Eugene: Kerley oro dei 100, Dosso avanti

17 Luglio 2022

Tripletta degli Stati Uniti: il rivale di Jacobs a Tokyo è campione del mondo con 9.86, argento Bracy 9.88, bronzo Bromell 9.88. La sprinter azzurra promossa con 11.26, squalificata Gaia Sabbatini nei 1500 metri

Avanti Zaynab Dosso, fuori Gaia Sabbatini. Sono i verdetti che chiudono la seconda giornata dei Mondiali di Eugene, nella notta italiana, in una sessione attesissima per la finale dei 100 metri maschili: ad Hayward Field è tripletta statunitense con l’oro di Fred Kerley (che era stato argento a Tokyo dietro a Jacobs) in 9.86 (-0.1), l’argento di Marvin Bracy (9.88) e il bronzo di Trayvon Bromell (9.88). In chiave azzurra, la sprinter Dosso centra la qualificazione diretta in semifinale grazie al terzo posto nella sua batteria dei 100 metri con il tempo di 11.26 (+0.2) e tornerà in pista nella notte tra domenica e lunedì. Out invece la mezzofondista Sabbatini che viene squalificata nella semifinale dei 1500 per un contatto con l’ugandese Winnie Nanyondo, dopo aver corso in 4:05.41, crono che comunque non le avrebbe permesso di accedere alla finale. Stati Uniti a segno anche nel peso femminile con Chase Ealey (20,49), Cina d’oro nel lungo grazie all’ultimo salto vincente di Wang Jianan (8,36/+0.5).

100 metri donne – Batterie – Un centesimo manda Zaynab Dosso in paradiso. È la frazione di secondo che permette all’azzurra di chiudere al terzo posto (in 11.26, vento +0.2) la batteria dei 100 metri, il margine esatto di vantaggio sulla quarta classificata, Joella Lloyd, di Antigua, quarta – ed eliminata – in 11.28. Un’azzurra sarà dunque tra le 24 donne più veloci del mondo domani sera (alle 2:30 della notte italiana tra domenica e lunedì), quando si correranno in successione semifinali e finale dei 100 metri. Dosso parte bene, e non si perde nel finale di corsa, resistendo al ritorno dell’avversaria diretta (davanti, Elaine Thompson vince facile in 11.15). Il turno mette in evidenza soprattutto Shelly-Ann Fraser-Pryce, il cui 10.87 (-0.2), pur superiore al 10.84 della britannica Dina Asher-Smith (+1.2) impressiona per l’irrisoria facilità. In sei corrono in meno di 11 secondi, e tra loro altre due europee (la britannica Neita, 10.95, e la svizzera Kambundji, 10.97).

1500 metri donne – Semifinale – Il percorso di Gaia Sabbatini in una competizione globale finisce ancora una volta in semifinale. Era accaduto lo scorso anno a Tokyo, e la storia si ripete a Eugene, seppure con un copione diverso. È una squalifica a fermare l’azzurra, peraltro uscita comunque dal lotto delle ammesse alla finale in virtù del sesto posto parziale in 4:05.41. A finire sotto la lente dei giudici è il contatto – in verità abbastanza chiaro – tra la Sabbatini e l’ugandese Nanyondo sul rettilineo finale, con l’africana che finisce al tappeto. L’azzurra si era mossa bene, almeno fino ai 1200 metri, quando poi la scelta di linee interne – sempre molto rischiosa – ha finito per determinare l’inevitabile contatto. In finale vanno tutte le migliori, con un annunciato duello Kypiegon-Tsegay-Muir.

Kerley per lo sprint, Wang a sorpresa nel lungo - La finale dei 100 metri regala emozioni, e si chiude con la tripletta USA che nella storia della specialità era già accaduta nel 1983 e nel 1991. L'oro va al collo del pronosticato Fred Kerley con 9.86 (-0.1), due centesimi appena di margine su Marvin Bracy e Trayvon Bromell, entrambi accreditati di 9.88 ma separati tra loro da appena due millesimi (.874 contro .876 il responso del photofinish). Il guizzo negli ultimi due appoggi di Kerley (con tanto di plateale apertura delle braccia) determina a conti fatti la classifica finale, assegnando all'argento di Tokyo il titolo mondiale della specialità. Il crollo finale di Christian Coleman (l'oro di Doha 2019) evita il poker, anche perché il giamaicano Oblique Seville si conferma in piena crescita centrando il quarto posto con 9.97. Nel lungo succede tutto (o quasi) alla fine. Il capolavoro è il guizzo al sesto salto del cinese Wang Jianan, un decollo a 8,36, per beffare dal nulla, o quasi, il greco Miltiadis Tentoglou, senza corona dopo aver messo in fila il titolo olimpico, quello mondiale indoor e quello europeo. Fino al sesto turno il cinese che vinse il bronzo da giovanissimo a Pechino 2015 stazionava su un “normale” 8,03: la misura conclusiva (vento +0.5) scalza dalla vetta per quattro centimetri Tentoglou (8,32/+0.5) e la risposta del greco non basta (8,20) per riprendersi il comando. Bronzo a un decatleta, lo svizzero Simon Ehammer, particolarmente a suo agio con il lungo: 8,16 (+0.5). Nel getto del peso donne, ancora stelle e strisce: Chase Ealey trova la misura della vittoria al primo lancio, un 20,49 che risulterà inavvicinabile. Solo la cinese Gong, alla quinta prova (20,39), scuote la classifica, prendendosi l'argento, mentre sul gradino più basso del podio si accomoda l'olandese Jessica Schilder, che fissa il record nazionale a 19,77.

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