Eugene: azzurre in finale, una 4x100 da record

23 Luglio 2022

Dosso, Kaddari, Bongiorni e Fontana centrano il primato italiano (42.71) e il turno decisivo ai Mondiali in Oregon, eliminati gli uomini (Patta, Tortu, Desalu, Ali 38.74), out in semifinale l'ottocentista Bellò (2:00.34)

Serata in agrodolce per i colori azzurri ai Mondiali di Eugene. Esultanza per la staffetta 4x100 donne (Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana) che firma il record italiano (42.71, prec.: 42.84, Siragusa, Hooper, Bongiorni, Fontana, Tokyo, 5 agosto 2021) e guadagna la promozione alla finale mondiale. Nulla da fare per gli uomini del quartetto veloce (Lorenzo Patta, Filippo Tortu, Fausto Desalu, Chituru Ali), eliminati con 38.74. Out anche l'ottocentista Elena Bellò, il cui 2:00.34 non basta per la finale del doppio giro di pista. Incredibile prestazione nei 400 metri ostacoli della statunitense Sydney McLaughlin: firma il record del mondo con 50.68, prima donna a scendere al di sotto dei 51 secondi, migliorando il limite da lei stessa detenuto (51.41, 25 giugno scorso, sempre a Eugene), di ben 73 centesimi! Oro dei 400 donne alla bahamense Shaunae Miller-Uibo (49.11), mentre nei 400 uomini il titolo va a Michael Norman (USA), con 44.29. Nel giavellotto donne, successo dell'australiana Kelsey-Lee Barber (66,91).

4x100 metri donne – Batterie – Le lacrime di Tokyo diventano grida d’esultanza dodici mesi dopo in terra americana. La 4x100 donne centra l’ingresso nella finale iridata fissando il record nazionale a 42.71 (13 centesimi di miglioramento rispetto a dodici mesi fa, quando però furono le prime delle escluse dalla finale olimpica). Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana (lo scorso anno, con Irene Siragusa e Gloria Hooper nelle prime due frazioni) colgono l’accesso al turno per le medaglie con il settimo tempo assoluto, frutto di prestazioni eccellenti nella fase di corsa e buone in almeno due cambi su tre. L’unico brivido nell’ultimo cambio, quando la Fontana deve usare tutta la sua sensibilità nel rallentare in prossimità della fine della zona cambio per ricevere il testimone dalla Bongiorni, e poi ripartire indemoniata alla caccia delle avversarie. Un peccato, perché, senza fare voli pindarici, il crono finale avrebbe potuto essere ancora più significativo, collocando le azzurre tra le ammesse direttamente alla finale. Invece, si passa con i tempi, cosa che, per voler proprio considerare tutti i dettagli, avrà la sua inevitabile ricaduta nell’assegnazione delle corsie. È un peccato, perché nella semifinale con le azzurre, dietro le scatenate statunitensi (41.56, miglior prestazione mondiale dell’anno) si piazza la Spagna, il cui 42.61 è appena un decimo inferiore al crono delle azzurre, precedute anche dalla Nigeria (42.68). Questi i parziali delle italiane, come comunicati dal sistema ufficiale di cronometraggio: 11.44 (Dosso), 10.14 (Kaddari), 10.79 (Bongiorni), 10.34 (Fontana). La Giamaica scherza, evitando di mandare in campo tutte e tre le protagoniste delle gare individuali di 100 e 200 metri (Fraser-Pryce, Thompson-Herah, Jackson). Il 42.37 delle giallonere è dunque da prendere assolutamente con le molle. In finale (alle 4:30 del mattino di domenica) sarà un’altra musica.

4x100 metri uomini – Batterie – Il momento dell’esultanza, nello sport, si alterna inevitabilmente a quello della delusione. La staffetta 4x100 azzurra non sfugge – purtroppo – alla regola. Oro olimpico un anno fa a Tokyo, il quartetto composto da Lorenzo Patta, Filippo Tortu, Fausto Desalu e Chituru Ali (quest’ultimo, con l’ingrato compito di sostituire Marcell Jacobs) si arena nei fondali bassi delle batterie iridate, correndo in un modesto 38.74, decimo tempo assoluto del round che non basta per proseguire nel cammino. L’assenza di Jacobs non può spiegare da sola la prestazione, ed anche nei cambi, seppure migliorabili, non si rilevano incertezze macroscopiche. La realtà, amara, ma abbastanza oggettiva, è che il testimone azzurro ha viaggiato (ed è passato di mano) più lentamente di quello degli altri. Le frazioni attribuite agli italiani dal sistema di cronometraggio sono di 10.67 (Patta), 9.26 (Tortu), 9.63 (Desalu), 9.18 (Ali). Di buono c’è che la squadra ha la possibilità di un immediato riscatto: appuntamento tra poco più di tre settimane, a Monaco di Baviera, per i Campionati Europei. Qui, come accaduto per le donne, gli Stati Uniti fanno la voce grossa in batteria, correndo in 37.87 (Coleman, Lyles, Hall, Bracy), davanti alla Francia, seconda con 38.09. Finale alle 4:50 del mattino di domenica.

800 metri donne – Semifinale – Finisce qui, la corsa di Elena Bellò. La vicentina non riesce nell’impresa (certamente non semplice) di accedere alla finale mondiale, chiudendo al tredicesimo posto complessivo in 2:00.34. Sempre alla ricerca della giusta posizione in corsa, la Bellò si batte bene, ma nel finale manca un pizzico di brillantezza, non riuscendo a risalire la fila delle avversarie, tutte peraltro finite non lontano da lei. Il terzo posto, utile per il ripescaggio con i tempi, se lo aggiudica la slovena Horvat, con un non impossibile 1:59.60. Athing Mu continua a risparmiare energie (miglior tempo con un 1:58.12 privo di ogni apparente sforzo), segno che in finale si prepara a qualcosa di molto, molto significativo.

m.s.

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