EYOF, oro per Cecolin, argento per Buscella



Gloria anche per l’Italia nella terza giornata dell’EYOF e c’è da dire che gli azzurri se la sono veramente meritata, pagando anche un piccolo pedaggio alla buona sorte. La prima medaglia, e del metallo più pregiato, è arrivata per merito di un ragazzo di casa, Riccardo Cecolin: una grande impresa per il 17enne udinese, capace di migliorarsi in questa gara da 2.07 a 2.14, al cospetto di avversari di eccezionale levatura – e forse anche fisicamente più dotati per la specialità – come l’ucraino Bondarenko e il lituano Raminas (finiti nell’ordine con 2.12). Cecolin – “Cec” per i compagni di squadra – è alto 1.85 per 70kg, sicuramente non un gigante: finora ha avuto sicuramente maggiori soddisfazioni dalle prove multiple ma, dopo aver fallito la qualificazione ai Mondiali di Marrakech nell’octathlon, ha deciso di giocarsi le proprie carte nella sua specialità d’elezione, appunto l’alto. Una gioia in più per il suo tecnico Mario Gasparetto, che dalle padane friulane ha fatto uscire più di un campione. La chiave della gara è arrivata a 2.14, allorché l’azzurro – che fino a quel momento non sarebbe stato meglio che quarto – ha gelato i rivali superando la quota al secondo tentativo: veramente un grande. Il secondo podio è arrivato ancora dal settore dei salti maschili e porta la firma di Fabio Buscella, filiforme chivassese che ha concluso all’argento dopo aver assaporato l’oro fino all’ultimo salto. Un po’ una beffa per il ragazzo piemontese che – se ha avuto la gioia di migliorare il personale con 15.08 (+1.6 di vento per lui, che aveva 14.98) – ha vissuto l’amarezza di essere superato in dirittura d’arrivo da un “coloured” russo molto più potente e muscolato, Lyukman Adams (15.35 con -0.3). C’è da dire che l’atleta russo era il naturale favorito della prova, vantando in partenza un personale di 15.87. Sul terzo gradino del podio si è piazzato l’azero Panasenko (14.85). Le medaglie giunte nella seconda parte della giornata hanno solo in parte fatto dimenticare quelle perse per pura malasorte in avvio di riunione da parte di due ragazze friulane che avrebbero certamente meritato di finire sul podio. Bravissima Claudia Maniero nei 400 ostacoli: la pordenonese ha condotto una gara molto accorta, evitando di seguire la partenza dissennata di altre compagne di avventura e chiudendo con un nettissimo miglioramento personale a 60.42 (ricordiamo che fino all’inizio di questa manifestazione il personale di Claudia era di 61.67). Peccato che davanti a lei siano riuscite a piazzarsi in tre: la favoritissima e inarrivabile tedesca Kohlmann, che ha portato il primato dei Campionati EYOF ad un eccezionale 58.82, e una coppia formata dalla bielorussa Buldakova e dalla ceca Pecnova, entrambe molto più a tiro per l’azzurra (rispettivamente 60.15 e 60.39). Alla fine un quarto posto che brucia e al tempo stesso inorgoglisce per la grandissima carica agonistica messa in mostra dall’ostacolista friulana. Qualche recriminazione per la delegazione azzurra anche dalla pedana dell’asta: se la slovena Tina Sutej – dall’alto del suo recente 4.10 – pareva l’avversaria più pericolosa per la nostra Giulia Cargnelli, ben meno prevedibile era il fatto che sul podio finissero nell’ordine davanti alla saltatrice udinese la lettone Obizajeva, la russa Zhukova ne la svizzera Botter. Infatti tutte e tre queste atlete sono state capaci di migliorarsi per conquistare una medaglia (rispettivamente 3.95 la baltica per l’oro, 3.90 le altre due): fatto sta che l’azzurra – saltando 3.85 al secondo tentativo – ha dovuto accontentarsi del quarto posto. Poco, pochissimo, se si pensa che proprio l’elvetica Botter è arrivata al bronzo facendo moltissimi errori e superando la quota dei 3.90 solo con una notevole dose di fortuna, praticamente ricadendo sull’asticella. Per il resto nessun problema per il veneto Matteo Galvan, facile vincitore della sua batteria dei 200 (tranquillo 22.61 con -1.9 di vento, in vista di una finale che potrebbe portare nuove soddisfazioni). Bravo Stefano Tedesco, che nella finale B dei 110 ostacoli ha finalmente mostrato tutto il suo valore (14.09 con -1.5): peccato che il veneto non avesse goduto della stessa carica agonistica nella batteria. Senza fortuna Desirée Barbini, ritirata nella finale B dei 100hs (ma la veneziana aveva già fatto il suo in batteria, migliorando il personale). Federica De Santis, impegnata nelle qualificazioni del triplo, è andata fuori senza gloria con un modestissimo 11.70. Con il secondo posto nella sua batteria dei 200, la catanese Lia Iuvara è stata ammessa alle semifinali (25.52 con -1.5), mentre Fabio Caramella non è stato meglio che sesto nella finale B degli 800 con 1:56.42. Per domani, riflettori puntati sulla pedana del giavellotto, dove il padovano Leonardo Gottardo lotta per l’oro. In finale ci saranno anche il 400ista campano Aita, il mezzofondista toscano Boccoli (nei 1500m) e la veneziana Giovanna Epis, anche lei nei 1500. Nella finale B dei 400 femminili si cimenterà la brianzola Elena Bonfanti, comunque positiva nelle batterie di ieri (sui suoi limiti con 56.74). In gara anche i due quartetti veloci, entrambi in grado di guadagnarsi un posto nella finale programma venerdì. Oltre al primato EYOF nei 400hs femminili, già ricordato in apertura, si deve segnalare un altro primato della manifestazione, ottenuto dall’olandese Boekelman nel peso con 15.95: per la ragazza in arancione si tratta del secondo oro, dopo quello nel disco ottenuto ieri. File allegati:
- LE SCHEDE DEGLI ATLETI ITALIANI
- START LIST E RISULTATI ON LINE



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