20,70 iniziale che sarebbe stato comunque sufficiente, a conti fatti. L’azzurro, pienamente recuperato dall’infortunio dell’anno scorso, eguaglia la sua miglior misura stagionale: “Mi sento molto grato per l’opportunità di tornare a gareggiare a così alto livello. Mi mancava davvero l’energia di una competizione come questa. Voglio ringraziare il mio allenatore Paolo Dal Soglio, perché mi ha permesso di essere in splendida forma, la Federazione e le Fiamme Gialle, perché senza di loro non potrei essere qui”. Deve ricorrere invece al terzo tentativo Leonardo Fabbri, perché i primi due sono misurati (20,41 e 20,84) ma poi annullati. Con le spalle al muro, il fiorentino dell’Aeronautica trasforma la rabbia in furore agonistico e piazza un 21,17 che lo proietta in finale. “Cercavo di non fare troppa fatica - le parole di Fabbri - però ho lanciato male perché ero lento. Ma sono veramente contento perché anche dopo due nulli non ho mai pensato di poterne fare un altro. Al terzo tentativo ho piazzato un gran lancio, sto dimostrando a me stesso di essere maturato molto e domani insieme a Zane Weir possiamo fare qualcosa di importante”. Tra i due azzurri, secondo con 21,20 il croato Filip Mihaljevic, campione europeo all’aperto. Niente da fare invece per Nick Ponzio, non ancora al top della condizione, decimo con 19,83. Disco rosso per due uomini da “over 21” in questa stagione, il polacco Michal Haratyk e il serbo Armin Sinancevic, entrambi senza misura.

TRIPLO - Se l’oro nel triplo sembra prenotato dal campione di tutto, il portoghese Pedro Pablo Pichardo subito a 17,48, ogni soluzione è possibile per le altre medaglie. E in finale potrà giocarsi le sue carte Tobia Bocchi. L’emiliano è terzo in qualificazione con 16,47 atterrando praticamente in piedi al secondo salto, che incrementa il 16,29 di apertura, e può guardare con fiducia all’appuntamento di domani alle ore 18.35 dopo il quarto posto della scorsa edizione di Torun e anche della rassegna outdoor di Monaco di Baviera. Davanti all’azzurro per il momento anche il tedesco Max Hess (16,67). C’è invece rammarico per l’eliminazione di Simone Biasutti che matura nel modo più beffardo: nono il triestino, matricola in Nazionale assoluta, con lo stesso risultato (un abbordabile 16,20) dell’ottavo classificato, il turco Batuhan Cakir, ma fuori per la seconda misura (15,91 contro 16,06).

1500 - Si lotta nella bagarre dei 1500 metri, con due azzurri promossi. È una volata palpitante ma bellissima a portare in finale Pietro Arese, capace del guizzo decisivo per vincere la batteria. Una gara nervosa, con qualche contatto fisico, e il torinese scivola in fondo nelle fasi cruciali in un batter d’occhio. All’ingresso in rettilineo è quarto, ma si allarga in terza corsia per sorpassare tutti in 3:43.97 con lo stesso crono del polacco Michal Rozmys, poi il belga Ismael Debjani (3:44.00), eliminato l’irlandese Andrew Coscoran (3:44.11) tutti in un fazzoletto. Nell’ultima batteria, la più veloce, corre Ossama Meslek che detta l’andatura nei primi due giri e quindi si mette alle calcagna del britannico Neil Gourley (primo in 3:41.08). Emerge nel convulso finale il primatista italiano, agguantando il terzo posto con 3:41.34 dietro allo spagnolo Jesus Gomez (3:41.26). Decisamente tattica invece la prima batteria con Federico Riva, avviata su ritmi non irresistibili, e quando si accendono le polveri l’azzurro non riesce ad andare oltre la quarta posizione in 3:50.88 preceduto dal francese Azeddine Habz (3:49.88), dal ‘brit’ George Mills (3:50.01) e dal fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:50.29).

3000 - Superato il primo scoglio, anche se in modo diverso, dalle due punte azzurre nei 3000 metri. La prima batteria è la più rapida: pronti, via e scatta davanti Konstanze Klosterhalfen, con Ludovica Cavalli agganciata alla tedesca che va in fuga dopo il chilometro, ma l’azzurra comanda il drappello delle inseguitrici. A due giri dalla fine per iniziativa della finlandese Camilla Richardsson (seconda in 8:53.60) e della britannica Hannah Nuttall (terza in 8:53.72) si forma un quartetto: vince Klosterhalfen in 8:35.50, mentre la genovese è quarta in 8:54.40 e tranquillamente tra le prime sei che passano il turno di diritto. Meno lineare la seconda batteria, in cui Nadia Battocletti si muove bene nel gruppo. Quando mancano quattro giri va a tirare Yasemin Can, poi al suono della campana attacca la tedesca Hanna Klein che si impone in 8:59.28. Un brivido all’inizio dell’ultima curva: inciampa la turca Can e la trentina rischia di cadere per l’urto, ma rimane in piedi e si lancia in seconda posizione per chiudere in 8:59.65. Al nono posto Micol Majori, out in 9:16.40.

800 UOMINI - Missione compiuta nel primo turno degli 800 metri. Vince la sua batteria Catalin Tecuceanu in 1:47.24 e piace la condotta di gara del campione italiano, che passa in testa con autorevolezza sul penultimo rettilineo. Fresco di record personale con 1:45.99 agli Assoluti di Ancona, l’azzurro difende il primo posto davanti allo spagnolo Adrian Ben (1:47.32) dopo aver controllato alle spalle dell’olandese Bram Buigel, poi terzo in 1:47.95. A segno anche Simone Barontini, autore di una prova tutta grinta per guadagnare la seconda posizione nella sua batteria in 1:47.94 che vale la qualificazione di diritto. Per il marchigiano è fondamentale il sorpasso nel giro conclusivo ai danni del belga Tibo De Smet, vittima eccellente perché al via da capolista stagionale ma eliminato con 1:48.83, mentre il successo parziale va al francese Benjamin Robert (1:47.92). Si torna in pista sabato alle 17.35 per le semifinali.

800 DONNE - C’è da attendere fino all’ultimo, ma Eloisa Coiro può sorridere per il passaggio del turno negli 800 metri. Terzo posto in batteria con 2:02.19 per la romana nella gara dominata dalla campionessa in carica, la britannica Keely Hodgkinson (2:01.67). Chiude bene l’azzurra, tallonando la tedesca Majtie Kolberg (seconda in 2:01.94 per la qualificazione diretta) ma è un crono utile per il ripescaggio. Si ferma qui invece la corsa di Elena Bellò, terza in batteria con un tempo (2:05.06) che non consente il recupero. A metà gara la vicentina è in coda al gruppo, poi non trova spazio sgomitando con la spagnola Lorea Ibarzabal che finisce seconda in 2:04.63 dietro alla francese Agnès Raharolahy (2:04.56). Nel finale l’azzurra risale all’interno, guadagna due posizioni però non basta per continuare l’avventura europea.

ALTO - Non ci sarà Elena Vallortigara nella finale dell’alto. Esce presto di scena l’azzurra, con tre errori a 1,87 dopo aver già sbagliato una volta a 1,82, misura valicata alla seconda prova. Troppo poco per poter sperare di andare avanti, in una gara iniziata superando la quota di 1,76 e chiusa al quindicesimo posto dalla vicentina, bronzo mondiale nella scorsa stagione e capace quest’anno di 1,95. “Ho avuto grosse difficoltà in pedana - commenta - con la rincorsa che non sono riuscita a sistemare. Potevo metterci di più, ma non ce l’ho fatta e mi dispiace davvero”. Trema anche l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, ma riscatta i due nulli a 1,87 con un salto riuscito a 1,91.

l.c.

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