Erfurt, Kaba Fantoni e La Mantia vanno in finale



Gli atleti azzurri più attesi non hanno fallito l’appuntamento con la qualificazione alle finali, nella prima giornata dei Campionati Europei Under 23, a Erfurt (Germania). Simona La Mantia e Koura Kaba Fantoni hanno guadagnato la promozione rispettivamente nel salto triplo e nei 100 metri, prove i cui titoli verranno assegnati nel pomeriggio di sabato. Simona La Mantia non ha avuto neanche il tempo di scaldarsi. La quota di qualificazione a 13,50, visti i progressi stagionali che l’hanno proiettata fino a 14,69, le è diventata più che stretta. E così, è bastato un primo salto abbozzato, chiuso in 14,12 (vento a –0.9), per consentirle di guadagnare l’accesso alla finale di sabato. La specialità, così difficile, non consente certo di vendere la classica pelle dell’orso. Però, solo per fare della cronaca, va detto che la migliore, dopo l’azzurra, è stata la russa Taranova, la campionessa mondiale junior di Grosseto 2004, atterrata a 13,77. Trentacinque centimetri più indietro. “Non c’è molto da dire – le parole della La Mantia – un solo salto, di solito, non basta per dare un giudizio. Ma posso senz’altro confermare che mi sento molto bene: ho ricevuto buone sensazioni da questo spicchio di gara, e anche la pedana mi sembra rispondere nel modo migliore. La finale di sabato è tutta da disputare, il triplo è una specialità strana, meglio non dare nulla per scontato. Io so che posso fare bene, e che farò di tutto per vincere. Sarà la mia ultima gara in una categoria giovanile, e voglio chiudere in bellezza questi primi dieci anni di atletica”. L’approccio di Koura Kaba Fantoni con l’Europeo è stato da brivido. La semifinale dei 100 metri, complice un avvio al rallentatore (0.205) si è trasformata per l’azzurro in un impegno quasi estremo. Piazzato intorno al quinto-sesto posto a 20 metri dal traguardo, Fantoni ha saputo ritrovare nel finale frequenze adeguate, per piombare sul traguardo in linea con gli avversari, e, con maestria, arpionare il secondo posto dietro il britannico Ellington. Il tempo conclusivo, 10.50 (10.42 per il vincitore), anche a causa del vento contrario (-0.9) non ha grande significato; ma ciò che contava, nella circostanza, era solo il passaggio alla finale di sabato sera. Traguardo sfiorato da Alessandro Rocco, quarto nella seconda semifinale con 10.60 (vento -2.0); lo stesso tempo del quinto classificato della prima, ma con un millesimo di troppo per la finale. Fuori causa, per soli due centesimi (10.62 nella semifinale di Kaba Fantoni) Stefano Anceschi. “Sono rimasto sui blocchi – il commento di Fantoni, nominato capitano dal Dt Silvaggi – poi però sono riuscito a far girare le gambe, e li ho ripresi. Mi sono piaciuto sul lanciato, il resto è da dimenticare. Ma sono sicuro che la finale sarà tutta un’altra cosa, vedrete”. Fiducia assicurata. Da segnalare che non ha corso la semifinale il belga Kristof Beyens, uno degli avversari più importanti sulla strada per le medaglie, dopo il 20.44 ottenuto sui 200 metri solo pochi giorni fa. La mattinata si è sviluppata in maniera negativa per i colori azzurri. L’unica a salvarsi, l’eptathleta Cecilia Ricali, protagonista di una gara in linea con i suoi limiti stagionali: 14.17 (-0.2); 1,71; 11.05; 25.58 (-0.6). Al giro di boa, 3.253 punti (sedicesimo posto parziale), in vantaggio sul cammino che l’ha portata, in maggio, al personale di 5.403 punti. Per tutti gli altri, notte fonda. Eliminati i discoboli Nazzareno Di Marco (50,84; serie: 50,84; 46,76; N) e Giovanni Faloci (47,16; serie: N; 47,16; N). Fuori anche il quattrocentista Marco Moraglio, sesto nella sua batteria con 47.85 (aveva un 46.88 quest’anno), e le martelliste Elisa Palmieri (57,07; serie: 57,07; 55,15; 55,88) e Silvia Salis. Ai limiti dell’incredibile la vicenda di quest’ultima: dopo aver centrato la fettuccia della qualificazione (64,50) nei lanci di riscaldamento, in gara non è riuscita ad andare oltre i 59,59 (serie: 59,54; 59,59; N). “Non riesco a spiegarmelo – il commento della genovese, 64,96 quest’anno, e mai al di sotto dei 62 metri – ero come svuotata, non avevo energie. Non mi era mai accaduto in una qualificazione”. Avrebbe ottenuto la finale con 61,77. Eliminati in serata anche l'ottocentista Maurizio Angius, 1:51.33, e la siepista Giorgia Robaudo (10:33.62). Domani, seconda giornata di gare, saranno diciotto gli atleti italiani sicuramente in competizione. Si assegnano quattro titoli. Oltre alle conclusioni di Deacthlon ed Epathlon (con la nostra Ricali), sono due le finali dirette in programma: i 20 chilometri di marcia femminile (con le azzurre Sibilla Di Vincenzo, Tatiana Gabellone e Agnese Ragonesi), e i 10.000 metri maschili (Francesco Bona, Daniele Meucci, Alberto Montorio). Primi turni (semifinali) nei 200 metri: esordio nella manifestazione per Vincenza Calì, che sarà seguita subito dopo da Koura Kaba Fantoni (Stefano Anceschi ha rinunciato). Semifinali anche per gli ostacolisti dei 400, Roberto Donati, Nicola Cascella, Elisa Scardanzan e Daniela Cionfrini. Primi turni anche per il pesista Marco Di Maggio, l’ostacolista Cristellotti (110hs) e i mezzofondisti Omar Rachedi (1500 metri) e Loredana Di Grazia (800). Marco Sicari
Nella foto, Simona La Mantia (Omega/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI COMPLETI
- LE FOTO DELLA PRIMA GIORNATA



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